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Autore: sakura_87    24/09/2008    5 recensioni
Due sguardi, ai lati opposti della Sala Grande si incrociano. Sguardi che fino a poco tempo prima si evitavano e si ignoravano. Cos'è successo perchè adesso si legano a quel modo??
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui un'altra one-shot piccolina.
Mi sono decisa a postarla solo sulle insistenze della mia gemellina magica.
Beh, grazie a tutti quelli che la leggeranno!!!
E magari lasciatemi un commentino!! Anche piccolino!!!
Buona lettura


IMBRANATO

La Sala Grande era gremita di gente, come sempre quando arrivava l’ora di pranzo ed era stata appena disputata una importante partita di Quidditch. I Grifi avevano appena vinto sulle Serpi.
Ma in tutto quel trambusto, due studenti non si staccavano gli occhi di dosso. E non stavano di certo passando inosservati. Perché non era normale che due nemici come loro si guardassero a quel modo, che si scambiassero uno sguardo così carico di passione e desiderio.

È iniziato tutto per un tuo capriccio.
Io non mi fidavo era solo sesso.

Al tavolo rosso-oro, Hermione Jane Granger pensava che se le avessero detto che prima o poi sarebbe capitolata a quel modo con un ragazzo, e che ragazzo poi, avrebbe mandato il povero malcapitato dritto dritto al reparto di neurologia del San Mungo.
In lei erano vivi i momenti in cui tutto era iniziato. Quando, quella sera, si era lasciata prendere dai sensi mandando il suo Io razionale a farsi una vacanzina ai Caraibi.
Erano i primi giorni di scuola. Settembre. Ancora faceva molto caldo, anche la sera. Per la ronda aveva deciso di mettere una gonnellina di jeans e una maglietta a bretelline. Molto semplice, ma che lasciava scoperta gran parte della schiena.
E arrivata alla stanza dei prefetti, dove doveva incontrare gli altri sei, aveva interrotto la sua discussione con Ron perché improvvisamente ammutolita. Sì, era rimasta senza parole alla vista di qualcun altro che come lei quella sera sentiva il caldo. 180 centimetri di ragazzo con indosso dei jeans neri attillati e una camicia a mezza manica con i primi bottoni slacciati a mostrare i muscoli scolpiti dai lunghi allenamenti di Quidditch.
A quel ragazzo non era sfuggito lo sguardo ammirato di Hermione. E anche lui doveva ammettere che la riccia in quegli anni aveva messo su un fisico niente male.
Uno sguardo pieno di malizia attraversò gli occhi di entrambi, che però si ripresero alla svelta, facendo finta di niente.
Durante la ronda due cervelli erano intenzionati a non concentrarsi su nient’altro che sull’altro, nonostante mostrassero indifferenza a chiunque era loro vicino.
Fu solo alla fine del turno che accadde.
Lei stava scrivendo il verbale. Era rimasta sola. Gli altri erano già andati a riposare. Anche Ron era molto stanco e l’aveva lasciata a finire il lavoro.
Quello che non immaginava era che qualcun altro era rimasto indietro e non era ancora andato in dormitorio. E quel qualcuno, senza farsi sentire, le arrivò dietro e poggiò le mani ai lati del registro che lei stava diligentemente compilando.
- Stasera mi mangiavi con gli occhi.
Lei si girò, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
- Anche tu.
Rispose, prima di annullare le distanze e baciarlo. E lui rispose. Non fu dolce, però. Ne erano entrambi consapevoli. Tra loro non poteva esserci nulla più che lo stare bene con i propri sensi.

Ma il sesso è un’attitudine, come l’arte in genere,
e forse l’ho capito e sono qui.

Dal tavolo dei Serpeverde, intanto, un certo biondastro rispondente al nome di Draco Lucius Malfoy fissava allo stesso modo gli occhi pieni di pagliuzze dorate che lo calamitavano dal tavolo dei grifoni.
E allo stesso modo ricordava che quel gioco di sguardi e istinti, dopo quella prima sera, era andato avanti per molto tempo.
Per giorni, o meglio notti, nessuno dei due era tornato nel proprio dormitorio, se non quando ormai le prime luci dell’alba iniziavano a illuminare il castello.
Ma qualcosa iniziava a smuoversi nei petti di entrambi. I loro cuori avevano iniziato a battere in sincrono, ma fingevano di non accorgersene.
Il tacito accordo tra loro era chiaro. Nessun sentimento doveva turbare quelle sensazioni che provavano quando stavano insieme. Ed entrambi avevano paura di scoprire che l’altro si sarebbe ritratto se avesse scoperto l’infrangersi di quella regola mai pronunciata, ma pesante come un masso.
Finché fu lui, il ragazzo considerato da tutti il ghiacciolo vivente, colui che non avrebbe mai esternato nessun sentimento a parte l’odio, a cedere.
E si ritrovò una mattina davanti all’ingresso della torre dei coraggiosi.

Scusa sai se provo a insistere.

Divento insopportabile, lo so.
Ma ti amo, ti amo. Ti amo.
Ci risiamo, vabbé è antico, ma ti amo.

- Voglio di più.
Così aveva esordito. La fissava negli occhi. L’oro e l’argento si mescolavano, a creare un nuovo gioiello.
Ma qualcosa aveva improvvisamente velato gli occhi di lei.
L’aveva fissato, l’aveva odiato e gli aveva urlato contro.
- Hai rovinato tutto. Stavamo bene, e tu hai rovinato tutto.
E così l’aveva lasciato lì, da solo, in territorio nemico, e con il cuore infranto. Mentre invece rientrava nella sua stanza, presa da una morsa allo stomaco che nulla aveva a che vedere con la fame.
E pianse. Credendo di aver perso ciò che di più bello aveva avuto fino a quel momento. Non dovevano esserci sentimenti, ma lui aveva deciso di fare di testa sua. Come sempre.
Il Principe delle Serpi non era abituato a seguire ciò che era già stato tracciato.
E lei? Non sapeva che pensare. Adesso che l’aveva perso, o meglio scaricato, sapeva che ne avrebbe risentito. E non perché avrebbe finalmente avuto le serate libere. Cosa che non accadeva da ormai due mesi. Ma perché non avrebbe saputo come impegnarle senza la sua Vipera.

E scusa se ti amo e se ci conosciamo

Da due mesi o poco più
E scusa se non parlo piano
Ma se non urlo muoio
Non so se sai che ti amo..

La mattina due pozze dorate, gli occhi di Hermione, si affacciarono alla finestra della sua stanza e guardarono verso il giardino. Da lì aveva una visuale stupenda.
Ma ciò che vide non era il solito panorama. Quello che le si presentò davanti la lasciò senza fiato.
Qualcuno aveva lasciato un messaggio sul prato. Con i massi.
Malfoy era dietro un albero, nascosto. Aspettava una reazione. Ci aveva messo tutta la notte a trovare e far levitare i massi a formare quella frase.
SCUSA SE TI AMO! MA DEVO DIRLO AL MONDO.
E NON DEMORDO, MEZZOSANGUE.
I gesti in grande stile sono sempre stati il suo forte. Ma mai se lo sarebbe aspettato nei suoi confronti. Mai, dopo gli anni a coprirsi di insulti.
Spalancò la finestra. Guardò giù, colpita.
Ormai molti studenti iniziavano a passare per il parco. Soprattutto quelli che alla prima ora avevano erbologia. E tutti videro quella frase, comprendendo perfettamente chi l’aveva scritta.

E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo

Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto
E sono qui che parlo emozionato
..e sono un imbranato!

Lei lanciò un urletto.
- Non ci credo. Non ci credo. Non ci credo. Herm non illuderti non è stato lui.
La sua espressione era a metà tra il voler saltare dalla gioia e il non farsi prendere da reazioni troppo plateali. Era molto buffa da guardare.
Lui uscì dall’albero. Guardò verso la sua finestra e iniziò a ridere. Forte, scaricando la tensione.
Poi prese la sua scopa e salì fino a lei, rubandole un lungo bacio.
Lei non si oppose. Quella notte aveva riflettuto molto, e aveva capito che la sua reazione era data dalla paura. Di cosa poi non lo sapeva. In fondo era stato lui il primo a farsi avanti.
Rispose al bacio con dolcezza, una dolcezza che non credeva avrebbe mai potuto concedere a lui.
- Tu tremi.
Gli disse, mentre si staccava per riprendere fiato.
- Lo so. Ti amo.

Ciao..come stai? Domanda inutile!

Ma a me l'amore mi rende prevedibile
Parlo poco, lo so..è strano, guido piano
Sarà il vento, sarà il tempo, sarà......fuoco!

- E ora?
Era stata lei a fare quella domanda, quando quello stesso pomeriggio si trovarono abbracciati sotto gli occhi di tutti, in riva al Lago Nero.
- Tu cosa vorresti fare?
La voce maliziosa di  lui non colse impreparata la bella grifona.
- Sai benissimo a cosa mi riferisco.
- Ascoltami, Granger. Io in queste cose non ci so fare. Sono freddo, poco incline ai gesti romantici. Quindi prendi quello che c’è e basta.
- Tanto poco incline non mi sei sembrato stamattina.
Rispose lei ridendo.
E lui non rispose. Non era da lui. Il solito Draco avrebbe trovato una battuta pungente per ribadire. Non avrebbe mai lasciato l’ultima parola ad una mezzosangue.
Ma tacque, limitandosi solo a fissarla.
Innamorato.
Fu così che arrivarono a quel pranzo, il giorno dopo, lanciandosi quegli sguardi tanto intensi da un lato all’altro della Sala Grande, come se esistessero solo loro due.

E scusa se ti amo e se ci conosciamo

Da due mesi o poco più
E scusa se non parlo piano
Ma se non urlo muoio
Non so se sai che ti amo..
E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo
Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto
E sono qui che parlo emozionato
..e sono un imbranato!
  
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