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Autore: Lady Uchiha 23    02/09/2014    1 recensioni
"Noi siamo così: tu sei il sole e io la luna.
Grandi amanti, ma per poco - pochissimo - tempo.
Siamo luminari opposti, ma gli opposti - inevitabilmente - si attraggono.
E quindi, eccoci qui, insieme."
[KakashixHanare]
[Prima classificata e vincitrice del "Premio Lacrima" al contest ''Multifandom Contest - coppie su coppie'' indetto da Eireen_23 sul forum di Efp]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Luminari opposti.
 
 
Noi il sole e la luna,
luminari opposti,
più ti fai distante 
e più scavi i fossi,
mi hai perso  
come il sangue
in mezzo ai 
tulipani rossi.
 
 
 
 
 
 
 
 
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Kakashi camminava tranquillo per le strade di Konoha. Il crepuscolo rendeva l'atmosfera magica, quasi spettrale: le ombre dei palazzi erano inquietanti e sembravano dei mostri che allungavano le mani su tutto ciò che capitava sulla loro strada. I pensieri del jonin vagavano da una direzione all'altra, senza alcun nesso specifico.
La sua attenzione fu rapita da una ragazzina che correva spensierata, mentre la madre le urlava di tornare a casa.
I capelli lunghi, i modi di fare... Gli ricordarono....
Hanare.
Erano passati anni dal loro incontro, eppure lui non era riuscito a dimenticarla.
Aveva contato così tanto per lui...
Ma lei lo aveva abbandonato.
 
 
''Caro Kakashi,
non avrei voluto che le cose andassero così. Purtroppo la nostra situazione non poteva durare a lungo, ma è stato come un sogno poter vivere con te, seppur per poco tempo. Non posso spiegarti come e perché ho dovuto lasciarti, sono cose addirittura più grandi di noi. Sappi che questa notte è stata vera, non ho finto. Quella nuvola parlava davvero di noi, e racconterà la nostra storia a qualcun altro. Sei stato lo spiraglio di felicità nella mia vita buia. Continua a guardare le nuvole e cerca quella che racconta di me.
Tua Hanare.''
Aveva lasciato scritto semplicemente, e non l'aveva rivista più.
''Come vorrei poterti rivedere almeno una volta.'' pensò, avviandosi verso casa.
 
Il loro era stato un incontro voluto dal caso. Lei, nonostante fosse una kunoichi, non riusciva più a tornare al suo villaggio - il Villaggio della Chiave - e si era ritrovata a girovagare per i boschi di Konoha. Lì incontrò Kakashi, che decise di aiutarla. Tuttavia, nonostante il ragazzo si impegnò nella ricerca per trovare questo villaggio, non uscì fuori nessun tipo di informazione. Sembrava un villaggio fantasma. 
Hanare rimase da Kakashi per tutto il tempo. 
I due ragazzi impararono a convivere e si innamorarono. Ma proprio quando si scambiarono il primo bacio sotto un cielo nuvoloso che raccontava storie, lei sparì, lasciando solo quel biglietto.
 
 
Quella notte la sognò. Lei era rimasta con lui, e avevano avuto una vita felice, senza troppi pensieri.
''Che stupida illusione.''
Si svegliò sudato e più stanco di prima. 
Qualcosa stava per accadere, lo sentiva.
 
E così fu.
 
Pochi giorni più tardi si sparse la voce che qualcuno di non identificato si aggirava per i boschi che delimitavano il villaggio. Quando Kakashi apprese questa notizia, subito i suoi pensieri volarono all'incontro con Hanare e, senza pensarci due volte, si diresse nella piccola radura dove l'aveva conosciuta. I sensi in allerta e gli occhi che vagavano attenti attorno, cercando di non farsi sfuggire niente, neanche il più piccolo rumore.
-Kakashi.-
Lui si voltò e si perse per la seconda volta nei suoi occhi.
 
Nessuno dei due proferì parola per un tempo indeterminato. Da dove iniziare?
O meglio... Cosa tralasciare?
Tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine.
-Cosa ci fai qui?-
Kakashi decise di rompere il silenzio denso che si era creato. In fondo, lui non se l'era data a gambe senza uno straccio di spiegazione anni addietro.
-Non posso parlartene qui.-
-Andiamo a casa mia.- rispose lui, dandole le spalle.
Sempre la stessa storia che si ripeteva.
 
Nonostante fossero passati parecchi anni, la casa di Kakashi era rimasta praticamente identica. D'altronde, dopo Hanare non c'era stata nessun'altra donna, per cui non ci fu alcun cambiamento sostanziale nella vita privata del jonin. Spesso Kakashi si chiedeva se avrebbe mai trovato la donna giusta per lui e ogni volta il pensiero tornava a lei. Non che non fosse corteggiato, anzi: avrebbe potuto avere una donna diversa per tutti i  giorni della settimana, se solo l'avesse voluto. 
Ma era proprio quello il punto: non lo voleva.
Non voleva nessun'altra che non fosse lei, fino al punto di rimanerle praticamente fedele, almeno spiritualmente.
-E' tutto come ricordavo.- disse ad un tratto Hanare, facendo sussultare l'uomo.
Lei ricordava casa sua? Ciò significava che ci aveva ripensato, qualche volta?
Non rispose e la condusse in salotto, dove prese posto nel piccolo divano, facendole segno di imitarlo.
Aveva una seria difficoltà rapportarsi con Hanare. 
In passato avevano condiviso molto, dal cibo alla stessa casa...
...Il primo bacio... E quella notte a guardare le nuvole.
Ma adesso erano praticamente degli sconosciuti. Lei aveva avuto la faccia tosta di abbandonarlo dopo tutto quello che lui aveva fatto e dopo... Averlo fatto innamorare.
Nella mente del jonin quella parola fece fatica persino a prendere forma, figurarsi prenderla in considerazione e accettarla.
Non l'aveva mai dimenticata, in fondo.
 
Kakashi attese con pazienza che parlasse. Non aveva intenzione di fare il minimo sforzo per aiutarla.
Lei sembrava che cercasse le parole adatte, come se avesse bisogno di nascondere qualcosa.
-Ti devo delle spiegazioni.- 
-Lo credo anche io.-
I loro sguardi si incontrarono ma quello che videro negli occhi dell'altro non prometteva nulla di buono.
 
-Anni fa, come ti lasciai detto, non fui io a decidere di andarmene. Era davvero qualcosa di più grande di noi... Ma all'epoca ancora molte cose non mi erano chiare. Mi avevano scelta come spia per carpire informazioni al Villaggio della Foglia, facendomi credere di essermi persa. Quando sono tornati a prendermi mi hanno tenuta prigioniera finché non fui costretta a rivelare tutto ciò che avevo appreso qui... Ma su di te non ho mai detto nulla.- concluse Hanare, dicendo l'ultima frase con un'enfasi particolare, come a voler convincere Kakashi della sua innocenza.
Il jonin rimase sorpreso. Non aveva mai neanche sfiorato l'idea che dietro alla scomparsa di Hanare ci potesse essere davvero qualcosa di più grande di loro...
All'improvviso, si sentì terribilmente colpevole ad aver pensato tutto il male possibile di quella ragazza, anche se lui non poteva immaginare che fosse successo tutto questo.
Se solo avesse saputo, magari avrebbe potuto aiutarla...
-In questi anni ho continuato a fare la spia, ma ho sempre evitato di tornare a Konoha. Non volevo metterti in pericolo, ma soprattutto... Non volevo incontrarti.Per la tua salvezza e la mia salvezza, dovevo dimenticarti... Ma non ci sono mai riuscita.- continuò la ragazza, interpretando i pensieri di Kakashi.
Era tutto dannatamente surreale... E troppo bello per poterci credere davvero.
 
La mente di Kakashi, che solitamente correva veloce da un pensiero all'altro, si fermò all'istante: cosa significava per lui quel ritorno inaspettato?
Come doveva comportarsi?
Domande su domande gli affollarono la mente, senza che lui potesse trovare una sola risposta.
Hanare attese in silenzio che il jonin accettasse e in qualche modo capisse la sua situazione.
Passati alcuni minuti, la ragazza decise di dire, secondo lei, la cosa più importante:
-Sono scappata dal mio villaggio. Mi stanno cercando.-
-Resterai qui.- rispose Kakashi senza pensarci due volte.
-E' pericoloso e...-
-Resterai qui.- ripeté lui, con la decisione negli occhi.
Lei non poté fare altro che sorridergli riconoscente come quella prima volta.
 
La convivenza non fu facile come quando erano ragazzini. C'era un sottile velo che li separava, nonostante entrambi si impegnassero per essere i più naturali possibili. Erano cambiate le loro esigenze e i tra loro rimanevano ancora molte cose in sospeso.
Hanare, poi, doveva rimanere nascosta, per cui c'era anche un lieve sentore di prigionia praticamente forzata.
Lei sembrava allegra e a proprio agio, ma Kakashi sapeva che, come per lui, non era facile.
I sentimenti nei suoi confronti erano un mistero.
Il jonin provava un forte senso di protezione nei confronti della kunoichi, e, a volte, aveva anche certi istinti che lo portavano a desiderarla più vicino di quanto non fosse. 
Avrebbe potuto esserci un futuro per loro? Kakashi sperava di sì, ma non osava fare nulla per iniziare a crearlo.
 
Dopo un paio di settimane, a casa del jonin si presentarono due anbu. Lui capì subito il motivo della loro visita e cercò di essere sorpreso.
-Kakashi Hatake, dobbiamo parlare di una questione della massima urgenza.- disse uno dei due dietro la porta.
Lui li fece entrare, sperando che Hanare avesse intuito la situazione.
-Saprai sicuramente che nei giorni scorsi è stata avvistata una spia nei boschi che circondano Konoha.- incominciò l'altro, mentre Kakashi lo guardava passivamente -Poi però, improvvisamente, è scomparsa. Ne conosci il motivo o sai darci qualche indicazione?- 
Lui attese qualche secondo prima di parlare, come se ci stesse pensando. 
Per quanto tempo sarebbe riuscito a nasconderla?
-No, ho solo sentito delle voci al villaggio, ma non ne so nulla.- rispose con calma glaciale.
Uno dei due anbu annuì, mentre l'altro aprì la porta.
-Se dovessi scoprire qualcosa, avvertici.-
-Senz'altro.-
Quando li sentì allontanarsi, tirò un sospiro di sollievo.
Hanare spuntò dalle scale e si avvicinò a lui, sul divano.
-Questa storia non può andare avanti.- gli disse.
-Non hai nessun posto, e qui sei al sicuro.-
-Nessun posto è sicuro per me.-
-Ti proteggerò a costo della vita, se necessario.-
Lei sorrise, indecisa se sbilanciarsi con lui, e provare a perdersi tra le sue braccia, o resistere.
Ma fu proprio Kakashi a decidere per entrambi, perché la voglia di sentirla vicina al cuore, dentro al cervello, era troppa.
La presa tra le braccia e lei si abbandonò totalmente a quel calore, che tanto bramava.
 
Rimasero sospesi in quell'attimo perfetto per interi minuti. Nessuno dei due osava muoversi per paura di rovinare quella magia.
-Ho bisogno che tu abbia bisogno di me.- disse ad un tratto Kakashi, mentre con una mano le accarezzava dolcemente i capelli.
-Ho sempre avuto bisogno di te.- 
Si guardarono negli occhi, come a volersi confessare tutto ciò che non avevano avuto il coraggio di dirsi fino a quel momento.
Poi Hanare si avvicinò lentamente al suo viso, consapevole che si stava per segnare la loro vittoria o la loro disfatta.
Kakashi coprì la distanza che c'era tra loro e suggellò finalmente tutte i sentimenti che provava per Hanare in un bacio.
Il cuore della ragazza iniziò a battere velocemente, mentre le sue mani cercarono di attirare a sé il viso dell'uomo che amava da sempre.
In quel momento la verità di ciò che provavano si mostrò in tutta la sua chiarezza: si amavano. 
Non avevano mai smesso di farlo da quel loro primo bacio.
-Sarà tutto più difficile, adesso.- sussurrò il jonin all'orecchio di Hanare.
-Semmai, sarà tutto più facile.- rispose lei con uno dei suoi sorrisi più belli.
Kakashi cercò di crederci e rispose al sorriso.
Ma qualcosa, nel profondo, lo turbava.
 
L'umore di entrambi migliorò decisamente. Sembravano una felice coppia di neo sposi alle prese con la vita quotidiana. Ad Hanare piaceva illudersi che fosse davvero così, dimenticandosi - o almeno, cercando di dimenticare - la situazione nella quale si trovava.
Kakashi si riprometteva di cercare una soluzione, di trovare il modo per vivere in pace con lei, senza l'ombra di alcuna preoccupazione. Ma rimandava di giorno in giorno, perché quell'improvvisa felicità l'aveva stordito e aveva quasi dimenticato il costante pericolo che Hanare correva.
 
-Cosa si mangia di buono?- chiese Kakashi, abbracciando da dietro la ragazza.
Lei sorrise e si strinse di più a lui.
-Sto preparando il ramen.-
-Io penso che potremmo fare un pasto più delizioso.- disse lui, baciandola con passione.
Lei capì a cosa si stesse riferendo e arrossì.
Il jonin vide il rossore improvviso sulla guance di Hanare e una certezza lo colpì.
-Stai tranquilla.- le sussurrò.
Poi la prese delicatamente per la mano e la portò in camera da letto.
Lei lo guardò intensamente negli occhi e seppe esattamente cosa fare.
 
-Ti amo.-
Kakashi si voltò a guardarla.
L'amava anche lui.
Ma era giusto dirglielo?
Era saggio illuderla - e illudersi lui stesso - che ci sarebbe potuto essere un futuro?
Sapeva che, in un modo o nell'altro, si sarebbero dovuti separare.
Domani, fra un mese o un anno.
Le sorrise e la baciò, ma non le disse che l'amava.
Anche se ormai Hanare le era entrata nel sangue, fin dentro le ossa.
 
Altri giorni passarono, ed entrambi sembravano dimentichi di tutto il male che li attendeva dietro l'angolo. Gli anbu facevano spesso visita a casa di Kakashi, ma non sembravano avere particolari sospetti. Le ronde al villaggio diventarono sempre più frequenti, anche se il jonin non riusciva a spiegarsi come fossero convinti che Hanare si trovasse all'interno di Konoha. 
Era praticamente impossibile che qualcuno l'avesse vista.
Eppure... Qualcuno l'aveva vista davvero.
 
Una notte come le altre, Kakashi non riusciva a prendere sonno. Scese in cucina e bevve un bicchiere d'acqua, ma sentiva che c'era qualcosa che non andava. Si affacciò alla finestra e, in lontananza, vide una decina di anbu che puntavano proprio a casa sua.
Corse subito da Hanare e la svegliò in malo modo.
-Hanare! Svegliati! Devi andartene da qui!- 
La ragazza si mise a sedere e comprese immediatamente la gravità della situazione.
-Devi scappare.- 
Lei annuì, e si diresse verso la finestra.
Poi ci ripensò e tornò indietro, baciando Kakashi.
-Qualunque cosa succeda, sappi che io ti amo e che avrò sempre bisogno di te.-
Lo sguardo ardente, le mani calde sul suo viso, la fecero sembrare al jonin ancora più bella.
In un lampo scattò verso la finestra, mentre gli anbu fecero irruzione nella casa senza preavviso.
-Hatake! Sappiamo che la spia si trova qui! Avanti, consegnacela!-
Kakashi andò incontro loro, mostrando la faccia più impassibile e indifferente del suo repertorio.
-Vi ho detto più di una volta che non so neanche chi sia questa spia.-
Gli anbu lo ignorarono e iniziarono a perlustrare tutta la casa.
Il jonin ringraziò l'iniziativa di non tenere nulla di personale di Hanare dentro casa.
Le improvvise visite degli anbu lo avevano reso guardingo e non aveva nessuna intenzione di consegnare la kunoichi per uno stupido oggetto fuori posto.
Dopo pochi minuti, la squadra tornò da lui.
Anche se non poteva vederli in volto per via delle maschere, percepì una nota di disappunto e delusione.
Erano convinti di trovarla lì.
-Presto, tutti nel bosco ad est! Hanno avvistato la spia!- disse improvvisamente una voce fuori dalla finestra.
La squadra anbu, senza pensarci due volte, lasciò la casa e si diresse nel punto indicato. 
Anche Kakashi andò in quella direzione, sperando con tutte le sue forze che Hanare si potesse salvare.
 
Hanare saltava di ramo in ramo. Sentiva delle voci, ma erano abbastanza distanti da lei. 
Doveva andarsene.
Il suo tempo a Konoha era scaduto.
Sapeva che non sarebbe durato per sempre, e in quel momento non poteva fare altrimenti.
-Ci rincontriamo, Hanare.- disse una voce a lei fin troppo nota.
Era suo padre.
-Cosa vuoi da me? Io non voglio più essere una spia!- urlò lei, cercando di convincerlo.
Sperava di trovare almeno un briciolo d'affetto nel cuore di quell'uomo.
-Mi rincresce, ma temo che tu non sia nelle condizioni di poter decidere. Ancora prima che nascessi era stato già deciso che tu diventassi una spia, e devi rispettare il tuo destino.- disse lui con un ghigno malefico.
-Io non tornerò mai più al Villaggio della Chiave!-
-Ne sei sicura?- chiese quasi dolcemente il padre.
-Si!-
-Allora dovrò ucciderti!-
Neanche terminò la frase che si scagliò addosso ad Hanare. La colpì senza pietà, come si farebbe solo con il più acerrimo nemico. La ragazza, presa alla sprovvista, non riuscì a difendersi, ma neanche ci sarebbe riuscita: lui era decine di volte più forte di lei.
L'uomo la lasciò in fin di vita a terra, mentre si apprestava ad andarsene.
-Sei solo feccia del peggior genere.-
Hanare cercò di tenere gli occhi aperti, sperando di poter rivedere Kakashi almeno un'ultima volta.
-Hanare! Dove sei?-
-So... Sono... Qui...- disse la kunoichi con un filo di voce e sputando sangue.
Ma quel poco bastò per indicare al jonin la sua posizione,
Appena la vide in quelle condizioni si precipitò subito da lei.
-Cosa è successo? Vedrai che Sakura potrà guarirti e...-
Lei gli fece segno di stare zitto, poi raccolse le ultime forze che le rimanevano.
-Sotto l'ultima... Asse di legno... Della camera da letto... C'è una lettera per te... Dove spiego... Tutto...- tossì e cercò di riprendere fiato - Io... Ti amo... Kakashi.-
-Hanare, non te ne andare! Ti amo, ti amo! Hanare, ti amo!- urlò disperato l'uomo, tenendo la ragazza fra le braccia.
-Siamo stati sempre... Troppo diversi... Opposti... Per stare insieme... Quasi come la luna e il sole...-
-Non dire sciocchezze! Non voglio perderti.-
-Non mi... Perderai.-
Poi fece un sorriso stanco e, insieme, esalò il suo ultimo respiro.
 
Kakashi, dopo aver pianto tutte le lacrime che aveva sempre trattenuto durante la sua vita, cercò un luogo per seppellire il corpo di Hanare. Trovò una piccola radura, distante dal villaggio. Senza fretta scavò una fossa profonda, poi vi adagiò ciò che rimaneva del suo grande amore. Quando finì, senza indugiare ancora, tornò a casa.
Da solo.
 
"Caro Kakashi,
come vedi gli anni passano ma alcune cose rimangono sempre le stesse.
Se stai leggendo questa lettera è perché sarà successo qualcosa di grave, e io non sarò più accanto a te... Anche se avrei voluto rimanerci per tutta la vita.
Sicuramente il mio padre/padrone mi verrà a cercare, prima o poi.
E io non avrò scelta, né scampo.
Non avrei potuto sperare di meglio che trovare te.
Non riesco a pensare che, prima o poi, dovrò abbandonarti una seconda volta.
Ma se stai leggendo qui... Sappi che, purtroppo, non ci sarà una terza volta.
Il mio destino è segnato da  prima ancora che nascessi, ma tu mi hai insegnato che il destino si costruisce giorno per giorno, accanto alle persone che si amano.
E io ti amo, Kakashi.
Ti amo da una vita.
Ti amo dal momento che ci siamo baciati quella prima notte, sotto un cielo pieno di nuvole e promesse, ti amo da quell'assurda convivenza, ti amo dal primo sguardo.
Ritrovarti, poter stare con te, non ha fatto altro che aumentare quell'amore sopito da tempo.
Non mi pento di essere scappata dal villaggio, e non mi pentirò neanche quando arriverà il momento della mia fine.
Sei tutto il bene che potevo ricevere da questa vita, per questo sei tanto prezioso.
Grazie per ogni momento, ogni sorriso spensierato. 
Grazie per avermi salvata.
Nonostante la nostra diversità - tu, il simbolo del bene, del maestro perfetto, e io, la spia malvagia - siamo riusciti a trovarci, ad incontrarci a metà strada.
Hai presente quando il sole sta per tramontare ma la luna è già alta nel cielo?
Noi siamo così: tu sei il sole e io la luna.
Grandi amanti, ma per poco - pochissimo - tempo.
Siamo luminari opposti, ma gli opposti - inevitabilmente - si attraggono.
E quindi, eccoci qui, insieme.
Quando non avremo più la possibilità di stare insieme, tu alza gli occhi al cielo e guardami.
Io sarò sempre lì, e cerca tra le nuvole le nostre storie.
Noi vivremo in eterno.
Grazie,
 
Tua Hanare."
 
Kakashi lesse e rilesse la lettera, fino a consumarla, fino ad impararla a memoria, fino a consumarsi.
Era un ciclo infinito che si ripeteva: lei, il loro amore, la sua scomparsa e le sue parole.
Ma stavolta non sarebbe tornata.
Proprio stavolta che il cielo aveva dato la possibilità al sole e alla luna di incontrarsi...
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autrice
 
Tengo a precisare che la partecipazione a questo contest e la scelta giusta del pacchetto e della coppia, mi hanno dato l'opportunità di scrivere il seguito de "Il primo e unico amore" nella raccolta "The spring of the soul - Frammenti di vita". Era da tanto che avrei voluto scrivere un continuo e avevo anche iniziato, ma il computer non ha ritenuto opportuno collaborare e l'ha bellamente cancellato. Ma in ogni caso, l'importante è arrivare all'obiettivo raggiunto!
 
 
 
  
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