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Autore: salamandergirl    03/09/2014    8 recensioni
[Capitolo corretto e migliorato]
In questa storia (sempre nalu per vostra sfiga, ma vi prometto che sfornerò forse ripeto forse una GALE ma... chi sa)
Lucy è una ragazza di 17 anni bellissima ma malata di una malattia che porta la morte se non curata.
e Natsu un giovane liceale che per avere la sufficienza decide di aiutarla ma quello che prima è pena si trasforma in amore.
se vi ho incuriosito leggete.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[capitolo corretto e migliorato]
Combatti piccola
 
Era un fresco giorno di settembre, la pioggia scendeva leggiadra e andava a puntellare di bagnato le strade di Magnolia.
Un’automobile bianca viaggiava veloce per le strade della cittadella e si fermò davanti a un maestoso edificio color crema, il giardino immenso caratterizzava l’entrata della scuola.
-Signorina Lucy allora è sicura di tornare a casa da sola? -
Chiese un’anziana donna alla giovane seduta sui sedili da passeggero.
- Sta tranquilla Spetto-San. -
La ragazza aprì la portiera per poi salutare con la mano l’anziana donna.
-Stia attenta signorina Lucy. -
Sospirò la donna sentendo la portiera chiudersi alle sue spalle, dopo aver udito quel suono mise in moto e partì spedita per tornare alla villa Heartfilia.
Una ragazza dai grandi occhi color cioccolato dai lunghi capelli color grano, ammirava ,con un grande sorriso stampato in faccia, la sua nuova scuola.
Quante scuole aveva cambiato nel corso della sua vita? Quante case? E quanti amici aveva perso?
Si era trasferita da poco a magnolia per poter usufruire dei miglior medici del mondo.
Si perché lei era malata.
Dietro quei sorrisi si nascondeva una ragazza ormai al limite, ma con tanta voglia di vivere.
Durante le prime lezioni conobbe Levy, una ragazza della sua stessa età con l’hobby della lettura, nel susseguirsi delle lezioni la giovane dai capelli azzurri le fece conoscere le sorelle Scarlett, Erza e Bisca, e Juvia Loxar un’inguaribile romantica/ossesiva.
Lucy non aveva mai avuto bisogno di sforzarsi per sembrare una ragazza normale semplicemente lo era e metteva in secondo piano la sua malattia cardiaca.
Non voleva pensarci, perché se si fermava anche solo un istante a pensarci gli veniva da chiedersi quanto ancora Dio l’avrebbe lasciata camminare sul sentiero della vita.
E questo la spaventava, anzi la terrorizzava quel conto alla rovescia che mai smetteva di toglierle secondi, minuti, ore o giorni.
Alla fine delle lezioni venne chiamata dal professore di sostegno, Makarov Deyar.
-Buongiorno signorina Heartfilia.-
La salutò solare l’uomo ormai troppo anziano per insegnare, ma ancora bello arzillo.
-Buongiorno Sensei.-
Salutò cordiale, e vicino al Sensei vide uno strano ragazzo.
Indossava la divisa scolastica ma al posto della cravatta lui indossava una sciarpa bianca, cosa molto strana perché anche se faceva un po’ di freddo non c’era bisogno di una sciarpa perché ancora un po’ di caldo estivo alleggiava nell’aria-
-Le presento Natsu Dragneel.-
- Yo Lucy! -
La salutò grattandosi i capelli color rosa ciliegio, colore molto insolito , che gli donavano un’aria un po’ più bambinesca insieme a quel sorriso ingenuo.
-Ciao, Natsu.-
Salutò semplicemente la giovane con un po’ di imbarazzo.
-Lui la aiuterà nelle mansioni scolastiche.-
Continuò il vecchietto.
-Perché Sensei?-
 L’uomo si andò a sedere su una sedia della biblioteca mentre i ragazzi rimasero in piedi di fronte a lui.
-Visto le sue prestazioni fisiche vogliamo che il qui presente Natsu Dragneel la accompagni dovunque lei vada durante le ore scolastiche. E che la aiuti a fare qualsiasi cosa lei abbia bisogno.-
-La ringrazio dell’offerta Sensei. -
Lo interruppe Lucy inchinandosi leggermente.
-Ma non ho bisogno di una balia, per questo ho già molti camerieri e infermieri che mi aspettano ogni giorno a casa. Qua a scuola vorrei essere più libera. -
- Signorina Heartfilia, In cambio lei avrà maggior sicurezza di non svenire in giro lui la sufficienza in tutte le materie. -
Disse scoccando uno sguardo di rimprovero verso il rosato.
-Credo che sia una cosa che gioverebbe ad entrambi, e poi la aiuterà solo se le circostanze lo richiederanno, non le voglio di certo affiancarle una balia. -
Lucy osservò il ragazzo e successivamente sospiro sconfitta e inchinandosi accettò l’offerta ringraziando l’insegnante.

 
<>

Uscimmo dalla scuola senza fiatare, io ero molto imbarazzata, così osservai il cielo dove da dietro le grigiastre nuvole, faceva capolino un sole brillante.
-Allora Lucy facciamo la strada di casa assieme? -
Propose Natsu.
-Io abito nel quartiere di Lamia Scale, è lontano.-
Precisai subito, non volevo che facesse strada in più per causa mia.
Ma lo vidi sorridere e dire che anche lui abitava due case dopo la mia, quindi non mi opposi e iniziammo a camminare insieme.
Durante tutto il tragitto parlammo, lui si presentò per bene raccontandomi della sua “arlergia” per lo studio.
-Dai raccontami qualcosa di te. -
-Beh i miei genitori sono morti quando avevo dieci anni, mia mamma per la mia stessa malattia e mio padre si suicidò per il dolore, Spetto-San la mia governante si prese cura di me come una figlia insieme a tutti i camerieri e agli infermieri la mia malattia è molto … Ehy ma che fai? -
Natsu si parò davanti a me osservandomi contrariato, le mie guance avvamparono.
-Non ti annoi?-
-Eh?-
-Si insomma a parlare della tua malattia o della tua situazione famigliare? -
-Ma sei stato tu ah … -
-No. -
Sorrise lui.
-Parlami di te, dei tuoi hobby delle tue amiche … di quello che ti piace.-
Ero un po’ stupita, di solito la gente mi chiedeva della mia situazione famigliare e della mia malattia, forse lui era la prima persona che per prima cosa gli chiedeva di raccontarmi di me, cioè della Lucy non malata.
Sorridendo gli raccontai che adoravo scrivere, scrivere avventure fantastiche.
Di amicizie profonde, di animali volanti e gatti parlanti.
All’improvviso sentì un dolore acuto al cuore, portai una mano sul petto stringendo la maglietta, mi senti male tutto intorno a me era sfuocato , le gambe cedettero.
L’ultima cosa che ricordo sono due forti braccia che mi circondano in una presa dolce ma nello stesso momento forte, prima di cadere sul freddo suolo bagnato.
Quando aprì gli occhi non ero più in strada con Natsu a chiacchierare ma in una camera ben conosciuta … quella dell’ospedale.
La mia mano era stretta da un paio ben più grandi e calde, girai lo sguardo e vidi Natsu.
-Oddio, meno male che ti sei svegliata stai bene?-
Annuì lentamente, mi sentivo stanca e il cuore continuava a dolermi.
-Starei meglio se mi togliessero tutti questi aghi dal corpo. -
Odio gli aghi anche se è da piccola che ci convivo ma io e l’oro non andiamo d’accordo.
A spezzare i miei pensieri fu il dottore che espose il mio caso come un bravo poliziotto.
Se non trovavano un cuore entro la fine dell’anno, il mio non avrebbe fatto scorrere più molto sangue e questo significa che i miei globuli si sarebbero ancora di più indeboliti e quindi entro il giro di un anno sarei morta.
Strinsi più forte le mani di Natsu cercando un supporto che subito arrivò.
Per fortuna che c’era lui a darmi coraggio.
Anche se non lo conoscevo mi fidavo di lui.
Il dottore prima di uscire aggiunse che non dovevo prendere shock, o semplicemente brutte notizie altrimenti avrei fatto sforzare troppo il mio cuore, conseguenza acceleravo la mia morte.
I mesi passavano Spetto-san e tutto il personale della villa stavano sempre al mio capezzale chiedendomi come stavo o se avessi bisogno di qualcosa, così come Natsu.
E anche le mie amiche non furono da meno.
Ma Natsu … era così dolce con me, qualche volta rimaneva persino a dormire li, e mi stringeva la mano tutta la notte, io credo di provare qualcosa … ma io sono una bomba.
Potrei esplodere da un momento all’altro, e così fare soffrire tutti quelli che sono accanto a me.
E non voglio provocare ulteriori danni, se mai mi riprenderò e potrò vivere normalmente lo bacerò altrimenti rimarrà per sempre un amore platonico.
Un giorno dopo aver salutato Natsu che se ne doveva tornare a casa  cercai di sedermi per mangiare qualcosa.
-Oggi c’è il budino … -
Dissi guardando il vassoio accanto a me, ormai non mangiavo molto e il mio corpo dimagriva sempre di più.
Quando qualcuno entrò nella mia stanza.
Una ragazza dai capelli corti e bianchi due occhi color mare.
Si avvicino al mio letto e mi disse delle semplici parole
-Ascoltami bella, tu vuoi fare la vittima in questa situazione -
E detto questo mi strappo i tubicini del flebo della mano sinistra.
-Natsu e solo mio troia non toccarlo capito e ora… muori stronza! -
E strappo anche i tubicini della mano destra.
E poi se ne andò.
Cercai di alzare la mano per chiamare l’infermiera ma il cuore faceva troppo male, il dolore aumentava era troppo forte finche non svenni.

 
<>

Cazzo perche me ne sono andato?
Doveva arrivare quella stupida di Lisanna.
Sono fuori dalla sala operatoria, poi un infermiera mi fa cenno di entrare.
E la vedo.
Il suo esile corpo tempestato da tubi, in qualcuno scorre del liquido giallastro, mentre in un altro rosso  e in un altro ancora quello bianco.
Delle fasce tengono i capelli raccolti in testa, e qualche ciocca scende.
Mi si lacera il cuore vederla così, io non voglio che muoia voglio vedere ancora il suo sorriso.
Mi avvicino a lei, le accarezzo una guancia
-Sai Lucy io … io … ti amo-
Lo so sono impulsivo e tu mi starai dicendo non ci conosciamo neanche tanto bene, e io ti rispondo che è vero ma quei pochi mesi che ho passato con te mi hanno reso felicissimo.. Lisanna non conta niente quindi ti prego Lucy combatti combatti per noi.
Mi avvicino e le dono un bacio, semplice casto puro come lei.
Un semplice bacio a stampo ma vedo che la smorfia di dolore si dissolve in una più felice, serena.
Lucy combatti piccola mia.
   
 
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