Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    02/09/2014    2 recensioni
Questa FF inizia dopo l'assegnazione dell'eredità della Dea Scarlatta a Maya, il matrimonio di Masumi e Shiori è imminente e l'incontro a Izu non è stato come la ragazza si aspettava... Ma cosa accadrà se, per una volta, sarà lei ad aiutare lui?
- Ma… questo ristorante… ci sono sempre tante persone famose… loro potrebbero… - abbassò lo sguardo e non si accorse neppure del cameriere immobile a poca distanza.
- Maya, guardami - le intimò lui - Non devi pensare al resto del mondo, a ciò che gli altri pensano. Mangeremo e passeggeremo nel giardino, se vorrai, il resto lasciamolo fuori, per ora. Vuoi? -

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Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 3


- Abbandona, te ne prego, il tuo passato… diventa solo mio, della tua Akoya! - la sua supplica intensa lo scosse e fu costretto a fare un passo indietro. Io! Arretrare di fronte ad una ragazzina!

Maya sollevò una mano facendo un passo avanti e lui rimase pietrificato. Bramava il suo tocco ma ne era anche impaurito. Cosa significavano quelle parole? Perché gliele stava rivolgendo? I suoi occhi brillavano pieni d’amore, le labbra tremavano come se a stento trattenessero il desiderio di unirsi alle sue. Come sono arrivato a questa situazione?

La mano toccò la sua guancia e fuoco liquido si sparse in tutto il suo corpo. Lui la coprì con la sua e Maya gli sorrise compiaciuta. Le sue labbra… come quella notte, dopo l’aggressione, erano protese verso di lui, possibile che lo volesse davvero? Si fece ancora più vicina, probabilmente non immaginava neanche cosa gli provocava, era spontanea, come sempre, agiva per quello che il cuore le diceva, non calcolava mai le sue mosse, era imprevedibile. L’attirò a sé fissandola, avvicinando il volto, dandole il tempo di tirarsi indietro se avesse voluto, mentre il sangue gli scorreva furioso nelle vene e la voglia di baciarla gli levava la ragione. Ma lei continuò a sorridergli fiduciosa, in attesa del suo bacio.

Strinse le braccia e lei chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente. Non riesco più a trattenermi! Fece scorrere le mani sulla sua schiena possessivamente e catturò le labbra dolci come miele. Il cuore gli batteva in petto come se volesse uscire! Era morbida, profumata e rispondeva al suo bacio con altrettanta passione. Si meravigliò quando sentì la sua piccola mano scivolare lentamente verso l’inguine, quello proprio non se l’aspettava! Spalancò gli occhi interrompendo il bacio e si perse negli occhi azzurri dell’investigatrice americana che continuò a far scendere la mano fino a bloccarla d’improvviso.

- Tutti hanno degli ammiratori, Mr. Hayami - disse Sophia con il suo accento squisito. Fece riprendere il corso alla sua mano lieve e intrecciò l’altra ai suoi capelli. Era una situazione così assurda e quella donna sembrava saper esattamente dove toccare, era audace, passionale, e i suoi occhi… bellissimi occhi azzurri… erano pieni d’amore per lui. Questo è impossibile…

La strinse baciandola, incapace di resistere a quel fascino ammiccante e sensuale e stranamente familiare. Il corpo della donna si arrese immediatamente alla sua invasione e lui, accecato dal desiderio e dalla frustrazione, prese tutto ciò che voleva.


Si alzò di scatto, trovandosi seduto e madido di sudore nel letto. Gridò battendo i pugni e serrando gli occhi, la rabbia che gli lacerava l’anima.

Domani mi sposerò! Come posso fare questi sogni? Ma come sono ridotto?

Scese dal letto e si fece una doccia gelata lavando via ciò che restava del suo violento amplesso notturno, fisico e mentale. Sorrise mestamente appoggiando una mano alla parete fredda della doccia. Questa volta il sogno è stato diverso… è cambiato… perché quella donna? Cosa c’entra lei con me? Maya...

Controllò la sveglia sul comodino e decise di vestirsi e andare in ufficio, non sarebbe più riuscito a dormire comunque. Voleva scoprire se le credenziali dei due investigatori erano vere…


La truccatrice fece nuovamente la sua magia e le trasformò in due perfette occidentali. Quando uscirono c’era Hijiri ad aspettarle che spalancò gli occhi. Avevano parlato fino a un’ora prima e le due ragazze gli avevano fatto un resoconto completo del pomeriggio precedente. Sapeva che con Eisuke Hayami non avrebbero ottenuto nulla ma era un passo che dovevano tentare. Sospirò e aprì la portiera della macchina. Le avrebbe accompagnate a casa Takamiya. Quella prova sarebbe stata sicuramente più difficile dell’altra.

Aveva cercato di dare a entrambe il maggior numero di informazioni circa la famiglia Takamiya e l’imperatore e sia Rei che Maya avevano ascoltato attente e per un attimo aveva compreso cosa doveva significare per un regista dirigere delle attrici così talentuose. Avrebbe voluto essere nell’ufficio del signor Masumi e godersi la scena. Così abbigliate e con la maschera della recitazione erano irriconoscibili. Aveva sentito Rei fare alcune prove, la sua voce cambiava e sembrava davvero un uomo… Poi il portamento, i movimenti del corpo e del volto, si trasformava completamente. Maya era irriconoscibile, non aveva nulla della ragazza timida e dimessa che aveva sempre incontrato, sembrava un agente dell’FBI come quelli che si vedono nei telefilm americani. E soprattutto sembrava una donna con cinque o dieci anni di più.

- Ci siamo, siete sicure di voler tornare in taxi? - chiese voltandosi e appoggiandosi al sedile.

- Sì, non possiamo sapere quanto tempo ci tratterremo e non vogliamo che lei attenda qui, grazie signor Hijiri - gli sorrise imbarazzata Maya.

- Va bene, ma attendo un SMS da lei Rei, non fatemi stare in pensiero - aggiunse guardando l’orologio: erano le tre e mezzo.

Rei prese la valigetta nera e seguita da Maya raggiunse il portone esterno della villa.

Vennero accolte dal personale di servizio che le condusse in un’ampia e luminosa sala arredata in stile giapponese, con un grande tavolino basso e cuscini comodi. I mobili erano lussuosi, i quadri di valore, le suppellettili ricercate ed essenziali.

Questa è la casa di Shiori Takamiya… chissà se lei c’è? Devo restare concentrata o perderò la mia maschera…

Si accomodarono e qualche minuto dopo entrò l’imperatore Takamiya, vestito in abiti tradizionali. Maya lo aveva visto una volta sola, era un uomo austero, capelli grigi e baffi curati, occhi scuri e penetranti. Quell’uomo era amico del padre del signor Hayami. Non era certo un’esperta di contabilità ma i documenti del signor Hijiri parlavano chiaro: il gruppo Takatsu era sull’orlo della bancarotta. Una rabbia incomprensibile la pervase ma si costrinse alla calma. Ma che mi prende?

- Buongiorno, Mr. Takamiya - lo salutò Liam facendo un lieve cenno della testa. Per affrontare gli Hayami si erano messe d’accordo nell’essere il più americane possibile, niente convenzioni giapponesi, ma con quest’uomo la faccenda cambiava radicalmente.

- Lei parla giapponese, anche se non perfetto - gli fece notare l’anziano imprenditore.

- Ci deve scusare, la vostra lingua è difficile - ammise Liam con un sorriso accondiscendente - Lei è Sophia Williams e io sono Liam Brown, della ISA - e gli porse un bigliettino, ma lui rimase immobile e non lo prese, così Liam lo appoggiò sul tavolo.

- Quando la mia segretaria mi ha proposto questo incontro con voi ho rifiutato ma il mio avvocato mi ha convinto che sarebbe stato meglio incontrarvi, quindi ditemi cosa volete da me - li interrogò freddamente.

- Il nostro cliente ha particolarmente a cuore gli interessi della Daito Art Production essendone uno degli investitori principali - esordì Liam e immediatamente Takamiya aggrottò la fronte.

- Venite in casa mia a parlarmi di altri? - esplose picchiando un pugno.

Mamma mia quanto è irascibile… andiamo bene…

- La prego, Mr. Takamiya, lo lasci finire - la donna bionda, dai profondi occhi azzurri, venne in sostegno del suo compagno e lo fissò senza alcun timore negli occhi. Lui fece un cenno secco con la testa e Liam riprese la parola.

- Ha incaricato la nostra agenzia di fare luce sugli affari del gruppo Takatsu, a seguito del fidanzamento dell’erede degli Hayami con sua nipote... - l’anziano uomo picchiò entrambi i pugni sul tavolo facendole sobbalzare.

- Fuori immediatamente da casa mia! - gridò, il volto contratto dalla rabbia. I due investigatori lo fissarono in silenzio, poi Liam tentò l’ultimo approccio, quello più rischioso, come gli aveva detto il signor Hijiri. Tirò fuori dalla valigetta un plico di documenti e fotografie e li posò sul tavolo.

- Questi sono per lei. Il nostro cliente ci tiene a farle sapere che non esiterà a dare ogni cosa alla stampa questa sera stessa se lei non impedirà la fusione del gruppo Takatsu alla Daito Art Production - e si alzò seguito da Sophia che era rimasta in silenzio, facendo poi un lieve inchino. Takamiya non fece alcun movimento verso i documenti, sembrava completamente assorto e dimentico che loro fossero in quella stanza. Liam e Sophia si guardarono per un fugace momento, poi mossero un passo e lui picchiò di nuovo il pugno sul tavolo.

- Sedetevi! - urlò accalorandosi.

I due investigatori obbedirono in silenzio e attesero che l’uomo parlasse di nuovo.

- Non so chi sia il vostro cliente e non mi interessa, ma non mi piace ricevere delle minacce - sibilò con astio a stento represso - Domani mattina mia nipote Shiori sposerà Masumi Hayami e io lo renderò Presidente dell’intero gruppo. Le sue capacità e i loro capitali risolleveranno l’azienda! -

Non vuole solo i soldi della Daito!

- Perché li ha ingannati, Mr. Takamiya? - lo interrogò la donna sfrontata con quello strano accento.

- Non sono affari che la riguardano! - si ribellò lui trovando davvero anomala quella domanda così personale.

- Di sicuro non riguardano noi - fece notare Liam - Ma riguarderanno tutto il Giappone nel notiziario di questa sera… - puntualizzò con una nota di sarcasmo.

- I conti sono chiari, Mr. Takamiya... - insisté Sophia e Rei ebbe improvvisamente paura sotto la maschera di Liam - La vostra bancarotta è troppo avanzata, i conti malati, i dirigenti corrotti e lei ha permesso che tutto questo avvenisse. Non c’è uomo al mondo che possa risollevare una situazione del genere, neanche Masumi Hayami. Entrambe le aziende moriranno e centinaia di dipendenti perderanno il lavoro - indurì lo sguardo ignorando la faccia porpora dell’anziano imprenditore.

- Non avete alcun diritto di interferire nei miei affari! I vostri dati sono falsi e denuncerò la vostra agenzia, vi trascinerò in tribunale e non troverete più un lavoro per il resto della vostra vita! - urlò l’uomo abbandonando ogni contegno.

- Non lo farà. I suoi conti sono in rosso e i dati che le abbiamo portato sono veri e lei lo sa bene… - infierì Liam spietato con sguardo tagliente.

- Voi non avete idea di cosa io possa fare - sibilò minaccioso abbassando la voce fulminandoli con sguardo truce.

- Invece si sbaglia Mr. Takamiya, noi sappiamo esattamente ciò di cui è capace. Ci domandavamo se lo sapesse anche sua nipote… - aggiunse Sophia spostando verso di lui una fotografia che la ritraeva insieme a Masumi Hayami, lei lo guardava, rapita, lui invece aveva lo sguardo distante.

- Di cosa sta parlando, nonno? - la voce delicata e sottile fece voltare Takamiya e alzare lo sguardo ai due investigatori.

- Shiori… che ci fai qui? Torna in camera, non ti devi affaticare, domani ti aspetta un grande giorno - si alzò e la raggiunse con fare protettivo.

Maya sentì il cuore balzarle in gola. Concentrati!

- Nonno… - lo implorò lei - Cosa sta succedendo? Chi sono loro? Cosa dovrei sapere? - li indicò titubante. Entrò nella sala e si avvicinò al tavolo basso prendendo in mano la fotografia. Poi sollevò gli occhi sulla coppia con aria interrogativa.

- Non azzardatevi a parlare con lei! - ringhiò Takamiya alle sue spalle.

- Non trova giusto che sappia? - si intromise Liam e Sophia si voltò a guardarlo.

- Chi siete? - domandò Shiori e Maya notò che era notevolmente dimagrita e anche la sua bellezza non più radiosa come l’aveva vista qualche tempo prima.

- Investigatori privati - continuò Liam - Il nostro cliente preferirebbe che la fusione fra il gruppo Takatsu e la Daito Art Production non avvenisse - riassunse in modo non troppo drammatico fissando la donna.

- Perché? Io amo Masumi Hayami - rispose candidamente la donna con gli occhi che brillavano spostando lo sguardo dall’uomo alla donna.

Lo ama davvero! Ma cosa sto facendo? Lo ama… e probabilmente lui ama lei! Ecco perché mi ha detto tutte quelle cose a Izu! Il signor Hijiri deve aver frainteso! Masumi Hayami non può amare una come me! E’ impossibile! Come posso essere stata così stupida?

- Miss Takamiya… - iniziò Liam ma il nonno lo fermò bruscamente.

- La avviso, se proseguirà io… - ma si interruppe spalancando gli occhi verso Sophia.

Rei vide anche Shiori spostare meravigliata lo sguardo verso Maya e quando li seguì vide una lacrima scendere lenta sulla guancia di Maya dai suoi perfetti occhi occidentali.

Perde la maschera e non posso certo fare come in “Sorriso di pietra”! Maya!

- Perché piange? - le domandò Shiori assottigliando lo sguardo con aria interrogativa.

Maya sentì tutto il sangue defluire. Ho lasciato cadere la maschera! E ora cosa faccio?

- Scusatemi, è sicuramente qualcosa nell’aria che irrita i miei occhi - ebbe la prontezza di rispondere sorridendo e passandosi una mano sulla guancia per cancellare la lacrima. Ma Rei si rese conto che sia Shiori che Takamiya la fissavano ancora. Tossicchiò per attirare l’attenzione e entrambi si voltarono.

- Mr. Takamiya, lei è libero di agire come preferisce e non voglio continuare il discorso davanti a sua nipote. Le abbiamo già detto tutto ciò che il nostro cliente voleva farle sapere - scrisse un numero di telefono sul bigliettino che aveva lasciato sul tavolo insieme ai documenti - Chiami questo numero entro stasera o ogni cosa andrà alla stampa - Liam si alzò seguito da Sophia e fecero un lieve inchino.

- Siete due pazzi e lo è anche il vostro misterioso cliente se pensate che io mi faccia intimorire così! - urlò Takamiya facendo sobbalzare anche la nipote.

- I nostri affari non vi riguardano! - aggiunse dopo che nessuno dei due investigatori replicò.

- Perché il vostro cliente non vuole la fusione? Perché non dovrei sposare Masumi Hayami? - Shiori si fece avanti spinta da un’angoscia lacerante, sprazzi di ricordi che iniziavano a far breccia nella sua memoria.

I due investigatori spostarono lo sguardo da lei a Takamiya che li intimava, con la sola posizione e lo sguardo feroce, a tacere.

- Siamo spiacenti, Miss, sono argomenti che abbiamo già discusso con suo nonno, noi siamo solo degli emissari - spiegò Liam con sguardo sincero sperando di convincerla a non insistere.

- Perché volete impedire questo matrimonio? Chi è il vostro cliente? - Shiori fece un passo avanti, gli occhi mandavano lampi, completamente diversa da pochi attimi prima.

- Shiori! Questi non sono discorsi che ti devono preoccupare! Domani sposerai Masumi Hayami! - si impose lui prendendola per le spalle. La sentì irrigidirsi e Maya e Rei videro cambiare drasticamente il suo volto. Era immobile, gli occhi sbarrati, lo sguardo fisso nel nulla.

Astoria… il porto… ti parlerò un altro giorno Shiori, ora devo accompagnare Maya a casa…  Non posso sposarti… dolore… rabbia… sangue… sangue… sangue rosso… rose rosse… NO! ROSE SCARLATTE! Maya Kitajima… Masumi e Maya sull’Astoria… Masumi Hayami non mi vuole, vuole quella ragazzina scialba… E’ lui il suo donatore misterioso!... E’ lui… Masumi Hayami!

Shiori si portò le mani al viso e scoppiò a piangere, il fiume di ricordi invase la sua mente. Takamiya l’attirò verso di sé e fissò i due in cagnesco.

- Fuori da casa mia! - ordinò, e un domestico entrò discretamente nella sala scortandoli fuori in silenzio.

- Nonno! - Shiori lo abbracciò, tutti i ricordi erano dolorosamente riaffiorati. Non aveva sentito solo l’ultima frase della conversazione ma molto di più! Se quei due investigatori avessero dato alla stampa quei dati, il loro matrimonio sarebbe saltato e Maya Kitajima avrebbe avuto Masumi tutto per sé!

- Shiori calmati, sono andati via… - le accarezzò i capelli affranto.

- Non puoi lasciarli andare nonno! Faranno saltare il mio matrimonio e io amo Masumi così tanto! - gridò disperata afferrando il suo kimono. Quell’attricetta non l’avrà mai! MAI!

- Shiori… - Takamiya la guardò, gli occhi arrossati dal pianto disperato, la voce incrinata e tesa, le mani delicate che artigliavano il tessuto. In realtà la nipote gli aveva letto nel pensiero. Non era neanche sua intenzione lasciarli andare. Il matrimonio si sarebbe tenuto l’indomani mattina. Bastava trattenerli qualche ora…


Rei uscì da casa Takamiya e mandò immediatamente un SMS al signor Hijiri: può passare al prossimo atto. Maya non riuscì a chiamare il taxi. Ogni cosa si fece nera e sentì solo le grida di Rei.


Domani a quest’ora sarò sposato…

Masumi fissò il bicchiere vuoto davanti a sé. I due agenti facevano realmente parte dello staff dell’ISA, era tutto vero. I documenti avevano rivelato una situazione di grave deficit. Aveva visto conti in rosso, fornitori che dovevano essere pagati, riciclaggio, corruzione, prelievi fraudolenti, spese ingiustificate. Aveva fatto chiamare da Mizuki due dei loro analisti appena era arrivata in ufficio e avevano trascorso sette ore a trovare un modo per stabilizzare la situazione del gruppo Takatsu. Se Shiori aveva pensato di andare in luna di miele si sbagliava. Suo nonno scaricava sulle sue spalle un fardello molto più impegnativo di un matrimonio. Non era certo un impegno che avrebbe potuto affrontare fra due mesi, ma il giorno seguente il matrimonio, immediatamente. Aveva provato a parlarne anche con suo padre che riteneva la faccenda solo una macchinazione di qualche rivale per impedirgli di fare la fusione.

Si slacciò la cravatta e chiese al barman di riempire di nuovo il bicchiere. Il bar al settimo piano del palazzo Daito era deserto a quell’ora di pomeriggio. Chissà cosa sta facendo Maya adesso… Starà provando con la signora e gli altri della compagnia? Starà pronunciando frasi d’amore al suo Isshin? Come quell’alba fece con me… Le anime gemelle non esistono… e se lo fossimo davvero, è un destino crudele quello che ci ha unito se non può farci stare insieme!

Picchiò il bicchiere sul bancone e si sentì osservato. Mizuki.

- Signor Masumi, hanno portato questa per lei. Mi hanno chiesto di consegnargliela di persona. E’ urgente - la voce della segretaria gli giunse stranamente apprensiva costringendolo a voltarsi con la fronte corrugata. Da quando Mizuki si faceva prendere dalle emozioni?

Mizuki fissò il suo capo senza far trasparire in alcun modo la meraviglia nel vederlo con un aspetto così trasandato. L’uomo con gli occhi grigi l’aveva chiamata al centralino e le aveva chiesto di salire fino alla terrazza panoramica della Daito. Lei aveva esitato poi era andata.

Masumi spostò lo sguardo dalla segretaria a ciò che teneva in mano e non riuscì a reprimere un moto di stupore genuino.

- Chi gliel’ha consegnata? - domandò senza staccare lo sguardo.

- Un ragazzino - gli rispose lei porgendogliela.

Masumi prese la busta accompagnata da una rosa bianca. Una strana sensazione lo avvolse. Appoggiò la rosa sul bancone e sentì Mizuki allontanarsi.

Cosa dovrei pensare adesso? Qualcuno si sta prendendo gioco di me… qualcuno che sa ogni cosa… la rosa non può essere casuale...

Aprì la busta ed estrasse la lettera. Un delicato profumo femminile lo raggiunse, aveva qualcosa di familiare ma non riuscì a ricollegare dove lo avesse già sentito.


“Gentile signor Hayami,

Le chiedo di avere fiducia in me e di leggere le poche righe che seguiranno promettendomi fin da ora che non cercherà in alcun modo di scoprire la mia identità. Conosco le sue abilità ma il mio interesse nei suoi confronti è relativo al recente impegno preso con il gruppo Takatsu.

Speravo che i due investigatori da me inviati potessero far breccia nei vostri cuori e vi convincessero della bontà della mia indagine volta esclusivamente a salvare la sua azienda e tutti i vostri lavoratori.

Scrivo a Lei e non a suo padre perché sono convinta che nasconda un animo generoso dietro la sua maschera da gelido imprenditore. Il gruppo Takatsu è fortemente compromesso, nessuno è in grado di risollevare le sue sorti, nonostante l’Imperatore Takamiya la pensi diversamente. Quindi la esorto a riflettere attentamente sulla strada che Lei e suo padre state per intraprendere, sarebbe per me un dolore troppo grande sapervi in difficoltà tali da non potervi aiutare in alcun modo. Ciò che potevo fare è stato indagare ma agire troppo tardi e di questo mi rammarico immensamente. Se solo avessi preso prima la decisione di avvisarvi forse le cose sarebbero state diverse e Lei non sarebbe stato costretto ad un matrimonio che non desidera e ad un contratto disastroso.

Ho mandato i miei investigatori anche dal signor Takamiya ma purtroppo non ha voluto essere ricondotto alla ragione ed è questo il motivo della mia lettera. Non sono riuscita a convincere suo padre né il nonno della sua futura moglie e la avviso che questa sera la documentazione che ha già avuto modo di visionare verrà trasmessa alle testate giornalistiche più importanti. Sono davvero desolata da tutto ciò che questo scatenerà e non riesco a trasmetterLe quanto questa decisione abbia visto divisa la mia anima ma non ho altri mezzi per fermarvi. L’azienda che Lei ha sviluppato con tanta fatica scomparirebbe sotto le macerie del gruppo Takatsu e decine di persone perderebbero il lavoro, compresi gli attori della compagnia Ondine, e io non posso permetterlo.

Le lascio in queste poche righe tutta la mia ammirazione per il lavoro che ha fatto in questi anni alla Daito, gli spettacoli accuratamente prodotti, la sua dedizione al lavoro e il modo in cui si è prodigato per una certa persona. Non ha alcuna necessità di preoccuparsi del fatto che io sia a conoscenza di questo, perché esattamente come lei ha a cuore quella giovane attrice, io ho a cuore Lei.


Un’ammiratrice.”


Masumi sbatté le palpebre più volte, incapace di accettare pienamente il significato di quella lettera e della rosa bianca. Chi è questa donna? Come può sapere tutto di me e della Daito? Ha condotto indagini anche su di noi? E perché è uscita allo scoperto solo ora?

La rilesse nuovamente ma non riuscì a cogliere niente altro. La calligrafia era piccola, ordinata ed elegante e c’era sempre quel dolce profumo di sottofondo.

Apprezzo il gesto… non mi importa cosa accadrà quando i giornali riveleranno le condizioni del gruppo Takatsu… forse mio padre finalmente si lascerà convincere a non firmare quel maledetto accordo né ad obbligarmi a sposare Shiori ma, cara ammiratrice, lei non può sapere chi sia realmente mio padre né di cosa sia capace…

Sorrise malinconico, chiuse la lettera, la rinfilò nella busta, tirò fuori l’accendino dalla tasca e ne incendiò un angolo. La tenne, guardandola bruciare lentamente, poi vide comparire un grande posacenere sotto e la cenere ci cadde dentro svolazzando lieve.

Prese la rosa fra le dita, ringraziò il barman che annuì in silenzio e tornò in ufficio.

Chissà cosa fanno gli uomini normalmente la sera prima del matrimonio…

Prese il cellulare e scelse il solito numero.

- Hijiri, sono io, ci vediamo alle dieci al solito posto -


   
 
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