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Autore: GabrielleWinchester    03/09/2014    5 recensioni
Il Saint Venery è un bar alla moda di Parigi, si trova vicino all'Eliseo, e una sera ospita la tappa di un tour internazionale delle Moire della Musica, un gruppo di tre ragazze che riadattano le canzoni metal in chiave lirica...Tra il manager e una delle tre ragazze la situazione si è come congelata, non si parlano più e i loro saluti si sono ridotti a un blando saluto. Fino a quando la ragazza non risolverà la situazione con una canzone, la quale smuoverà il cuore del manager. Spero che vi piaccia. Buona lettura :-)
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera a tutti,
ecco a voi "Saint Venery", una nuova storia romantica ambientata all'interno del Saint Venery, il bar più in voga di Parigi. In questo bar le Moire della Musica hanno deciso di fare una tappa del loro tour mondiale. Le Moire della Musica sono un gruppo di tre ragazze che riadattano le canzoni metal in chiave lirica...Tra il manager e una di loro è calato il gelo, non si parlano più come un tempo e i saluti si sono ridotti a un blando saluto. Almeno fino a quando la ragazza non decide di fare una cosa all'improvviso, di cantare una canzone che smuoverà il cuore del manager. Ma non vi anticipo nulla :-) Spero che vi piaccia e vi emozioni e mi scuso per eventuali errori presenti nel racconto. All'interno del racconto si trova la canzone "Private Parts" degli Halestorm feat James Micheals, una canzone che mi rappresenta appieno, specialmente in una strofa. Questa storia è totalmente di fantasia e non ha nessun riferimento con la vita reale. Ma la dedico a una persona molto importante per me. Ringrazio di cuore tutti coloro che la leggono e la leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

Saint Venery

"Signori e signore, con mio grande onore ho il piacere di presentarvi le Moire della Musica"
L'atmosfera era calda e il pubblico inondò la stanza di applausi scroscianti, entusiasti che le tre cantanti più in voga del mondo avessero deciso di fare tappa proprio lì, al Saint Venery. Sylvie scese dal palco, emozionata di avere fatto quell'annuncio e si raccolse i capelli biondi in una coda, sperando di calmarsi. Lei e il suo staff avevano fatto pressioni con l'agente delle ragazze, per convincerlo a farle cantare nel locale, e alla fine la perseveranza era stata ripagata. Nonostante le Moire della Musica fossero un gruppo relativamente recente, erano sulla cresta dell'onda da almeno cinque mesi, le tre ragazze erano apprezzate a livello internazionale e avevano come padrino musicale uno dei più noti tenori del mondo, il celeberrimo Domingo Rodriguez. La loro particolarità consisteva nel riadattare canzoni metal, alternative rock, hard rock in chiave lirica. Un concerto delle Moire della Musica avrebbe fatto aumentare i profitti del locale e la clientela sarebbe stata appagata di un'esperienza unica.
"Emozionata?"
"Puoi dirlo forte" esclamò Sylvie, tormentandosi le mani "E tu, Sauver?"
L'uomo pulì un bicchiere di cristallo, laddove un cliente aveva appena bevuto un Chianti, e sollevò le spalle "Ci sono altre cose che mi emozionano, ad esempio te”.
A Sylvie cadde un bicchiere a terra, ma non lo raccolse. Da circa dieci anni che lei si trovava al Saint Venery, Sauver le faceva una corte spietata e lei resisteva con una pazienza che si stava sgretolando. Non avrebbe dovuto avere nessuna remora ad accettare il suo corteggiamento, ma quello che la frenava, era un figlio di quattro anni di nome Charles, la gioia della sua vita. Suo padre era morto in un incidente aereo, quando Charles aveva appena tre mesi, e portare un altro uomo nella sua vita, bè le sembrava un insulto alla sua memoria.
Ma non poteva fare la suora di clausura per tutta la vita. Doveva recuperare la sua vena di donna, prima che fosse troppo tardi. E che diamine!
Osservò Sauver pulire con maestria il bancone di ciliegio e s'immaginò come quelle mani si sarebbero posate sul suo corpo. Sauver aveva trentotto anni, capelli biondi tagliati corti, leggera barba, occhi azzurri dal taglio a mandorla, frutto della sua discendenza tedesca e giapponese e lavorava al Saint Venery, da quando aveva sedici anni, nel periodo in cui il vecchio gestore del locale Gerald Besson lo aveva assunto come garzone al reparto pasticceria.
Quando era entrato a fare parte dello staff, tutti lo avevano soprannominato il loro piccolo "mon petite garçon".
Poi Sylvie si costrinse a ritornare alla realtà.
"A te lavorare in un bar ti fa immaginare cose strane" ridacchiò Sylvie, buttandogli in faccia uno straccio "A proposito, sai dov'è andato a finire Joseph?".
L'uomo scosse la testa, poi la sua attenzione verté verso un cliente un pò alticcio, il quale si stava avvicinando pericolosamente al bancone degli alcoolici, intenzionato a servirsi da solo. Il Saint Venery era un bar di alto livello, si trovava vicino all'Eliseo, e per questo non era una sorpresa avere come cliente Delia Laurent, la neo nominata presidente francese, la prima donna ad avere questo privilegio. Difatti era seduta insieme al suo compagno, Alain Benard, un biologo marino di fama internazionale e intorno al loro tavolo si era assediato un folto gruppo di fotografi, il quale non perdeva tempo a scattare foto per immortale quel momento. Minando seriamente la pazienza del biologo, non avvezzo alla mondanità e dedito solo all’habitat marino.
"Potete smetterla di scattare foto?" sbottò l'uomo arrabbiato "Non siamo mica a una sessione fotografica”.
Una giornalista si avvicinò con il microfono e domandò a Delia "Signora Presidente, lei ama la musica classica?"
La donna si mise dietro all'orecchio un ciuffo di capelli rossi ribelli e rispose "Amo molto la musica in generale e apprezzo molto l'intraprendenza delle ragazze di dare un tocco di tradizione"
"Adesso io e la mia compagna vogliamo essere lasciati in pace" intervenne Ailan arrabbiato "Troppo chiedere una serata libera?"
Delia lo calmò con dei piccoli colpetti al braccio e sorrise ai fotografi e ai giornalisti, capendo benissimo che erano lì soltanto per svolgere il loro ruolo. Poi spostò il suo sguardo verso il sipario di colore verde chiaro, in attesa di applaudire le tre ragazze.
                                                                             *
Intanto che il pubblico stava aspettando le Moire della Musica, quest'ultime si stavano preparando in camerino. Erano una mezzosoprano di nome Christine, una contralto di nome Victoire e una soprano di nome Michelle ed avevano ventiquattro anni, ventitré anni e ventidue anni. Christine aveva i capelli castano chiaro con riflessi ramati e occhi castani a mandorla, Victoire aveva i capelli castano chiaro e gli occhi verde chiaro, mentre Michelle aveva i capelli rossi e gli occhi color ambra, quest’ultima soprannominata la Gabe femminile, per l’affinità con il Gabriel di Supernatural. Tra di loro si chiamavano scherzando Samantha, Deanna e Gabriella. Davanti allo specchio Christine si stava sistemando i capelli ricci e si stava applicando l'eye-liner, Victoire stava scaricando la tensione con un videogioco ispirato alla serie Supernatural, mentre Michelle era intenta a leggere un libro.
Ma la sua attenzione non era concentrata sulla trama del libro, ma bensì sull’evento che di lì a poco si sarebbe svolto.
"Ci pensate, siamo al Saint Venery" esclamò Michelle contenta, posando il libro "Ci avreste mai creduto? Siamo partite da un piccolissimo paese di provincia e ora stiamo cantando nel bar più in voga di Parigi e molto probabilmente ci sarà la presidente Laurent. Che emozione "
Christine scosse la testa felice e posò l'eye-liner nel beauty-case "Abbiamo fatto dei passi in avanti e dobbiamo essere fiere di noi”.
"La nostra prossima tappa sarà l'Eliseo" promise Victoire trionfante, mentre un Dean Winchester virtuale decapitava un vampiro.
"Non correre troppo Vicky" ridacchiarono Michelle e Christine divertite “Un passo alla volta”.
Victoire stava per ribattere quando un leggero bussare alla porta interruppe tutto. Era Antonie, il loro manager, un ragazzo di ventitrè anni, capelli tagliati corti e leggera barbetta. Non appena entrò in stanza, Christine si girò e continuò nel truccarsi, ignorando che fosse entrato e salutandolo bruscamente con il braccio alzato, con il saluto indiano. Victoire e Michelle erano imbarazzate, da qualche tempo era calato il gelo tra i due e nessuno si spiegava il perchè.
Dapprima erano il ritratto del romanticismo, con un sacco di battute e siparietti comici che avevano divertito la loro compagnia artistica chiamata “Minuit”.
Adesso era come paragonare l’estate all’inverno. Ed era l’inverno a essere più bollente dell’estate.
"Ragazze, tra qualche minuto in scena" annunciò con voce monocorde “Il pubblico vi sta aspettando”.
"Noi ci avviamo" decisero Victoire e Michelle, dandosi un'ultima occhiata allo specchio e domandando a Christine "Chris tu vieni?"
"Un minuto" esclamò Christine, giocherellando con i trucchi “Un minuto e vi raggiungo”.
Le due ragazze annuirono e dopo chiusero la porta dietro alle spalle, desiderose di lasciarsi dietro la tensione che si stava creando tra i due. Per un pò nessuno dei due parlò, poi Christine girò la sedia e domandò arrabbiata "Quanto tempo deve continuare sta storia?"
"Non so di cosa stai parlando!" esclamò Antoine apatico "Tra di noi non c'è nulla di strano”.
Christine ruppe un vaso di cristallo e sbottò "Vaffanculo Anto. Pensi che non me sia accorta che sei cambiato nei miei confronti?"
Antoine deglutì ma non rispose. La mezzosoprano si alzò e si avvicinò a lui, guardandolo negli occhi, resistendo a schiaffeggiarlo. Antoine rimase lì e la ragazza stava perdendo la pazienza. Se avesse dovuto paragonare l'Antoine dell'inizio, il ragazzo che le dava i fiori a ogni concerto e si congratulava con lei per la performance, con l'Antoine di ora, un ragazzo che distoglieva gli occhi ogni volta che la guardava e che sembrava essere seccato dalla sua presenza, si sarebbe accorta che erano due persone diverse che albergavano nel suo corpo. Christine era in lacrime e ringhiò "Merda, il trucco si sta sbavando”.
"Non fare tardi"
E dopo Antoine chiuse le porte alle spalle. Christine era stanca di quella situazione, rivoleva il suo Antoine, rivoleva quel ragazzo che tanto le aveva fatto ridere e che adesso sembrava portarle solo amarezza. Si asciugò le lacrime con veemenza e si promise "Questa storia finisce ora”.
Poi si alzò di botta, si sistemò il vestito e dopo uscì dal camerino. Prendendo una decisione importante.
                                                                                                                                        *
Dietro il sipario, Michelle e Victoria stavano sbirciando il pubblico e si emozionarono nel vedere che c’erano la presidente e il suo compagno. Se il concerto avesse fatto una buona impressione al Capo dello Stato, molto probabilmente molte porte si sarebbero aperte e sarebbero state invitate nei posti più esclusivi.
“Pensi che avranno risolto Antoine e Christine?” domandò all’improvviso Michelle preoccupata “Mi dispiace vederli che si ignorano”
Victoire si scompigliò i capelli, non sapendo cosa rispondere. Si tormentò una ciocca di capelli, indecisa.
“Allora Victoire?” la incalzò Michelle.
“Me lo auguro. Si vede a un chilometro di distanza che quei due sono cotti l’uno dell’altra, ma sono troppo cocciuti per dirlo o per ammetterlo”
“Tu pensi che Antoine pensi a Eulalie?”
Eulalie era l’ex fidanzata di Antoine, di poco più piccola di lui, una ragazza che era stata lasciata dopo una furibonda lite. Il motivo per cui avevano litigato, era rimasto sconosciuto, lasciando strascichi di malumore in Antoine, i quali erano durati per circa tre mesi e mezzo, mesi in cui s’incominciò a vedere una certa freddezza nei rapporti con Christine.
“Non credo” rispose Victoire, mentre il pubblico rumoreggiava in sala “Non dopo quello che le ha detto per lasciarla”
“Io mi auguro che non spezzi il cuore a Chris. Ha già sofferto abbastanza”
“Se spezza il cuore a Chris, io gli spezzo le ossa e le riduco a polvere” dichiarò Victoire fiera e dopo le due ragazze interruppero tutto. Christine era appena arrivata. Nonostante si fosse asciugata le lacrime, le ragazze si accorsero che aveva pianto ma non le dissero nulla. Chris si confidava quando decideva lei e non amava interferenze di nessun tipo.
“Siamo pronte, ragazze?” domandò Christine con un sorriso enorme, nascondendo l’amarezza di quel breve dialogo con Antoine “Siamo pronti a incantare il nostro pubblico?”
“Siamo nate pronte” esclamarono le due ragazze, abbracciandola e declamando il loro motto “Il nostro destino è la musica”.
Victoire stava per aprire le tende del sipario, quando a Christine venne un’idea, “Ho cambiato canzone”.
Le due ragazze spalancarono la bocca, sorprese dal repentino cambiamento di Christine. Michelle e Victoria esclamarono “Per caso è la canzone che stiamo pensando?”
“Forse sì o forse no” rispose Christine enigmatica e nei suoi occhi brillò una luce particolare “Questa sera una storia finirà o inizierà. Fingete solo di essere sorprese”
Dopo Victoire scostò le tende del sipario e si calarono nel ruolo dei loro personaggi.
                                                                             *
"Signori e signore, le Moire della Musica"
Le luci dei riflettori furono puntate sulle tre ragazze, accolte da un applauso che durò dieci minuti buoni. Christine prese per prima il microfono e incominciò a cantare. Con Antoine avevano deciso di cimentarsi con la canzone "Not Gonna Die" degli Skillet, ma adesso con il microfono Christine aveva cambiato idea.
"Buonasera a tutti"
E la sua scelta ricadde su "Private Parts" degli Halestorm. Lati nascosti.
Baby forgive me did
I do something wrong?
(I don’t wanna talk,
cant we just let it go?)
What could be so bad
that you’d leave me hangin’ on?
(I’m not doin’ time,
this is not the scene of a crime)
I lay in bed at night contemplating,
why the hell you gotta keep me waiting

Sotto il palcoscenico Antoine stava parlando con Sauver ed entrambi sentirono che l'orchestra aveva cambiato canzone.
"Non dovevano cantare gli Skillet?" domandò Sauver stupefatto.
"Già" mormorò Antoine "Non capisco il perchè Christine ha deciso di cambiare”.
Dopo l'iniziale momento di esitazione, Michelle continuò a cantare e fu seguita a ruota da Victoire. Le due ragazze sapevano benissimo dell’amore di Chris per quella canzone e il loro stupore era solo una finta. Il pubblico era in estasi, molti avevano le lacrime agli occhi e nonostante le tre ragazze cercassero di dare alla canzone una nota di solennità, molti si alzarono in piedi e fecero ondeggiare gli accendini accesi in aria, come in un normale concerto rock. La canzone parlava dello sfogo di una ragazza nei confronti di un ragazzo, della riluttanza di quest'ultimo a non parlare e di mostrare i suoi lati nascosti. Alla fine Christine fu lasciata da sola e le luci furono abbassate per creare la giusta atmosfera. Succedeva a ogni concerto. La mezzosoprano decideva di sedersi e recitava una parte della canzone, per poi cantarla.
They say that silence is gold,
but I think that’s a lie
You think I already know,
but I can’t read your mind…

"Loro dicono che il silenzio è d'oro, ma io penso che sia una bugia, tu pensi che io lo sappia già, ma io non riesco a leggere la tua mente..."
E si girò a guardarlo. Antoine stava bevendo un whisky, quando il bicchiere gli cadde dalle mani, i pezzi di vetro che si sparsero per tutto il pavimento. Christine gli aveva dedicato la canzone. Si stava vendicando di tutti i momenti che erano rimasti a guardarsi, a marcire dietro silenzi che li avevano fatti allontanare e rendere estranei. Si riconobbe nella strofa che diceva “I’m not blaming you, i’m just tryin’ to figure out it” “Non ti sto incolpando, sto cercando di risolvere la situazione” Poi la ragazza smise di cantare e si congedò dicendo "Questa la dedico a una persona che mi fa volteggiare in Paradiso e mi graffia l'anima"
Poi scese dal palcoscenico insieme alle altre due ragazze, accompagnata da un applauso entusiastico. Victoire ricevette una telefonata da suo fratello Louis, mentre Michelle si intrattenne con un gruppo di fan, venuti a chiedere l’autografo. Antoine fermò per il polso Christine e le chiese “Era per me la canzone?”
“Ha qualche importanza?” domandò Christine seccata “Scusami, ho sete”.
Antoine si mise davanti al bancone del bar, impedendo alla cantante di chiedere un bicchiere. Per un po’ Christine sopportò quella storia e dopo “Ti levi dal mezzo dei piedi?”
“Rispondimi”
“Sylvie un bicchiere d’acqua per favore” ribattè Christine, ignorandolo bellamente.
“Naturale o gassata?”
“Naturale e con una scorza di limone”
Il ragazzo intercettò il bicchiere e lo pose lontano dalla portata della mezzosoprano. La ragazza si spostò a prendere il bicchiere e Antoine glielo impedì.
“Sì! Era per te la canzone. Ho soddisfatto il tuo ego? Adesso lasciami bere in santa pace” esclamò Christine furibonda, liberandosi della stretta di Antoine.
La ragazza stava incominciando a bere, quando Antoine la fece girare e la baciò. In un primo momento Christine volle scappare via, ma non lo fece. Rimase lì a ricambiare il bacio, incurante che tutti la stessero guardando, concentrandosi solo di lui. Per circa dieci minuti, Antoine affondò le mani nei suoi capelli ricci e lei potè accarezzare la sua barbetta.
Tutto il gelo che si era creato tra di loro, si stava sciogliendo con quel bacio riparatore di tutti gli eventi perduti e mai ritrovati.
“Scusami”
“Ho appena sentito un scusami?” domandò Christine divertita “Sto sognando per caso? Un demone mi sta giocando un brutto scherzo?”
Il ragazzo bevve un sorso di whisky e ridacchiò “Spiritosa. Sì, hai sentito bene, scusami. Scusami per il mio comportamento nei tuoi confronti, ma non sapevo come comportarmi. Pensavo che diventando più scontroso e distante, io avrei potuto…”
“Resistere a me?” concluse Christine seria “Fammi indovinare, tu non volevi innamorarti di me perché io sono una tua cliente?”
“Una cosa del genere”
Per un po' Christine non rispose, indecisa se prenderlo a calci o essere intenerita da quella dichiarazione. Antoine non era il tipo da esternare i suoi sentimenti e quella confessione era un evento da ricordare. Era un ragazzo che si nascondeva dietro la scontrosità, che odiava piangere o farsi vedere che stava male, difetti che erano il riflesso complementare del suo carattere. In alcune cose erano opposti e complementari.
“E poi dicono che sono le ragazze a essere complicate” sbuffò Christine e dopo con serietà gli sussurrò all’orecchio, facendolo arrossire “Je t’aime Antoine”
Il ragazzo si girò e le sorrise. Non se la sentiva di dire “Ti amo”, ma sapeva che Christine avrebbe letto il suo messaggio dietro il sorriso. Il nuovo gruppo che si stava esibendo nel palcoscenico, stava cantando i Led Zeppelin “Stairway to Heaven”. La ragazza sorseggiò una cioccolata appena servita e mormorò “Adesso la cannella ha assunto una vena sinfonica”.
“Non riesci a leggermi la mente?”
“Per questo, neanche il Pensatoio di Silente servirebbe a qualcosa” ridacchiò Christine “Adesso devo andare dalle mie colleghe”.
Lasciò una mancia sul bancone e si avviò verso Victoire e Michelle.
“Chris” esclamò il ragazzo, facendola girare.
“Dimmi Antoine”
“Sei stata meravigliosa, stasera”
La mezzosoprano sorrise entusiasta e si affrettò a raggiungere le sue colleghe, le quali l’accolsero con un sorriso e congratulandosi con lei. Finalmente si erano chiariti e l’atmosfera si era alleggerita. Dopo Antoine finì di bere il suo whisky e l’ammirò da lontano, beandosi della sua risata. Uno squillo interruppe i suoi pensieri, guardò distratto chi lo stava chiamando e dopo chiuse la conversazione, senza dare il tempo all’interlocutore di iniziare a parlare.
La sua sinfonia l’aveva trovata.
Le vecchie canzoni le voleva lasciare al passato. 



 
  
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