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Autore: eco77    02/09/2014    1 recensioni
Nora, una giovane studentessa si risveglia in una casa non sua ed incontra William, un uomo misterioso che le ha salvato la vita ma che la condurrà verso qualcosa di sconosciuto.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: PWP, Threesome
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"APRI GLI OCCHI! APRI GLI OCCHI!"
 
Li aprii e una luce bianca abbagliò la mia vista.
Passarono ore,anzi no...forse giorni. Dormii così tanto che ne sogni riuscii a rivivere quasi tutti i miei 24 anni di vita.
Quando, finalmente, il mio corpo decise di svegliarsi mi resi conto di trovarmi in un luogo a me sconosciuto.
Ero intontita e i miei pensieri non erano ben definiti ma la mia vista era perfetta, così un po' affannando a causa dell'ansia, scrutai ciò che mi circondava.
Una libreria, una poltrona ergonomica, uno scrittoio ed uno specchio dove scorsi la mia immagine riflessa, ero...ero...deperita e pallida, molto pallida, i miei capelli erano raccolti in una treccia laterale ed i miei occhi erano smarriti.  Ero seduta al centro del letto ed ero circondata dalle mille grinze delle lenzuola blu, ne afferrai un lembo e lo portai al naso, odoravano di detersivo ed erano morbidissime.
Scesi dal letto e poggiando i piedi nudi a terra mi resi conto di quanto la mia temperatura fosse bassa, potevo sentire il calore del pavimento entrare dalla pianta del piede e salire su fino ai polpacci.
Indossavo un pigiama non mio, interamente blu proprio come le lenzuola.
Ispirai profondamente e l’odore del legno dei mobili provocò un lieve bruciore alle mie narici, mi grattai la punta del naso con la mano destra, mentre con la sinistra afferrai un cellulare che era sul comodino accanto al letto.
Fu proprio in quel momento che la porta si aprì.
Mi voltai di scatto facendo cadere il cellulare a terra, lo raccolsi e quando tornai in posizione eretta osservai l’uomo che era appena entrato nella stanza. Capelli spettinati con un ciuffo più chiaro sul davanti, occhi verdi che penetravano l’anima e dalla maglia si intravedeva un fisico muscoloso.
Cosa dire? Cosa chiedere? Chi era? Cosa mi era successo? Non ricordavo nulla!
L’ultima cosa di cui avevo memoria era la festa di compleanno della mia compagna di stanza del college, Audrey, in un locale e me e lei che bevevamo fiumi di alcool.
Per qualche minuto quell’uomo rimase immobile, e ci scrutammo, ci studiammo come fanno gli animali: con gli sguardi.
Lui fece un passo in avanti ed io uno indietro, andando così ad urtare il comodino. Serrai la mascella e iniziai a torturarmi le dita delle mani, ero nervosa ma cercavo di non mostrarlo, dovevo restare tranquilla e capire cosa mi stava succedendo.
Quel silenzio così eterno fu interrotto dal mio coraggio.
“Puoi spiegarmi cosa mi sta succedendo?”
Non appena aprii bocca sentii le lacrime riempirmi gli occhi e la gola mi si strinse, avrei voluto piangere ed urlare, il mio nervosismo si stava trasformando in rabbia con una velocità stratosferica, avrei distrutto tutto ciò che era presente nella stanza ma,apparentemente, cercai di mantenere la calma e feci qualche passo in avanti.
Quell’uomo continuava a guardarmi, fin quando non si decise a parlare
“Io mi chiamo William e…”
Lo vidi tentennare, come se stesse scegliendo le parole più consone da usare,poi riprese con molta sicurezza
“…ti ho salvato la vita, in un certo senso”
Salvato la vita? Che diavolo significava?
“Posso sapere qualcosa in più?”
Mi avvicinai ancora di più ed iniziai a sentire il suo odore, molto forte ma anche molto confortevole.
Lo vidi accomodarsi sulla sedia dello scrittoio e con un gesto della mano mi invitò ad accomodarmi sul letto.
“Cos’è l’ultima cosa che ricordi?” Mi chiese con un’aria preoccupata
“Io…io…sono confusa” Dissi, portandomi una mano sulla fronte “E’ tutto così…offuscato…ricordo me e Audrey in un locale e ricordo i nostri amici del college, l’alcool”
Mentre parlavo  dei flashback invasero la mia mente, rivedevo l’abito rosso di Audrey e quello mio bianco, acquistato il giorno prima dei festeggiamenti, il barman che faceva l’idiota con tutte e altre immagini poco nitide, ma tutto ciò fu interrotto dalla voce di William
“E nient’altro? Cerca di sforzarti”
Socchiusi gli occhi e quello che ricordai fu breve ma intenso: io ed Audrey eravamo ubriache ma nonostante ciò Audrey decise di guidare, assicurandomi di farcela ma non fu così, Audrey si addormentò al volante e in un attimo l’auto cadde giù dal ponte ed affondò nel fiume.
“Io…io…”
Mi alzai di scatto, ed era come se sentissi l’acqua nei polmoni, non riuscivo a respirare. William mi prese la mano e iniziò a parlarmi guardandomi negli occhi
“Calma, devi stare calma…è tutto passato”
Mi calmai e il mio respiro tornò regolare
“Tu, tu..mi hai salvata”
Accennai un sorriso ma poi lo vidi scuotere la testa
“Aspetta, devi prima ascoltare tutta la storia.”
Si sedette accanto a me sul letto e le sue  parole uscirono dalla sua bocca come un fiume in piena
“Io, mi trovavo a passare nei paraggi poco dopo che l’auto della tua amica era caduta dal ponte così mi sono tuffato ed ho tirato fuori entrambe ma…per la tua amica era già troppo tardi, il suo cuore già non batteva più, mentre tu…tu eri ancora viva, o quasi”
Fu in quel momento che mi resi conto di cosa,William, mi aveva fatto: io avevo bevuto il suo sangue.
Un ennesimo flashback, un altro ricordo, io distesa sulla riva del fiume tra le sue braccia William mi incitava a bere dal suo polso, si era morso pochi istanti prima.
“ Cosa...?!”
Sconvolta scattai in piedi.
“Nora, tu puoi scegliere!”
“Scegliere cosa? Cosa stai cercando di dirmi?”
Non riuscii più a trattenere le lacrime.
“Vedi…il mio sangue non è riuscito a guarirti, ma…ti ha trasformata”
“Trasformata? Nooo…tu sei matto, voglio andare via!”
Il mio tono di voce salì e iniziai ad agitarmi anche fisicamente.
“Voglio andare via, hai capito?”
Mi avvicinai alla finestra e spalancai le tende ma nello stesso istante in cui la luce entrò nella stanza i miei occhi iniziarono a bruciare.
William chiuse di nuovo le tende e mi afferrò per le braccia
“Stai calma, ti aiuterò io!”
Mi disse scuotendomi energicamente.
Mi liberai dalla sua presa e dopo aver terminato le lacrime mi gettai su di lui con tutta la forza in mio possesso.
“Cosa mi hai fatto?? PARLA”
Cercai di spingerlo ma senza riuscirci, era una roccia.
“Sei un vampiro”
Quelle parole rimbombarono nella mia testa, vampiro…
Iniziai a ridere  e di gusto
“Vampiro?! AHAHA tu sei matto davvero, tu chi saresti? Dracula? Su andiamo…deve essere uno scherzo”
Ecco che per l’ennesima volta in pochi minuti il mio umore cambiava in un attimo.
“No, non scherzo”
La serietà presente nel suo tono di voce mi spaventò ed iniziai a capire che più verità di quella non c’era.
“Hai detto che posso scegliere, cosa significa?”
“Significa che ora sei in fase di transizione e puoi scegliere: o ti nutri e diventi come me, o ti lasci morire”
Scossi la testa e mi gettai sul letto.
   
 
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