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Autore: Parsifal    01/09/2014    1 recensioni
Questa favola è stata scritta per il compleanno di un amico, un amico speciale, che ama la solitudine ma, a volte, vorrebbe tanto che qualcuno riuscisse a superarla e penetrare attraverso di essa.
Così, quando mi sono trovata davanti alla tastiera per dedicargli una favola non ho avuto la minima esitazione: lui è un lupo solitario.
Unico e perfetto nel suo genere.
Ma anche i lupi solitari hanno i loro punti deboli...
Quali?
Leggete e lo scoprirete anche voi ^_^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lupo solitario e la festa a sorpresa


Un giorno lontano nel tempo, ai margini di una foresta, in uno dei mille posti bellissimi della nostra amata terra,
viveva un bellissimo lupo ( del resto non ho mai visto lupi brutti io...) che, per scelta e vocazione, viveva da solo.

Non che fosse scorbutico o di cattivo umore eh (nonostante un lupo sia sempre un lupo e immaginatevi uno che viveva da solo),
anzi... lui riusciva sempre a farsi voler bene dagli altri abitanti della foresta.
Ma non voleva nessuno nelle sue prossime vicinanze e per questo motivo era andato a mettersi ai margini della foresta, non nel centro. Però per tutti lui era il "lupo saggio", quello che aveva sempre una parola giusta per ogni problema,
quello che però dovevi stare attento a ciò che dicevi perchè, se facevi solo atto di avvicinarti troppo o di essere irriverente,
era capace di farti passare un brutto quarto d'ora (era pur sempre un lupo che amava la carne...).

Aveva esperienza da vendere e tante, tante avventure alle spalle e, per questo, non permetteva a nessuno di dirgli quello che doveva o non doveva fare.
E a volte il bisogno di stare da solo superava quello di aiutare gli altri abitanti della foresta con i suoi consigli.
E questo era uno dei motivi per cui aveva scelto di vivere lontano dal suo branco.
Ma c'erano tre animali della foresta con cui lui aveva stretto una particolare amicizia, almeno per quello che ci si può aspettare da un lupo solitario.
Si cercavano, si parlavano e si confidavano... fino ad un certo punto, chiaramente, fino a quando lui consentiva loro di fare.
C'era una splendida cerbiatta, fiera, determinata, sempre sorridente e pronta ad offrire a tutti la sua gioia.
E anche se a volte qualche nube oscurava il suo sorriso lei riusciva sempre a scacciarla.

Era la migliore in questo.
Ma anche la giovane leonessa che le era diventata amica non era da meno nel scacciare le nubi che potevano oscurare il suo stupendo cielo.
Si rendeva conto che si arrabbiava forse troppo ma c'erano delle ingiustizie che non riusciva a mandare giù.
Per fortuna che trovava sempre rifugio dalla cerbiatta che riusciva a calmarla e farle ritrovare il sorriso.
Poi si unì a loro anche un'aquila che aveva una nutrita prole e tanto tanto lavoro per trovarle da mangiare e tenere il loro nido ordinato.
Ma riusciva anche ad avere il tempo per la sua passione: scrivere.
E questo le impediva di fare a pezzi la tana in un'impeto di ordinaria e familiare follia.
Non chiedetemi, per favore, come facessero questi animali così diversi tra loro ad andare d'accordo perchè sarebbe troppo lungo da spiegare... del resto in ogni favola che si rispetti queste cose accadono tranquillamente.
Dunque... un giorno di fine Agosto, mentre una strana estate autunnale stava facendo preoccupare i nostri amici,
la cerbiatta si rese conto che si stava avvicinando il compleanno del lupo... e lui si era guardato bene, chiaramente, dal fare qualsiasi festa.

Non voleva mai festeggiarlo, come qualsiasi bravo lupo solitario che si rispetti.
Ma loro, questa volta, non volevano saperne di dargli retta.
Sembrava preoccupato quell'anno, serio, quasi che avesse qualcosa dentro che non voleva condividere ( visto che era solitario per scelta...).
Loro non potevano certo forzarlo così decisero che avrebbero preparato, per lui, la più bella festa che un lupo avesse mai visto.
Detto fatto.
Si misero a tramare (hem...organizzare) ogni cosa, chiedendo l'aiuto anche degli altri animali chiaramente.
Certo, c'era il rischio che lui si arrabbiasse veramente.
Non amava quelle cose e obbligarlo quasi (senza il quasi va...) a fare una festa per festeggiare qualcosa che lui non voleva affatto ricordare era da incoscienti.
Però loro erano assolutamente incoscienti, sempre state, altrimenti non sarebbero diventate amiche tra di loro e con lui (in effetti...) e, sopratutto, erano terribilmente cocciute e testarde.
Niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
Volevano togliere quel velo che ultimamente oscurava la fronte del loro amico lupo... e accidenti se ci sarebbero riuscite!!!
Così, con qualche affanno e qualche pasticcio (ma di poco conto) riuscirono, per il fatidico giorno, a preparare una festa con i fiocchi,
con tanto di musiche e festoni.

Gli altri animali erano un po' restii a restare chiaramente... voglio vedere voi al loro posto al pensiero di trovarvi davanti al famoso lupo solitario incazzoso per una festa che non voleva e, alla spicciolata, con varie scuse tutte molto fantasiose, se ne andarono.
Tutti ma non le nostre tre eroine.
Così andarono a chiamare il lupo che, un po' sospettoso, le seguì.
Passo dopo passo, lentamente, avanzò.
Superò una fitta macchia di alberi e all'improvviso vide quello che avevano combinato le sue amiche.
Restò, per un attimo, ( due...tre...) immobile, senza fiatare.
Sentì dentro di se un calore che rischiava di sommergerlo e che si ingigantiva, come un'immensa bolla che cresceva e cresceva.
Forse doveva fare il duro... ringhiare azzannando un po' una e un po' l'altra
(con l'aquila sarebbe stato difficile ma forse, se la prendeva di sorpresa...) e poi voltarsi per andarsene da dove era venuto!!!

Perchè non dovevano rispettare il suo desiderio di... di...
Cercò dentro di se dei motivi seri e validi ma... riuscì solo a trovare calore.
Tanto tanto calore.
Alzò il muso al cielo e vide la luna splendida che, per una volta, non era oscurata dalle nuvole.
Sembrava ammiccare a lui anche lei.
"Tutte d'accordo le femmine della foresta eh..." pensò dentro di se... e, avvicinandosi alla cerbiatta che aspettava, incerta se scappare a gambe levate o meno, sfregò il muso nel suo collo
Era il suo modo di ringraziare.
Fece lo stesso con la leonessa... chiaramente all'aquila gli fu impossibile farlo ma gli rivolse uno sguardo che diceva già tutto.
Che cosa imparò quella splendida notte il nostro amico lupo solitario?
Che è bello si vivere soli, a modo nostro, con le nostre regole e senza nessuno che ti imponga nulla ma... a volte (solo a volte eh...) è bello anche lasciarsi andare all'affetto di chi ti vuole bene e aspetta solo di potersi prendere cura di te.
   
 
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