Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: Jay_Bismen    01/09/2014    0 recensioni
Emily e Margot sono due ragazze normali, amiche dalle scuole materne e inseparabili. Ma presto faranno delle scelte che le porteranno probabilmente a prendere due strade diverse, mettendo in gioco la loro amicizia, fondata su anni e anni passati insieme. Riusciranno le due ragazze a superare gli ostacoli davanti ai quali si ritroveranno senza rovinare ciò che hanno faticosamente creato insieme?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho sempre pensato che le presentazioni dei personaggi all’inizio dei libri siano stupide.
Cioè, non stupide, per lo più senza senso: a mio parere sta allo scrittore, durante il suo racconto, presentare indirettamente l’aspetto dei suoi personaggi. Esprimere il loro aspetto, il loro carattere attraverso i loro gesti, i loro pensieri. Credo che l’essenza dell’essere un bravo scrittore sia soprattutto questa: far sentire coloro che leggono come se fossero circondate da persone che conoscono da anni, e non da pochi giorni. Ovviamente il mio è solo il parere di una quindicenne che spende i suoi rimanenti quindici giorni d’estate scrivendo al computer in una squallidissima stanza di una squallidissima casa in una squallidissima campagna, circondata da una marea di cianfrusaglie e avvolta nel più totale buio. Potete cercare di immaginare la scena, se volete; anche se probabilmente la maggior parte di voi – se c’è almeno più di una persona che sta leggendo – non conoscono la mia faccia, potete farlo. Anzi, sarebbe ancora meglio.
In ogni caso, non sono qua per parlare di me, come voi non siete qua per immaginare me. Sono qua per raccontarvi una storia. Non dirò di cosa parla, preferisco di gran lunga che lo scopriate da soli. E spero davvero che una volta iniziato a leggere non sia così difficile per voi andare avanti…
 
-Parla piano! – sussurrai trattenendo le risate – se i miei si svegliano siamo fregate.
Ero stesa su  un piumone che avevo cercato di sistemare alla meglio nell’erbetta del giardino sotto casa mia. La storia dell’umanità non aveva mai provato niente di più scomodo di quel giaciglio improvvisato. Erano all’incirca le tre del mattino e tenevo gli occhi semichiusi per cercare di osservare meglio le mosse della mia amica Margot. Era a quattro zampe, intenta a piegare l’estremità del piumone sulla quale poggiavano le nostre teste più e più volte su se stessa, per creare ciò che nella sua testa avrebbe dovuto avere l’aspetto di un cuscino gigante. Sì, avevo dimenticato di prendere i cuscini. E allora?
Entrambe stavamo cercando di contenere le risate alle quali ci avevano portati i nostri tipici discorsi da tre del mattino.
- Così dovrebbe andare! – disse alzandosi sulle ginocchia e osservando il suo capolavoro a braccia conserte.
- Scusa se ti distruggo i sogni di grandezza, ma fa schifo. – feci io con aria di sufficienza. Lei mi fulminò con lo sguardo. – Scusami, ma non sono io l’idiota che si è dimenticata di prendere due cuscini. Sarà sicuramente più comodo di avere la testa nell’erba. – replicò stendendosi al mio fianco. Non appena la sua testa si fu posata sul “cuscino” mi guardò con aria schifata e cercò di trattenere una risata, con scarsi risultati.
Andava sempre così. Quando Margot era invitata a casa mia non c’era una minima possibilità di dormire tranquilli, e come al solito mi ritrovavo a intervallare “SHHH!” infastiditi a risate incontrollabili. Quella sera, appena aveva oltrepassato il cancello di casa mia – Sai cosa mi andrebbe di fare? – disse, senza neanche un “Ciao”.
-Cosa?
- Dormire fuori. Si sta bene, lo possiamo fare senza problemi.
Presto la sorpresa della proposta cedette il passo alla convinzione che quella fosse la migliore idea che avrebbe potuto attraversare la sua mente ingegnosa.  Era così che andava: lei era esuberante, imprevedibile, mentre io… Beh, ero io. Prevedibile, di solito pacata e timida, ma non con Margot. Quando stavi con lei ti veniva voglia di vivere, vivere sul serio, fare cazzate, non dormire e ridere fino allo sfinimento.  Era in quegli attimi che mi sentivo davvero libera. Senza costrizioni. Senza cercare di piacere. Senza pensare. Solo agire.
Restammo sveglie fino alle cinque, minuto più, minuto meno. Sarebbe stato come tutte le altre volte, se quello non fosse stato il penultimo giorno d’estate. Sì, faceva caldo, e niente avrebbe potuto far pensare che l’estate potesse finire, ma non intendo “finire” nel vero senso della parola. E’ più da intendersi come un… “Cazzo, tra due giorni ricomincia la scuola”, e un “Porca puttana, andremo in due scuole diverse”.
Ecco. Non era il fatto che ricominciasse la scuola a rendere quella serata diversa, ma il fatto che per la prima volta dalle scuole materne, la mia vita si separava da quella di Margot. Anche se per poco tempo. Avevamo scelto di prendere due strade diverse, e nessuna delle due aveva ribattuto alla scelta dell’altra: era così palese che avremmo fatto scelte diverse. Eravamo come l’acqua e il fuoco, il freddo e il caldo, e tutte quelle altre cose opposte che non sto qui ad elencare. Semplicemente, eravamo destinate a separarci, in qualche modo. E così sarebbe stato, in ogni senso.
Non ricordo granché delle nostre chiacchierate quella notte, abbracciate su un piumone nel bel mezzo di un giardino. Ricordo solo che tra confessioni di paure, incertezze e quant’altro, Margot mi aveva fatto una domanda.
- Non ci perderemo di vista, vero?
- Vero. – risposi io, con la voce che tradiva la stanchezza. Quella domanda mi aveva fatto un piacere immenso. Margot non era una di quelle ragazze che mostrano dolcezza in tutti i modi, non era una di quelle che dicono “ti voglio bene” alla prima persona che aveva davanti, e d’altronde nemmeno io. Almeno su questo eravamo d’accordo. Non ricordavo nemmeno se ce lo fossimo mai detto, ti voglio bene, ma poco importava. In quel momento, con quella frase, anche se indirettamente, mi aveva fatto capire che non voleva separarsi da me. Era stata la mia più grande paura per tutta l’estate, o forse anche di più. Una paura antica quanto il mondo stesso. Eppure una semplice domanda aveva fatto scomparire ogni segno di quella paura, l’aveva resa all’improvviso sciocca e insensata.
Mi addormentai così, cullandomi tra quei pensieri così rincuoranti e sentendo la pesantezza della stanchezza prendere il sopravvento, mentre le braccia fresche di Margot mi cingevano la vita, rassicuranti come una promessa.
 
Okay, salve a tutti. Dico “tutti” come se ci fosse una marea di gente che legge, ma va bene. Che dire, fatemi sapere se questa storia vi piace e se vale la pena di andare avanti… Accetto ogni sorta di consiglio, quindi se c’è qualcosa che non vi piace ditemelo senza problemi.
Va bene, io mi dileguo… Spero nelle vostre recensioni!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Jay_Bismen