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Autore: QuacquiApulia    03/09/2014    3 recensioni
State attenti, quando viaggiate in macchina. Mai farlo di notte. Mai con un bambino piccolo in braccio alla mamma, davanti. Mai con un uomo irascibile. Mai, con un fantasma con il vestito bianco come passeggero.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Notte fonda, una strada, una macchina, la campagna che si estendeva tutt'intorno. 
"Dove andiamo, papá?" chiedeva il piccolo Dennis. "In un bel posto, vedrai" gli rispose Fiordaliso da sopra la sua testa. Il figlio aveva appena quattro anni, ma sapeva essere davvero testardo! Aveva insistito talmente tanto che la madre non aveva potuto rifiutare di metterselo sulle gambe sul sedile anteriore, piuttosto che guadagnarsi un mal di testa. "Ma io lo voglio sapere!" riprese a piagnucolare il piccolo. "Stai buono adesso, Denny". Alberto non aveva proprio voglia di sentire altre lagne. Già con le storie di prima si erano fermati per ben 20 minuti e la strada era ancora lunga. Aveva intenzione di portare la famiglia in un hotel con vista mare, per festeggiare il suo aumento di stipendio e la nuova, bella notizia che non avevano ancora detto a Dennis: Fiordaliso era in cinta. Gli avrebbero chiesto se i nomi che avevano scelto, Celeste se femmina e Vittorio se maschio, sarebbero andati bene. Alberto aveva deciso di partire la sera in modo da non trovare molto traffico, ma non aveva fatto i conti con la poca pazienza del figlio, che già cominciava a stancarsi. "Quanto manca, Amore?" domandó la moglie, non sapendo bene dove sarebbero dovuti andare. "Ancora un paio d'ore" rispose. "Ancora?? Ma io voglio scendere!!" "Adesso basta, Dennis" provó la madre, con tono autoritario "mettiti a dormire e stai calmo, se non vuoi tornare dietro". Il bambino incrociò le braccine al petto e sporse il labbro inferiore, mettendo il broncio. Nel frattempo, il paesaggio si era tramutato in foresta.
"Quanto manca, papá?" "L'ha appena detto, tesoro: un paio d'ore" Fiordaliso cominciava davvero a temere per la loro incolumità. Quando Alberto si innervosiva, e lo sapeva bene, poteva diventare davvero violento. Il bambino aveva già messo a dura prova la sua pazienza con la scenata di poco prima, se avesse continuato avrebbero rischiato di finire fuori strada. "Ma che vuol dire?" eccolo che continuava.. "Due ore, Dennis, due ore!" quasi urlò il padre. Resosi conto, fece due respiri profondi e sorrise al figlio. "Pazienta ancora un po' ". Aveva intenzione di restare di buon umore per tutta la durata della vacanza. "Ma non ce la faccio piú!!" "Per l'amor del Cielo, Dennis!" La mamma avrebbe dovuto calmarlo subito, o sarebbe stato un guaio! Aveva notato il cambiamento di umore del marito e le era sembrato alquanto strano. Comunque, si disse, meglio così. Ora bisognava solo non guastarlo. "Facciamo un gioco!" gli occhi del bambino si illuminarono mentre la guardava "tu conti gli alberi che ci sono a destra" e indicó il lato interessato "e io quelli a sinistra". "Stupida" si sentì dire da Alberto "non sa ancora contare". Fiordaliso guardò il figlio abbassare lo sguardo e rimettere il broncio. "E allora dormi!" 
"Ma io non voglio dormire!" 
"É meglio se lo fai se non vuoi una sculacciata!"
"Non ho sonno!!"
"Fattelo venire o ti rimando dietro!"
"Ma io voglio guardare la strada!!"

"Finitela tutti e due!" si intromise Alberto, urlando.
"Attento!" gridò la moglie tenendo il bambino stretto a sè. Spaventato, frenò subito, sgommando non poco. Adesso che diavolo le era preso? Cominciava pure a piagnucolare.. "Ma che..?" provò a dire. "Non l'hai vista? Non l'hai vista??" 
"Ma che cosa?"
"Assassino!" 
"Ma di che cosa stai parlando?"

Lei scese dalla macchina con Dennis ancora in braccio. "Di quella ragazza con il vestito bianco in mezzo alla strada! L'hai presa in pieno!" disse sempre piangendo. No che non l'aveva vista, tantomeno l'aveva presa! Ma che stava dicendo? Scese dalla macchina anche lui, seguendo la moglie. La trovò ferma in mezzo alla strada, immobile. "Dov'è questa ragazza?" chiese, ancora scettico. Si affiancò a lei e la guardò in faccia: aveva un'espressione a dir poco terrorizzata, con gli occhi spalancati, ancora rossi di pianto, e la bocca tremante. Sembrava invecchiata di vent'anni in un minuto. "Io l'ho vista!" disse balbettando "giuro che c'era!" si voltò verso Alberto "non sono pazza! Lei era qui e tu l'hai investita! C'era, ti giuro, c'era!" 
"Torniamo in macchina, ora". Era ancora un po' scettico, ma non sapeva che motivo poteva avere la moglie di mentirgli. Era la prima a preoccuparsi per le loro vite, non avrebbe mai fatto uno scherzo così pericoloso. Si sedettero sui sedili. Forse l'aveva fatto per zittire Dennis.. In effetti si era calmato. Forse anche troppo.. "Dennis" lo chiamò. La mamma, sempre sconvolta, lo teneva ancora stretto al petto. "Dennis?" riprovò.
Si allarmò, non udendo risposta. Allungò le braccia verso di lui, ma Fiordaliso si scostò. "No!" urlò "Tu sei un assassino!" 
"Potrebbe stare male, Fiore! Non respira se lo tieni cosí stretto!" 
"Sta zitto!"
riprese a piangere "Tu non mi credi, vero? Ma io l'ho vista e non voglio che uccida pure lui!" 
"Non c'era nessuna ragazza con il vestito bianco sulla strada! E adesso lascia il bambino!" 
"No!"

Alberto chiuse la gli sportelli a chiave e cercó di strappare il corpo ormai senza vita del piccolo dalla stretta mortale della mamma, che si divincolava come un'ossessa, finché non si fermò d'improvviso. Aveva, notò il marito, un'espressione, se possibile, ancora più spaventata di prima. Guardava lo specchietto retrovisore e alzò un braccio tremante ad indicarlo. "E-eccola" disse in un sussurro tremante "è lei" si girò verso di lui, con ancora il braccio teso "la vedi, ora, sulla strada? È viva.." Si voltarono entrambi verso il retro della macchina, ma della ragazza nemmeno l'ombra. Riguardarono nello specchietto retrovisore e due urli lancinanti squarciarono l'aria. Ora sì, la vedeva. Era seduta dietro di loro, nei sedili posteriori, con il suo vestito bianco che, notarono, era macchiato di sangue. Li guardava con uno sguardo maniaco, da assassina. La macchina era chiusa, nessuno sportello era rimasto aperto. Era un fantasma. 


Qui la storia si interrompe, nessuno sa come finì. C'é chi dice che la coppia sia scappata a piedi, chi a bordo della macchina, chi che sia morta di infarto nel medesimo punto in cui si sentì l'urlo. Sta di fatto che non furono più ritrovati. Potrebbero rifugiarsi ancora nel bosco ai bordi della strada, potrebbero essere finiti in un burrone con la macchina, potrebbero essersi suicidati. Del veicolo rimase solo lo specchietto retrovisore, con uno schizzo di sangue dal DNA non riconosciuto, niente di più.
State attenti, quando viaggiate in macchina. Mai farlo di notte. Mai con un bambino piccolo in braccio alla mamma, davanti. Mai con un uomo irascibile. Mai, con un fantasma con il vestito bianco come passeggero.

BASATO SU UNA STORIA SIMILE ACCADUTA VERAMENTE, NON MOLTO LONTANO DA VOI.
 
 


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NDPA (Note Della Pseudo Autrice)
Saaalve! (^-^)
Abbiate pietà con me, è la prima volta che scrivo in questa sezione.
L’ultima frase è vera, il fantasma esiste, ma non so se sia veramente morto qualcuno a causa sua. Inutile dire che AMO tutto ciò che riguarda fantasmi, sovrannaturale e horror, quindi ho deciso di scrivere questa storia. Spero vivamente vi piaccia e ringrazio chi leggerà (per sbaglio o per fortuna (?)), chi metterà tra le seguite/ricordate/preferite e soprattutto chi recensirà.
Alla prossima!! (^-^)
  
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