Vivevo
in una casetta vicino ad un casale, dove spesso organizzavano
matrimoni, sulla riviera Romagnola. Stranamente quel giorno c'era
molto più movimento del solito nel Casale, feci spallucce ed entrai
in casa urlando che ero tornata, misi a posto lo zaino e andai a
tavola.
«Sai
che adesso ospitano delle persone qua nella Villa?»
disse
mia mamma sparecchiando.
«Ah,
ecco perchè tutto quel movimento! Ma sì, sarà il solito vecchietto
ricco che riesce a corrompere i proprietari..»
«Ragazzina,
non ti ho insegnato a non portare rispetto alle persone!»
sotto
questo aspetto mia mamma era una roccia, non sopportava il fatto che
io dicessi vecchio a una persona avanti con l'età, per lei dovevo
dire anziano...
«Sì,
mamma..»Alzai
gli occhi al cielo. Mio fratello ridacchiava sotto i baffi, lo
fulminai con lo sguardo.
«Comunque
dato che siamo una famiglia gentile e gli ospiti arriveranno domani
mattina, se proprio non vuoi conoscerli, tu andrai a comprare i
pasticcini»
disse
in un tono che non ammetteva repliche.
«Basta
che non me li fai vedere ok?»
proposi.
«D'accordo»annuì
lei.
La
mia camera si affacciava sulle scale d'entrata e quando volevo
scappare un po' dal mondo (o da quella casa) uscivo dalla finestra e
mi rifugiavo nel parcheggio del Casale, che consisteva in una distesa
di erba. Mentre ero lì seduta con la mia sigaretta in mano e un
quaderno per scrivere mi estraniavo dal mondo, era un'ottima
distrazione. Quella sera venni interrotta bruscamente dai miei
pensieri per colpa di un fracasso nella Villa. Non bastavano i vecchi
straricchi, no, devono essere pure rumorosi. Sbuffai e rientrai in
casa preparandomi psicologicamente al giorno dopo, anche se contro la
mia volontà sono una ragazza educata e alla fine incontrerò i nuovi
vicini con la mia famiglia.
La mattina dopo mia madre decise di
fare una torta così non dovetti andare in paese per i pasticcini. Mi
vestii con pantaloncini neri e una canottiera rosa, infilai le mie
infradito e con mia mamma e mio fratello andammo dai vicini.
Citofonammo.
«Who
is it?»
No, inglesi no!
«We
are your neighbors»
disse mia mamma.
«Oh...
Welcome»
Rispose la voce al di là del citofono.
Entrammo dal cancello e
rimasi sorpresa nel vedere 5 ragazzi ad accoglierci.
Li conoscevo,
erano la causa per cui ero vittima di bullismo. Gli One Direction.
Smisi di essere loro fan perchè la gente aveva iniziato a
picchiarmi. Non è che si puo smettere di essere fan,
semplicemente non potevo più ascoltarli.
«Hi
we are Louis, Zayn, Niall, Harry and Liam»
Disse Liam indicandoli.
«Scusate,
i-io d-d-devo andare un attimo a c-casa»
balbettai, avevo paura.
Corsi in casa, mi infilai in camera e
inizia a piangere. Era il sogno di una vita eppure non potevo, mi
avrebbero picchiata. Presi il mio pacchetto di Camel e andai nel
giardino a sfogarmi un po'. ;i ricordai dopo di aver dimenticato
l'accendino.
«Cavoli,
l'accendino!»
dissi tra me e me.
«Vuoi
accendere?»
Quella voce. Zayn.
«G-grazie»
«Sei
una fan?»
Mi
porse l'accendino.
GIULSWORLD'S CORNER
Allora, premetto che devo aver fatto una casino con le maiuscole dopo le virgolette per colpa di questo:
Ehm... Poi... Questa FF parte subito con l'incontro dei ragazzi, forse è troppo frettolosa (ma solo in questo momento) mi servivano subito in scena.
E' tratto da una storia vera
Nonostante tutto, sappiate che VI amo. Anche se la leggete e basta, anche se la seguite, anche se leggete il primo capitolo e vi fa schifo. Lo faccio perché amo scrivere e mi piace condividere.
XX
GIULSWORLD