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Autore: ticci    02/09/2014    1 recensioni
Ci mise qualche secondo a rendersi conto che non si sentiva cosi felice da diverso tempo, ormai. Ci mise qualche secondo a rendersi conto che non è poi così difficile esserlo.
Ci mise qualche secondo a rendersi conto che non è poi così spaventoso esserlo.
Ci mise qualche secondo a rendersi conto che la felicità che aveva provato quel pomeriggio di diverse estati precedenti, era niente in confronto a quello che aveva appena provato, e tutti gli altri giorni precedenti.
Ci mise qualche secondo a rendersi conto che il merito di tutto era dovuto al ragazzo goffo, allampanato, con terribile accento, che l'aspettava dietro la porta.
***
Pansy/Viktor| Partecipa al contest "Absolutely!Crack di Liberty_Fede sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pansy Parkinson, Viktor Krum
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Nickname forum/efp: ticci.EFP (forum), ticci (EFP)
Titolo: La numero uno
Coppia: Pansy/Viktor
Generi: romantico, introspettivo
Rating: giallo
Note/Avvertimenti: Lime, crack pairing
NdA: Partecipa al contest: "Absolutely!Crack" di Liberty_Fede, indetto sul forum di EFP


La numero uno

Pansy guardò, dalla finestra di un'aula inutilizzata del terzo piano, il vascello allontanarsi.
Volevo essere, per una volta, la numero uno.
Distrattamente giocherellava con il ciondolo che portava al collo, mentre osservava la punta dell'albero maestro scomparire tra le acque del Lago Nero.
Chiuse gli occhi, persa tra i ricordi.
Con te potevo esserlo.
---

L'ultima volta che l'aveva visto lei era seduta, insieme agli studenti, tra gli spalti.
Accanto a lei c'era Daphne, che si era unita al coro che incitava il Campione di Hogwarts più grande: Cedric Diggory. Poteva sentire, dietro di sé, le grida di sostegno dei tifosi di Fleur Delacour, mentre quelle per Harry Potter provenivano soprattutto dalla sua Casa. In prima fila, c'era la tifoseria di Durmstrang, che incoraggiava il proprio Campione con slogan ritmati, accompagni da forti urla di incoraggiamento.
Lo vide voltarsi verso il pubblico, le sopracciglia corrugate, scrutando la folla alla ricerca di qualcosa, o forse di qualcuno.
Magari me.
Lo osservò mentre stringeva la sua bacchetta, contraeva la mascella, spostava il peso da una gamba all'altra. Daphne le sussurrò all'orecchio: “Guardalo, cerca la Grenger e quella ha occhi solo per Potter!”.
Istintivamente spostò lo sguardo tra i Grifondoro, alla ricerca della ragazza, perché doveva, voleva, verificare che la supposizione della sua amica non fosse corretta. La individuò subito: quell'ammasso di capelli era visibile a chilometri di distanza. Il suo cuore perse un battito quando si rese conto che lui non stava guardando in quella direzione.
Ritornò a guardare verso di lui e per una manciata di secondi i loro occhi si incontrarono. Pansy sentì le guance tingersi di rosso, mentre un timido sorriso si allargava sul suo volto. Lui abbassò lo sguardo, e dopo qualche attimo, si girò, pronto per affrontare la terza e ultima prova che lo attendeva. Chiuse gli occhi, mentre Bagman gridava: “Vicktor Krum”.
---

La penultima volta che avevano parlato era stato vicino alla Guferia.
“Sei in ritardo, Pansy” esordì Vicktor.
Riprendendo fiato, la ragazza si sistemò meglio il cappello di lana sulle orecchie.
“Non hai niente da dire? Sono ore che aspetto”.
“Dai, piantala, sai che sono sempre di corsa” replicò lei, infilando le mani nella tasca del pesante cappotto.
“Mi accompagni a spedire gufo a mia famiglia?” domandò il ragazzo, cercando di cambiare argomento.
Pansy sollevò le spalle e si incamminò lungo le scale che portavano verso i gufi. Vicktor le stava dietro, osservando la lettera che aveva tra le mani, perso nei suoi pensieri.
Possibile che, dopo tutto, sia così dura?
La ragazza rigirava tra le mani il piccolo oggetto che aveva nella tasca. Cos'era? Un pezzo di piuma? La carta che ricopriva qualche caramella? Un elastico per i capelli? Pansy non lo ricordava più. Si sentiva vagamente a disagio e non riusciva a capirne il perché.
O forse sì.
Distrattamente guardò verso il parco del castello, per ammirare la sua scuola completamente ricoperta di neve. Per questo motivo non si accorse della lastra di ghiaccio in cima alla scala e finì per scivolare. Vicktor prontamente la sorresse. Per la prima volta, dopo quel giorno, si ritrovarono vicini. Vicktor sorrise dolcemente, osservando le sottili labbra screpolate della ragazza.
Il cuore di Pansy perse un colpo quando notò lo sguardo dolce di lui mentre la osservava.
“Tutto bene?”.
Pansy annuì e goffamente si allontanò da lui, appoggiandosi alla ringhiera delle scale.
Il ragazzo raccolse la lettera che gli era caduta e guardò timidamente la ragazza.
“Voglio chiedere te una cosa”.
Pansy lo guardò in attesa.
“Beh, penso che vostro preside l'ha detto a voi. A Natale quest'anno ci sarà ballo” esordì il ragazzo, grattandosi la testa leggermente in imbarazzo.
Pansy spalancò un poco gli occhi.
Oh, no.
“Tu volere venire con me?”
Pansy si guardò la punta degli stivali, rimanendo in silenzio.
“Allora?” domando lui, con un sorriso speranzoso.
Emettendo un respiro, alzò lo sguardo e rispose seccamente: “No”.
Fu la volta di Vicktor indietreggiare di un passo: “Perché no?”
“Perché no, Vicktor” replicò la ragazza, cercando di superarlo, invano. Infatti lui l'aveva afferrata per le spalle, bloccandola.
“Perché Pansy?” ripeté il ragazzo.
“Perché no” ribatté lei, e con uno strattone, riuscì a liberarsi, superandolo.
Il ragazzo non si diede per vinto e, prendendola alla vita, la fece girare. Appoggiò dolcemente una mano sulla guancia della ragazza e la baciò.
Pansy resistette, le mani ben piantate sul torace del ragazzo, nel tentativo di allontanarlo, con le labbra sigillate, nella speranza che il segnale per lui fosse chiaro: non voglio farlo ancora. Vicktor si staccò leggermente e le sussurrò a fior di labbra: “Perché Paggie?”. Sentirsi chiamare con quel vezzeggiativo la fece sorridere. Vicktor appoggiò di nuovo le labbra su quelle della ragazza, non trovando opposizione. Si scambiarono un lungo bacio: Pansy in punta di piedi per raggiungere il viso di lui, le braccia strette intorno le spalle del ragazzo, con le mani che percorrevano la sua schiena; Vicktor le cingeva con un braccio la vita sottile, mentre con l'altra mano le afferrava la nuca.
Pansy si staccò per riprendere fiato.
“Perché, no?” chiese nuovamente Vicktor, guardandola dritto negli occhi.
“Non posso” sussurrò lei, cercando di non abbassare lo sguardo dal suo, acceso da un forte ardore, lo stesso che l'aveva fatta capitolare la settimana prima.
“Perché?” domandò, ancora una volta.
“Oh, Vicktor”.
Non farmelo dire, ti prego.
“Io non capire” disse lui, staccandosi da lei. “Perché tu fare così? Non stare bene con me?”.
Pansy, non riuscendo a sorreggere lo sguardo del ragazzo, guardò la sua spalla, restando in silenzio.
“È l'ultima volta che te lo chiedo. Perché?”.
“Vado con un altro” disse, gelidamente, lei.
Vicktor si giro verso l'interno della Guferia. La maggiormente degli uccelli stavano dormendo, l'uno attaccato all'altro, per ripararsi dal freddo.
“È lui?” domandò lui. Il silenzio che seguì alla sua domanda fu eloquente.
Si rigirò, e senza dire una parola, la superò, scendendo le scale velocemente. A metà scala si fermò, tornò a guardare la ragazza e gridò: “Come fai a non vedere? Perché trova te interessante, ora? Perché prima non guardava te?”. Scuotendo la testa, aggiunse: “Perché Pansy? Dopo tutto quello che ci siamo detti e che abbiamo fatto, preferisci andare con lui?”
Pansy rimase in silenzio, il viso ricoperto da una maschera che non lasciava intravedere nessuna emozione.
“Preferisci andare con lui?” ripeté lui.
Anche questa domanda non ottene risposta.
“Quello che hai provato con me nella mia cabina e dei giorni precedenti essere più debole di quello che hai provato con lui quell'unico pomeriggio?”.
L'unico rumore che si sentì fu il ticchettio della pioggia che iniziò a scendere in quel momento.
“Avevi detto che volevi essere la numero uno. Con lui tu non essere mai”.
Detto questo, iniziò a correre lontano dalla Guferia, dai sui baci, da lei.
Pansy era ferma in cima alla scale, le braccia strette sotto il piccolo seno.
Ho fatto la scelta giusta.
Chiuse gli occhi, cercando di ignorare il profumo di Vicktor sulla sua sciarpa, la sensazione della sua barba ruvida sulla pelle, i battiti furiosi del suo cuore, l'eco delle sue parole che come un macigno di stavano posando sul suo cuore.
Ho fatto la scelta giusta. Vero? Allora perché sto piangendo?
---

L'ultima volta che gli aveva parlato era stato al Ballo del Ceppo. Aveva visto come ballava con Hermione Granger, aveva visto come scherzava con lei, aveva visto come le parlava, aveva visto che le sussurrava qualcosa all'orecchio per farla ridere, aveva visto come era premuroso con lei, portandole da bere, aveva visto che scambiava alcune battute in bulgaro con i suoi compagni di Durmstrang, mentre Hermione era stretta al suo braccio, e, soprattutto, aveva visto che non era con lei.
Si era allontanata un attimo dalla Sala Grande per prendere un po' di fiato. Il rumore dei suoi tacchi echeggiava nel corridoio semi-deserto. C'erano poche persone in giro, per lo più coppiette appartate negli angoli, o gruppetti di amici che ridevano per qualcosa di buffo successo durante il Ballo.
Stava guardando fuori da una finestra, quando Draco la raggiunse.
“Eccoti. Dov'eri finita?”
“Stavo...” provò a rispondere la ragazza, ma fu interrotta dal suo cavaliere. “Dai, muoviti, rientriamo. Ho visto che c'è quello della Gazzetta del Profeta”.
Pansy lo guardò, inarcando le sopracciglia.
“Vorranno delle foto dei Campioni”, e prendendola per un braccio la trascinò dentro.
Quando rientrano nella Sala Grande, stavano suonando un lento.
Trattenendo un respiro, la ragazza domandò: “Ti va di ballare?”.
Dopo aver scrutato la folla, Draco rispose: “Certo”. Le prese la mano e la condusse verso il gruppo di Durmstrang. Il compagno di Casa le appoggiò le mani sui fianchi, mentre lei le allacciò dietro il collo di lui.
Sto ballando con Draco Malfoy. Quante volte l'ho sognato?
Pansy si strinse a Draco, e gli appoggiò la testa sulla spalla.
Eppure perché non provo niente di quello che ho sentito quando Vicktor mi ha stretto tra le sue braccia?
Draco appoggiò il mento sulla nuca della ragazza.
Perché non sento il cuore esplodermi nel petto, come quando Vicktor mi sfiorava?
Draco la fece girare sul posto, muovendosi a ritmo di musica.
Perché sto pensando a Vicktor! Diamine, Pansy, riprenditi! Sei stretta stretta a Draco Malfoy e tu pensi a quel bulgaro allampanato?
Si stampò un sorriso in faccia, e guardò il proprio compagno di danza in viso. Era indubbiamente un bel ragazzo: due grandi occhi grigi, capelli biondi, lisci, tenuti accuratamente in ordine con il gel, con un'eleganza innata.
È così diverso da Vicktor. Ancora Vicktor?
Nel tentativo di scacciare il viso del ragazzo tra i suoi pensieri, domandò: “Ti piace questa canzone?”.
Ma il ragazzo non lo ascoltò, troppo preso a scrutare tra i ragazzi della delegazione di Durmstrang. Alzando la voce, Pansy ripeté la domanda. Draco annuì distratto. Il lento finì e Pansy fece per allontanarsi da lui, ma Draco la trattenne.
“Un altro ballo?” le domandò.
Pansy, sorpresa, annuì.
La canzone che risuonò fu molto ritmata: Draco iniziò a muoversi sul posto, agitando le braccia verso l'altro.
Lasciati andare, Pansy.
La ragazza iniziò a muovere i fianchi, mentre batteva le mani al ritmo della canzone. Divertendosi, alzò lo sguardo verso Draco, che ricambiava il suo sorriso. Improvvisamente l'afferrò, e la spintonò addosso un'altra coppia.
Pansy finì addosso a una ragazza, ed esclamò: “Attenta!”
“Attenta tu, Parkinson. Mi sei venuta addosso” rispose Hermione, sistemandosi la gonna dell'abito.
“Non ti affannare, Granger. Non puoi fare niente per rendere quel vestito lontanamente decente” ribatté sprezzante lei.
Hermione la fulminò con lo sguardo e disse: “Andiamo Vicktor” e afferrandolo per un braccio si allontanarono da loro.
Si girò verso Draco che la stava guardando duramente.
“Che c'è?” domando lei, stringendo le braccia sotto il seno.
“Mi avevano detto che eri amica di Krum”.
Vicktor? Che c'entra lui?
Pansy spalancò gli occhi e scosse leggermente la testa: “Non capisco dove vuoi andare a parare, Draco”.
“Mi hanno detto che ti hanno vista spesso con Krum nelle ultime settimane. Gira voce che ti abbia fatto vedere dove dorme sul vascello che li ha portati qui”.
“E quindi?” chiese Pansy.
“Pensavo che avremmo trascorso la serata con lui”.
“Perché, Draco?” domandò lei, con le lacrime che le pizzicavano gli occhi.
“È da quando è arrivato che provo a rendermelo amico, ma mi evita e non capisco il motivo”.
Perché sei uno stronzo, ecco perché.
“Ho pensato che potevi presentarmelo...” e non terminò la frase, alzando le spalle. “Ma evidentemente mi sbagliavo. Non ti ha degnata di uno sguardo, quando sei inciampata nel vestito della Grenger”.
“Io non sono inciampata... mi hai spinta tu” replicò, debolmente, Pansy.
“Fa lo stesso” ribatte Drac0. Dopo un po' aggiunse: “Dovevo fare come mi ha detto Nott: venire con la Greengrass”. Guardò nella direzione dove stava guardando il Serpeverde e vide la sua amica parlare con Vicktor, mentre questo stava riempiendo due bicchieri di sciroppo di ciliegia.
Emettendo un suono di sgomento, girò sui tacchi e si allontanò da lui. A casa delle scarpe vertiginosamente alte inciampò, ma questa volta non c'era nessuno a sorreggerla.
Goffamente si rialzò e si diresse zoppicando verso i sotterranei, diretta alla sua stanza.
Mentre camminava si imbatté in Vicktor, che si stava infilando la pelliccia che completava la divisa della sua scuola.
Anche la sua serata è finita.
Passandole accanto, Vicktor notò il trucco sbavato e la scarpa in mano.
“Tutto bene?” domandò.
La ragazza tirò su con il naso, e procedette la lenta marcia verso il suo dormitorio.
“Eri bellissima, stasera” sussurrò lui.
Lei si fermò e si girò verso il ragazzo.
“Vicktor, io...” provò a dire lei, ma fu interrotta da lui: “Sei in ritardo, Pansy”. Detto questo si allontanò, diretto verso la porta che conduceva al parco. Si girò un'ultima volta verso di lei e le disse: “Addio, Paggie”.
Nonostante avesse gli occhi pieni lacrime, vide che aiutava Hermione a infilarsi il cappotto, per poi uscire, insieme, nella notte.
Ancora una volta, sono arrivata seconda.
  
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