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Autore: La Tigre Blanche    03/09/2014    4 recensioni
"- Sai che ti dico, eh? Va bene. Scopiamo. Ma ad una condizione.- Affermò deciso. Il francofono alzò un sopracciglio:
- Dimmi pure, Chenille.- E fu allora che il ghigno di Arthur si allargò paurosamente, facendo inquietare ancora di più l’altra nazione. In quel momento Francia ebbe paura di cosa in quel momento passasse per la mente contorta di quell’inglese. A giudicare da quel sorriso perverso, nulla di buono. Ma fu quando Inghilterra parlò che Francia momenti non svenne per lo shock:
- Sto io sopra.-
E in quel momento Francis si rese conto di essere fottuto. In tutti i sensi."
Quattro luglio, Londra, Inghilterra. In un pub sgangherato, Arthur affoga i dispiaceri nell'alcol, ma un incontro (quasi) inaspettato gli fa fare un cambio di programma.
|| FrUK, o meglio UKFrance || Perché il fandom ha bisogno di più Seme!England ||
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Never let the English top – O di quando Francia non riuscì a sedersi per una settimana
 
 
 
- Bonsoir, monsieur Chenille.- Inghilterra digrignò i denti a quella frase, stringendo con forza il bicchiere di birra che teneva in mano, quasi volesse romperlo.
- Cosa ci fai qui, dannata rana? Non dovresti essere alla festa di compleanno dello yankee?-  Chiese acido senza neanche alzare lo sguardo sul proprio interlocutore. Francia si lasciò sfuggire un sorriso di compiacimento: l’inglese era già semi-ubriaco. Sarebbe stato tutto più semplice. Sfoggiò la sua espressione più noncurante e, dopo aver scrollato le spalle, si sedette composto su uno sgabello del pub, quello più vicino ad Inghilterra, le gambe accavallate e un braccio appoggiato mollemente sul bancone del bar.
- Non, ho cose più importanti da fare…- mormorò, guardandosi le unghie con nonchalance.
Ogni quattro luglio era la stessa storia: mentre la maggior parte (se non tutte) le nazioni si recavano nella mostruosamente grande villa di America, chi per donargli un regalo, chi per attentare alla sua vita (vedesi Russia), Inghilterra preferiva rimanere in patria, chiuso nel pub più vicino ad affogare i propri dispiaceri nell’alcol. A questo punto interveniva lui, Francia, che, prontamente, si recava a Londra con il solo scopo di tirargli su il morale. A modo suo, ovviamente.
- Cioè? Rifilarmi qualche tua scusa assurda per avere il permesso di fottermi?- Soffiò Arthur, voltandosi verso il francese, le folte sopracciglia corrucciate in un’espressione stizzita.
“Mon dieu, il est vraiment ivre…” Effettivamente Inghilterra era conciato piuttosto male, con gli occhi arrossati e il volto imporporato, il tutto incorniciato dai capelli biondi più spettinati del solito e da due profonde occhiaie che rendevano il tutto ancora più cupo e… inquietante.
- Mais, Angleterre! Non farei mai una cosa del genere!- Tentò di replicare il francese, fingendosi sorpreso da quella risposta brusca. Arthur lo guardò, le labbra schiuse e umide e gli occhi appannati, rimanendo fermo per qualche secondo, dando l’impressione di essere sul punto o di svenire, o di vomitare. Francia trattenne il respiro, guardando l’inglese con preoccupazione, pregando ardentemente che non gli vomitasse sulla camicia nuova.
Arthur ghignò, socchiudendo gli occhi con una malizia che non gli apparteneva. A quello sguardo perverso, un brivido corse lungo la schiena di Francis, paralizzandolo. L’inglese ridacchiò, una risata quasi isterica. Afferrò l’ennesimo boccale con foga, trangugiando frettolosamente una lunga sorsata di birra, per poi poggiarlo sgraziatamente sul bancone, producendo un rumore sordo. Il ghigno però non sparì, continuando ad aleggiare cupamente sul volto di Inghilterra.
- Stronzate.- Sputò velenoso, accavallando a sua volta le gambe; - Aspetti solo il momento opportuno per mettermi addosso le tue manacce viscide da anfibio. Esattamente come l’anno scorso, o come due anni fa!- Il tono della voce si era paurosamente arrochito. Francia ignorò il senso d’inquietudine, limitandosi a guardare l’altro con indifferenza. Inghilterra continuò imperterrito il suo discorso; con un dito puntellò il petto dell’altro: - Sai che ti dico, eh? Va bene. Scopiamo. Ma ad una condizione.- Affermò deciso. Il francofono alzò un sopracciglio:
- Dimmi pure, Chenille.- E fu allora che il ghigno di Arthur si allargò paurosamente, facendo inquietare ancora di più l’altra nazione. In quel momento Francia ebbe paura di cosa in quel momento passasse per la mente contorta di quell’inglese. A giudicare da quel sorriso perverso, nulla di buono. Ma fu quando Inghilterra parlò che Francia momenti non svenne per lo shock:
- Sto io sopra.-
E in quel momento Francis si rese conto di essere fottuto. In tutti i sensi.

 
*
- Ah, merde!- Si lasciò sfuggire il francese. Ancora non riusciva a capacitarsi di come fosse arrivato a quel punto. Si trovavano nel bagno del pub, chiusi a chiave. Francis aveva il volto premuto contro le piastrelle sporche del muro della toilette. Si mordeva convulsamente il labbro inferiore, arrossandolo ulteriormente. I capelli biondi gli ricadevano davanti agli occhi e ai lati del volto, alcune ciocche gli si erano attaccate alla fronte e alle guance a causa del sudore. Gemette piano, storcendo il naso, mentre si appuntava mentalmente di non accettare mai più certe proposte dalla nazione inglese.
Francia non ricordava l’ultima volta in cui era stato violato da qualcuno. Né se la voleva ricordare. Sgranò gli occhi, trattenendo a stento un gemito quando Arthur andò a toccare quel punto.
- Cosa c’è Francis? La verità fa male?- Mai la voce di Inghilterra risultò così stronza alle orecchie di Francia. Che poi, a quale verità si riferiva? Al fatto che, dopotutto, quell’alternativa gli piaceva?
- Diciamo che sei meglio di come mi aspett—AH!- un’altra spinta, più prepotente, andò a colpire nuovamente il centro dei suoi piaceri. Il ritmo che Arthur aveva mantenuto fino a quel momento era piuttosto lento e Francis, stringendo i denti, era riuscito a resistere al dolore iniziale. Peccato che Inghilterra si stava facendo sempre più impaziente. Francia lo sentiva fremere, e sapeva che non avrebbe resistito per molto altro tempo.
Manco gli avesse letto nel pensiero, Arthur si era sporto su di lui, mordendogli l’orecchio, per poi sussurargli:
- Francis. Preparati.-
- Mais, Chenille, lo so che sei bravo, ma io non sono più abitu—AAH!- A quanto pareva il suo caro Bruco aveva voglia di interrompergli a metà le frasi. Francia chiuse gli occhi, appoggiando la fronte al muro, ingoiando i gemiti a stento e rassegnandosi al fatto che non solo quel sopracciglione biondo scopava da Dio, ma che probabilmente per la settimana a venire non si sarebbe più potuto sedere né camminare senza destare qualche sospetto.              
“Parfait, et la semaine proche il y a aussi une réunion!” Fu questo l’ultimo suo pensiero lucido prima di lasciarsi trascinare da Arthur nella più totale libidine.

 
*
- Allora, amigo, come hai passato il quattro luglio? Non ti ho visto alla festa della settimana scorsa, dove ti eri cacciato?- Francia sorrise a quella domanda, un sorriso di chi la sapeva lunga:
- Eh, sapessi, mon ami!- Disse serafico, volgendo gli occhi azzurri verso quel dannato inglese. Spagna seguì lo sguardo dell’amico, ghignando non appena intravide l’inglese discutere animatamente con America.
- Eh eh! Non ti smentisci mai!- Asserì l’ispanico, strizzando l’occhio al francofono. Questi scrollò le spalle con finta modestia:
- Che vuoi farci! Io sono l’unico che riesce a consolarlo in momenti del genere!- Esclamò, dopodiché, dimentico del dolore, agguantò una sedia lasciandosi cadere di peso su di essa.
Un urlo straziante interruppe le conversazioni delle altre nazioni, le quali si voltarono tutti in direzione di Francia, ancora dolorante, mentre si alzava a fatica dalla sedia e si allontanava da essa zoppicando un po’.
- Esco un attimo.- dichiarò, incamminandosi barcollante verso l’uscita della sala meeting, accompagnato dal ridacchiare di qualcuno che ben conosceva.
- Jamais plus, Angleterre, jamais plus!-
 
 
 


 

Angolo della Tigre :

Ave, fandom di Hetalia! :D *tirano pomodori* Okay, fatemi spiegare che cos’è questa… cosa. Beh, innanzi tutto inizio col dirvi che io AMO alla follia seme!England, soprattutto se messo in coppia con Alfie! =w= (UKUSISTHEWAY) Inizialmente, infatti, avevo voglia di scrivere una bella UKUS, poi, alla fine, ho cambiato idea e, visto che nella FrUK Inghilterra è sempre raffigurato come passivo, allora ho pensato: “Cosa accadrebbe se per una volta invertissimo i ruoli?” Ed è uscito questo. Lo so che non è il massimo come benvenuto nel fandom, e che probabilmente avrò reso i personaggi OOC, solo che non ho mai letto una UKFrance e volevo essere originale, per una volta! U.U
Oltre a questo, volevo spiegarvi solo un altro paio di cosucce:
- Nella mia Headcanon, i personaggi parlano inglese, ma pensano nella propria lingua. Per questo non ho aggiunto parole inglesi nelle frasi di Arthur e sempre per questo Francis pensa in francese.
- Lo so che di solito Inghilterra il quattro di luglio piange e beve in contemporanea, ma non avevo voglia di scrivere roba triste, quindi ho immaginato che Arthur avesse esaurito le lacrime e avesse la mente quasi annebbiata dall’alcol. Dico quasi perché alla fine Arthur ricorda perfettamente ciò che è accaduto quella sera.
 
Vocabolario di Francese:
- Premessa: non mi ricordo un beato Kaiser di Francese, quindi non contate tanto sulle frasi che ho scritto, ma comunque…-
 
“Chenille”: bruco, ma credo già lo sapevate! :)
“Mon dieu, il est vraiment ivre”: “Mio dio, è veramente ubriaco"
"Parfait, et la semaine proche il y a aussi une réunion": "Perfetto, e la settimana prossima c'è anche un meeting/una riunione"
“Jamais plus” : Mai più.
 
Il resto è linguaggio basilare, quindi credo già lo conosciate.
Spero vi sia piaciuta e accetto critiche, basta che siano costruttive e non insulti arrandom! ^.^
Bye!
 
- White Tiger - 
 
Ps: ho messo l’arancione perché mi sembrava il più adeguato, se poi lo devo alzare non esitate a dirmelo!

 
   
 
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