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Autore: The Sorrow    03/09/2014    2 recensioni
Non voglio aprire la porta. Ho paura.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lavoro


"Pink, sai che oggi ho letto un libro?"

"Davvero?"

"Sì. Ho anche scoperto un segreto. Ti interessa?"

"Non lo so".




Il mio unico impegno è schiacciare e torturare i vermi che pascolano sul mio corpo. Uno dopo l'altro, senza avere nessun rimorso. In fondo, io li sto salvando. Già, io li sto salvando dalla loro misera e patetica esistenza. Dovrebbero ringraziarmi, no? E invece se ne stanno lì, con l'aria innocente di chi ha commesso un crimine e poi nega tutto. In realtà non mi danno poi così tanto fastidio, ma dovevo trovare un metodo per distrarmi. Ma, purtroppo, non serve a niente. Perché quella maledetta porta è sempre lì. Chiusa. Sigillata. Incollata con il cemento peggiore del mondo, quello che parla. E non c'è nessuna motivazione per giustificare una sua possibile apertura, proprio no. La porta è chiusa, punto. Mi ricordo che una volta mi sono avvicinato alla serratura e ho provato a toccarla, ma le mie mani si sono rifiutate di sfiorare anche solo minimamente quella porta. Era comprensibile, naturale, logico. Chi avrebbe mai avuto il coraggio di farlo? Aprire la porta, bere la luce, mangiare in un sol boccone il calore del sole e della gente. Era ovvio che le mie mani avessero paura e che i miei occhi si rifiutassero di vedere ciò che avevo intorno: animali disgustosi, mammiferi bugiardi, esistenze che vivono solo dentro un pezzo di cellulosa senza mai uscire fuori. E poi c'è Red, che si diverte a materializzarsi all'improvviso, uscendo dall'armadio.
"Buonasera Pink. O forse dovrei dirti buongiorno? O buon pomeriggio? O buonanotte?". Red è odioso. Così, senza nessun motivo in particolare. Magari non lo fa nemmeno di proposito ma è così. E chi sono io per contraddire qualcuno?
"Anche tu non riesci più a distinguere il giorno dalla notte, vero Red?". Il suo viso si contrae in una smorfia e diventa ancora più rosso di quanto non lo fosse prima.
"È colpa tua, è solo colpa tua!". La voce di Red è rossa come lui."Che cosa pensi di fare, Pink? Sei solo un cretino che gioca ancora con i vermi".
Già, Red ha perfettamente ragione. In realtà non mi diverto per niente a giocare con i vermi. Ma ho solo loro, purtroppo. Anzi, per fortuna.
"Guardati Pink, guardati!". Red è totalmente fuori di testa, questo è poco ma sicuro. Anche se, a dire il vero, lui non ha mai avuto una testa. Continua a sbraitare come un pazzo "Sei un perdente, Pink. Credi ancora nel mondo della carta stampata e non hai mai avuto il fegato di aprire quella dannatissima porta!".
"Tu ci riusciresti, Red?". Questa è una di quelle domande a cui Red non è mai stato capace di dare una risposta. Tuttavia, lo vedo mentre si avvicina alla porta con aria spavalda. Allunga la mano e... crolla a terra.
"Non posso, non posso". La sua voce è cambiata, adesso sembra un bambino impaurito. "Non posso farlo, Pink. Mi capisci?".
Sì, lo capisco benissimo, pure troppo. Tuttavia Red è diverso da me; una differenza sottile sottile, quasi impercettibile ma, in verità, molto semplice da trovare. Lui non può aprire la porta. Io non voglio aprire la porta.
Red si contorce, assume un espressione terrorizzata ed evapora. Così, senza dire una parola. Sparito nel nulla.
 E adesso io che cosa faccio?
Fisso la porta, ovviamente.




"Pink, guarda che è un segreto importante. Ti può aiutare"

"Io devo essere aiutato?"

"Ma certo. Tutti abbiamo bisogno di aiuto. Allora, lo vuoi sapere questo segreto?"

"Non lo so".



"Hai paura, Pink?". Black, al contrario di Red, detesta le entrate a sorpresa. Prima fa sentire la sua voce e poi si materializza. Ed infatti eccolo qui, una matassa nera come la pece ed un cuore lurido come uno scarafaggio.
"Di che cosa dovrei aver paura?" dico con una voce talmente insicura che si nasconde nella mia gola pur di non uscire. Io so che le insinuazioni di Black sono vere, lo so benissimo. Ogni cosa che dice Black è vera.
"Ci sono tante cose di cui aver paura. Vuoi un esempio? Lo zucchero. È tremendo lo zucchero, non trovi? Proprio come la tenerezza; ti entra nella gola, va nello stomaco, depone le sue uova e ti fa vomitare. Persino il vomito, alla vista di tutta quella tenerezza, si ritira in un angolino a tremare".
"Sai Black, credo che se Violet fosse qui ti darebbe uno schiaffo".
"Già, ma Violet non c'è. È morta". Un ghigno malefico compare sul volto di Black, ma sparisce subito.
"Non è morta, Black. Sta solo dormendo". Detesto quando qualcuno pensa che Violet sia morta. Lei si è semplicemente addormentata. Però, ora che ci penso, Violet mi ha sempre detto che c'era qualcosa che la terrorizzava. Una parola comune, un termine molto utilizzato. Ma che cos'era? Che cos'era?
"È la stessa cosa, mio caro Pink. È la stessa cosa. Se Violet dorme vuol dire che è morta. Se Violet è morta vuol dire che dorme. Logico, non ti pare?".
"Forse. Black, tu che rapporto hai con... con quella?". E, con un gesto, indico la porta chiusa.
"Oh, la porta. Tu sai che cosa c'è lì fuori?" mi domanda Black.
"No. E non cambiare discorso".
"Se non lo sai, te lo dico io. Oltre la porta c'è il buio"
"Buio?".
"Sì, un buio assoluto, totale. Una tremenda oscurità che divora chiunque apra la porta".
"Ma allora..."
"Bravo Pink. Vedo che hai capito. Ricordatelo sempre, però. Oltre la porta c'è solo l'oscurità".
Black si sta dissolvendo, la sua figura è tremolante e la sua voce si è nettamente affievolita. Non può sparire, non adesso.
"Black, che ruolo ha la porta? Qual è il suo scopo? Rispondi Black, rispondi!".
"Oscurità... fuori c'è solo l'oscurità... oscurità... oscurità... oscu...".
Black mi ha lasciato solo. Di nuovo.




"Maledizione Pink, il segreto è l'unica cosa che ti può salvare. Perché ti comporti così?".

"Io ho paura".


"Sì, lo sospettavo già da parecchio tempo. E allora?".

"Il segreto potrebbe farmi del male. Io ho paura".




Il soffitto gocciola, esce fuori una sostanza verde che inizia a deformarsi fino a comporre la sagoma di Green. Sempre calmo e imperturbabile, con la sua struttura filiforme.
"Stai ancora guardando la porta, ragazzo?". Green parla proprio come un vecchio saggio, uno di quelli che fumano la pipa e fanno commenti sprezzanti sulla politica attuale.
"Non ho altro da fare, Green". Detto sinceramente, è strano che mi chiedano tutti della porta. Insomma, mica c'è solo lei in questa stanza. 
"Dimmi la verità, Pink. Ci hai provato anche oggi, non è così? Ad aprirla, intendo".
"Sì. Però... però prima ho parlato con Black e lui mi ha detto che la porta non è malvagia, in fondo". Non riesco a togliermi dalla mente le parole di Black. La porta... che cosa vuole veramente da me?
"Pink, stai iniziando a ragionare come Violet. È questo che vuoi? Ridurti come lei? Pensaci Pink, pensaci".
"Non ti piace Violet, vero Green?". Green mi fissa, con uno sguardo che esprime disgusto e rabbia.
"No. Non l'ho mai capita e, adesso che si è addormentata, la capisco ancora di meno".
"Black dice che in realtà Violet è morta, ma io non ci credo. Violet non può morire, giusto?". Guardo Green e spero che mi dia ragione. Violet non è morta, lei si è solo addormentata. Si voleva ribellare ma aveva paura della porta, esattamente come ne ho paura io. 
"No, non è morta. Non nel vero senso della parola, almeno. Ma sta dormendo e questo equivale alla morte".
Già, l'aveva detto anche Black. Dormire e morire sono la stessa cosa. Due parole che si uniscono per un solo significato. Ora ricordo tutto, anche la più grande paura di Violet.
"Green, in realtà non bisogna avere paura della porta, vero?".
"Come?" mi chiede Green con aria interrogativa.
"In realtà la porta è una nostra amica, ci vuole proteggere. Per questo incute terrore, lo fa per proteggerci. Non non dobbiamo avere paura della porta".
"E allora? Dove vuoi arrivare?".
"Noi dobbiamo avere paura di quello che c'è fuori, Green. C'è l'oscurità, proprio come ha detto Black. Violet non ha paura della porta ma del buio che si trova fuori, nel mondo esterno".
Green inizia a liquefarsi, il suo corpo si sta sciogliendo. Maledizione! Voglio una risposta.
"Non è così, Green?".
"Tu sei intelligente, ragazzo. Lo sai, no? Anche se fai cose strane, anche se hai paura di una porta e di quello che si trova fuori dalla tua casa, anche se parli con esseri che non esistono, tu sei intelligente".
Green è ormai ridotto ad una pozza d'acqua verde, che si rimpicciolisce sempre di più, fino a scomparire del tutto.
Sono di nuovo solo, ma questa volta è diverso. So chi è il nemico e so come affrontarlo.
 Allungo la mano verso la porta e, con un gesto secco, la apro.




Vedo l'oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità.

No, devo stare calmo. È tutto sotto controllo, io non ho paura. Devo solo uscire di qui.

Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità.

Diavolo, diavolo, diavolo. Ma quanti sono? E perché mi guardano? Che cosa vogliono? 

Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità.

Forse loro sono il buio? Le tenebre che soffocano il mondo?

Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità. Oscurità.

Io... io credevo che fosse più semplice. No, non ci riesco. Non ci riesco. Non ci riesco!
Scappo, con i polmoni nella mano destra e il cuore in quella sinistra. Il mio coraggio è frammentato in tanti piccoli pezzettini attaccati alle mie scarpe.
Riesco a trovare di nuovo la porta e, in preda al panico, la chiudo.
Ora e per sempre.







"E così tu non vuoi sapere il segreto, Pink"

"No, Violet. Penso che sia inutile".

"Perché?".

"Perché io voglio che la mia porta rimanga chiusa. E il tuo segreto mi spingerebbe di sicuro ad aprirla. Io non voglio, Violet. Ho paura".

"Sai che cosa dice il segreto, Pink?".

"Non lo voglio sapere".

"La porta deve essere sempre chiusa. Solo così saremo protetti dal mondo".

"Dice così?"

"Dice così".

"Allora noi dobbiamo tenere la nostra porta sempre chiusa, giusto?".

"Pare proprio di sì".

"Ci possiamo salvare solo in questo modo? Violet, questa è davvero l'unica soluzione che ci rimane?"

"È la nostra ultima speranza. Io chiuderò la mia porta per sempre e mi addormenterò".

"Anche io".

"Addio Pink".

"Addio Violet".












Dedicata a chi, come me e Pink, ha paura di aprire la porta.

The Sorrow.










  
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