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Autore: GiulyDeVilliers    02/09/2014    1 recensioni
Johanna stava leggendo un libro sotto le coperte. A un certo punto lesse una frase che le rimase impressa.
"Se in tutto il mondo non c'è nessuno a cui importa di te, esisti davvero?" *
Per tutta la notte le risuonarono nella mente le voci di sua madre, di suo padre e di suo fratello che ripetevano quella frase all'infinito.
Johanna si chiedeva se fosse vero. A nessuno importava di lei. A lei non importava di nessuno. Non aveva neanche un pesce rosso. Tutte le persone a cui voleva bene o se ne erano andate per sempre o le aveva allontanate lei stessa.
Forse quelle voci erano un segno che la sua famiglia le aveva mandato. Forse volevano dirle qualcosa.
Ma io sto bene così si disse Johanna Non voglio che niente cambi.
E la ragazza, che aveva una tristezza crescente dentro, torno a fingere con sé stessa di essere forte.
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Johanna era nata in inverno. Forse era un caso, ma molti l'avrebbero chiamato destino, che tutti i fatti importanti della sua vita avvennero in inverno. E nello specifico quando nevicava.

Johanna da bambina amava la neve. Avrebbe saputo dirti meglio di un meteorologo quando sarebbe nevicato. Perché lei aveva un legame speciale con quei batuffoli banchi che venivano giù dal cielo.

Quando il primo fiocco toccava terra lei era già con il naso attaccato alla finestra, e quando c'era anche solo un piccolo strato bianco per terra lei si precipitava fuori. Non c'era modo di trattenerla dentro. Anche se aveva la febbre o delle cose importanti da fare. Non le piaceva molto fare la battaglia con le palle di neve, o costruire buffi pupazzi. No, lei adorava starsene semplicemente con le mani aperte e lo sguardo rivolto verso l'alta a guardare i fiocchi che venivano giù.

Johanna smise di amare la neve quando aveva quasi 18 anni.

Era la prima nevicata dell'anno. La macchina andava piano sulla strada ricoperta di neve. La madre di Johanna parlava con il marito del film che avrebbe voluto vedere al cinema. Zach, suo fratello d 14 anni, sentiva la musica con le cuffie. Johanna guardava fuori dal finestrino. Stavano tornando dall'ultima partita di basket della squadra di Zach, che tra l'altro era stata stracciata.

Johanna quasi non ebbe il tempo di vedere i fari del camion che veniva addosso alla loro auto.

 

 

Quando la ragazza si svegliò si trovava in ospedale. L'infermiera la informò con tono distaccato che era l'unica sopravvissuta dell'incidete d'auto della sua famiglia.

Quello che seguì fu molto veloce, dato che Johanna non era ancora maggiorenne venne affidata a Kirsten, sua prozia e unica parente.

A Kirsten non importava nulla della nipote. L'unico essere a cui teneva quella vecchietta era Kitty, il suo gatto obeso.

Dopo un mese finalmente Johanna compì 18 anni e potette tornare nella casa dove aveva vissuto con la sua famiglia. Aveva pianto, sicuramente tanto, ma solo nella settimana seguente alla morte dei suoi genitori e si suo fratello. Poi basta, stop. Aveva deciso di essere forte, come si era sempre mostrata agli altri, e di non versare più una lacrima. E aveva mantenuto la promessa che si era fatta.

Certamente aveva una volontà di ferro, ma questo non voleva dire che fosse forte come sembrava.

 

 

Gli ultimi mesi di scuola furono terribili. All'inizio la gente la compativa, poi con il passare del tempo le persone tornarono a trattarla come al solito. Solo il comportamento di Johanna era cambiato.

Non era mai stata molto socievole, i suoi amici si potevano contare sulle dita di una mano, ma non era asociale, amava ridere e scherzare. Ma dopo l'incidente stava sempre sola, allontanava sempre i suoi amici che quindi iniziarono ad ignorarla. Era completamente sola.

A volte veniva presa in giro, soprattutto da quel gruppo di ragazze popolari e stronze che si divertivano a prendere in giro quelli che consideravano “sfigati”. Audrey, Pam, Tammy, ma la loro mente, l'ideatrice dei loro scherzi era Violet, la ragazza più temuta e allo stesso tempo ammirata della scuola.

Dopo scuola Johanna tornava a casa e faceva un mucchio di cose contemporaneamente, per non pensare. Guardava la tv mentre cuciva e intanto ripassava mentalmente la lezione di storia, leggeva un libro mentre ascoltava la musica e si metteva lo smalto ( cosa un po' difficile, infatti alla fine aveva lo smalto metà sulla caviglia e metà sul libro che stava leggendo).

Quando finiva le cose da fare si metteva a scrivere. E scriveva molto, al punto che ne venne fuori un romanzo.

Quando Johanna finì di scrivere il suo romanzo aveva preso il diploma da ormai sei mesi. Non era più uscita con qualcuno, non parlava con nessuno e usciva solo per fare la spesa. Tirava avanti con i soldi che le avevano lasciato i suoi genitori.

La ragazza si fece forza e mandò il suo libro a una casa editrice.

Dopo un po' di tempo arrivò la risposta dall'editore che diceva che il suo libro non poteva essere pubblicato.

In compenso, una settimana dopo l'editore le riscrisse dicendo che era idonea per fare un piccolo lavoro di scrittura per un famoso autore.

Lo scrittore si chiamava si chiamava Zach Foster ed era abbastanza famoso.

A Johanna venne un colpo: si chiamava Zach, come suo fratello.

Al signor Foster era venuto il blocco dello scrittore e bisognava che qualcuno finisse il suo libro al più presto. Lo stile di Johanna era sembrato simile a quello dell'autore e lei avrebbe potuto continuare il suo lavoro al posto suo.

Quindi dovrei essere una ghost writer pensò Johanna.

E infatti era così. Il compenso era basso e il suo nome non sarebbe apparso in copertina ma per la ragazza andava bene. Scrisse all'editore accettando la proposta.

 

 

 

 

Johanna stava leggendo un libro sotto le coperte. A un certo punto lesse una frase che le rimase impressa.

"Se in tutto il mondo non c'è nessuno a cui importa di te, esisti davvero?" *

Per tutta la notte le risuonarono nella mente le voci di sua madre, di suo padre e di suo fratello che ripetevano quella frase all'infinito.

Johanna si chiedeva se fosse vero. A nessuno importava di lei. A lei non importava di nessuno. Non aveva neanche un pesce rosso. Tutte le persone a cui voleva bene o se ne erano andate per sempre o le aveva allontanate lei stessa.

Forse quelle voci erano un segno che la sua famiglia le aveva mandato. Forse volevano dirle qualcosa.

Ma io sto bene così si disse Johanna Non voglio che niente cambi.

E la ragazza, che aveva una tristezza crescente dentro, torno a fingere con sé stessa di essere forte.

 

 

 

*Ogni riferimento a Shadowhunters TID è puramente casuale.

 

Angolo Autrice

Ciao ragazzi! Un po' deprimente, vero? Ma si riprenderà. O almeno credo.

Ditemi cosa ne pensate con una piccola recensione, per favore!

Bye,

GiulyDeVilliers

 

 

  
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