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Autore: shitberrie    03/09/2014    1 recensioni
Dal prologo: "La sua goffaggine dentro casa era ridicola. Come poteva dopo tutti i combattimenti, le battaglie e le guerre – oltre al titolo di Capitano dell'ottava brigata – riuscire a prendere dentro nel fottuto mobile che gli aveva portato suo cugino Ganju da parte di Kukaku. E si maledisse scuotendo la testa più volte, mentre entrava nel suo studio, scorgendo in lontananza il suo bellissimo divano personale. Quasi si commosse nel vederlo; non era mai arrivato ad un livello di stressometro così alto – Renji aveva obbligato Rukia a tenere questo stressometro, in modo che non andasse ogni volta in una profonda crisi di nervi – che se fosse stato rappresentato con un termometro, sarebbe sicuramente esploso. "
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: Vi invito a leggere il capitolo fino alla fine, senza saltare lo spazio di questa povera anima decelebrata, che ci ha messo impegno, sudore e vita sociale per scrivere il tutto. Arigatou!

 

Lunedì notte, villa Nord Shiba.
00.23

 

Relax.
Quello che pensò Ichigo non appena varcò la porta di casa sua, così silenziosa, che sembrava abitata solo da lui. Così tranquilla, pulita e con il profumo di casa.
Si tolse l'haori con estrema lentezza, ripiegandolo e mettendolo sul mobile appena vicino all'ingresso; cercò di non fare rumori troppo bruschi, altrimenti i “mangia caviglie” lo avrebbero sentito arrivare.
Era tornato prima di Rukia, il che significava sorbirsi tutte le moine dei due Mangia Caviglie. Molto probabilmente se non lo sentivano, poteva aspettare l'arrivo di Rukia e lasciarli a lei, cosicché lui potesse andare a spappolarsi sul pavimento o in qualche luogo fresco.
Avanzò con cautela lungo il corridoio dell'ala Est della villa, cercando di non prendere dentro i fottutissimi mobili lungo il tragitto. E, disdetta, prese con il mignolo del piede la credenza appena dietro l'angolo che andava verso il suo studio; trattenne un mugolio soffocato, ma fu comunque troppo rumoroso da non essere sentito. Strinse gli occhi e incrociò le dita, nella speranza di non sentire i piedini scalpitanti dei due diavoli.
Nessun rumore.
La sua goffaggine dentro casa era ridicola. Come poteva dopo tutti i combattimenti, le battaglie e le guerre – oltre al titolo di Capitano dell'ottava brigata – riuscire a prendere dentro nel fottuto mobile che gli aveva portato suo cugino Ganju da parte di Kukaku. E si maledisse scuotendo la testa più volte, mentre entrava nel suo studio, scorgendo in lontananza il suo bellissimo divano personale. Quasi si commosse nel vederlo; non era mai arrivato ad un livello di stressometro così alto – Renji aveva obbligato Rukia a tenere questo stressometro, in modo che non andasse ogni volta in una profonda crisi di nervi – che se fosse stato rappresentato con un termometro, sarebbe sicuramente esploso.
Arrivando a fianco al divano, trasalì, facendo in modo che un lungo brivido gli percorresse la schiena, ma riuscì a mantenere il silenzio. Entrambi i piccoli demoni erano sdraiati sul suo divano, del suo studio.
Eh no.
Corrugando ancora di più, le sopracciglia – Ah, perché può corrugarle anche più del normale? Ammirevole – si mise le mani sui fianchi, massaggiandosi una tempia.
- Otosan – Mormorò il piccoletto coi capelli neri, mentre gli sbavava per bene il suo bellissimo e morbido cuscino.
Il volto di Ichigo si devastò in un espressione di puro panico e l'unica cosa che gli venne da pensare era: “ Dov'è Rukia quando sono in difficoltà?”
- No – Mormorò il rosso abbassandosi vicino a lui – Continua a dormire, stai sognando... - Continuò sentendosi stranamente osservato.
Lentamente girò il viso verso l'altra – lei, oh lei, era davvero un demone – che era ritta seduta che lo fissava.
- Papà – Disse con tono freddo la vocina della bimba.
Ichigo rabbrividì.

Quel piccolo cespuglio di capelli ambrati e mossi, lo fissava senza un preciso motivo e la vide, diede un calcio al fratello che in un sobbalzo, si svegliò mentre sfregava con forza un occhio.
- Io non stavo dormendo, ti stavamo aspettando ma Kireichi si è addormentato – Disse la bimba alzandosi in piedi, per raggiungere la stessa altezza di Ichigo – Bravo papà, sei arrivato prima della mamma per farci una sorpresa! – Allargò le braccia entusiasta mentre si fiondava su di lui lanciandosi dal divano, facendo in modo che a Ichigo venne un mezzo infarto e, contribuì ad aumentare il livello dello stressometro.
Cosa completamente diversa per il bimbo, che anche se aveva provato a collaborare all'assalto pianificato dalla sorella maggiore, non riuscì a rimanere sveglio quindi si riaddormentò – praticamente all'istante – con la testa a penzoloni.
E bastarono pochi minuti affinché anche la bimba si addormentasse addosso a lui, sbavando sul suo Shihakusho, che ancora non aveva tolto.
Con un sospiro, si alzò, tenendo in braccio la bimba cespuglio per poi avvicinarsi al divano e prendere Kireichi per il kimono e trasportarlo come una borsa della spesa.
Era andata meglio del previsto. Come facevano ad addormentarsi così, quando non avevano nulla da fare tutto il giorno, non l'avrebbe mai capito.

E si era sempre chiesto: “ Perché nella Soul Society non esistono i babysitter?”
Sempre a dover minacciare sottoposti oppure a scaricarli a Kukaku e Ganju, che non erano il top dei Babysitter. Soprattutto Kukaku.

Ichigo percorse il corridoio arrivando fino alla porta che dava all'ala Nord, che era il territorio indiscusso dei due marmocchi, in cui lui poche volte ci metteva piede. Non per altro, ma non aveva mai abbastanza tempo da passare con loro e quel poco di tempo che aveva era quando tornava a casa la sera – se tornava – ma finiva sempre che si addormentavano, com'era appena successo.
- Ichigo – Sentì la solita voce dura e severa, ormai famigliare, dietro di lui e si girò per confermare quella presenza – Perché sei già tornato? - Proseguì avvicinandosi a lui e parlando con un filo di voce – per non svegliare i due demoni – mentre tendeva le braccia verso il piccolo Kireichi alias sacco della spesa, per poi prenderlo in braccio, togliendolo dalle mani di Ichigo che si becco lo sguardo inceneritore di Rukia attraverso il buio.
- Avevamo finito la pattuglia e Hisagi ci ha dato il cambio con la sua brigata, quindi io e Sora abbiamo finito di compilare le scartoffie per Kyoraku-san e quindi in due abbiamo finito prima – Disse tutto sottovoce, mentre si abbassava all'altezza della ragazza per vederla meglio – tu invece? -
Rukia temporeggiò prima di rispondere – Ero a vedere come stava Nii-sama – Annuì piano abbassando lo sguardo.
- Oh – mormorò appena il rosso – E come sta?
- La malattia persiste, penso che ormai abbiano deciso di passare la sesta brigata a Renji. -
Ichigo annuì piano – Capisco – Disse solo in un sospiro.
- Vado a farmi un bagno, Ichigo, ricorda di mettere a Yuki la luce; ha paura del buio – Disse dando uno schiaffetto alla spalla del rosso che la guardò, mugolando un “sì” sommesso, mentre gli lasciava in braccio Kireichi.
La osservò camminare lungo il corridoio e sparire dietro la porta.
Come se non sapesse che sua figlia a paura del buio, figuriamoci!
Perché glie lo aveva detto? Lui lo sapeva perfettamente... Be', più o meno, con tutte le cose a cui aveva da pensare, non se lo sarebbe mai ricordato. Meno male che c'era Rukia; meno male che c'era la maternità più lunga che nel Mondo Reale, dove non poteva più mettere piede.
Rimanendo alla Soul Society, Ichigo aveva deciso di riprende il cognome del padre: Shiba, - facendo prende a Ganju un infarto, tanto grande e potente, da stenderlo sul posto – che oltretutto era una delle Famiglie Nobili, il che rese più facile dire a Byakuya, tutte le cazzate varie per il matrimonio... E i due diavoli, che erano inaspettatamente arrivati prima di esso.
Aprì piano la porta, mettendo sul primo futon Kireichi – che perdeva bava, ancora addormentato da prima – e sull'altro più a sinistra mise Yuki, con più delicatezza. Kireichi aveva questa strana capacità, di riuscire a dormire anche durante un terremoto, o una guerra nucleare...
Si allungò verso il mobile su cui era posato il lumino da notte a forma di panda e lo accese, osservandoli per un attimo dormire beatamente.
Notò qualcosa di strano, davvero strano, tra le mani di Yuki, coperte dai capelli ambrati e illuminati da una fioca luce sottostante. E strinse gli occhi pensando di aver visto male, ma no, c'era davvero.
Lentamente si mise in ginocchio a fianco a lei.

Con quel respiro talmente leggero e impercettibile, che se non fosse stato per le sopracciglia corrugate – come le sue – avrebbe di sicuro pensato che fosse morta.
Le scostò i capelli, ma apparentemente, non c'era nulla di strano; nessuna luce, solo tanto freddo, le sue manine tanto piccole e così pallide erano sempre congelate.
Eppure Yuki non aveva nessuna malattia, nessuna stranezza e, a differenza di suo fratello non aveva molta reiatsu, Kenpachi aveva detto chiaramente che sarebbe stata molto più debole e indifesa in confronto a Kireichi.
Ma questo non importava, avrebbe imparato a difendersi, in un modo o nell'altro.
Coprì meglio la bimba, per poi alzarsi e dare un occhiata a Kireichi che dormiva tra le sue sbavature.
Chiuse la porta dietro si sé, tornando nella sua ala della villa, voglioso di entrare nel suo futon, dato che non si reggeva quasi più in piedi.
Varcò la porta della camera adocchiando da subito il futon già pronto.
- Ichigo – Lo chiamò di nuovo la voce dura della brunetta, che era infagottata nell'accappatoio, appena dietro di lui – Hai... - Mormorò mentre si avvicinava a lui.
- Cosa? - Scosse appena la testa.
- … Hai percaso notato qualcosa di strano con Yuki? - Disse tutto d'un fiato, come se avesse paura di parlare.
- In che senso? - Le sopracciglia di Ichigo, insolitamente si inarcarono verso l'alto.
- Ho come l'impressione – Sospiro con aria ansiosa, prendendosi le mani e torturandole, quasi tremando – Che sia sempre più fredda. E poi i suoi occhi; Ichigo tu li hai visti i suoi occhi?
Ichigo scosse la testa, osservando l'espressione della ragazza che era tutt'altro che “solo ansiosa”. Era proprio spaventata, nell'ansia più totale.
Tutti sanno che per una shinigami, una gravidanza può essere considerata un pericolo molto grande, sopratutto se hai il fisico esile come Rukia. Effettivamente, Yuki non era stata una grande fatica, ma Kireichi era un piccolo elefante.
- Che cos'hanno di strano gli occhi di Yuki? - Cercò di non far caso alla paura che vide nei suoi occhi.

- Sono irreali, Ichigo! Nessuno di noi due ha gli occhi di quel colore: uno blu e uno praticamente, trasparente... E oltretutto stanno cambiando; l'occhio blu, quello destro, sta diventando come quello sinistro! E' impossibile! - Alzò di poco il tono, ma bastava per far svegliare Nan, la domestica, quindi le agguantò le spalle facendola zittire.
- Rukia, è normale che i bambini, durante questa fascia d'età, cambino un po' il colore degli occhi o dei capelli. Hanno solo otto anni* stanno crescendo, sicuramente è una cosa passeggera.-
Lei rimase in silenzio, ascoltando, per poi annuire piano e allontanarsi sempre in silenzio.
Con quest'ultima conversazione lo stressomentro di Ichigo era letteralmente esploso, come un enorme brufolo pieno di pus, – non è uno di paragoni migliori, lo so - si massaggiò le tempie prendendo un enorme respiro e a pieni polmoni si lasciò andare per terra sul futon. In quel momento avrebbe voluto solamente riposarsi, erano passate da poco le due e il suo cervello era completamente in pallone, completamente fuori uso.
Chiuse gli occhi e lasciò che il sonno lo traesse a sé.

Due settimane più tardi....

 

- Hisagi taichou! - Il Terzo seggio della Nona compagnia, spalancò la porta dell'ufficio di Shuuhei che lo squadrò da capo a piedi. Si sapeva che Hisagi Shuuhei, era la persona più occupata e stressata – dopo Ichigo – di tutto il Seireitei, quindi quando si aveva a che fare con lui... Bisognava avere un po' di tatto, ecco.
- Cosa vuoi Choo?-
- Abbiamo una segnalazione dalla Dodicesima brigata, a quanto pare è uno stato di allerta: Un reiatsu completamente estraneo è stato segnalato appena fuori da Rukongai, non rientra in nessun tipo di quelli che abbiamo tra gli schedari! - Esclamò il Terzo seggio Choo mentre Hisagi si alzava dalla sedia della sua scrivania.
- Fai preparare una squadra di ricognizione, chiederò prima il permesso a Kyoraku-sama e poi andremo subito. -
Choo si inchinò profondamente – Sissignore! - E poi sgattaiolò fuori di corsa.
Un reiatsu completamente assente dagli schedari della Dodicesima? Perché non l'aveva sentito arrivare?
Era un pericolo o solo un'anomalia?

Era il giorno di “riposo” di Rukia, da lei tanto atteso e acclamato – perché tra virgolette? Ora lo vedete – dopotutto essere il capitano della Quinta brigata non era poi così male, anche se da poco si era abituata a tutto lo stress che si riceveva quotidianamente in ufficio e capiva perfettamente la nevroticità di Hisagi.
La villa Shiba, del secondo braccio era al Rukongai Est, un po' lontano dalla Seireitei, ma aveva i suoi metodi per arrivare fin lì.
In quel momento, Rukia, era seduta sul pavimento della veranda che teneva sott'occhio i due diavoli che giocavano ad acchiapparella – un po' cruenta, dato che Kireichi non era il maestro della delicatezza – e Yuki, per l'ennesima volta era stata presa, nonostante fosse più piccola e agile, Kireichi, aveva un modo tutto suo di vedere quel gioco.
Rukia osservò Kireichi avvicinarsi a lei di corsa – Mamma! - urlò per poi fermarsi davanti a lei, guardandola fisso in faccia con quei bellissimi occhioni color cioccolato.
- Dimmi – Rukia si scosse sporgendosi verso di lui che si teneva le braccia dietro la schiena.
- Io devo andare in bagno e Yuki-chan non vuole più giocare, si è messa a piangere di nuovo – Disse per poi oltrepassarla, aprire la porta della veranda che dava all'interno della casa e richiuderla dietro di sé.
Rukia sospirò di nuovo, per poi alzarsi, lasciando ricadere il kimono bianco lungo i fianchi e dirigersi verso la bambina seduta a gambe incrociate.
Non stava singhiozzando, Yuki quando piangeva lo faceva in modo silenzioso, così da non far preoccupare nessuno.
Si sedette a fianco a lei, che non appena la sentì si passò le mani sulle guance bagnate dalle lacrime.
- Yuki-chan – La sua voce, a differenza di quando parlava con Ichigo, era dolce esattamente come dovrebbe essere – Perché piangi? - Le chiese accennando un lieve sorriso.
Yuki scosse la testa senza rispondere, mentre teneva lo sguardo fisso sugli alberi, situati qualche metro avanti a loro.
- Kichi-chan è riuscito a battermi di nuovo – Disse solamente alzando appena le spalle.
Rukia la guardò per poi avvolgerla tra le sue braccia, com'era solita fare in quei suoi momenti di debolezza, ma qualcosa la percosse. Una stretta allo stomaco pesante, come se un onda l'avesse travolta: era una reiatsu. Densa, scura e molto potente.
Veniva dagli alberi lì davanti a loro, Rukia strinse a sé Yuki, mentre lei teneva lo sguardo fisso sul boschetto fitto davanti a loro.
Un gorgogliare basso e cupo si levò dagli alberi, non appena lo sentì, Rukia – oltre a maledirsi di non aver portato con sé la zampakutou – si alzò subito, tirando su con sé Yuki, stringendole la manina piccola e magra.
- Yuki-chan, andiamo dentro di sicuro Nan avrà preparato la vostra merenda – Le sorrise nascondendo la preoccupazione, nonostante sentisse comunque quel ringhiare cupo. Riuscì ad allontanarsi di qualche passo, quando un albero appena più là da loro si incrinò cadendo in avanti in un assordante tonfo, mentre Rukia spingeva dietro di sé la bambina che si era trattenuta dall'urlare.
La reiatsu era lì, la fonte era proprio lì davanti a loro, sentiva il respirare di quella cosa – qualsiasi cosa essa fosse – di fronte a lei, come un forte vento.
Attraverso gli alberi si scoprì, davanti ai suoi occhi, un mastodontico muso nero e aguzzo, ricoperto di nere e appuntite spine ossee. Avanzava verso di lei e il panico si fece padrone del suo corpo; non ci credeva, ma le fu impossibile negare l'evidenza quando due ampie ali nere si aprirono di poco, stiracchiandosi pigramente sulla schiena del proprietario che apriva le fauci lasciando uscire uno sbuffo di fumo nero.
Così grande e imponente da incutere timore alla Dea della Morte, da poco a capo della Quinta brigata e dei Corpi Kido.
Il rettile la osservava, stando appollaiato davanti a lei, con quegli occhi lucenti e affilati. Rukia tese la mano di fronte a sé – Hadou n°88 – Mormorò tenendo lo sguardo fisso sula creatura, sapeva benissimo che era azzardato attaccare così spropositatamente con un Incantesimo Kido così alto, ma era meglio prevenire che curare - Hiryū Gekizoku Shinten Raihō! - Sul palmo della mano si caricò un onda di energia che si scaglio devastante contro l'essere, seguito da un assordante esplosione.
Si levò un polverone di terra, che costrette la mora a coprirsi gli occhi, in quel momento sentì la voce di Nan dietro di sé – Rukia-sama! - Urlava in preda al panico, dalla porta della veranda.
Non si girò per vedere ma una ventata spazzò via tutto il polverone che si era creato intorno a loro; quella cosa aveva spiegato le ali.
Si era eretto sulle due zampe posteriori emanando un ruggito, ma la cosa che fece rimanere Rukia sbalordita, fu vedere che il Drago era completamente illeso.
La pancia del drago si illuminò, come una fornace e prese a illuminare anche la gola, pronto a rigurgitare un'ondata di fuoco.
Così vicino da sentirne il calore.
Sentì Nan urlare, ma l'unica voce che fu più chiara era quella di Yuki, che senza volerlo, dopo aver picchiato un piede per terra, fece levare una valanga di ghiaccio, talmente forte da far destabilizzare la posizione di Rukia.
Il drago ringhiò, cercò di alzarsi in volo, ma il ghiaccio lo aveva avvolto e imprigionato in una posa scomposta. Quasi fosse una scultura di ghiaccio appena completata.
Rukia con gli occhi sbarrati e la bocca schiusa osservò la scia di ghiaccio davanti ai suoi piedi e poi l'immensa creatura viva che era racchiusa sotto lo strato freddo.
La bimba, sempre così gracile e introversa, era avvinghiata alla sua gamba, stringendo il kimono con le mani fredde come quello che avevano creato così... dal nulla.
Ma la vera domanda, quella che la tartassava da qualche minuto, era: “Cos'è successo?”

Delle voci aggiuntive a quella terrorizzata di Nan, la fecero riprendere da quella momentanea trans e decise di girarsi verso l'eco; Hisagi Shuuhei, Renji, Ichigo e rispettivi vice-capitani erano lì – e rappresentavano rispettivamente Nona, Sesta e Ottava brigata – che a bocca aperta, osservavano la scena, che di per sé aveva un qualcosa di mistico.
Rukia senza pensarci troppo, prese la mano della figlia, per poi avvicinarsi a grandi passi verso il gruppo.
- Rukia – Ichigo in un respiro chiamò il suo nome, distogliendo lo sguardo dal drago di ghiaccio – Che cosa...-
- Non sono stata io – Disse subito attirando l'attenzione di tutti su di lei – Yuki ha congelato quella cosa prima che contrattaccasse. - Nella sua voce non c'era alcuna emozione, nemmeno nel suo sguardo, sentiva solo un profondo vuoto dopo quello che aveva visto. Yuki fino ad ora, non aveva mai avuto alcuna dote: non era abile nell'arte della spada, non era un asso con il Kido, non aveva una reiatsu potente.
Allora, cosa aveva appena fatto? Ma sopratutto come l'aveva fatto?

 

Spazio di Berrie!
Salve a tutti, se avete letto questo prologo, vi meritate un grandissimo abbraccio!
Come avete notato questa fanfic del tutto nuova è ambientata dopo la Guerra Millenaria, in un futuro non troppo lontano, ma nemmeno molto vicino. Ora vi spiego: Ichigo non potendo più tornare nel Mondo Reale è dovuto rimanere nella Soul Society, cambiando così il suo cognome da Kurosaki a Shiba. La Soul Society è completamente riorganizzata, nei prossimi capitoli che pubblicherò spiegherò meglio come eheh.
Oltretutto ci saranno moltissimi nuovi personaggi e vedrò di infilarceli bene nella trama. Dal prossimo capitolo, ci sarà un salto temporale, che vedrà i personaggi che ho illustrato dopo alcuni anni dall'accaduto.
Spero di avervi incuriositi, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate con una recensione!
Baci,
Shitberrie
  
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