Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    01/09/2014    3 recensioni
Questa FF inizia dopo l'assegnazione dell'eredità della Dea Scarlatta a Maya, il matrimonio di Masumi e Shiori è imminente e l'incontro a Izu non è stato come la ragazza si aspettava... Ma cosa accadrà se, per una volta, sarà lei ad aiutare lui?
- Ma… questo ristorante… ci sono sempre tante persone famose… loro potrebbero… - abbassò lo sguardo e non si accorse neppure del cameriere immobile a poca distanza.
- Maya, guardami - le intimò lui - Non devi pensare al resto del mondo, a ciò che gli altri pensano. Mangeremo e passeggeremo nel giardino, se vorrai, il resto lasciamolo fuori, per ora. Vuoi? -

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Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 2



Quando Maya si svegliò, quattro ore dopo, aveva un feroce mal di testa e una fame che la meravigliò. Probabilmente le parole del signor Hijiri avevano fatto più breccia nel suo animo di quanto lei credesse realmente. Non le aveva solo raccontato ogni cosa, ma le aveva proposto un piano per provare a sistemare la situazione una volta per tutte. L’aveva guardato stralunata come se parlasse una lingua a lei sconosciuta. Era un’idea pazzesca.

Era stato chiaro, non aveva usato parole di riguardo: Eisuke Hayami si serviva di alcuni assassini che lavoravano per lui da molto tempo. Aveva visto i suoi begli occhi grigi oscurarsi mentre la metteva al corrente di quell’informazione e lei era rimasta congelata e terrorizzata. Inoltre aveva una grande quantità di denaro da elargire per corrompere e centinaia di fascicoli con informazioni sulla vita privata di molte delle persone che gravitavano intorno a suo figlio e a lei.

L’idea che i suoi amici potessero essere in pericolo l’aveva messa subito in agitazione, ma lui l’aveva rassicurata che niente di ciò che aveva in mente avrebbe leso i suoi amici né altra persona. Era un’idea folle, ma aveva aperto una flebile speranza: aveva la possibilità di ricambiare tutto ciò che Masumi Hayami aveva fatto per lei come Presidente della Daito e come ammiratore delle rose scarlatte. Questa volta l’ombra sarebbe stata lei.

Non le importava che lui l’amasse o meno né che la ringraziasse in alcun modo, ma se un suo intervento avrebbe potuto cambiare la sua vita evitandogli sofferenza inutile, lei era ben felice di poterlo aiutare. L’unico problema era che le serviva Rei per realizzare l’idea del signor Hijiri e questo avrebbe significato raccontarle ciò che nascondeva nel cuore.

E non c’era tempo.



In cucina Rei stava trafficando con la colazione.

- Ben svegliata! Stanotte ti ho sentito agitata. Hai fatto dei brutti sogni? - le chiese con un sorriso e la solita allegria, ma si rese immediatamente conto che c’era qualcosa che non andava. Lasciò andare la spugna e la raggiunse.

- Maya, cosa succede? - le chiese subito apprensiva.

- Io credo che tu debba sederti, Rei… - balbettò lei portandosi le mani al volto per smorzare l’imbarazzo. Rei alzò un sopracciglio e lentamente si sedette con l’ansia che cresceva.



- Buongiorno, signor Masumi - lo salutò Mizuki con la professionalità consueta - Questi sono i bilanci che mi aveva chiesto, i giornali e il suo caffè - disse poggiando ogni cosa sulla scrivania. L’uomo, assorto, prese i quotidiani e cominciò a sfogliarli. Sulla pagina economica c’era un articolo che riguardava la fusione del gruppo Takatsu con la Daito Art Production e il giornalista che l’aveva redatto esplicava tutti i vantaggi che ne sarebbero derivati, di come le due aziende sarebbero sbocciate nel panorama giapponese e, grazie alla Takatsu, in quello mondiale. Masumi chiuse il giornale con una smorfia appena celata che non sfuggì a Mizuki e ne sfogliò rapidamente un altro chiudendolo immediatamente e allontanandolo appena vide un’immagine di Maya Kitajima che capeggiava nella sezione degli spettacoli e riportava l’intervista che aveva fatto il giorno prima.

- Questo pomeriggio le ricordo alle tre l’incontro con suo padre e i due investitori statunitensi - per fortuna lui non la guardò, così non si accorse dell’espressione turbata sul suo volto.

- Grazie, Mizuki, mi lasci lavorare adesso - le chiese senza alzare lo sguardo dai bilanci. La segretaria fece un lieve inchino, poi gli dette le spalle.

- Oggi se ne va senza battute sarcastiche? - aggiunse sempre con lo sguardo sui numeri. Mizuki si voltò e se il suo capo l’avesse guardata in faccia avrebbe visto i suoi occhi, solitamente calmi, infuocati e irritati.

- Posso rimediare, se vuole - rispose tagliente.

- No grazie, dato che oggi mi ha esentato, lasciamo le cose così - Masumi sollevò lo sguardo meravigliato quando sentì la porta sbattere per la prima volta da quando Mizuki aveva iniziato a lavorare per lui. Sorrise malinconico e tornò al suo lavoro, ma dopo un attimo riprese il giornale che aveva messo da parte e lesse l’articolo su Maya.



- Maya… non riesco ancora a crederci… - sussurrò Rei con la testa fra le braccia, appoggiata sul tavolo.

- Neanche io in realtà… - annuì lei imbarazzata, lo sguardo fisso su un chicco di riso rimasto sul tavolo.

- Quanto tempo ho per metabolizzare ogni cosa? - le chiese poco convinta.

- Fino alle tre di questo pomeriggio, poi andiamo in scena… - rispose piano Maya con la voce che le tremava. Rei sospirò e chiuse gli occhi.

- E va bene... - annuì esasperata. Maya si illuminò e Rei scoppiò a ridere - Temevi che non ti aiutassi? -

- No… è che io… non so se avrei creduto a qualcuno che mi avesse raccontato ciò che io ho detto a te… - arrossì e sprofondò sulla sedia.

- In effetti, Maya… lo sarebbe stato... se io non avessi già sospettato del signor Hayami - le confidò strizzandole un occhio. Maya trasalì e spalancò gli occhi.

- Lo… sospettavi? - balbettò incapace di formare una frase coerente.

- C’era sempre quando avevi bisogno, Puck ne è il caso più emblematico, e non come ammiratore, ma come Masumi Hayami… - le fece notare lei impietosa e Maya abbassò lo sguardo.

Dopo qualche attimo di silenzio Rei si decise a fare la domanda fatale.

- Cosa dovrei fare? - e la fissò senza sapere cosa aspettarsi. Chissà qual era il piano di quell’uomo chiamato Hijiri… Lo sguardo che ricambiò Maya la fece allarmare immediatamente.

- Il mio compagno investigatore… - sussurrò arrossendo e abbassando le mani per prendere qualcosa. Rei rimase con la bocca aperta mentre lei appoggiava sul tavolo un plico di fogli.

- E quelli cosa sono? - domandò mormorando sconcertata.

- Il nostro copione - sorrise Maya timidamente - Bilanci fiscali del gruppo Takatsu - sparpagliò le carte sul tavolo ripetendo le parole del signor Hijiri. Non c’erano solo bilanci, ma anche fotografie compromettenti di dirigenti che prendevano mazzette e altre istantanee di quelli che potevano essere solo conti bancari per il riciclo di denaro…

- Come hai avuto questa roba, Maya? - domandò con gli occhi spalancati.

- Mi ha dato tutto il signor Hijiri… - sussurrò lei sempre imbarazzata. Rei sollevò lo sguardo meravigliata.

- Ma chi è questo Hijiri? - mormorò sospettosa.

- Non lo so… mi consegnava sempre le rose… non so altro. È gentile e vuole aiutare il signor Hayami - spiegò risoluta più per convincere se stessa che Rei. L’amica continuò a sfogliare i documenti con aria stralunata.

- Esattamente cosa dobbiamo fare? - chiese all’improvviso disperata.

- Il signor Hijiri verrà qui e spiegherà tutto anche a te come l’ha spiegato a me ieri sera. Non so niente di tutte queste cose, ma sono brava a imparare un copione e sono sicura che anche tu non farai alcuna fatica - spiegò Maya - Inoltre non dovrebbe essere difficile impersonare due investigatori - aggiunse con un filo di voce. Almeno non dopo la Dea Scarlatta…

- Maya… - Rei fissò l’amica che aveva preso in mano una fotografia che ritraeva Masumi Hayami, l’imperatore Takamiya e Eisuke Hayami sulla terrazza di un ristorante. Ancora non riusciva davvero a capire come quella situazione fosse arrivata a quel limite così assurdo. Maya e Masumi Hayami… no, proprio non riusciva a crederci…

- Ah, c’è un’altra cosa… - aggiunse Maya sovrappensiero. Rei la fissò rassegnata - Abbiamo appuntamento da una truccatrice… -

- Oh, cielo… - espirò esasperata Rei cominciando a pensare che forse non era stata una buona idea acconsentire.



Mizuki era nervosa per la prima volta nella sua vita. Non lo era mai stata quando riguardava il lavoro: aveva sempre tutto sotto controllo ed era completamente padrona della situazione. Ma questa volta sapeva che qualcosa avrebbe potuto non andare per il verso giusto. Aver accettato quell’incontro quel pomeriggio metteva a repentaglio tutto ciò per cui aveva lavorato duramente: la sua integrità, professionalità e tutti gli anni dedicati allo studio.

Ma quell’uomo pacato, dai profondi occhi grigi, era stato convincente e lei alla fine aveva capitolato. Per lui, per Masumi Hayami. Esattamente non sapeva il perché di quella sua spiccata lealtà, all’inizio l’aveva trovato affascinante, ma ben presto si era accorta di quanto fosse spietato e freddo. E solo. Poi era arrivata quella ragazzina pelle e ossa che l’aveva completamente trasformato. Non le era occorso molto per rendersi conto di quale sentimento legasse il suo capo a quell’attrice esordiente e, quando aveva potuto, l’aveva aiutato. Aveva visto lo sguardo di Maya fuori dalla Daito il giorno in cui lo aveva visto insieme a Shiori Takamiya e non era stato fraintendibile. Per un motivo a lei sconosciuto quella ragazzina si era innamorata del suo capo.

Il rispetto che aveva per Masumi Hayami era cresciuto col tempo fino a diventare affetto e lealtà. Non le interessava che lui le riconoscesse dei meriti, le bastava sapere di aver concorso a qualcosa che gli avrebbe dato una possibilità di riemergere da quella prigione che suo padre aveva costruito per lui.

Le porte dell’ascensore si aprirono e ne uscirono un uomo e una donna. Mizuki rimase impietrita, ma non lasciò trasparire niente dalla sua espressione. Li accolse con la solita gentilezza e un sorriso smagliante e gli chiese di attendere gentilmente. Bussò alla porta dell’ufficio dove Hayami padre e figlio attendevano.

- I signori Brown e Williams sono arrivati - una voce rispose qualcosa e la segretaria li fece entrare.

- Prego, signori, potete accomodarvi - li invitò indicando l’interno dell’ufficio. Con passo deciso la coppia vestita di nero entrò e la porta si chiuse alle loro spalle.



- Benvenuti, il viaggio per Tokyo è stato gradevole? - Masumi uscì da dietro la scrivania e strinse la mano dell’uomo biondo, non troppo alto e magro, che gli sorrideva. Aveva brillanti occhi azzurro chiaro e vestiva con un completo nero, camicia azzurra e cravatta blu.

- Grazie, Mr. Hayami, è stato piacevole  - rispose in un buon giapponese con una simpatica sfumatura e Masumi alzò un sopracciglio sorpreso. L’uomo si avvicinò a Eisuke sulla sedia a rotelle e gli strinse la mano vigorosamente - Sono Liam Brown - si presentò.

Masumi strinse la mano alla donna in tailleur nero e camicia azzurra. Aveva lunghi capelli biondi e profondi occhi blu come il mare, la pelle chiara, le guance lievemente arrossate e un velo di rossetto rosa. Gli occhi occidentali lo avevano sempre affascinato e quelli erano particolarmente luminosi e grandi. La sua stretta era decisa e il sorriso caldo e disponibile.

Americani…

La donna si rivolse a Eisuke Hayami e dopo un attimo di esitazione si avvicinò.

- Sophia Williams, piacere - e gli strinse la mano.

- Volete accomodarvi, così possiamo iniziare a parlare? - offrì Masumi indicando due sedie davanti alla sua scrivania. I due presero posto sotto lo sguardo indagatore di Eisuke.

- Siete riusciti in un’impresa in cui falliscono tutti - esordì Masumi con un sorriso sornione e allo sguardo perplesso dei due americani proseguì - Avete riunito mio padre e me per discutere di affari… questo non avveniva da… da molto tempo - concluse sempre con un sorriso congiungendo le mani e poggiando i gomiti sulla scrivania.

- Sono contenta che abbiate accettato - annuì Sophia con un sorriso accondiscendente ed enigmatico.

- La mia solerte segretaria mi ha mostrato il vostro piano di investimenti, ma una domanda mi sorge spontanea - continuò Masumi fissando gli occhi su Liam Brown - Perché? -

Quale piano di investimenti??? Oh cielo!

- Perché abbiamo necessità che ora, entrambi, manteniate la calma - rispose Sophia precedendo Liam. Masumi si voltò verso la donna.

È lei che conduce il gioco quindi…

- La calma? - Masumi alzò un sopracciglio e si irrigidì, seguito da Eisuke.

- Avevamo necessità di parlarvi, ma sembravate inarrivabili, e io che ho sempre creduto gli americani dei fissati con la sicurezza… - spiegò Sophia con uno squisito giapponese dall’accento americano.

Eisuke guardò suo figlio che si alzò lentamente.

- Chi siete voi? - domandò assottigliando lo sguardo.

- Investigatori privati - e Liam appoggiò sulla scrivania, con un gesto lento e calcolato, un bigliettino da visita.

Masumi lo prese e lesse le poche righe: ISA - Investigative Services Agency - Illinois.

Quando rialzò lo sguardo era freddo e distante.

- Perché siete qui con l’inganno? - chiese appoggiando il bigliettino.

- Ciò che dobbiamo riferirvi è vitale e non possiamo più rimandare - spiegò Liam spostando lo sguardo su Sophia per un attimo.

- Abbiamo cercato di contattarvi inutilmente nei due mesi precedenti, ma il nostro cliente non è più disposto ad attendere - concluse Sophia alzandosi e raggiungendo la vetrata oltre Eisuke Hayami. L’anziano imprenditore seguì la donna con lo sguardo. Era molto carina, camminava sui tacchi alti alla perfezione e le gambe sottili sbucavano da sotto la gonna nera al ginocchio.

- Chi vi ha assunto? - chiese Masumi spostando lo sguardo su Liam. Che sta facendo quella donna?

Liam sorrise lievemente e congiunse le mani in grembo.

- Lei, Mr Hayami, comprenderà bene che questa è un’informazione che non ci è possibile rivelare - disse Sophia voltandosi verso di lui. Dalla vetrata si vedeva tutto lo skyline di Tokyo. L’immensa città sembrava giacere ai piedi di quel palazzo.

Masumi si irrigidì e si spostò vicino a lei.

- L’importante è che sappiate che il nostro cliente ha a cuore la vostra… salvezza - Liam sembrò cercare la parola adatta in giapponese ed entrambi gli Hayami si voltarono verso di lui. Appoggiò la cartellina nera che aveva con sé sulla scrivania e ne tirò fuori alcuni documenti e fotografie. Eisuke assottigliò lo sguardo e rimase immobile sulla sedia a rotelle.

- Qualcuno di misterioso assume due investigatori americani e ci tiene così tanto a noi da arrivare a mandarvi qui con l’inganno? - Masumi per poco scoppiò a ridere: non conosceva nessuno nell’universo capace di un’azione del genere!

Sophia si voltò tornando con lo sguardo nell’ufficio.

- Le sembra così strano che qualcuno si preoccupi per voi? Tutti hanno degli ammiratori - concluse la donna fissandolo e incredibilmente lui distolse lo sguardo, posandolo sulle fotografie.

- Cosa sono? - domandò a Liam, quella donna lo metteva a disagio. Era americana, lo guardava e lo sfidava senza alcun problema mentre in Giappone nessuno avrebbe osato tanto. Per lei le loro convenzioni erano inesistenti, in America le donne erano più dirette. Maya non si è mai fatta problemi a rispondermi per le rime e non mi ha mai temuto, proprio come questa donna…

- Queste, signori - riprese Liam con un lieve sorriso - Sono la chiave che vi permetterà di non commettere una follia -

Eisuke si avvicinò e prese qualche foglio e delle fotografie. Le osservò attentamente e lo stesso fece Masumi sotto lo sguardo attento dei due investigatori.

- Sono bilanci della Takatsu… - ringhiò Eisuke - Sono dei falsi! Conosco l’Imperatore Takamiya da anni e non avrebbe ridotto sul lastrico la sua azienda in questo modo! -

- Non è stato Takamiya in prima persona. Le fotografie e i documenti parlano da soli - insisté Liam mostrando una foto in cui veniva corrotto un dirigente dell’azienda logistica che faceva parte del gruppo.

- Abbiamo svolto quest’indagine per molto tempo, i risultati sono sicuri, se farete una fusione i vostri soldi serviranno a ripagare i loro debiti e il nostro cliente non desidera questo - spiegò lentamente Liam cercando di essere il più convincente possibile.

- Ditemi il nome di quest’uomo che osa interferire coi nostri affari! - gridò Eisuke e Masumi aggrottò la fronte.

- Non abbiamo mai detto che fosse un uomo - precisò Sophia tornando a sedere con calma. I due Hayami si irrigidirono.

- Come potete pensare che possiamo credere a due anonimi investigatori americani che piombano nel nostro ufficio ingannandoci, quando un’amicizia decennale mi lega alla famiglia Takamiya?! - Eisuke picchiò un pugno sul bracciolo della sedia.

- Non avete più tempo per verificare queste carte - asserì Liam - Se suo figlio sposerà la nipote di Takamiya fra due giorni voi sarete… fottuti - espose candidamente l’investigatore usando lo slang americano per quell’ultima parola.

Eisuke diventò rosso e stava per esplodere, ma Masumi lo prevenne. Incredibilmente quei due gli stavano fornendo un modo per uscire da quella situazione spinosa. Non avrebbe avuto Maya, ma forse avrebbe potuto proteggerla lo stesso e avrebbe evitato il matrimonio con Shiori.

- Da quanto tempo investigate? - chiese sedendosi di nuovo.

- Due anni - rispose Liam sicuro raggruppando tutti i documenti.

Masumi sembrò soppesare quelle parole. Quei due non ci guadagnavano niente, non erano loro il problema, lo era il cliente che li aveva assunti. Perché qualcuno avrebbe voluto salvare lui e suo padre? Non aveva senso! Conosceva almeno venti imprenditori che avrebbero fatto la festa se loro avessero chiuso i battenti e non conosceva nessuno che avrebbe voluto salvargli la pelle… E probabilmente suo padre avrebbe comunque mantenuto le minacce contro Maya.

- Ci è impossibile recedere dal contratto che abbiamo stipulato con loro al momento del fidanzamento, ma potete riferire al vostro cliente che siamo disponibili ad incontrarlo e a chiarire questa spiacevole situazione - disse Masumi espirando, cercando di non far trasparire la sua angoscia. Eisuke sorrise soddisfatto e non sfuggì né a Liam né a Sophia.

- Se lei sposerà quella donna, la Daito Art Production non esisterà più! - Liam si sporse verso di lui sulla scrivania.

- Non è una questione che dipende solo da me - lo informò piatto Masumi e Liam rimase sconcertato da ciò che vide nei suoi occhi chiari. È rassegnato e spaventato! Allora è vero che suo padre ha minacciato Maya!

- Come vuole. Noi abbiamo fatto quanto ci ha chiesto il nostro cliente. Il nostro lavoro finisce qui - Liam si alzò seguito da Sophia.

- Siamo davvero spiacenti per il modo in cui ci siamo intromessi - si giustificò la donna che sembrava in imbarazzo - Di solito non agiamo così, ma voi eravate veramente irraggiungibili e il nostro cliente voleva avvisarvi ad ogni costo -

- Addio, Mr. Hayami - salutò Liam porgendo la mano che lui strinse dopo qualche attimo seguito da Sophia mentre Eisuke li snobbò voltando la sedia verso la vetrata.

Uscirono senza fretta e Masumi li seguì con lo sguardo finché lasciarono la stanza.

- Maledetti americani! - ringhiò Eisuke picchiando di nuovo il pugno.

- Chissà chi li ha assunti… - sussurrò Masumi pensieroso prendendo il biglietto da visita dei due investigatori.

- Non ha alcuna importanza! La fusione si farà! Takamiya è un uomo d’onore, non può avermi teso una trappola del genere! Ci conosciamo da anni! - esclamò irato Eisuke.

- Mantieni la calma, padre, o ti salirà la pressione - Masumi a stento mantenne la serietà.

- Masumi! Smettila subito! - ringhiò adirato il padre.

- Perché, altrimenti cosa farai? Minaccerai di morte la donna che amo? Di nuovo - gli chiese raffreddando lo sguardo. Si sistemò la giacca e si avvicinò alla porta.

- Ti faccio chiamare la macchina - gli comunicò chiudendo la porta e ignorando le sue lamentele. Devo bere…

- L’incontro è andato bene, signor Masumi? - gli chiese la fedele segretaria una volta fuori dal suo ufficio.

- Sì, Mizuki, tutto a posto. Cancelli i miei impegni del pomeriggio e faccia chiamare l’auto per mio padre - le disse senza neanche voltarsi.

- Sì, signor Masumi - lo osservò mentre cercava sigaretta e accendino dirigendosi all’ascensore. Perché si è rassegnato, signor Masumi?



- Ho il cuore che mi scoppia per la paura! - Maya si appoggiò allo schienale del taxi, le mani tremanti.

- A chi lo dici! Hai visto la faccia di Eisuke Hayami? - Rei la fissò coi suoi occhi occidentali. La truccatrice da cui le aveva mandate il signor Hijiri aveva modificato i loro occhi in modo così perfetto che sembravano davvero due occidentali! E le lenti a contatto poi! Le parrucche, i vestiti!

- Sei stata perfetta, Maya!!! Se la signora avesse potuto vederti! - le strinse le mani e le sorrise.

- Tu dici? Ancora non so come ho fatto a tenere quella maschera… tu sei stata davvero bravissima Rei, avresti dovuto vederti - balbettò insicura, completamente diversa dalla Sophia Williams che aveva interpretato fino a pochi minuti prima.

- Ma certo! Ti rendi conto che nessuno dei due ci ha riconosciuto? - Rei era eccitata e rideva.

- Forse la signorina Mizuki, sì… - mormorò lei, lo sguardo basso.

- Forse… ma sembra che abbia tenuto la bocca chiusa! - e Rei le strinse le mani.

- Comunque le cose non cambieranno, hai sentito cos’ha detto… - sussurrò Maya con la voce incrinata.

- Maya… - la chiamò Rei attirando la sua attenzione e la giovane tirò su lo sguardo - Io non so come quel signor Hijiri sia riuscito a organizzare tutto questo e… sinceramente non lo voglio sapere… ma sai che questa è solo metà del suo piano. Domani ci aspetta la parte più difficile -

- L’Imperatore Takamiya… - sussurrò portandosi le mani al volto.

Come posso affrontare quell’uomo? Non so niente di lui... E se dovesse capire chi siamo?


   
 
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