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Autore: Megan Alomon    03/09/2014    0 recensioni
"Tutto bene sul fronte occidentale, amore mio, nessuno bombarda più."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima della rosa temeraria
(cadaveri di me)
 
 
 
 
C'erano dei cadaveri per terra, al fronte occidentale, dopo che le bombe hanno cessato di ferire.
Uno dei corpi era quello di mia sorella, colpita al ventre dalla scheggia prodotta da una granata. Gli altri corpi somigliavano tutti a me.
Uno era riverso nel fango a faccia in giù; indossava un maglione arancione e dei jeans stretti, aveva i capelli ricci e castani, anch'essi sporchi di fango. Non ho toccato quel corpo.
Un altro cadavere aveva i capelli rossi e la bocca spalancata in un grido silenzioso. Anche questo corpo, come quello di mia sorella, era stato colpito al ventre. Era il cadavere di una ragazzina, e aveva anche gli occhi spalancati, oltre alla bocca. Glieli ho chiusi perchè mi faceva pena.
L'ultimo cadavere sembrava dormire nel fango, riverso com'era sul fianco destro. Portava un paio di scarpe nere, una gonna verde e una maglia nera:  era una giovane donna. Le mancava quasi metà dell'orecchio sinistro eppure sul viso aveva un'espressione serena.
 
E' questo che racconto oggi alla rosa temeraria che mi aspetta in giardino: che tutti gli altri cadaveri assomigliavano a me.
Quando ho finito il mio racconto, la rosa ride.
 
 
 
 
"Sei stata molte cose?" mi chiede.
"Puoi scommetterci. Sono stata una figlia cattiva, una figlia buona, una ragazza innamorata, una puttana e un'ispirazione per un poeta che di me, non ha mai capito nulla."
"Tua sorella invece cosa è stata?"
"Lei è stata una cosa sola. E dal fronte occidentale, non è tornata."
"Voi due non avevate nemmeno lo stesso sangue, non è vero?"
"E allora? Questo ci impediva forse di essere sorelle?"
 
 
 
 
La rosa non ha parlato nemmeno oggi eppure l'ho sentita lo stesso.
Anche stamattina piove e anche stamattina la rosa non credeva ce l'avrei fatta a raggiungerla. Stavolta però non ho dimenticato le scarpe.
Sono tornata dal fronte da nemmeno tre mesi eppure mi sembra sia passata una vita intera.
Guardo la rosa temeraria e la pioggia mi tamburella sulle spalle con le sue dite fredde ma gentili. Ecco, ho dimenticato l'ombrello.
Guardo il cielo grigio e penso che scriverò una lettera al mio poeta, no, non a quello che di me non ha capito nulla, ad un altro, i cui occhi sono il mare.
Scriverò una lettera ed inizierò così:
 
 
 
"Sono tornata dal fronte occidentale, amore mio, e va tutto bene perchè nessuno bombarda più e la guerra è finita. Molti dei cadaveri che ho lasciato nel fango erano le mie vecchie carcasse ma non preoccuparti. La vera me è qui e ti sta scrivendo una lettera."
 
 
 
Piove.
Guardo il cielo.
Sorrido.
 
 
  
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