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Autore: Berta__D    01/09/2014    2 recensioni
Il quinto anno di Ginny Weasley è alle porte e lei è seduta al tavolo a fare colazione in una calda giornata d'estate..
"D'improvviso la signora Weasley la guardò e disse con aria frettolosa, mentre ricuciva la tasca di un pantalone “Ah Ginny cara, è arrivato Harry. E' di sopra nella stanza di Fred e George.. penso siano andato a svegliarlo Ron ed Hermione!”
La rossa per poco non rischiò di strozzarsi con il latte, ma per non far accorgere la madre di ciò continuò a bere dalla tazza e annuì restando in silenzio.
Harry era lì, dopo sarebbe salita e l'avrebbe salutato. Gli faceva piacere vederlo, su questo non c'era ombra di dubbio, eppure il fatto che lui piombava improvvisamente in quella casa, da sei anni ormai, la scombussolava sempre. Prima la sua cotta le impediva perfino di aprire bocca in sua presenza, ma dall'anno scorso Ginny Weasley era cambiata: aveva accantonato la sua cotta per Harry Potter."
Questa è la mia prima FanFiction su Harry e Ginny, nata per dar voce a tutti quei momenti che avrei voluto leggere attraverso la saga (non voglio contestare JK eh! Ma sono una sognatrice!).. spero vi piaccia! Buona lettura :)
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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! Nota dell'autrice. In questo capitolo ho dato voce soltanto ai pensieri di Ginny, in quanto avevo voglia di darle più spazio, ma non vi preoccupate... probabilmente il prossimo capitolo sarà o interamente o in parte raccontato dal punto di vista di Harry. Mi raccomando, fatemi sapere se è di vostro gradimento con una bella recensione! E adesso vi auguro soltanto...una buona lettura! :)
 

# Acquisti e ritorno a Hogwarts...

 

Quel giorno l'intera famiglia, o quasi, si recò a Diagon Alley; la presenza di Harry cambiò però leggermente le cose: alcune auto del ministero li aspettarono all'ingresso della Tana per scortarli nella loro consueta giornata d'acquisti e, sul posto, ci sarebbe stata una squadra di Auror pronti ad intervenire in caso di necessità. Questa situazione innervosiva Ginny Weasley, che non riusciva a concepire l'idea di dover essere osservata da una ciurma di maghi mentre gironzolava semplicemente per i negozi. Non appena, però, le balenò quest'idea per la mente si diede della stupida mordendosi la lingua: e la pressione che provava Harry? Era lui che controllavano non la sua famiglia e lei non poteva capire cosa provasse. Da una vita si ritrovava sotto i riflettori del mondo magico e più passavano gli anni, più la situazione peggiorava. Eppure la rossa ammirava il migliore amico di suo fratello, per il coraggio e la determinazione con i quali continuava a svolgere la propria esistenza.

Quando presero posto in macchina, la signora Weasley era accanto al padre sul sedile anteriore, lei si sedette al fianco del ragazzo occhialuto, trovandosi in mezzo a lui e Hermione, la quale a sua volta era seduta accanto a Ron. Harry non disse una parola limitandosi ad osservare fuori dal finestrino il paesaggio che mutava dalla campagna a quello urbanistico della grande metropoli. Ginny faceva qualche battutina su Fleur a voce bassa, zittendosi sotto gli ammonimenti della madre e facendo ridacchiare di tanto in tanto sia la riccia al suo fianco che il moro, ma riuscì per pochi attimi a farlo sorridere. Si maledisse per non essere abbastanza simpatica, ma dopo qualche istante decise di abbandonare la missione.

Una volta giunti al Paiolo Magico trovarono davanti alla porta d'ingresso del locale il custode della scuola Hagrid, che dimenava le braccia e sorrideva allegro. Harry sorrise di rimando e scese dall'auto correndo a salutarlo. Ginny, i tre membri della sua famiglia e Hermione si avvicinarono al mezzo gigante e lo salutarono a loro volta. Dopo aver discusso per un po', Hagrid assicurò a Molly di prendersi cura di Ron, Hermione e Harry; Ginny invece dovette seguire i genitori per caricarsi di libri scolastici e l'idea non le faceva fare i salti di gioia, sarebbe andare volentieri con gli altri. Salutò Hermione, Harry e Ron e disse “Ci vediamo dopo, al negozio di Fred e George.” La riccia le annuì in risposta e così fece anche Ron. Harry la osservò più a lungo, con le sopracciglia leggermente aggrottate, come se volesse dirle qualcosa. La bocca si schiuse e per un attimo resto in silenzio, ma poi sussurrò semplicemente un “D'accordo.” e le sorrise.

Dopo essersi allontanata per raggiungere i genitori, che camminavano dinnanzi a lei, rifletté sulla reazione di Harry. A volte davvero non lo capiva! Le era parso che il moro volesse dirle qualcosa, ma poi non aveva aperto bocca. Perché si comportava in quel modo strano? L'aveva notato già alla Tana: la osservava a lungo, sembrava perdersi in pensieri misteriosi mentre i suoi occhi erano incollati su di lei e la cosa le provocava un tremendo imbarazzo, che faticava a mascherare. Fortunatamente era determinata ad ignorarlo e riusciva a camuffare le proprie emozioni. Ma ce l'avrebbe fatta ancora? Sospirò e seguì i genitori a malincuore all'interno del Ghirigoro. La madre iniziò a spintonare, lottando con le altre signore e a sfilare dal bancone tutti i libri di seconda mano possibili ed immaginabili affiancata dal padre carico come un mulo, che pazientemente tentava di non sbuffare. Quell'immagine intenerì la rossa: i suoi genitori erano così uniti e amavano così tanto i propri figli che cercavano di garantire loro, anche se nei modi più economici, tutto il necessario. Per questo li ringraziava dal profondo del cuore, anche se talvolta si vergognava di indossare abiti usati o di utilizzare libri di seconda mano. Ma questa era la vita che le era capitata e lei l'accettava così com'era; d'altro canto aveva notato di aver successo con i ragazzi più di alcune studentesse che indossavano abiti di tendenza e che avevano una famiglia ricca alle spalle. Solo un ragazzo che le interessava non era mai riuscita a conquistare. Mentre la sua mente si perdeva nell'immagine di quegli occhi smeraldini puntati su di lei, Molly le posò sulle braccia cinque o sei libri, facendola quasi cadere per terra.

Quando la madre completò definitivamente gli acquisti, i tre si recarono davanti al negozio dei suoi fratelli gemelli dove ritrovarono Harry, Ron e Hermione. Harry li aspettava silenzioso e osservò di nuovo Ginny, sorridendole debolmente. Lei ricambiò e si avvicinò alla riccia entrando nel negozio, seguendo il fratello ed il moro. Le due ragazze, dopo aver salutato Fred e George, si separarono dagli amici ed iniziarono un tour del negozio.

“Allora come va?” chiese Hermione con aria curiosa.

Ginny inarcò un sopracciglio confusa e le rispose “Bene, perché?”

“Oh, avanti..!” sbuffò Hermione, divertita “Vuoi dirmi che non hai notato l'atteggiamento di Harry?”

“No..” mentì Ginny, avvicinandosi ad uno scaffale per contemplare i Sognisvegli Brevettati “Quale comportamento?”

“Ginny, non prendermi in giro..” iniziò la riccia, con aria incredula.

“Non ti prendo in giro!” sbottò l'altra, un po' seccata “Io non noto niente di strano, si comporta con me come ogni santa volta che ci siamo visti.”

“Non è vero.” sentenziò la bruna decisa “Ti osserva con uno sguardo, che non gli avevo mai visto prima.. neanche quando era interessato a Cho.”

“Che c'entra Cho!” disse la rossa fissandola con occhi spalancati per poi aggiungere sottovoce “Ti ricordo che LORO si sono baciati,” si guardò intorno sperando che nessuno l'avesse sentita “quindi non paragonare gli sguardi che rivolgeva a lei con quelli che rivolge a me.” e con questo tornò a fissare lo scaffale.

“Fa come vuoi, ma prima o poi mi darai ragione..!” Hermione incrociò le braccia e prese a guardare anche lei quegli oggetti. “Ma che diavolo sono?” chiese aggrottando la fronte.

“Non ne ho la più pallida idea.” sussurrò Ginny, ancora persa in quella discussione che non avrebbe mai voluto iniziare. Hermione era stata capace di peggiorare la situazione nella quale già navigava da giorni. Sospirò esausta e si voltò: apparve Fred seguito da Harry. I due si dirigevano nella parte principale del negozio, dove scoprirono Hermione e Ginny accanto alla sezione dei Sognisvegli Brevettati.

"Ragazze non avete ancora visto i nostri prodotti speciali Tumistreghi?" chiese Fred. "Seguitemi, signore..." le due si avviarono con il gemello, allontanandosi di pochi passi dallo scaffale precedente. Vicino alla vetrina c'era una gamma di prodotti rosa shocking attorno ai quali alcune ragazze ridacchiavano entusiaste. Hermione e Ginny si ritrassero sospettose.

"Ecco," disse Fred orgoglioso. "Il miglior assortimento di filtri d'amore sulla piazza."

Ginny sollevò un sopracciglio scettica in direzione del fratello. "Funzionano?"

"Sicuro che funzionano, fino a ventiquattr'ore di fila, secondo il peso del ragazzo in questione..."

"...e il fascino della ragazza," concluse George, ricomparso all'improvviso al loro fianco. "Ma a nostra sorella non li vendiamo," aggiunse, improvvisamente serissimo, "visto che ha già cinque ragazzi in pista, da quello che abbiamo..."

Harry era a pochi passi di distanza e osservava la scena appoggiato ai numerosi scaffali. Ginny si sentiva prudere la nuca a causa di quello sguardo intenso sempre inirizzato su di lei.

"Qualunque cosa vi abbia detto Ron è una menzogna," tagliò corto Ginny tranquilla, sporgendosi in avanti per prendere dallo scaffale un vasetto rosa. "Questo cos'è?"

"Annullaforuncoli Garantito Dieci Secondi," rispose Fred. "Ottimo su tutto, dai brufoli ai punti neri, ma non cambiare discorso. E' vero o no che stai con un certo Dean Thomas?"

"Sì che è vero," rispose Ginny. "E l'ultima volta che l'ho visto era decisamente uno, non cinque. Quelle cosa sono?" chiese ancora, cercando di cambiare argomento, e indicò un gruppo di palle pelose in varie sfumature di rosa e viola, che rotolavano sul fondo di una gabbia emettendo strilli acutissimi.

"Puffole pigmee," disse George. "Ne vendiamo tantissime, non facciamo in tempo ad allevarle. E un tale Michael Corner?"

"L'ho piantato, non mi piaceva," fece Ginny schietta, infilando un dito tra le sbarre della gabbia e osservando le Puffole radunarsi attorno. "Sono proprio carine!"

"Sono tenere, sì," ammise Fred. "Ma non è che ti dai troppo da fare coi ragazzi?"

Ginny si voltò a guardarlo, le mani sui fianchi. Odiava quando i suoi fratelli si immischiavano nella sua vita privata e ora avrebbe dato un taglio a quella conversazione.

"Non sono affari tuoi. E ti sarei grata," aggiunse inviperita a Ron, appena comparso accanto a George e affiancato da Harry, carico di mercanzia "se la smettessi di raccontare storie su di me a questi due!"

Lo sguardo della rossa si posò sul moro, che era rimasto in silenzio fino a quel momento. Imbarazzata dall'idea che avesse sentito tutto riguardo le sue storie amorose, si voltò e chiese alla signora Weasley, che aveva appena sgridato Ron per un gestaccio in direzione dei gemelli "Mamma, posso comprare una Puffola Pigmea?" chiese subito Ginny.

"Una cosa?" domandò la signora Weasley, sospettosa.

"Guarda, sono così dolci..." sussurrò, mentre provava ad accarezzarle attraverso la gabbia.

“Sono molto carine..” sussurrò Harry improvvisamente, che si era messo al suo fianco “ e sono sicuro che sarebbero un animale ideale per te.”

Ginny sobbalzò e si voltò verso di lui. Incrociò il suo sguardo verde intenso e disse un debole “Grazie.” sorridendogli. Mentre i loro occhi si immergevano gli uni negli altri ed il cuore di Ginny iniziava a battere all'impazzata, un rumore esterno distrasse Harry, che fissò fuori dalla vetrina con espressione seria: era Malfoy.

Il moro le rivolse di nuovo l'attenzione e le disse un po' imbarazzato “Scusa, raggiungo un attimo Ron e Hermione.”

“Fai pure!” esclamò Ginny, sollevata. Se fosse rimasta ancora un po' con lo sguardo intrecciato al suo, probabilmente tutte le Puffole Pigmee avrebbero preso fuoco in un istante. Quando il ragazzo si allontanò da lei, respirò a fondo cercandosi di rilassare e pensò che bisognava trovare una soluzione, ovvero stargli il più lontano possibile.

*

Era la mattina della partenza per Hogwarts e a Ginny parve così strano che l'estate fosse già finita e che un nuovo anno scolastico stesse per incominciare. Una volta salita sul treno, dopo aver salutato i genitori, scorse Harry ancora nel corridoio, il quale era intento a chiacchierare con Ron ed Hermione. I due erano divenuti prefetti e Ginny sospettò che il loro scompartimento sarebbe stato differente da quello del loro migliore amico. Dopo qualche minuti l'espresso per Hogwarts fischiò allegramente e prese ad avanzare sulle rotaie. La rossa si sporse dal finestrino e salutò con la mano i genitori. Si accorse che anche Harry, rimasto solo, sorrideva e sventolava la mano affettuosamente, finché il treno non imboccò la prima curva e i signori Weasley scomparvero. Poi si voltò per vedere dov'erano finiti gli altri. Ginny si chiese se fosse il caso di fare sue chiacchiere con lui, ma tentennò ricordando quello che aveva deciso all'uscita del negozio di Fred e George. Fortunatamente due amiche si avvicinarono a lei chiedendole come aveva trascorso l'estate; mentre chiacchierava con loro, Harry si mosse verso di lei, trascinando con sé il baule. Gli altri studenti lo fissavano attraverso il vetro degli scompartimenti, schiacciandovi addirittura il viso contro per osservarlo meglio. La rossa trovò quella situazione disgustosa e fulminò ognuno di loro: alcuni abbandonarono l'impresa, intimoriti dal suo sguardo severo. Il moro la raggiunse e batté delicatamente sulla sua spalla.

"Ti va di cercare uno scompartimento?" le chiese, sorridendole. I suoi occhi verdi erano più brillanti del solito e i capelli scompigliati gli davano quel tocco di trasandato e allo stesso tempo di affascinante che Ginny adorava.

Mentre lo stomaco le si riempiva di fastidiose farfalle svolazzanti, rispose cordialmente "Mi dispiace, Harry, ho promesso a Dean che l'avrei raggiunto," aspettò qualche secondo, osservando la reazione del moro e aggiunse "Ci vediamo dopo."

"Sì, certo." fece Harry con voce tesa, ma Ginny notò che era vistosamente deluso e la sua espressione aveva una nota di irritazione. Lei gli sorrise dolcemente e si allontanò, scostando i lunghi capelli rossi dalle spalle che danzarono involontariamente lungo la schiena. Decise di non voltarsi nuovamente, consapevole di averlo lasciato lì fermo nel corrdoio; ma cosa poteva farci? Non era il caso di trovare uno scompartimento da soli. Lei aveva paura dei sentimenti che stavano nascendo di nuovo nel suo cuore e doveva riuscire a soffocarli, prima che andasse tutto in rovina. Arrivata allo scompartimento dove Dean l'aspettava, sospirò scacciando via quei pensieri che le attanagliavano la mente e spalancò le porte scorrevoli. Il ragazzo era in piedi vicino al finestrino, intento a fissare il paesaggio, ma quando udì il rumore si voltò ed incrociò gli occhi di Ginny. Le sorrise sereno e si avvicinò a lei, dandole un dolce bacio sulle labbra “Finalmente, ti stavo aspettando.” disse, chiudendo lo scompartimento. Ginny si sedette e si massaggiò le tempie, cercando di non far trapelare la sua confusione “Scusami, ho incontrato parecchie persone..”

“Non fa niente l'importante è che sei qui.” Dean si sedette al suo fianco e le passo un braccio intorno alla spalla, stringendola a sé. “Sono contento di vederti.”

“Si, anche io.” sussurrò la rossa, fissando fuori dal finestrino. Ginny provava, però, una strana sensazione; si sentiva lontana anni luce da quello scompartimento. Ad ogni battito di ciglia le si parava dinnanzi agli occhi l'immagine di quel corridoio dove quegli occhi smeraldini le chiedevano di restare. In quel momento capì di non amare Dean.

  
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