Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: nathalia97    02/09/2014    0 recensioni
"No-non so... L'unica cosa che posso dirti è che quando ci sei tu, tutto è migliore, tutto è più bello. È come se tornassi quel ragazzino spensierato, che non vedeva sua madre, ogni sera, picchiata, che non veniva picchiato... è come se tu riuscissi con un solo sorriso, un semplice 'ciao' a togliere tutto il male che c'è in me... è come se il mostro che ho dentro si fosse legato al tuo angelo con un filo indistruttibile... come se il mio demone avesse trovato la propria casa con la tua creatura celestiale... non so perché ti voglio lì con me, ma so che starei molto meglio sapendo che stai sotto le mie ali e che sei al sicuro... è tutto più bello quando ci sei tu, Summer." -JUSTIN.
"Gli occhi sono l'anima delle persone: non mentono mai, Summer." -BRIAN.
"Quando avrai l'onere di conoscerlo, sentirai il bisogno di averlo sempre vicino a te!" -JAZMYN.
"Quando avrai il privilegio di conoscerla, non riuscirai mai più a chiudere gli occhi e a non vederla nella sua bellezza!" -JAZMYN.
--
--
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Quando ci si innamora è come se si tornasse ragazzini.



"So che siamo incasinati, d' accordo? Io sono impulsivo,
irascibile e ti sento dentro come mai mi era capitato.
A volte ti comporti come se mi odiassi, un minuto dopo
hai bisogno di me.
Non faccio mai niente di giusto e non ti merito...
ma maledizione, ti amo Abby.
Ti amo più di qualsiasi cosa o persona abbia mai amato.
Quando ci sei tu non mi servono alcol, soldi, incontri
nè storie da una notte...Tutto ciò che mi serve sei tu.
Sei l'unica cosa a cui penso.
Di cui sogno. Sei tutto ciò che voglio
". 

-Travi. Il mio disatro sei tu.



CAPITOLO QUATTORDICI (Penultimo).

 
Finalmente i tasselli del puzzle si uniscono.

 
 
Sarebbe dovuta andare al ospedale, farsi curare la ferita sul braccio, disinfettarla, dare punti se necessario, ma non lo fecce. Prese la strada che portava nell'unico luogo dove desiderava essere.
Parcheggiò in mal modo l'auto e scese di corso, per poi rifugiarsi fra le braccia di Justin. Era lì il luogo dove desiderava stare per il resto della sua vita. Summer si sentiva protetta, amata e sentiva un calore che non aveva mai provato con nessun altro. Amava quelle bracci piene di tatuaggi. Dalla prima volta che lo vide, fino ad allora, erano aumentati a dismisura, che lo rendevano ancora più sexy.
A quel pensiero, arrossì.
Justin, stringendola a sé, sentì una sensazione di conforto, di rassicurazione. Sapere che era lì, lo rendeva tranquillo, felice, finché la consapevolezza di quello che era successo non gli ritornava in mente, e la paura a impossessarsi di lui: paura che Summer si chiudesse in una camera e non ne uscisse e né mangiasse mai più, stando tutto il tempo a piangere per la rottura e la disperazione di aver perso quello che, secondo lei, era l'amore della sua vita -come aveva visto nei film strappa lacrime che Jazmyn lo costringeva a guardare il venerdì sera.
Devo smettere di vederli, pensò.
Le diede un bacio sulla fronte, la strinse a sé più forte, prima di lasciarla andare.
Si ricordò della ferita e, senza dire niente, la controllò, portandola in bagno -presente in camera sua- lanciando prima uno sguardo a Brianna, facendo intendere che avrebbe avuto bisogno di lei per il taglio.
Brianna Lopez era bella quanto intelligente. Quando diceva di aver superato con il massimo dei voti il test d'ammissione alla università di medicina, così come l'esame di stato per l'abilitazione, tutti rimanevano senza parole. Lei era la contrazione alla regola: era sia sexy che genio. Non era ancora diventata medica, ma stava frequentando il primo anno di specializzazione, ed era molto brava in quel che faceva. 

Justin, aiutò Summer a sedersi sulla lavatrice che c'era presente nella stanza e, controllando un'ultima volta la ferita, le tolse la camicetta a quadri che lei indossava.
In una situazione diversa, si sarebbe fermato a guardarle il seno, ma in quella circostanza tenne lo sguardo fisso sul braccio, per non metterla in imbarazzo e passare per un maniaco. Si allontanò di pochi metri per prendere il disinfettante e del cotone. Bagnò quest'ultimo nel liquido rossastro e le tamponò il taglio. 
Summer, che fino ad a quel momento guardava con occhi incantati l'uomo, sussultò per l'improvviso bruciore che sentì e gemetti. Poco dopo entrò nella stanza Brianna. Salutò Justin con un cenno del capo e si concentrò su Jones e sulla ferita.
"Ti fa molto male?"  le chiese e come risposta ottene soltanto il movimento del capo in affermazione.
Le prese il braccio e finì di fare quello che Bieber aveva iniziato. Passò poi a bendarlo nel punto dove si trovava il taglio.
"Hai perso molto sangue, ma non è niente di grave" le disse la donna "Non morirai dissanguata, stai tranquilla" scherzò per poi proseguire "Il proiettile è passato solo di striscio e il taglio non è neanche tanto profondo. Continuerà a bruciare per un paio di giorni e perderai ancora sangue, ma puoi stare tranquilla. Quello che ti raccomando è di cambiare la benda come minimo 3 volte al giorno, mattina, pomeriggio e sera e continuare a disinfettarla. Il dolore direi che è sopportabile, perciò puoi benissimo continuare fare quello che fai normalmente.. Non corri nessun pericolo" la rassicurò con l'ultima frase, sorridendo ad entrambi. "Adesso devo tornare in ospedale, ma presto verrò a vedere com'è la ferita e se sta guarendo come dovrebbe essere" diede un abbraccio a tutte e due, per poi andarsene, facendo un saluto con la mano.
Dopo che Brianna se ne andò, in bagno calò un silenzio religioso. Nessuno dei due sapeva che dire. Justin la continuava a fissare, mentre lei teneva la testa bassa. Summer, sentendosi osservata, alzò gli occhi e incontrò quegli di Bieber, belli come sempre.
"E' meglio se ti fai una doccia e ti cambi i vestiti sporchi di sangue" le disse dirigendosi alla porta "Attenta a non bagnarti la benda, se no mi tocca metterne una nuova" detto ciò, uscì e si diresse verso l'altro bagno presente in casa, per darsi una rinfrescata anche lui. Dopotutto era stata una giornata stancante per entrambi.
Quando Justin uscì dalla doccia, la casa era particolarmente silenziosa. Scese le scale e in soggiorno non trovò nessuno. In cucina, sopra il tavolo, c'era un biglietto:
 
"Jazzy e Jaxon stanno da me questa notte. Katherine da Juan. Avete la casa libera, non fatte porcate ;)
Ci vediamo domani mattina.
 
xx Steven."
 
"Il solito" disse. Attaccò il bigliettino sul frigo e salì in camera. Summer era appena uscita dal bagno sexy come sempre. Indossava un pigiama d'inverno di paperelle, nonostante fosse estate.
"Hai freddo?" le domandò l'uomo. lei in risposta annuì. "Vieni dai" continuò lui, facendole segno di seguirlo sul enorme letto matrimoniale.
Una volta sdraiata, lei fra le braccia di lui, vicini vicini, Justin accese la TV su nickelodeon dove stavano trasmettendo Spongebob, il loro cartone preferito.
Dopo averne visti due episodi la televisione venne spenta e l'unica luce che illuminava la stanza era quella della luna, che stava alta in cielo, al di là della ampia finestra.
"Grazie, Justin, di tutto" gli disse Summer dopo una decina di minuti che stettero in silenzio. "Non so come ce l'avrei fatta senza di te. Ti sei preso cura di me quando avevo bevuto troppo quella sera del barbecue a casa tua, dove ci siamo dati il primo bacio, ricordi? Poi sei venuto fino in Brasile per salvarmi. Non mi hai lasciata neanche quando ti ho detto che secondo me dovevamo prendere strade diverse. Mi hai difeso con Dylan, dopo che avevi scoperto che mi aveva tradita con mia madre e, anche ora, ti stai prendendo cura di me. Mi tieni stretta a te per riscaldarmi, perché sono l'unica cretina in questo mondo che può aver freddo d'estate.. Sei un ragazzo d'oro e non so che farei se non ci fossi tu... Ancora grazie" detto ciò, si allontanò leggermente da lui, gli baciò la guancia, per poi tornare a coccolarsi sul suo caldo petto perfetto.
Justin stette a riflettere sulle parole. Solo allora si rese conto di quanto aveva effettivamente fatto per quella donna, che gli aveva solo fatto del bene. Stando dietro a lei, non si era cacciato nei guai.. lei, in un certo senso, l'aveva salvato o meglio, lo stava salvando. Era diventata importante, non ne poteva farne a meno. L'aveva stregato come nessuno ci era mai riuscito, neanche Ashelly gli aveva fatto quel effetto. Summer non era come tutte le altre e lo aveva capito il primo giorno che la conobbe. Quel giorno era tornato a sorridere, a ridere, a scherzare, a essere felice. Era tornato il Justin che tutti conoscevano... Se c'era lei con lui, non gli serviva niente. Gli bastava lei per stare bene e essere felice. Ma doveva fare ancora qualcosa per farglielo capire. Preso dalla adrenalina, dall'eccitazione, decise di fare quello che desiderava da troppo tempo, senza dare tempo a sé stesso per rifletterci su.
"Summer?" la chiamò, sperando che non si fosse addormentata. 
"Mhmm..." mugugnò in risposta.
"Posso fare una cosa?" domandò, e lei si girò verso di lui.
"Cosa?" era incuriosita.
"Questo!" le prese la testa fra le mani e la baciò dolcemente, come aveva sempre pensato di fare. Pensava che lei si sarebbe tirata indietro, invece lo sorprese: rispose muovendo le labbra con le sue. Man mano che andavano avanti, più il tempo passava, più volevano. L'aria diventava calda... loro cominciavano ad scaldarsi. Quel semplice contatto non bastava a nessuno dei due.
La mano di Justin scese sul fianco della donna, facendola sdraiare sotto di lui. Si staccarono e i loro sguardi si incrociarono. Non si leggeva malizia da nessuna parte, ma solo amore. Era chiaro dove volevano arrivare. Summer tremava dalla voglia di sentirlo ancora, che, aggrappandosi al collo della maglia di Justin, lo trascinò giù e le loro labbra si incontrarono nuovamente. Le dita del biondino scesero sotto la maglia, salendo fino al senno. Lo strinse forte, che scappò un gemito di piacere da entrambi. Le loro lingue si incontravano, ballavano, giocavano insieme. Era tutto un cercarsi. 
Justin, staccandosi da lei, le tolse la maglia del pigiama, buttandola da qualche parte sul pavimento, dedicandosi al collo. Lei intanto tirava i suoi morbidi capelli e godeva quella meravigliosa sensazione di piacere. 
La voleva, cavolo se la voleva. Mentre le accarezzava il seno attraverso la stoffa del reggiseno, e continuava a succhiare la pelle del collo, il pomeriggio appena trascorso gli passò davanti, come se fosse stato un film.... e la paura che lui fosse solo un rimpiazzo a Dylan per Summer, si impossesò di lui. Questa si fece più grande quando le mani di lei scesero alla lampo dei pantaloni di lui. Non voleva solamente soddisfare il suo bisogno sessuale, non voleva essere soltanto il suo 'scopa-amico', non voleva che lei andasse a letto con lui solo per distrarsi da quello che le era capito, non voleva che facesse sesso solo per sfogarsi... Insomma, non voleva fosse solo sesso, ma voleva che quello che avrebbero fatto da lì a poco fosse 'l'amore'. Per questo si fermò subito di baciarla e le tolse le mani che erano a vicinanza ravvicinata con il suo amichetto. Prima voleva essere certo che domani mattina non si sarebbero ignorati o, peggio ancora, che lei scappasse.
"Sei sicura, Summer?" il tono di voce era dolce, ma si notava un filo di paura.
"" rispose sicura.
"Non lo devi per forza fare... Posso aspettare. Non voglio passare per quello che se ne approfitta di un momento di debolezza. Non voglio che questo sia solo una scopata, non voglio che domani mattina ti svegli, prendi le tue cose e te ne vai. Se è solo sesso quello che cerchi, sbagli persona".
"E' dalla prima volta che ti ho visto, che ti desidero come non mi era mai capitato... Mi hai cambiato la vita, mi hai scombussolata. Sei entrato in me e non c'è verso di farti uscire.. Tu sei quello che voglio e che ho sempre voluto, e... solo ora me ne rendo conto". Tutto quello che disse era sincero, veniva dal profondo del suo cuore e anche lui se ne accorse. Adesso aveva le certezze che stava cercano: dopo quella notte, lei non se ne sarebbe andata. 
Le loro labbra non persero tempo. Volevano essere un tutt'uno l'una con l'altra.
In men che non si dica i loro vestiti volarono via, finendo da qualche parte della stanza. Si ritrovarono nudi sotto il lenzuolo che li copriva, a  baciarsi, a leccare, a succhiare, a accarezzarsi e a cercarsi... soprattutto cercarsi. In quel momento c'erano solo loro due e nessun altro. Il mondo sterno era come sparito e loro, per quella notte, si trovassero un altro mondo fatto di piacere e senza problemi. Quando Justin entrò in lei, delicatamente per paura di farle male, si sentirono finalmente di appartenere l'una all'altra. Era come se si fossero cercati per tutto quel tempo e solo allora fossero riusciti a incontrarsi. Summer sapeva che quel amore era tormentato e rischioso, ma se ne fregò per una volta e si lasciò andare al piacere che stava sentendo. Avere lui dentro di sé, la fece sentire speciale. Nonostante provasse un leggero dolore, si sentiva in paradiso, sentiva di poter toccare il cielo con le punta delle dita. Lo stesso valeva per Justin, che si muove esperto sul corpo della donna, come se quella non fosse la prima volta in cui si trovavano in quella situazione a dir poco unica. Muovendosi dentro di lei, raggiunse l'apice del piacere, anticipato da lei. La baciò un ultima volta, sentendosi in paradiso, per poi uscire dall'interno della sua intimità, dove avrebbe voluto stare per il resto della sua vita, e si distese sul letto, tenendola stretta a sé. Entrambi avevano il fiatone ed erano sudati ma questo li rendevano ancora più sexy. Restarono in silenzio, perché non c'erano parole per descrivere quello che era appena successo. Il silenzio era molto più significato di frase fatte. 
Dopo una decina di minuti tutte e due si addormentarono, abbracciati.
 
*****
 
La sveglia sul comodino del letto segnava le tre di notte. La luna era ancora alta in cielo e continuava a illuminare la camera da letto. Quella dolce luce fu la causa del risveglio di Summer che, una volta aperto gli occhi a fatica, non si trovò Justin di fianco a lei. Si alzò velocemente con il busto, fregandosene di coprirsi con il lenzuolo, e si guardò in giro. Niente. L'unica traccia che dimostrava che lui non c'era, era la porta semi chiusa della stanza che, d'un tratto, venne aperta con una spinta di piedi, mostrando un Justin Bieber coperto solo dai un paio di boxer, portare a letto un vassoio strapieno di cibo. "Hei, sei sveglia" le dedicò uno dei suoi sorrisi più belli, dandole un bacio a stampo, che lei approfondì. Prima che Justin si sdraiasse sul letto, appoggiò il vassoio per terra e si buttò sulla donna, arrotolandosi sul letto e mettendola sopra di sé, ammirando il suo corpo perfetto, ancora nudo. Non riusciva a trovare un solo difetto. In quel momento si sentì l'uomo più fortunato al mondo. 
Un ultimo bacio casto e poi seduti uno di fianco all'altro  a 'cenare', visto che non lo avevano fatto e stavano entrambi morendo di fame. L'atmosfera attorno a loro era tranquilla, calda, accogliente e, le uniche cose che rompevano il silenzio dell'intera casa, erano le loro risate. 
Rilassati tutti e due, abbracciati stretti, milioni di domande cominciarono a fluire nella mente di Summer e, nonostante non volesse rompere quella serenità, doveva avere risposte. Non poteva aspettare oltre. 
"Justin?" lo chiamò lei.
"Uhmmm..." mugugnò il biondino che si stava godendo la rilassante pace.
"Perché mi vogliono morta, Justin?" domandò, ricevendo uno sguardo confuso da parte di Bieber "Intendo, perché tutte quelle persone vogliono uccidermi. Ci deve essere un motivo, no?" si spiegò meglio.
Il diretto interessato si irrigidì e capì che era arrivato il momento di raccontarle tutto. Prese un lungo respiro e cominciò: "Prima di tutto devi sapere qualcune cose su tuo padre e di Rodrigos".
"Rodrigos?".
"Sì... Rodrigos Cristenson è una delle persone più imponente che ci sia.. Lui non gestisce solo la droga nello Stato del Brasile, ma gestisce ogni grama che entra o esce dai 5 contenenti. Lui è sempre a conoscenza di tutto e su tutti. Non gli sfugge niente. Per questo, quando abbiamo saputo del tuo rapimento, ci siamo rivolti a lui".
"E che centra Lucas con tutto questo?".
"Tuo padre fa parte di questo giro da anni ormai. Io e Brian abbiamo cominciato con lui, ovviamente prima che capissimo cosa aveva in mente" spiegò, prendendo una pausa facendo credere a Summer che avrebbe continuato, ma invece sperava con tutto se stesso che le bastasse quel poco che le aveva raccontato fin lì, però aveva imparato a conoscerla bene, e sapeva che la sua fame di sapere le cose era molto più grande della sua adorazione per le caramelle.
Infatti "Cioè?" lo intimò lei, poco di venti secondi di silenzio dopo.
"Tuo padre voleva il potere. Il potere che è nelle mani di Rodrigos adesso... Prendendoci con lui non ha fatto che portare casini. Oltre al fatto che è stato lui che ci ha introdotto in questo giro senza fine. Spesso, la sua adorazione verso di me e non al suo figlio, ha fatto sorgere diversi conflitti tra me e Brian.. Io ero il più grande, perciò avevo più pratica con le armi e le altre cose, e a tuo fratello non è mai andato a genio. Anche allora Lucas preferiva chiunque che non fosse stato Long. Le cose fra noi due sono migliorate quando decidemmo di non seguire le orme di tuo padre. Lui voleva andare in giro per i vari Stati, dal Canada fino al Brasile, e conquistare o allearsi con più gang possibile. Facendo così però si rischiava la morte e, anche se adesso continuò ad avere la possibilità di beccarmi una pallottola al petto ogni volta che metto piede fuori casa, volevo rimanere vivo, come minimo fino a vedere i miei nipotini chiamarmi zio".
"Allora vuoi che tua sorella abbia dei figli" gli dissi per alleggerire l'atmosfera, che si stava facendo pesante.
Justin si irrigidì "Non dicevo di Jazmyn. Esiste anche Jaxon che può portare a casa dei bellissimi nipoti" era serio e questo la inquietava.
"Lo sai vero che non la potrai proteggere per sempre? Più le starai addosso più vorrà scappare da te. Ormai è adulta e vuole poter decidere da sola. Prima o poi se ne andrà di casa, si sposerà e si creerà una famiglia... una bellissima famiglia" provò a spiegarglielo. 
Il biondino sospirò sapendo di essere dalla parte del torto pensando che sua sorella sarebbe rimasta vergine per sempre -anche se già sapeva che era andata a letto con il suo migliore amico. "Lo so, ma..." tentò di spiegarsi, ma le parole gli morirono in gola.
"Ma hai paura che posa crescere e dimenticarsi di te" la donna finì la frase al posto suo. Lui, in risposta, annuì, riflettendo su cosa dire.
"Solo, non voglio che lei soffra. Le sono già successe così tante cose che non voglio vederla piangere per colpa di un stupido ragazzo. E' la mia piccolina e, fin da quando è nata, mi sono promesso di prendermi cura di lei e di Jaxon, non importa cosa debba fare e chi devo sorpassare. Loro sono le uniche persone che mi sono rimaste" le parole gli uscirono dalla bocca senza nemmeno che lui avesse effettivamente il tempo di pensare, però sapeva che erano la pura verità, avrebbe fatto qualunque cosa per far stare i suoi fratelli in salvo, eppure... eppure una domanda sorgeva spontanea nella mente di Summer: "Allora perché mi hai supplicato di star da te fino al... al matrimonio?" oltre ad uno sguardo confuso, ricevette anche uno di compassione. Anche se il dolore non era più così grande dopo che loro due avevano fatto.. cosa? Sesso? Amore? Erano tanti i dubbi di domanda, ma era sempre quello che tormentava Jones, da quando erano tornati dal Brasile: "Perché mi vuoi con te se sai che sto mettendo in pericolo non solo te e la tua famiglia, ma anche il resto dei ragazzi e le loro rispettive ragazze? Sai che mi stanno dando la caccia -anche se non ancora capito il motivo-, eppure io sono qui e abbiamo appena fatto..." lasciò la frase in sospeso non sapendo come completarla.
"L'amore. Ecco cosa abbiamo fatto. Non è stato sesso oppure una botta via... Noi due, su questo letto, sotto queste lenzuola, abbiamo fatto l'amore più bello che chiunque possa fare" finì la frase Bieber al posto suo, aggiungendo un po' del suo facendo prendere a quelle sue guance, un leggero colorito rosa, che la rendeva ancora più sexy... ma niente batteva la faccia che faceva quando veniva. Dio, appena l'aveva vista -poco prima- era letteralmente impazzito, che anche lui raggiunse l'apice del piacere, grazie a quella fantastica espressione. Non che lei non fosse brava a letto, ma quella fu la ciliegina sulla torta. Vide l'intera scena di quello che avevano condiviso passarli davanti e pensò anche di prendere dei popcorn per godersi di più la scena, però più la veda più cominciava ad eccitarsi e a desiderare di accarezzarle e baciarla da per tutto. Scosse la testa per concentrarsi. Girandosi verso Summer, notò che lo stava fissando in modo stranito.. non capiva se era per quello che le aveva detto oppure perché guardava il vuoto senza un presunto motivo. Si rese conto che doveva finire ancora di spiegarle la storia di suo padre. Decise così di prendere un lungo respiro e di calmarsi, perché ora arrivava la parte della storia che lui aveva scoperto poco prima che lei tornasse a casa, dopo quel disastroso pomeriggio. "Se tu fossi una criminale che non vede l'ora di spararci una pallottola al petto, probabilmente ti manderei via a calci in culo, ma tu non lo sei e ormai fai parte della famiglia. Tutti noi ti adoriamo e dobbiamo sapere che stai bene, e tutti siamo disposti a proteggerti e poi i ragazzi sono pazzi di te. Pensa che, per tenerti al sicuro, sono diventati dei detective" provò a buttarla lì, per introdurre il difficile argomento.
"Come?" domandò confusa Summer.
"Allora, devi sapere che tuo padre, portandoti in Brasile ha commesso un grandissimo errore. All'inizio credevamo che ti volesse far del male, ma in realtà voleva solo tenerti lontana da questo mondo fatto di morte, droga, soldi, spari, armi...".
"Ancora non capisco..." era ancora più disorientata.
"Lucas ti aveva messo alla calcagna degli uomini che ti sorvegliavano 24 ore su 24. Non voleva che tu avesse qualcosa a che fare come me o con Brian. Non poté impedire però che Jazmyn diventasse una tua paziente e che noi due ci conoscessimo. E dopo il nostro incontro la sicurezza è stata raddoppiata e, quando per sbaglio, tu venni a sapere di tuo fratello, tuo padre dovette pensare in fretta. L'unica idea che gli era venuta era quella di portarti in posto lontano, sicuro, lontana da tutti quelli che conoscevi. L'apposta in gioco era troppo alto. Decise così di far passere il tuo come un sequestro di persona. Abbiamo subito pensato che ti volesse far del male, ucciderti, allontanarti da Brian, da Dylan e da me, facendo credere che lo faceva perché voleva essere l'unico uomo della tua vita, che era geloso -anche se in parte è vero. Non ha mai sopportato che tu stessi per sposarti o che preferissi Long a lui-" spiegò.
"Ma mi ha fatto del male..." sussurrò più a se stessa che a Justin "e poi mi ha lasciato con quel bastardo di P... Peter" rabbrividì quando quel nome le uscì dalla bocca. Bieber la strinse a sé ancora più forte, provando a farle dimenticare l'accaduto, anche se sapeva benissimo che non era possibile. Certe cose non si dimenticano, ti segnano dentro come non mai.
"Shhh..." la consolò lei "Lui ti ha picchiata probabilmente perché era in una crisi di nervi e tu l'hai fatto incazzare. E' molto impulsivo e si arrabbia facilmente e, diciamo, tu sei una di quelle che sa provocare" buttò sul scherzare, per alleggerire la situazione. "E poi non sapeva quello che Peter ti avrebbe fatto. Si fidava di lui, per questo ti lasciò con lui quando, dovette andare da Gustavo a controllare se era vero che fosse... che fosse m.." non riuscì a finire la frase. Aveva paura che lei lo giudicasse e non avrebbe avuto nulla al contrario. Sapeva che quello che aveva fatto era sbagliato e che rischiava il carcere per anni e anni. Non l'avrebbe biasimata se, alla fine del racconto, avrebbe preso le sue cose e sarebbe uscita dalla porta d'ingresso per non tornare mai più da lui, nonostante quello che avevano appena condiviso. Ma doveva farsi coraggio. Non poteva tenerla all'oscuro di tutto. Lei ci era dentro quasi quanto lui. Chiuse gli occhi, fino a farli male per poi riaprirli e finire la frase: "...che fosse morto" stette fermo ad aspettare una reazione da parte della donna che aveva stretto a sé.
Lei lo guardò e capì tutto. Non ci voleva un genio per capire che lui nascondeva qualcosa e che era legato al fatto che quel certo Gustavo era morto. Bastava fare due più due. "L'hai ucciso tu, Justin?" domandò con filo di voce perché, anche se si odiava di doverlo ammettere, la cosa le faceva paura. Cosa avrebbe fatto se le avrebbe risposto di sì? Sarebbe scappata a gambe levate, nonostante avessero appena condiviso i propri corpi? Oppure gli sarebbe rimasta vicina? Avrebbe ascoltato tutta la storia? E se c'era qualcosa di ancora più brutto, di macabro? Si chiedeva e, i secondi che passavano mentre lui rimaneva in silenzio meditando quelle sarebbe stata stato la risposta più adatta -verità o bugia? Sì o no? -, sembravano perforarle il petto. 
"" sii sentì nella pre ombra di quella notte che si presumeva dover essere perfetta. Deduzione troppo affrettata. "Quando eravamo arrivati in Brasile, io e i ragazzi, siamo andati da Rodrigos a chiedergli  di aiutarci. Ci mandò da questo Gustavo che avrebbe dovuto darci le informazione che gli avevamo fatto. Come d'accordo infatti, ce li ha dati ma pensando che sarebbe riuscito a ucciderci. Subito dopo che mi ha consegnato la busta con tutte le informazione, arrivarono degli scagnozzi e io non potei evitare di ucciderlo. O io o lui" si giustificò, sperando che lei gli credesse e, soprattutto, non lo abbandonasse come aveva fatto tutti che avevano provato ad entrare in quel suo mondo incasinato. Summer, stette in silenzio, aspettando che finisse in fretta tutta quella storia per poter poi riflettere su cosa fare o non fare. Vedendo che il biondino non andava avanti, lo incitò a farlo "Poi? Cos'è successo?" voleva solamente che continuasse, nient'altro.
Justin l'accontentò poco dopo "Prima però che gli sparassi un colpo di pistola, gli ho chiesto chi lo mandava e lui, in tutta risposta, rispose Rodrigos" e fin qui niente che non si sapeva "I ragazzi, però, scoprirono che era solo una copertura. Voleva che noi credessimo che Rodrigos ci avesse tradito e presi per il culo, anche se, in un certo senso, è stato effettivamente così" e qui arrivava la novità "Lucas, portandoti in Brasile ha corso un grandissimo rischio. Tutti lo conoscono e sanno qual è il suo piano... Quello di cui ti ho parlato prima (quello di prendere il potere a Rodrigos).. Comunque, la voce si sparse velocemente che lui avesse una figlia e che ci teneva più di qualunque cosa al mondo. Qui parte il fatto che mezzo mondo ti vuole morta. Ci sono due motivi diversi: vedetta e potere. La seconda è perché sanno che uccidendoti, tuo padre, prima di reagire, si ritroverebbe momentaneamente distrutto sia psicologicamente sia fisicamente, che sarebbe una passeggiata metterlo K.O. e prendere tutto il potere che possiede lui adesso. E devo dire che è veramente tanto. Manca poco prima che butti Rodrigos dal suo piedi stallo" cerca di farsi capire.
"E vendetta perché?" Jones interrompe Bieber a metà del suo discorso.
"Ecco, un'altra cosa che devi sapere è che, poco più di due anni fa, tuo padre derubò una banca, a Los Angeles. Non ci sarebbe nulla di male, si fa per dire, se Rodrigos non tenesse lì 1 terzo della sua ricchezza. Adesso, lui vuole vendicarsi, per questo è alla tua ricerca come gli altri".
"Okay, questo spiega tante cose, ma non una: perché mio padre vi voleva morti?".
"Uhmm... anche qui è complicato come faccenda. Tuo padre voleva proteggerti, ma non l'avrebbe mai potuto fare se non avesse fatto un accordo con Rodrigos, dopo tutto si trovava in territorio nemico. Il patto stretto fra loro consisteva nel fatto che la famiglia Cristenson avrebbe offerto protezione a te e a tutte le persone che lavoravano con tuo padre, a patto che lui mi uccidesse. Per questo aveva mando Gustavo. Si fidava di lui e credeva vivamente che ci sarebbe riuscito. Ma non fu così. Io e i ragazzi rimanemmo vivi e Rodrigos non aveva più nessun ostacolo fra lui e te. Non che ti sarebbe andata bene se lui ti avesse preso sotto le sue ali. Probabilmente ti avrebbe nascosta insieme a tutte quelle ragazze che lui rapina per poi venderle.." rabbrividì pensando che Summer sarebbe potuta essere data in mano ad un verme qualsiasi. Che l'avrebbe usata solo per scoppi puramente sessuali.
"Adesso mi è tutto più chiaro" dichiarò dopo una 'lunga' riflessione, la donna. Adesso aveva capito tutto ed era grata di avere Justin. Senza di lui sarebbe già morta. Una domanda però le apparve nella mente, come un lampo in ciel sereno "E adesso? Che si fa?" chiese all'uomo di fianco a lei. Cosa sarebbe successo d'ora in poi? Non potevano di certo rimanere in quella casa per sempre. Li avrebbe trovati, poi l'avrebbero uccisa e, successivamente gli altri, per averla difesa.
"Domani pomeriggio partiamo. So che non sarà facile... dovremo spostarci spesso e scappare. Usare falsi nomi.. so che non vorrai lasciare tutti, il tuo lavoro, i tuoi am...".
"Ci sarete anche te, Jazmyn e Jaxon?" lo interruppe lei con un'altra domanda.
"".
"Bene, non ho bisogno d'altro" detto ciò, si girò verso di lui e lo baciò, prendendolo di sorpresa. Non le importava cosa aveva fatto in passato e se aveva ucciso qualcuno, le importava solo di lui. Quello che lui fecce, fu tutto per lei. La voleva salvare e non le interessava lasciare tutti e continuare a spostarsi da un posto all'altro, quello sarebbe stato semplicissimo, di più se ci fosse stato lui sempre al suo fianco. Non avrebbe sopportato se lui l'avesse abbandonata, lasciata ad affrontare tutto quel casino da sola. Quando si rese conto che Justin era tutto per lei, che non riusciva più a guardare il suo futuro senza che ci sia lui al suo fianco, capì che, se gli sarebbe mai successo qualcosa, sarebbe crollata. Era diventato la sua vita, il suo ossigeno, la sua anima e la cosa era reciproca.
"Ti amo, Justin" gli disse ancora incollata a lui, mentre le loro labbra si muovevano insieme, quasi come se stessero ballando la salsa. Justin, sorpreso si allontanò e la guardò dritto negli occhi. Voleva esserne sicuro di quello che aveva sentito e se non gli stesse mentendo. Quello che vide fu la pura e vera verità. "Ohh Summer, tu non sai quanto ti amo anch'io" disse, approfondendo il bacio.
Neanche il tempo di prendere un respiro, che l'unico indumento che li dividevano -i boxer bianchi di Bieber, che lasciva poco spazio all'immaginazione-, sparì, insieme agli altri vestiti che giacevano a terra da prima, a dimostrare quello che era già successo e che stava per riaccadere. 
"Secondo round eh piccola?" le sussurrò con voce rocca, bassa e sexy, che mise i brividi di piacere a Summer. Inarcava la schiena e lo stringeva di più a sé, graffiandogli la schiena, sentendo un calore provenire dalla sua intimità. Lo voleva, cavolo se lo voleva. Lui non era intento a darle quella soddisfazione, non ancora almeno. Le torturava il collo, succhiandolo e baciandolo, lasciando il 'suo marchio'. "Adesso sei mia piccola e di nessun altro" ancora quella voce sexy che la fece andare a fuoco. "Prendimi Justin, ti prego" lo supplicò ma lui scosse la testa. Scese a leccarle il capezzolo destro, eccitandola ancora di più, non che lui fosse indifferente a tutto quella pelle messa a nudo per lui.. solo e soltanto per lui. 
"Justin.." riprovò Jones ancora, quando era ormai al limite della sopportazione. I suoi baci, il suo succhiare, leccare la mandavano fuori di testa. E la cosa peggiorò quando lui era sceso dai suoi seni, dando bacini, arrivò alla pancia piatta della ragazza fino alla parte più intima di una donna. Lì, lei credette di esplodere. Era una sensazione che non aveva mai provato prima. Dylan non aveva mai osato fare quei giochetti con la lingua, che Bieber le stava facendo in quel momento. E quando infilò due dita dentro credette di essere venuta, di tanto che si sentiva bagnata. Lui la baciava mentre infilò il terzo e poi il quarto dito, facendo all'inizio un movimento circolare, per poi farli quasi uscire, per poi farli rientrare più a fondo e più veloce.
"Mi stai uccidendo, Justin".
"Dì che sei mia e farò tutto quello che vorrai" sussurrò a fior di labbra.
"Sono tua e solo tua. Ma adesso ti prego, entra in me e fammi seriamente sentirmi tua e tuo mio" si sentiva la disperazione nella voce.
"Indipendentemente da quello che faccio, io sono tuo. Mi hai legato a te con un filo indistruttibile per sempre, Summer" non le lasciò il tempo di rispondere che entrò in lei, prendendola all'improvviso. Amava quella sensazione di essere in lei. Lo faceva sentire in paradiso, al settimo cielo. Non gli importava del mondo esterno, era come se il mondo si fosse fermato solo per loro.. forse era solo un'illusione, ma non gli dispiaceva che fosse così. Dentro di lei erano una cosa sola. I loro corpi si completavano come se fossero dei puzzle. Non si riusciva più a distinguere chi era chi, del tanto che si tenevano stretti, quasi come se avessero paura di dividersi, di allontanarsi, come se qualcuno sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro e strapparli. Erano cosciente che tutto presto sarebbe cambiato, che niente sarebbe andato per il verso giusto e che loro erano ancora all'inizio di quella relazione che sarebbe potuta finire da un giorno all'altro, così come durare per sempre. Non avevano un piano per il futuro, solo fuggire, nascondersi e sopravvivere. Ma in momento, Justin decise di non darci troppo peso, ci sarebbe stato tempo a sufficienza per farlo. Voleva solo pensare che ora aveva la donna che amava sotto di sé e non ci credeva ancora. Credeva di trovarsi in un sogno, da cui non voleva più risvegliarsi.
Spingeva, usciva e rientrava, usciva e rientrava, godendo ogni volta. E la cosa era reciproca. Tutte e due si desideravano e l'attrazione fisica che c'era prima nell'aria era palpabile. Quando entrambi raggiunsero l'orgasmo, lui cadette su di lei, restandole dentro ancora per un po', assaporandosi e godendosi quella pace interiore che gli era scomparso da tanto tempo, ma con l'arrivo di quella magnifica donna era riuscito a ricredersi ed era riuscito ad amare di nuovo. Era riuscita a domare i suoi demoni e non era scappata quando scoprì che aveva ucciso qualcuno, come chiunque  avrebbe fatto al suo posto... Ma lei non era una 'qualunque', lei era la sua ancora di salvezza, il suo angelo mandato in terra per stargli al fianco e prendersi cura di lui perché, anche se era non si rendeva conto, lei gli aveva salvato da quel mostro che sarebbe potuto diventare.
 
Si dice che là fuori chi siano un'anima gemella per ogni di noi... per Justin era Summer e per Summer era Justin.
 
 
 
 
HEY, SONO QUA!!
 
 
TANTI AUGURI A ME, TANTI AUGURI A ME, TANTI AUGURI A ME!!!
 
Okay, no. Il compleanno è stato giovedì 28, ma volevo comunque festeggiare con tutti voi. Diciamo che anche quest'anno non è stato un granché. Sto ancora aspettando il mio regalo e spero di averlo presto, visto che sto per impazzire. *voglio il mio iphone :'(*
Lasciamo stare la mia triste vita e passiamo al capitolo. All'inizio doveva essere molto più lungo, così facevo un capitolo unico, ma poi ho visto la data del capitolo precedente e, vi giro, sono quasi caduta dalla sedia. Ero convinta di non aver fatto passare così tanto tempo, ma quando ho letto 24 luglio, ho pensato che mi stessero facendo uno scherzo... Insomma, sono in ritardo anche oggi e chiedo immensamente scusa.... 
Parlando di cose serie: questo è il penultimo capitolo, come presumo avete letto (ma va? -.-"), e mi dispiace sinceramente. La storia doveva essere più lunga e molto più movimentata, sarebbe dovuta arrivare la madre (che prometto ci sarà nell'epilogo), il padre e l'ex di Justin, ma con il fatto che ci metto una vita ad aggiornare e voi che che non la leggete, non trovo senso ad andare avanti. Volevo lasciarla così, non continuarla, ma poi mi sono detta che fosse stato meglio finirla, di non lasciarla in sospeso, in rispetto per quelle che la leggono da quando ho pubblicato il primo capitolo... La storia finisce con il prossimo, ma non aspettatevi che sia tranquillo, che ci sia un 'felice e contenti' alla fine della storia, perché vi dico di già che non andrà affatto così... Il finale sarà drastico e con un colpo di scena che lascerà in sospeso l'intera storia, che sarà poi ripreso nell'epilogo. Vi dico di già di non prendere conclusioni affrettate. Molto probabilmente quello che pensate che accadrà nel prossimo capitolo e nell'epilogo è esattamente l'opposto che di quello che leggerete. Ho già tutto in mente e mi sono messa all'opera. Spero di farcela per la settimana prossima... Speriamo bene...
Vabbé, è meglio se la finisco qui e non vi dico altro, prima che la boccaccia rovini il finale a sorpresa...
 
Ringrazio tutte quelle che hanno sempre seguito la storia, l'hanno messa fra le preferite, ricordate o seguite e a quelle che mi hanno lasciato, almeno una volta, una recensione e, ovviamente, a quelle che la leggono in silenzio. Un bacione e un abbraccio virtuale a tutte. Vi voglio bene.
 
P.S. e l'anno prossimo si prende la patente, bitch. ;) :* 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: nathalia97