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Autore: _martyart_    02/09/2014    0 recensioni
Nuova scuola, nuovi compagni, vecchi e nuovi amici. Un passato da dimenticare, una nuova vita da vivere.
Questa storia, che prende spunto da esperienze personali realmente accadute, vuole narrare le vicende di una giovane alle prese con tutte le sorprese che la sua età comporta. In questo anno scolastico vedremo cambiare non soltanto il suo carattere in base alle vicende che la riguarderanno, ma vedremo la nostra protagonista maturare nel corso del tempo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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-Capitolo uno.

Era il suo primo giorno di scuola.

Misa aveva ormai quattordici anni, e dopo quella che era stata un' attenta e lunga decisione, sua mamma era arrivata alla conclusione che le avrebbe permesso di iscriversi al liceo artistico, il sogno di tutta una vita. Adesso stava li, sul grosso portone di ingresso.

Aveva già visitato la scuola qualche mese prima, quando le era stata data l'opportunità di frequentare dei brevi stage. In quelle ore si era divertita davvero molto!

Era passata di laboratorio in laboratorio, aveva visto le aule e conosciuto un po' l'ambiente scolastico. Trovarsi li adesso era tutta un’ altra cosa, però.

L'ansia e l'agitazione l’obbligarono a stare sulla soglia, ad osservare la riccamente decorata facciata dell'edificio. Dall'esterno si potevano notare due ordini di finestre, quelle sotto più tondeggianti mentre quelle sopra più squadrate; entrambi gli ordini erano incorniciati da mensole bianche, mentre tra un ordine e l'altro si vedevano chiaramente delle decorazioni geometriche scure, nettamente in contrasto con il color caffè dei muri. I ragazzi erano tutti stipati sul marciapiede di fronte, e molto spesso si sentivano brontolare i passanti che dovevano fare a gomitate per uscire dalla folla di pubescenti.

Diede un ultimo sguardo all'entrata. Mancavano una ventina di minuti al suono della campanella delle otto, così decise di darsi una mossa e di salutare sua mamma.

Appena mise piede nel liceo, ciò che le fu subito chiaro era che nell'ingresso si erano riversati una decina di primini come lei. Quando spalancò la porta, infatti, si girarono per osservarla meglio.

Misa accennò un debole sorriso, e cercò almeno per una volta nella sua vita di mettere da parte la sua asocialità: si presentò a tutte le ragazze stringendo loro la mano. Dopo aver scambiato qualche parola, giusto i nomi che un secondo dopo aveva già dimenticato e se sapevano o meno in che sezione erano, le squadrò un meglio.

Non andava pazza per le persone, soprattutto quelle viziate. Di fatto si trovò davanti tutte ragazzine, molte delle quali accompagnate dalla madre, con l'estpack nuova di pacca all'ultimo grido.

Ai piedi le immancabili hall, quegli stivaletti con il pelo odiosi, che facevano tanto eschimese, i leggins attillati e i golf larghi e colorati che andavano di moda in quel momento. Pregò con tutte le sue forze che almeno la metà di quelle oche non fossero in classe con lei.

Dopo un attimo di sorrisi tirarti è imbarazzati, Misa si guardò intorno per osservare meglio dove si trovava. Una bacheca stava vicino alla porta, dove evidentemente erano segnati gli orari provvisori, dato che molti alunni più grandi si avvicinavano per consultarli. Sull'altro lato della parete stava invece una teca ad incasso dentro la quale vi erano riposte alcune regole di sicurezza della scuola, sopra un dipinto che molto probabilmente avevano svolto gli allievi, e che Misa riconobbe come una copia di un de Chirico. Il soffitto era invece un imitazione di soffitto a cassettoni, con tanto di gigli fiorentini e decorazioni floreali. Era così intenta ad osservare la novità che non aveva notato il ragazzo che la stava fissando. Appena dietro la porta, infatti, stava sostando in piedi un giovane che catalogò immediatamente come più grande.

Eppure le sembrò strano... Aveva l'aria di sapere meno di lei riguardo la scuola, dagli sguardi sperduti che lanciava in giro. E non sembrava nemmeno conoscere nessuna delle persone della sua età che entravano dal portone. Dato che una delle sue intenzioni era anche abbattere i muri che aveva eretto contro i ragazzi, si fece coraggio e andò da lui con un falso sorriso dipinto sulle labbra.

'Ciao' la sua voce le suonò quasi un po' estranea. Era forse l'agitazione?

'Ciao' Rispose lui, a cui erano diventate le gote rosse.

Misa dovette trattenersi a stento da scoppiare a ridergli in faccia. La sua voce, rispetto al colosso di uomo che era, ricordava giusto quel poco... Una paperella di gomma.

~Ecco perché non parla con nessuno~ pensò tra se e se. Decise di evitare la questione, come se la sua voce le fosse parsa normale.

'Sei per caso un primino?' continuò infatti come se nulla fosse.

'Si lo sono. Tu?'

'Anche io. Piacere, mi chiamo Misa' e sorrise un'altra volta.

Il ragazzo invece stava li, guardandosi i piedi, con la frangetta dei capelli biondo cenere che gli scendeva sugli occhi. Alla ragazza parve subito un po' imbranato, sia per il suo comportamento, sia per il suo modo di vestire stravagante. Dei larghi pantaloni da militare color kaki, che dovevano contare una cosa come una quindicina di tasche, una felpa verde prato e delle Nike blu scolorite.

La tracolla era dell'omonimo colore della felpa. In un modo o nell'altro, lo prese subito in simpatia.

Arrivò ad un certo punto il momento in cui nessuno veniva ancora a ritirare i primini giù nell'ingresso. Decise allora di raggiungere il piano di sopra, salendo dalla rampa di scale laterale riservata agli studenti, accompagnata da una tale di nome Rosy.

Rispetto alle altre che aveva visto al piano inferiore, pure Rosy fu una delle poche che prese parecchio in simpatia. Aveva dei capelli neri che le arrivavano alle spalle, un cerchietto dorato in mezzo a essi.

Dei pantaloni a motivo militare rosa, un pail blu e azzurro aderente con la zip, delle scarpe da ginnastica rosse e una larga sciarpa viola. Nella sua testa Misa prese nota: lei sarebbe stata "arcobaleno con i piedi". Intrattennero una conversazione più o meno varia, le disse che abitava in un paese di periferia mentre chiese a lei di dove era. Misa rispose molto semplicemente che abitava in città, non esattamente vicinissima al centro, ma comunque la mattina avrebbe fatto solo mezz ora di autobus.

Di fatto quella mattina la aveva accompagnata per la prima volta la madre, dato che aveva temuto di scendere alla fermata sbagliata. Da li il discorso divagò parecchio, finché non finì per incentrarsi sugli anime e manga, che entrambe scoprirono di avere parecchio a cuore.

Mentre passavano per i corridoi alla ricerca della segreteria, questa le si parò di fronte appena salita la rapa di scale, giù in fondo al corridoio. Si avviarono con passo incerto facendosi strada tra gli altri studenti, mentre un entusiasta Rosy osservava i disegni affissi in bacheca. Evidentemente non era mai venuta a visitare la scuola, si disse tra se e se Misa. Erano quasi arrivate a destinazione che venne incontro loro quella che doveva essere la segretaria, con tanto di taccuino e biro in mano.

Era una donna sulla trentina, indossava un ampia gonna a balze nera con la camicetta attillata dello stesso colore, dei tacchetti che la facevano camminare come una papera e uno chignon che le chiudeva i capelli ricci sulla nuca. 'I primini da questa parte!' Starnazzava a destra e a manca. Misa e Rosy si fecero subito avanti venendole incontro.

'Ma siete solo voi?' Strabuzzò gli occhi papereschi, contando attorno gli anatroccoli che le stavano dietro. Erano cinque in totale.

'Hem... No, in realtà no', mi feci avanti io 'altri ragazzi sono al piano di sotto, all'ingresso'

'Oddio' disse lei come se la cosa la avesse turbata profondamente 'ma quando lo capiranno i primini che il primo giorno devono stare tutti davanti alla segreteria?!'

E ancheggiando col suo grosso deretano ci aveva permesso di scendere dalla scala che teoricamente era solo per i professori, che raggiungeva direttamente l'ingresso. Al nostro arrivo notai subito che la folla di ragazzini taccolosi si era incrementata, raggiungendo circa la quarantina in tutto. Si fece allora strada per il corridoio un altra signora, sulla cinquantina. Era grossa e grassa, quasi come un tacchino il giorno del ringraziamento. Anche i suoi capelli erano ricci, (ma assumevano solo gente riccia?), e per poco Misa ebbe l'impulso di abbassarsi per evitare l'attacco flagello di quel tangela*.

Constato che era invece la prof. che li scortava in aula, si rasserenò. La stanza in cui li fecero sedere era ampia e spaziosa, con dei banchi larghi simili a piccole scrivanie. Si sviluppava tutta in lungo, e le finestre che illuminavano l'ambiente erano in parte quelle che davano sulla strada; contribuivano all'illuminazione dei faretti al led incassati nel soffitto. Un balzo notevole di qualità insomma, rispetto alla scuola pubblica a cui era sempre andata.

Prese posto circa a metà aula insieme a Rosy, mentre nei banchi dietro di loro vide sedersi una ragazza molto alta e magra dal naso adunco e una bassina dai fianchi larghi.

~Giraffa e pera~, pensò quasi senza volerlo Misa. Era abituata a catalogare le persone in base alla loro forma. Non aveva nulla di cattivo o di discriminatorio, ma piuttosto un attento occhio da artista che si preparava a riassumere con semplici e precisi tratti ciò che doveva rappresentare.

Quindi il suo cervello cataloga così le persone. La signora tacchina intanto aveva incominciato un breve discorso, la voce da baritono manco fosse una cantante lirica. ~Tacchino basso~

Anche la voce per Misa era un elemento essenziale, dato che solitamente tendeva ad evitare categoricamente le persone che avevano una voce particolarmente irritante.

'Benvenuti ragazzi, io sono la professoressa Sarah Giallis, e vi insegnerò matematica e diritto. Inoltre sono lieta di informarvi che sono la vostra vice preside' ~Ah già, fantastico, mi ero dimenticata che in più rispetto al liceo pubblico facciamo diritto~ 'Prima di tutto vorrei presentarvi i vostri altri professori, poi vi parleremo del programma di questa settimana e vi consegneremo la lista dei materiali'.

Così dicendo si fecero avanti una decina di persone, quelle che avrebbero formato il nostro corpo docenti. 'Agnia Cesti, professoressa di italiano’ le professoresse di italiano le incutevano timore. A parte il fatto che era una frana in quella materia, erano le creature più mistiche di tutta la scuola. Avevano la stronzaggine "celata", ovvero la notavi solo con la prima interrogazione.

'Charol Aglio, professoressa di inglese' una signora abbastanza vecchia, rughe, con tanto di neo incallito e peletti sul naso. Pancetta che usciva dai vestiti troppo stretti come un fiume in piena, la ricrescita nei capelli biondi tenuti sciolti, lunghi, e relativamente alla Severus Piton**.

~Vecchia bacucca, non c'è altra spiegazione~ Passarono così anche il Professore di religione, ovvero un frate, quello di scienze che Misa soprannominò pisolo per via della sua aria eternamente addormentata, la professoressa di storia dell'arte e così via. Stava iniziando a fissare il pulviscolo che danzava nella luce del sole quando arrivò come un apparizione lui.

Il fisico perfetto, senza nemmeno un filo di grasso, le spalle larghe che le piacevano tanto messe in risalto dal cardigan grigio, i cappelli ricci (certo che sono fissati) e il pizzetto curato. Gli occhi azzurri, la voce celestiale... Un angelo in poche parole.

'Salve a tutti ragazzi, io sono il professor Marcus Erico, e per i pochi fortunati di voi insegnerò disegno professionale e dal vero' detto questo si accese in un sorriso radioso. Misa si asciugò due o tre volte la bava che le colava dalla bocca prima di voltarsi verso Rosy e chiederle che cosa intendesse il prof con 'i pochi fortunati di voi'.

'Ma stavi ascoltando?' Chiese lei con aria scettica.

'C'è davvero bisogno che te lo dica?' Scoppiò in una risata silenziosa la compare.

'Hanno detto che avremo tutti i professori in comune tranne quelli di arti figurative e dal vero.

Quindi qualcuno si beccherà Erico... A qualcuno invece toccherà Casa'

Con il mento segnalò la posizione di un altro professore. Rispetto alla celestiale visione di poco prima, agli occhi di Misa quello apparve poco più che un barbone. Cercava di imitare spudoratamente il collega, e quindi risultava solo una sua brutta copia. Più basso, più gracilino, il maglione gli calzava male e sembrava che non curasse per niente il suo aspetto.

In silenzio la ragazza incominciò ardentemente a pregare di avere Erico come professore.

Mano a mano che la spiegazione delle regole, degli orari, la visita delle aule andava avanti, Misa ebbe modo di conoscere anche Pera e qualche altra persona. Purtroppo, al momento tanto atteso nello smistamento delle aule scoprì di aver fatto amicizia con persone che erano finite tutte nell'area sezione.

Ci rimase un po' male, ma non si perse d'animo quando scoprì che il ragazzo che aveva conosciuto all'ingresso era in classe con lei. Dopo la consegna della lista, che comprendeva una cosa come una trentina di oggetti, fu detto loro che potevano socializzare liberamente. Ora che si trovava in mezzo ad un branco di gente, Misa si fece piccola piccola. Odiava le persone. Puntò prima di tutto una ragazza che sembrava molto cool, aveva i capelli corti e un bellissimo ciuffo rosa. Purtroppo era di poche parole, e la conversazione cadde dopo poco. A caccia di prede da sviscerare, non poté fare a meno di notare una ragazza in particolare che andava rumoreggiando tra i gruppetti di conversazione che si erano creati. Misa distinse chiaramente una enorme palla nera, ma dato che quel chiasso non la attirava per niente lasciò perdere. Per certi versi il comportamento della nostra protagonista ricordava molto quello dei gatti: adorava la novità quando era tutta per se, ma appena la festa si faceva per molti correva ai ripari.

Così fini per parlare con due che erano rimaste abbastanza isolate rispetto agli altri; Erano entrambe magre, una un po'di più dell'altra. ~Bene bene, carne fresca. Una assomiglia a uno scopa girata al contrario, l'altro sembra tenera.. Fin troppo~ Scopa si presentò come Alissa, viso d'angelo invece si chiamava Michelle. Andò subito d'accordo con la seconda. Era il tipo di persona che faceva per lei... Dato il suo carattere dominante, da alfa, le persone che le facevano comodo quando era a suola dovevano avere la personalità più flebile della sua. Non cercava amici, bensì gente con cui parlare nei momenti di noia, nulla di più.

Eppure quando prese il banco riuscì ad avere una buona posizione. In ultima fila, vicino alla sua nuova amica, e a Alissa, con cui più parlava più iniziava a starle sui nervi. L'unico suo rammarico era la lontananza dal ragazzo che aveva conosciuto, di cui non sapeva ancora il nome, che si era messo in prima fila insieme alle altre quattro forme maschili presenti in una classe composta da diciannove ragazze. Avrebbe avuto modo di conoscere meglio i suoi compagni nelle settimane successive, pensò.

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*tangela è un pokèmon assomigliante molto ad un cespuglio, flagello é un attacco che prevede l'uso dei suoi 'tentacoli' per colpire l'avversario.

**Severus Piton, personaggio della saga di Harry Potter, amabilmente conosciuto per il suo taglio di capelli alla Renato Zero.

  
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