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Autore: betteroffthisway    03/09/2014    0 recensioni
E' il mio primo capitolo della mia prima storia, spero vi piaccia col tempo.
"Il cielo scuro, grigio come non mai, la pioggia che cade e picchia forte sulla finestra della mia stanza quasi come se volesse frantumarla, è così che mi sono svegliata stamattina."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo scuro, grigio come non mai, la pioggia che cade e picchia forte sulla finestra della mia stanza quasi come se volesse frantumarla, è così che mi sono svegliata stamattina.
Ancora avvolta nel piumone, mi spingo un po’ appena fuori dal letto, senza toccare il pavimento gelido e spostando la tapparella mi meraviglio nel vedere quell’atmosfera cupa. L’inverno è alle porte.
Metto un maglione pesante, il primo che mi capita tra il mucchio di roba che c’è sulla sedia  da più di una settimana, per l’esattezza.
Dopo essere scesa giù e aver preparato del caffèlatte e dei pancakes torno su per lavarmi, sono già le 8:30am.
 
«Buon giorno, hai il biglietto?» disse con tono irritato l’autista.
«Ehm, credo di aver dimenticato l’abbonamento a casa» risposi.
«Avanti Sali, per stavolta chiuderò un occhio, ma che non si ripeta più».
Come al solito il posto dell’autobus che preferisco  è quello in fondo: silenzioso, nessuno che ti disturba, perfetto per leggere un libro o ascoltare musica durante il tragitto casa-scuola, scuola-casa. Una volta seduta, tiro fuori gli auricolari e dopo averli messi alle orecchie, vedo che un ragazzo si avvicina verso di me. Senza dire una parola, si siede accanto e anche lui tira fuori gli auricolari.
«Ciao, mi chiamo Aileen, tutto bene?» domandai.
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi si tolse gli auricolari e rispose. «Come scusa? »
«Io mi chiamo Aileen, e tu?»
«Non sono cazzi tuoi, lasciami stare» disse.
E’ vero che non sono particolarmente brava nel fare amicizia, ma non sapevo fino a questo punto. Dopo quest’adorabile conversazione l’autobus arrivò davanti la scuola, scesi e andai in classe per la lezione di scienze.
All’ora di pranzo vidi il ragazzo dell’autobus seduto ad un tavolo della mensa, era solo, così mi avvicinai per chiedergli se potevo sedermi con lui.
«Posso mettermi qui?» chiesi.
E irritato mi rispose :«Ancora tu? Ti decidi o no a lasciarmi in pace?»
Non ebbi nemmeno il tempo di replicare che mi diede un pugno sul naso.
 
 
 
 
  
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