Anime & Manga > No. 6
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Autore: PaperWalls    03/09/2014    0 recensioni
Shion amava la primavera, amava osservare i fiori sbocciare e non si capacitava di tale bellezza e delicatezza.
Nezumi non aveva la stessa delicatezza, ma nonostante questo, quattro anni dopo la fine del no.6 Shion è ancora su quel balcone ad aspettarlo, urlando a gran voce.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Benigusami;

 
 

Un'esplosione gli aveva cambiato letteralmente la vita e gli sembrava che ogni singola e piccolissima particella del minuto corpo fosse mutata, fosse diventata più forte e celasse segreto ancora più di prima. L'esplosione aveva spazzato via la speranza degli abitanti di no 6, portando soltanto polvere,  macerie, distruzione e morte.

Primavera.
Una volta Shion amava la primavera, era la sua stagione preferita: i fiori fiorivano, sbocciavano dal nulla e coloravano la città.

Non c'erano più tanti fiori quanti ce n'erano quattro anni prima, è Shion ricordava a malapena quella città che ora era diventata terra desolata.  Nonostante tutto Shion era ancora lì, i danni alla sua modesta casa non erano stati troppi e e lui continuava a sedersi lì fuori quel balcone e  osservava il tramonto e ogni volta che lo osservava con quei suoi grandi occhi si rendeva conto che nessun tramonto avrebbe mai eguagliato quello del Giorno Sacro di quattro anni prima. Nezumi lo aveva abbracciato, lo aveva protetto un'ultima volta e l'aveva baciato appena, forse perché risultava difficile anche per lui lasciarlo a quello che rimaneva della sua vecchia vita e non gli aveva neanche dato il tempo di confessargli che la vita futura che Shion avrebbe voluto era lì,  accanto a lui, vivendo di poco, lavando i cani della presta-cani, e dormendo in quella piccola topaia con una grande libreria  ricca di libri a lui sconosciuti. E avrebbe voluto che Nezumi prima che andassero a letto gli leggesse qualche passo dei suoi libri preferiti, per poi stringerlo e addormentarsi al suo fianco. Perché per lui sarebbe stato facile, ma non le cose facili non erano sempre quelle più giuste e Nezumi lo sapeva.

 Quel giorno Shion, da solo in casa, decise di andare su quel balcone e gridare ancora più forte dell'anno precedente, come si era ripromesso.
Ormai i suoi vicini si erano abituati alle sue urla improvvise e si chiedevano cosa non andasse in un ragazzo dall’aria così intelligente, si chiedevano perché fosse scappato così lasciando la madre ad una profonda tristezza e malinconia.
 
Non l’avrebbe mai immaginato, e neanche lui.
Come al solito il vento non gli riportava nulla se non l’eco delle sue stesse urla, nessuna parola a cui potesse aggrapparsi e che potesse ridargli un po’ di quella vita che aveva sempre sognato e che alla fine aveva ottenuto durante la convivenza con Nezumi.
Shion si strinse nel suo maglione, un maglione simile a quello che gli aveva donato la nonna di Safu per il suo dodicesimo compleanno, guardò il sole calare e nascondersi dietro le colline, lasciando spazio al buio, fedele amico dei tristi amanti.
Una tazza di tè lo calmò poco, perché anno dopo anno, Shion conservava un barlume di speranza e man mano i suoi ricordi si facevano più sbiaditi e il panico lo assaliva quando di notte gli sembrava di sentire la sua voce e il suo respiro contro il suo orecchio, a volte gli sembrava addirittura di sentire i suoi capelli solleticargli il candido collo.
Si svegliava di soprassalto, tutto sudato, e correva in bagno e se ne stava lì impalato davanti allo specchio a fissare il suo volto pallido, i suoi capelli bianchi come la neve, che gli erano un po’ cresciuti, e le cicatrici rosee.
Aveva bisogno di farlo per ricordarsi che quelle non erano soltanto invenzioni, ma parte del suo passato, come Nezumi.
I battiti del suo cuore si facevano piano piano  più lenti e riprendeva a respirare regolarmente, perché davanti a quello specchio ricordava chi fosse, cosa avesse fatto e ricordava perfettamente il suo viso, i suoi lineamenti, i suoi bei capelli lunghi blu e quegli occhi magnetici che ogni volta gli illuminavano la giornata.

A volte pensava fosse un debole, perché dopo quattro anni non era ancora riuscito ad lasciarselo alle spalle, a dimenticarlo.
Ma un tipo come Nezumi difficilmente si dimentica, anche volendolo.

"Pensavo che in quattro anni saresti diventato più alto, Shion" lo rimproverò all'improvviso una voce che non sentiva da molto e che soltanto Dio sapeva quanto gli mancasse.
Shion non si girò neanche, pensando di essere in un sogno, o che lui fosse un sogno, e ritornò a letto e si rimboccò da solo le coperte.
Allora lo sentì di nuovo, come quelle notti, il suo respiro che gli solleticava la nuca, e avrebbe giurato di aver sentito anche il suo cuore battere forte.

"Shion, svegliati, non sono venuto qui per vederti dormire per quanto mi diverta vederti girare e rigirarti nel letto. Assomigli a uno dei cani della presta-cani, sai?" gli sussurrò Nezumi alzandosi dal letto di Shion e mettendosi sulla poltrona blu accanto al letto.

"Sto delirando di nuovo" si disse fra sé e sé Shion alzandosi un po' il ciuffo di capelli che gli ricadeva sul viso per capire se avesse la febbre, e si girò di nuovo nel letto, aprendo lentamente gli occhi a cui la luce della luna che brillava alta in cielo dava fastidio.
Sentì qualcosa sfiorargli la mano e si alzò di soprassalto, urlando.

"Shion, mi sto annoiando, possiamo passare alla parte in cui capisci che sono reale e in carne ed ossa davanti a te? Lo sai che non sono un tipo paziente." Disse piano Nezumi, che agli occhi di Shion sbuffava, e in quel momento Shion capì che era vero.
Perchè in nessuno dei suoi sogni avrebbe mai fatto dire cose tanto sgarbate a Nezumi, e quelle parole potevano provenire soltanto da quello reale.

"Nezumi, sei davvero tu! Tu-tu! Non puoi capire cosa ho dovuto affrontare senza di te, qui!" e si buttò fra le sue braccia che gli erano tante mancate.
Nezumi gli accarezzò i capelli e lo abbracciò a sua volta.


"Raccontami tutto, mio piccolo Shion" disse con una dolcezza che Shion non aveva mai quasi scorto in lui.
E gli raccontò di come i superstiti si fossero ribellati a coloro che allora gestivano il no. 6, della rivolta, della presa del potere da parte di pochi rappresentati di ogni quartiere e di come fosse migliorata la situazione anche se ci era voluto molto tempo alla gente per riprendersi e gli confessò che egli stesso dovesse ancora riprendersi dall'accaduto.
Ogni tanto si svegliava e pensava ancora di essere il dodicenne che viveva nel no. 6, poi guardava oltre la finestra e si rendeva conto che molto era cambiato.
Il chiarore della luna risplendeva sui volti di entrambi i ragazzi, rendendo di un colore ancora più brillante i loro occhi che si dichiaravano fedeltà e amore eterno.

C'era bisogno soltanto di una parola per rassicurare Shion e per rassicurare Nezumi stesso.
"Koishteru, Shion, koishteru." sussurrò Nezumi a Shion nell'orecchio.
Shion non era sorpreso però, perché sapeva che tornare per Nezumi significasse tornare, restare per sempre ed era facile che ci avesse messo, relativamente, così poco tempo per prendere quella decisione.
Perché Nezumi sapeva che Shion non sarebbe sopravvissuto senza di lui, e quando era via sentiva che parte di sé non era con lui, come se gli mancasse qualcosa, o più che qualcosa, qualcuno.


Shion avvicinò le sue labbra a quelle di Nezumi, erano così vicine che quasi si sfioravano, e tutto d'un fiato gli disse:
"Ti amo anche io Nezumi, sarai sempre il mio lkigai." e poi gli lasciò un bacio a fior di labbra.
Nezumi passò il pollice sulla cicatrice sul viso di Shion con la delicatezza con cui si trattava un oggetto prezioso, un vasi di porcellana, o addirittura un fiore.

Alla fine la primavera era arrivata anche per Nezumi e Shion era il suo fiore più bello, quello di cui non si sarebbe mai stancato di lodare la bellezza silenziosamente o attraverso la sua voce angelica.

Il suo fiore più bello, uno di quelli la cui bellezza non appassisce mai.
 
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 Holla! Questa è la mia prima storia che posto su questo account quindi benvenuti/e! J
Devo dire che questo anime mi ha completamente stregato, e l’ho iniziato ieri sera e finito stamattina, quindi ho pensato di inaugurare l’account con una bella (per modo di dire) one-shot (che in teoria doveva essere una flash-fic, ma ho superato le 500 parole, quindi è diventata una one-shot).
Il mio personaggio preferito, vorrei aggiungere naturalmente, ma il gusto come si sa, è soggettivo, è Nezumi e alla fine di questa storia, come forse avete già capito, è un po’ OOC.
Devo dire che per mia disgrazia, Efp (simpatico sito eh!) mi ha giocato un brutto scherzo e che ho dovuto ricopiare tutta la storia, perché appena stavo per pubblicare mi ha eliminato completamente tutto.
Adesso so cosa sia la disperazione.
Voglio dedicare la mia prima one-shot ShionxNezumi a Menta, che mi ha fatto riappassionare al genere anime/manga e che aveva già previsto che avrei amato ogni singolo momento di questo dannatissimo anime, Menta questa merda è per te!
Voglio ringraziare Sara, detta Saretta e Bersida che mi hanno aiutato tanto a ricopiare il testo tramite foto, che avevo inviato alla mia dolce beta che mi manda sempre in confusione!
Questa one-shot è anche per te Yoko, grazie!
 
Maledetto Efp mi fai passare la voglia di scrivere, ci rivedremo fra molto! XD
Vorrei puntualizzare che in Giappone ci sono tre modi per dire “ti amo”:
 Il modo più trascurabile è “Daisuki” e lo si utilizza con la persona per cui hai una cotta , poi c’è “Aishiteru” un termine più serio e infine “Koishiteru” e lo si dice alla persona con cui si desidera trascorrere il resto della vita insieme.
Ikigai essenzialmente è il motivo per cui ci alziamo la mattina J
Spero vi sia piaciuta e spero di sapere cosa ne pensiate, non esitate a scrivermi, anche su Twitter!
Sono @_PaperWalls
 
Alla prossima!


 
Godetevi questi bimbi che mi hanno fatto disperare! :)
 
   
 
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