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Autore: Xevias    23/09/2008    18 recensioni
Draco compie 20 anni, eppure per lui si tratta di un giorno come gli altri. Ci penserà una persona alla quale lui pensa spesso, e a cui non ha mai confessato i suoi veri sentimenti, a rendere questo giorno speciale.
L'uomo sorrise, alzando lo sguardo verso la casa di Hermione, dalla cui finestra proveniva una luce, segno di una lampada accesa: in fondo non era poi così importante scoprire subito come la Granger sapesse del suo compleanno.
L'importante era che gli avesse appena fatto il più bel regalo della sua vita.
Scritta in occasione del mio compleanno! ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mio

My birthday's day!! In un giorno come questo come non postare una piccola shottina a tema? Per i miei 20 anni era d'obbligo!! Quindi pretendo i commenti, insieme agli auguri ovviamente!! ^^ Scheeeerzo.. però se me li fate è meglio!! ^^ Senza perdere altro tempo vi lascio alla shot.. non c'è bisogno che vi dica la coppia, vero? ^^

 

 

Draco Malfoy si svegliò quella mattina con una strana sensazione sulla pelle: forse perchè la notte precedente aveva dormito male, forse perchè era particolarmente stressato in quel periodo.. o forse perchè, nonostante avesse vietato a tutti di parlarne, quello non era un giorno come gli altri. No, quello era un giorno speciale: il giorno del suo compleanno.

Vent'anni. Odiava i compleanni, segnavano il tempo che scorreva inesorabile: ma non poteva evitarli, per quanto fingesse che fossero giorni come gli altri.

Hogwarts iniziava a diventare un ricordo un po' sbiadito, nonostante l'avesse lasciata da soli 3 anni: eppure, alcuni dettagli che fino a poco tempo prima erano stampati chiaramente nella sua testa, ora iniziavano ad essere un po' offuscati, come se il tempo li stesse lentamente sbiadendo.

Solo un particolare sembrava essere rimasto immutato dal tempo: il volto di lei.

Non l'aveva più vista dalla fine della scuola, anche se immaginava che lavorasse come apprendista Auror al Ministero: d'altronde il Trio dei Miracoli, così era solito chiamarli lui, non si era mai diviso a scuola; perchè avrebbe dovuto farlo dopo?

Con un sospiro, l'uomo si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, immerso nei ricordi dell'ultimo anno; dopo la sconfitta di Voldemort, Malfoy si era reso conto di un sacco di cose: della sua idiozia, tanto per dirne una. Aveva sempre seguito le orme di suo padre, confidando che ciò che lui diceva e faceva era la cosa giusta da fare; era stato arrogante, presuntuoso, viziato, infantile. Durante l'ultima battaglia, però, trovandosi di fronte al coraggio di Potter, Weasley e.. insomma, aveva capito quanto si fosse comportato da stupido per tutto quel tempo. Potter aveva fatto bene a rifiutare la sua mano, durante il primo anno: aveva scelto il mago migliore, tra lui e Weasley.

La consapevolezza di quella verità, del suo modo di essere così simile a quello del padre e, allo stesso tempo, così sbagliato, il crollo di quelle che erano sempre state le sue certezze l'avevano portato a staccarsi dal mondo della magia, e a vivere tra i babbani.

Quella mattina, solo nella sua casa, Draco fece una cosa che da tempo evitava: la pensò intenzionalmente, lasciando che il suo viso, la sua voce, la sua figura gli riempissero la mente; aveva capito troppo tardi cosa davvero provava, troppo stupido e spaventato per accettare prima i suoi sentimenti per una persona così diversa da lui. Ormai era di parecchio fuori tempo massimo, e l'aveva accettato.

Dopo una breve colazione, l'uomo uscì da casa sua: da quando si era trasferito nella parte babbana di Londra, aveva deciso di cavarsela da solo, e si era trovato un lavoro; niente di che, ma aveva scoperto di avere un innato talento naturale per la scrittura. Era così diventato un discreto giornalista, e vedere le reazioni dei babbani ad ogni minimo evento lo emozionava sempre: erano così ingenui! Spesso, e un po' a tradimento a dire il vero, lanciava piccoli incantesimi per creare delle storie da raccontare, ma sempre episodi superficiali, mai niente di serio.

In un modo o nell'altro, insomma, la sua vita procedeva.

Passeggiando per Londra, avvolgendosi nel pesante cappotto nero per proteggersi dal freddo, Malfoy ripensò alla sua vita fino a quel momento: se 5 anni prima gli avessero detto che sarebbe andato a vivere tra i babbani, svolgendo un lavoro totalmente al di fuori della magia, si sarebbe messo a ridere e avrebbe preso i suoi interlocutori per pazzi; e invece..

- Malfoy? -

Una voce lo fece voltare, mentre il suo cuore sussultava incredulo: di fronte a lui, con le guance rosse per il freddo e un'espressione di stupore sul viso, Hermione Granger lo stava fissando; era cambiata in quei 3 anni, era diventata una donna.. ed era ovviamente più bella che mai.

- Granger, ciao. - la salutò lui, cercando di dissimulare la sua sorpresa: quante notti aveva sognato d'incontrarla, di parlarle.. perchè, perchè proprio nel giorno del suo compleanno? Che strano scherzo del destino era mai quello?

- Che ci fai qui? - gli chiese lei, affondando le tasche nel giubbotto bianco e rabbrividendo.

- Mi sto congelando, come te direi. - rispose lui sarcastico, accennando al freddo che aveva preso entrambi.

Lei arricciò il naso, poi indicò con un cenno della testa un bar dall'altra parte della strada: - Che ne dici, andiamo a scongelarci? - gli propose, e lui acconsentì.

Una volta entrati e seduti in uno dei tanti tavoli liberi, Hermione lo fissò incuriosita: - Allora, come mai da queste parti? - gli chiese, sfilandosi il giubbotto, la sciarpa e il cappello - Credevo fossi da qualche parte al Ministero. -

Draco si soffermò un secondo su di lei, osservando il maglione bianco a collo alto che le stava a pennello e il modo in cui i capelli le circondavano il viso e le coprivano le spalle in morbidi boccoli, poi si accigliò: - Perchè avrei dovuto essere al Ministero? - le chiese in risposta.

Hermione alzò le spalle: - Scusa, credevo lavorassi lì. - disse lei.

Lui scosse la testa, dopodichè aggiunse: - E comunque, se lavorassi al Ministero, ci saremmo dovuti incrociare qualche volta, no? -

Questa volta fu lei ad accigliarsi, e lo fissò in attesa di una spiegazione; Draco bevve un sorso del cappuccino che aveva davanti, prima di parlare: - Lavorando al Ministero con Potter e Weasley, se io fossi stato lì, sarebbe stato quasi inevitabile incrociarsi, prima o poi; per questo avresti dovuto dedurre che non lavoro per il Ministero. -

La donna fece un sorrisetto: - Anche se tu ci fossi stato, Malfoy, sarebbe stato difficile incrociarci, perchè nemmeno io lavoro lì. - gli disse.

Draco sgranò appena gli occhi: - Ma come, non sei un'apprendista Auror come i tuoi amichetti del cuore? - le chiese, stupito.

Hermione scosse la testa: - No, non lavoro in campo magico. Sono un'insegnante di scuola elementare. - rispose, mentre Malfoy assimilava l'informazione - E tu invece, di cosa ti occupi? - gli chiese poi.

- Sono un giornalista per un quotidiano babbano a tiratura nazionale. - le rispose, anticipando la domanda di lei - E' possibile che tu abbia letto qualcosa di mio, sì, ma non avresti mai potuto sapere che sono stato io a scriverlo, perchè mi firmo con uno pseudonimo. -

La donna sorrise, stupita di quella rivelazione: - Caspita, e chi l'avrebbe mai detto? Draco Malfoy nel mondo babbano, com'è possibile? Tu odiavi i babbani. - commentò ironica.

- Sono cambiate tante cose da quando andavamo a scuola, Granger, e sono cambiato anch'io. - rispose lui gelido, e tra di loro calò un silenzio imbarazzato.

- Scusami, hai ragione. - disse lei dopo svariati minuti - Posso farmi perdonare? - gli chiese, e Draco, stupito da quella strana proposta, annuì senza pensarci.

- Perfetto, andiamo! - esclamò lei, balzando in piedi e costringendo un Malfoy confuso e sospettoso a seguirla.

                                                                 °§§°§§°§§°§§°§§°§§°§§°

- Bambini, questo è il signor Draco Malfoy, è un giornalista! Salutatelo, da bravi! - esclamò Hermione, presentando l'uomo ad una classe di 30 bambini di 8 anni.

- Buongiorno signor Malfoy. - lo salutò la classe in coro, studiandolo con attenzione.

- Allora, chi avesse domande per il nostro ospite deve alzare la mano; quando io gli avrò dato la parola si alzerà in piedi e porrà la sua domanda al signor Malfoy, d'accordo? - spiegò la donna ai suoi alunni, che annuirono.

Subito diverse mani scattarono in aria, mentre Draco, dopo aver lanciato un'occhiata inceneritrice ad Hermione, prendeva posto su una sedia accanto alla cattedra messa lì apposta per lui.

- Samantha, parla tu per prima. - disse la donna.

- Ciao signor Malfoy, è difficile fare il tuo lavoro? - gli chiese una bambina con due trecce bionde e l'aria sbarazzina.

Lui fu tentato di alzarsi e andarsene, ma qualcosa dentro di sè lo indusse a rimanere e a rispondere alla domanda, per quanto quella situazione fosse completamente assurda.

- Ecco, io.. suppongo di sì.. insomma, devi riuscire a trovare una notizia che possa piacere al pubblico, e raccontarla in modo tale da interessare chi la legge. A volte perciò mi riesce difficile raccontare i fatti come vorrei, però provo una bella sensazione quando ci riesco. - rispose, mentre Hermione sorrideva leggermente e passava la parola ad un bambino con gli occhiali rossi, di nome Thomas.

- Fare il giornalista è sempre stato il tuo sogno? - fu la sua domanda, e Malfoy scosse la testa in risposta.

- No, a dire il vero non ci avevo mai pensato prima.. diciamo che le mie prospettive per il futuro erano sempre state un po' diverse, ma ciò non significa che non ami il mio lavoro, anzi. Penso sia importante fare ciò che ci piace, ci rende più piacevole e meno faticoso sforzarci per riuscire bene nel proprio mestiere. -

Le domande si susseguirono veloci, elementari come può esserlo la mente di un bambino di 8 anni: Malfoy, nonostante la freddezza iniziale, cominciò a rilassarsi; con sua grande sorpresa, stare in quella classe circondato da bambini curiosi non gli pesava e, lentamente, iniziava a sentirsi sempre più a suo agio.

- Julia, ora tu. - disse Hermione, e la bambina dai capelli rossi sorrise sfacciata, prima di chiedere a Draco: - Tu ce l'hai la ragazza? -

L'uomo non riuscì a trattenere una risata di fronte alla domanda della piccola, e scosse la testa: - No, non ho una ragazza. - rispose col sorriso sulle labbra.

Una bambina di nome Elizabeth, aggrottando la fronte, disse: - A me non sembri brutto, somigli al mio papà.. perchè non piaci alle ragazze? -

Lui sbuffò divertito: - Non è che non piaccio alle ragazze.. è che non ho ancora trovato quella giusta per me. - rispose, lanciando un'occhiatina veloce a Hermione.

- E la tua ragazza ideale come deve essere? - gli chiese un bambino di nome Marcus.

Draco riflettè qualche istante prima di rispondere: poteva inventarsi una risposta, oppure.. oppure dire la verità, quella che da 3 anni viveva nel suo cuore e che lui, ormai, aveva imparato ad accettare.

- Beh.. direi che.. se fosse come la vostra maestra.. sarebbe perfetta. - rispose, questa volta fissando Hermione direttamente.

La donna arrossì, abbassando lo sguardo: - Bambini.. potete giocare adesso.. - mormorò, con le guance rosse e bollenti.

I bambini si alzarono dai loro banchi, ridendo gioiosi, e Draco osservarvandoli notò una bambina, dai capelli castani crespi, che invece di andare a giocare con gli altri aprì un libro e iniziò a leggere, tranquilla.

L'uomo si avvicinò a lei sotto lo sguardo curioso di Hermione: - Ciao, come ti chiami? - le chiese, gentile come mai era stato prima.

- Jane. - rispose lei, alzando gli occhi dalla sua lettura.

- E perchè non giochi con gli altri bambini? - le chiese ancora.

La bambina abbassò lo sguardo: - Loro non vogliono che giochi con loro, dicono che sono troppo timida. - disse, prima di rialzare lo sguardo, fiera - Ma a me non importa, sono loro a perderci! Io sto bene anche qui, con un libro, perchè da grande voglio diventare proprio come la maestra! Lei è la persona migliore che conosca, sa ogni cosa e piace sempre a tutti! - aggiunse, e Draco rimase paralizzato dalle sue parole.

Anche la Granger non era mai stata un tipo da compagnia, e a parte Potter e Weasley aveva sempre preferito la compagnia dei suoi libri a quella di chiunque altro.. e lui l'aveva sempre presa in giro per quello. Che razza d'idiota.

L'uomo si allontanò dalla bambina, dopo averla salutata con un sorriso, e si avvicinò ad Hermione: - Quella bambina ti ammira molto, sai? - le disse, indicando Jane con un cenno della testa.

Lei annuì: - Lo so, per certi versi mi ricorda moltissimo me da piccola. E' molto dolce e timida, e non riesce a fare amicizia molto facilmente.. il che la rende, sfortunatamente per lei, bersaglio degli altri bambini. -

- Tu però hai superato quella fase, no? - disse lui, e lei gli rivolse un'occhiata penetrante.

- Ciò non l'ha reso meno difficile. - replicò, dura.

Malfoy distolse lo sguardo da lei, ed Hermione abbassò il suo: - Perchèè.. perchè prima hai detto quella cosa? Era per fare colpo sui bambini? - mormorò, senza alzare gli occhi.

- No. L'ho detta perchè.. perchè la penso davvero. E' da un po' di tempo che la penso. - le confessò, mentre lei sgranava gli occhi e avvampava nuovamente.

- Granger.. verresti a cena con me, stasera? - le chiese a bruciapelo, prima che il coraggio gli venisse meno.

Hermione rimase in silenzio per un lungo istante, mordendosi il labbro: poi, lentamente, annuì.

                                                                 °§§°§§°§§°§§°§§°§§°§§°

- Perchè pensavi che presentarmi ai tuoi alunni sarebbe stato il modo giusto per farti perdonare? - le chiese, una volta usciti dal ristorante.

Lei sorrise: - Perchè avevi bisogno di tirarti su di morale, e ci sono riuscita. - rispose lei.

La cena era andata sorprendentemente bene, i due si erano divertiti e avevano parlato di tutto; a Draco quella serata era sembrata un sogno, e l'idea di lasciarla andare lo intristiva un po'.

- Siamo arrivati, questa è casa mia. - disse lei, voltandosi per salutarlo - Grazie per la bella serata, sono stata benissimo. -

Draco le sorrise: - Sì, anch'io. E grazie per il pomeriggio, è stato.. interessante direi. - le disse, strappandole un sorriso.

- Allora.. ciao. - la salutò, dandole le spalle a allontanandosi.

- Malfoy aspetta! - esclamò lei, correndogli dietro: appoggiò le mani sul suo petto, si alzò in punta di piedi e poggiò le sue labbra sulle sue, baciandolo dolcemente.

Lui ricambiò il bacio senza pensare, incredulo per ciò che stava accadendo ma anche immensamente felice.

- Perchè? - le chiese lui, quando si furono staccati.

- Per il tuo compleanno. - rispose semplicemente lei, prima di dargli le spalle e sparire dietro la porta di casa.

Draco rimase lì, imbambolato, chiedendosi come facesse la donna a sapere che quel giorno era il suo compleanno: sbattè le palpebre un paio di volte, poi si mise le mani in tasca per il freddo e si accorse di avere un bigliettino nella tasca destra; sopra, con una calligrafia piccola e ordinata, un numero di telefono.

L'uomo sorrise, alzando lo sguardo verso la casa di Hermione, dalla cui finestra proveniva una luce, segno di una lampada accesa: in fondo non era poi così importante scoprire subito come la Granger sapesse del suo compleanno. 

L'importante era che gli avesse appena fatto il più bel regalo della sua vita.

 

Ta daaaa!!! Che ne pensate? Lo so, Draco è leggermente OOC... ma adoro quando mette da parte la sua aria da duro e diventa umano.. viene ancora più voglia di strapazzarlo di baci!! ^^

Okay, so cosa state pensando: sembro una scema, soprattutto considerato che ora dovrei essere matura.. ma non lo sono affatto!! ^^ Perciò non mi resta che invitarvi a commentare, sperando di ricevere numerosissime recensioni come regalo di compleanno!! ^^

Alla prossima!

Xevias

  
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