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Autore: Juicygoose95    02/09/2014    2 recensioni
I Mugiwara trovano una botte in mezzo al mare al cui interno vi è una ragazza: chi sarà? che cosa le sarà successo? e come reagirà la ciurma venendo a conoscenza della verità?
E se nel frattempo in un altro universo succedesse un piccolo inconveniente...?
(Questa è una storia che avevo pubblicato precedentemente ma che poi ho cancellato. Il titolo è lo stesso ma la trama è diversa).
Buona lettura
P.s. A causa di impegni e problemi con la trama , vi avviso che i miei aggiornamenti saranno in ritardo, e mi scuso infinitamente.
Inoltre è IMPORTANTE che leggiate TUTTI i capitoli , senza saltarne nessuno perché ci sono dei dettagli fondamentali per lo svolgimento della storia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Non c'erano dubbi..era Katheline.
Era un miracolo che fossimo riusciti ad arrivare in tempo.
Lungo il corridoio, all'interno delle celle, avevamo visto numerose persone appese
come lei ma erano già morte.
Mi apprestai a raggiungerla ma il capitano mi bloccò; era arrabbiato. Molto arrabbiato.
Faceva paura.
Vidi Zoro spiccare un salto, seguito da Sanji e poi da Rufy che, lasciatami nelle mani
di Franky, si apprestava insieme agli altri a liberare mia sorella.
Zoro tagliò le catene e prese Katheline al volo, mentre Sanji e Rufy si occupavano
delle guardie rimaste.
A dar loro manforte si aggiunse presto anche il resto della ciurma: Nami, con il suo
Clima-tact ne faceva fuori a decine, e anche Robin e gli altri non le erano da meno.
Rufy e Sanji erano però i più arrabbiati e gliene stavano dando  talmente tante che la
stanza  tremava come se ci fosse il terremoto.
Quando non ci fu più nessuno in piedi uscimmo. A quanto pare Katheline era l'unica superstite rimasta.
La portammo alla Sunny e la sistemammo nel letto dell'infermeria , e Chopper si apprestò a visitarla.
Era ridotta  uno straccio.
 
                                                                        *
Erano passate diverse settimane da quando avevamo portato via Katheline da Nemesis.
Aveva ripreso conoscenza ma non parlava,limitandosi ad osservare il soffitto come
un vegetale.
Eravamo tutti preoccupati; non so cosa le avessero fatto ma di sicuro non era niente
di buono.
Rufy mi aveva chiesto se fossi riuscita a parlarle, ma Katheline si rifiutava di rivolgere la parola persino a me.
Chopper faceva il possibile per farla stare tranquilla ma non c'era verso; non faceva altro che tremare in continuazione come impazzita.
Anche io i primi tempi avevo avuto paura di parlare, ma poi piano piano mi ero calmata, e speravo che lo stesso valesse per lei.
R:"Ma perché non parla?"
A:"Credo sia per lo shock subito; a Nemesis ci era proibito parlare, persino tra di noi. Avranno scoperto che mi aveva fatta scappare..non lo so.
In ogni caso per ogni infrazione al regolamento le punizioni erano terribili..."
N: "E' meglio se la lasciamo calmare da sola. Anna starà con lei. Se continuiamo a forzarla peggioreremo soltanto le cose."
E così avevo iniziato a passare tutto il giorno in infermeria, senza mai allontanarmi.
Sanji superava se stesso per farla mangiare e finalmente io e Chopper eravamo riusciti a farle assaggiare la minestra.
Un grande passo avanti, visto e considerato che si rifiutava categoricamente di mangiare.
Aveva paura che nel cibo ci fosse del veleno, perciò impiegammo molto tempo a convincerla del contrario. Consumammo il pranzo davanti ai suoi occhi per farle capire che non aveva nulla da temere.
Qualche settimana più tardi finalmente iniziò ad essere un po' più serena e ne fummo tutti felici.
Il viaggio verso casa era ancora lungo e avevamo molto tempo a disposizione.
Una sera riuscii finalmente a convincere Katheline a scendere a cena con gli altri e anche Rufy mi diede una mano a persuaderla.
Con fatica la accompagnammo sottocoperta, cercando di non farla cadere.
Le gambe le cedevano in continuazione, e per quanto lei cercasse di stare in piedi erano più le volte che perdeva l'equilibrio che le volte in cui restava dritta.
La accolsero tutti con allegria, anche se Brook la spaventò a morte e per poco non rischiò di farle centrare il pavimento.
Finalmente eravamo di nuovo insieme.
 
 
  
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