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Autore: giny    02/09/2014    1 recensioni
Draco, sempre più tormentato dalla missione che Voldemort gli ha affidato, si trova a rimuginare ancora sul da farsi, ma se arrivasse qualcuno di inaspettato determinato a fargli cambiare idea?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Gli astri d’intorno alla leggiadra luna 

 nascondono l’immagine lucente,

 quando piena più risplende,bianca
 sopra la terra.

 Saffo, 'Plenilunio'








Draco si trovava disteso supino sul prato a contemplare il cielo blu cobalto. Lo faceva spesso, nelle ultime settimane, lo aiutava a meditare sul compito assegnatogli dal Signore Oscuro e sulle conseguenze se non l' avesse portato a termine. Lo avrebbe ucciso? Avrebbe ucciso la sua famiglia? Non lo sapeva, perciò era meglio fare ciò che andava fatto. Di certo, da quel pensiero non traboccava coraggio, ma lui era un Serpeverde e i Serpeverde non erano certo famosi per esser dei cuor di leone. Lui non era coraggioso, non era come San Potter. Per quanto lo odiasse, doveva ammettere che era migliore di lui. Era coraggioso San Potter, non si sarebbe mai fermato e avrebbe combattuto fino allo stremo per salvare chi amava. Anche Draco avrebbe obbedito a Voldemort per salvare la sua famiglia, ma era diverso. Draco non agiva per coraggio,  solo per vigliaccheria. E poi, Draco non sapeva amare e non sapeva farsi amare. Ormai la sua vita era segnato, lui era segnato, non c' erano speranze.
Mentre rimuginava, sentì dei passi alle sue spalle. La mano andò subito alla bacchetta,  ma un albero gli impediva di capire di chi si trattasse, finché la testa di Potter non fece capolino.
-Malfoy- 
-Potter che diamine ci fai qui? -
-Stavo facendo un giro, non sapevo ci fossi tu qui- 
-Bene, adesso lo sai, puoi anche andartene-
-Senti Malfoy.. - iniziò lui, ma Draco lo fermò.
-Sparisci Potter, voglio stare solo, va' via!-
Harry ancora sconvolto andò via, lasciando Draco solo con i suoi demoni.

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Dopo quella sera, Draco non tornò più in quel punto del parco per parecchi giorni.
Non voleva incontrare di nuovo Potter, non voleva che complicasse di più le cose.
Non poteva rischiare che scoprisse che era un Mangiamorte . Mentre si dirigeva verso l' uscita della Sala Comune, fu affiancato dalla Parkinson. 
-Ciao Draco- disse lei, melliflua, ma il ragazzo la scansò malamente con un gesto del braccio, provocando l' indignazione della compagna. 
Ormai nessuno gli era rimasto vicino. Nessuno su cui contare, né Zabini, né Tyger o tantomeno Goyle.
Nemmeno Nott, che continuava a inseguirlo come un cagnolino, per non parlare di quella sanguisuga di Pansy Parkinson. 
Mentre si trovava nei corridoi, si diresse verso i bagni, aveva ancora tempo prima della lezione.
Quando arrivò nei bagni, fissò il suo riflesso nello specchio. Quello davanti a lui, non era il Draco Malfoy di un tempo, spavaldo,  sicuro di sé, arrogante.  Era spaventato,  inquieto, emaciato in volto.
Si stava consumando.





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Quando entrò in aula, Piton era appena arrivato, così prese posto.
Quel giorno avevano Difesa Contro le Arti Oscure con i Grifondoro. Potter non faceva altro che fissarlo. Ma che diavolo gli passava per la testa?! Perché non lo lasciava in pace? 
Alla fine della lezione, Draco scappò via dall' aula, un po' per evitare che Piton lo fermasse, tempestandolo di domande, un po'  per sfuggire alle occhiate insistenti di Potter. 




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Quella sera Draco decise di andare di nuovo nel parco. Aveva bisogno di pensare e quello era l'unico posto in cui riusciva a farlo e sperava vivamente che a Potter non venisse in mente di tornarci.
Questo suo desiderio però non venne esaudito. Infatti, quando arrivò nel parco, lo vide, rannicchiato vicino ad un albero.
Pensò subito di andare via, ma il ragazzo lo aveva già sentito.
-Malfoy, resta-
-Perchè dovrei?- disse, irritato.
-Perchè non dovresti?-
Draco rimase spiazzato da quello che aveva sentito.
Visto che Potter non si decideva a desistere, si sedette accanto a lui.
-Vieni qui spesso?- chiese Potter.
-Più o meno. E' molto tranquillo, riesco a pensare- rispose Draco e l'altro annuì.
-Pensi al fatto che sei diventato un Mangiamorte?- chiese il moro a bruciapelo, guardando dritto davanti a sè e Draco si sentì morire.
-Come fai a saperlo?- chiese Draco, livido.
-Questo non ha importanza- disse Potter, facendo spallucce.
-Tu non capisci quanto si difficile!- urlò Draco.
-Sì che lo so. Non sei l'unico a cui, fin dalla nascita è stata assegnata una missione, da cui non puoi tirarti indietro- rispose, mestamente.
Non aveva torto. Combattevano per due fazioni opposte, ma il loro ruolo era lo stesso. Come due Cercatori in una partita di Quidditch.
-Che vuoi da me?- disse Draco, quasi piangendo, in un sussurro.
-Voglio che tu torni indietro, Draco-
-Non posso!-
-Sì che puoi-
Draco scosse la testa. Non riusciva a guardarlo negli occhi. Quando si decise a farlo, si perse in quelle iridi così verdi, verdi come le foglie che rinascono in primavera, come il prato bagnato dopo la pioggia, come la speranza.
-Voglio che tu conosca l'alternativa- continuò Harry, fissando Draco negli occhi -Un'alternativa alla vita oscura che stai per intraprendere-
Draco non sapeva cosa dire nè cosa fare. Nemmeno dopo, quando le labbra di Harry si poggiarono sulle sue, delicate, leggere, ma allo stesso tempo decise, per fargli capire che era lui l'alternativa.
-Scegli me Draco, torna indietro-
Draco lo guardò negli occhi e vi lesse dentro tanta determinazione, tanta fermezza, tanto coraggio e rise mestamente, tra le lacrime e i baci, per loro due, due anime così diverse, eppure così vicine, tanto vicine da potersi sfiorare, amare, alla luce della luna.

                                                                                                                                             



 
   
 
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