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Autore: agatha    23/09/2008    8 recensioni
Tsubasa imparerà che anche un semplice cerotto può trasformarsi in qualcosa di più importante e, forse, persino romantico. [Scritta per la "FIRST-AID KIT Challenge!"]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non potevo non cimentarvi anch’io al contest di Mnemosyne, il First-Aid-Kit Challange!

Prompt 3# Cerotti

L’idea è nata dopo aver partecipato, sabato, al matrimonio della mia migliore amica, quindi aspettatevi alte dosi zucchero vi avverto *___*

 

Tsubasa stava camminando per la strada, con le mani infilate nelle tasche del giubbotto, sospirando. Ormai era da qualche settimana che si sentiva confuso e non sapeva che cosa fare. Dopo aver visto capitolare il suo grande amico Genzo si era ritrovato a pensare insistentemente al matrimonio. Finora era sempre stato un concetto astratto, un qualcosa che aveva in progetto ma in un futuro non preciso. Invece cominciava a rendersi conto che sposarsi non l’avrebbe privato della sua libertà o della possibilità di giocare a calcio, ma gli avrebbe dato modo di dividere tutte quelle emozioni insieme a Sanae.

Forte di queste considerazioni, alcuni giorni prima, era entrato in una gioielleria comprando un anello di fidanzamento. Lo stesso che ora stava nella tasca destra del suo giubbotto, con cui stava giocherellando con le dita.

Il problema era che non riusciva a sbloccarsi.

Quando si trovava davanti a Sanae, la gola diventava improvvisamente secca e non riusciva a dire più niente.

 

Per questo stava girando da mezz’ora a vuoto, senza trovare il coraggio di andare da lei. Rimpiangeva di aver lasciato a casa il pallone, forse qualche tiro l’avrebbe aiutato a scaricare un po’ della tensione che aveva dentro. Con una smorfia estrasse la scatolina verde scuro, alzandola all’altezza del viso, squadrandola attentamente.

Perché doveva essere così maledettamente difficile?

Aveva affrontato dei grandi campioni sul campo di calcio, era riuscito a rimanere in piedi con una spalla slogata superando il dolore lancinante, ma non riusciva a pronunciare una semplicissima domanda.

Forse doveva smettere di pensare e agire.

Camminando rapido arrivò davanti alla casa di Sanae e suonò il campanello prima di cambiare idea.

 

Fu lei ad aprirgli.

“Tsubasa? Cosa ci fai qui?”

Si strinse nelle spalle stringendo, di nascosto, la scatolina nella sua tasca.

“Passavo da queste parti e ho pensato…”

Si guadagnò un sorriso da parte di Sanae, che felice di quella sorpresa, si avvicinò stampandogli un bacio a fior di labbra.

“Entra, vieni. Scusa ma stavo finendo di sistemare in cucina, mia zia è a letto con la febbre e la mamma è andata a darle una mano”

“Non c’è problema ti faccio compagnia”

Raggiunsero la cucina.

“Siediti pure” lo invitò lei.

“In realtà io avrei una...”

“Vuoi bere qualcosa?” lo interruppe mentre si avvicinava al lavandino, voltandogli le spalle, con uno strofinaccio in mano.

“No… grazie. Ho pensato molto in questi giorni…”

“Sei preoccupato per la ripresa del campionato brasiliano?”

“Non avremo vita facile ma non mi preoccupo. Abbiamo una squadra forte e… Ma non era di questo che volevo parlare”

Sanae si voltò, le mani appoggiate ai fianchi, con un’espressione stupita in viso.

“Oozora che non vuole parlare di calcio? Sei per caso malato?” lo prese in giro.

In risposta lui incrociò le braccia al petto fingendosi offeso.

“Questa non è divertente. Ho una cosa da dirti e se tu continui ad interrompermi non ci riuscirò”

“Ok, scusami. Giuro di non farlo più. Finisco solo di asciugare questi coltelli”

“Stavo dicendo che ho pensato molto a… noi due. Ormai sono è più di un anno che siamo insieme, senza considerare…”

Il rumore di una posata che cadeva per terra lo bloccò.

“Scusa mi è scivolato. Continua pure” si difese lei in risposta alla sua occhiataccia.

“…tutto il tempo passato da amici. Non manca molto alla mia partenza per tornare in Brasile e vorrei…”

“Cosa?” domandò Sanae di fronte alla sua esitazione, voltata di spalle.

Tsubasa aspirò profondamente, cercando di combattere il dolore che gli stava bloccando la gola.

“Io… vorrei chiederti di…”

“Ahi!”

Il grido di dolore fece scattare in piedi il giocatore, che corse da lei.

“Che hai fatto?”

Gli mostrò la mano dove un piccolo taglio stava sanguinando copiosamente.

“Stavo asciugando quel coltello e mi è scivolato”

“Bisogna medicarlo subito”

“I medicinali sono nel bagno”

 

*

 

“Ecco adesso è disinfettato. Hai dei cerotti?”

“Ho paura di averli finiti, prova a guardare lì in basso”

Lui si allungò verso l’alto, tastando con la mano, il ripiano dell’armadietto, cercando di raggiungere il fondo.

“Non ce ne sono. No, aspetta. Sei fortunata, ne ho trovato uno”

Sorridendo aprì l’involucro e tornò vicino a lei. La prese per un gomito spingendola verso il bordo della vasca e facendola sedere.

“Dammi la mano”

Sussultò impercettibilmente rendendosi conto, in quell’istante, della posizione del taglio: proprio di lato sull’anulare sinistro.

Che fosse un segno del destino?

Ricordava chiaramente l’incidente di cui era stato vittima da piccolo, quando il pallone da calcio l’aveva protetto salvandogli la vita. Dentro di sé sentiva che quanto successo non era un caso. Incoraggiato da quelle riflessioni si mise in ginocchio, davanti a lei, e lentamente appoggiò il cerotto, coprendole il taglio e avvolgendole il dito, come un anello.

Rialzò il capo e la fissò negli occhi scuri. Osservò tutti i suoi lineamenti che ormai sapeva a memoria.

Amava quella ragazza che, fin dal suo primo giorno a Fuijsawa, l’aveva incoraggiato credendo in lui. In ogni partita giocata la voce di Sanae era risuonata sempre chiara e limpida mentre gridava il suo nome e, le volte in cui aveva alzato lo sguardo, aveva potuto contare sul suo sorriso luminoso.

Come per magia, tutti i dubbi e le paure scomparvero.

“Sanae, vuoi sposarmi?”

La ragazza spalancò gli occhi, incredula di fronte a quanto sentito.

“Cos’hai detto?” mormorò piano, con la paura di essersi immaginata quelle parole.

“Ti ho chiesto di sposarmi” confermò il giocatore nipponico serio, ma con l’ombra di un sorriso che stava spuntando ai lati della sua bocca.

Nel sentire confermata quella domanda Sanae provò un’emozione intensa e il suo cuore cominciò a battere più forte. Solo da Tsubasa poteva aspettarsi una dichiarazione simile in bagno, mentre la stava medicando, senza un filo di romanticismo. Ma lo amava proprio per la sua semplicità, per il suo essere sempre spontaneo e sincero.

“Forse nessuno te l’ha mai spiegato, ma di solito questa è una domanda che si fa mettendo qualcosa di più di un cerotto al dito di una ragazza” scherzò.

Lui si passò una mano scompigliando i corti capelli neri. In quel momento, passato l’attimo, si rese conto di quanto dovesse sembrare ridicolo ai suoi occhi, inginocchiato sulle fredde piastrelle e senza nemmeno aver tirato fuori l’anello.

Era proprio uno stupido.

“E’ da quando sono entrato in casa tua che sto cercando il modo giusto per dirlo ma…” tentò di giustificarsi.

Sanae si portò alla bocca la mano libera, soffocando un gemito, prima di scivolare a terra avvicinandosi a lui e stringendogli la mano.

“E io che ti ho interrotto più volte, poi sono stata così sciocca da tagliarmi”

Tsubasa, di fronte alla sua reazione, le fece un enorme sorriso. Aveva già rovinato tutto facendole la proposta in quel modo, non voleva che si sentisse in colpa.

“Va tutto bene. Anzi, se mi sposi prometto di comprarti tutti i cerotti di questo mondo, però non mi hai ancora risposto”

“Certo che sì” sussurrò.

Le prese il viso tra le mani avvicinando le labbra alle sue. In quel momento tutto, per lui, era svanito.

Niente dolore al ginocchio per essere sul duro pavimento.

Niente gola secca.

Solo tanto amore per Sanae.

Più tardi le avrebbe infilato al dito l’anello comprato ma ora, la cosa più importante era tenerla stretta a sé.

 

 

Note: nel manga Tsubasa chiede a Sanae di sposarlo nel campo da calcio dove è stato vinto il World Youth Hen, ma per questa one-shot l'ho reinterpretato a modo mio e ad uso e consumo dei... cerotti!!

 

*****

Dedicata ad Eos75 che mi segnala sempre questi contest e a Silen che mi ha chiarito alcuni dubbi evitando che mi facessi troppo seghe mentali (e da cui ho copiato la nota finale) xD

 

  
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