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Autore: Ilmazzobro    03/09/2014    3 recensioni
Il pairing è ToothCup (con Human!Toothless)
Sdentato non si aspettava che Hiccup, il suo fidanzato, gli venisse a bussare alla porta in piena notte e in lacrime durante un temporale da paura. Il povero Hiccup, dal canto suo, non si aspettava di certo che Sdentato gli aprisse...
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Okay, bene. Ho scritto qualcos’altro. Ancora una volta, YAOI in vista, quindi attenti. Il rating è un ulteriore volta T, quindi niente sesso o varie, benché ci sia la menzione della parola ‘erezione’ una volta. Il pairing è ToothCup (Ovvero Toothless e Hiccup, da Dragon Trainer). Bene… Godetevelo e ditemi cosa ne pensate!

Una notte piovosa
 
Quando, nel bel mezzo della notte, il diciassettenne Hiccup sbatté i suoi pugni sulla porta di Sdentato, il suo ragazzo diciannovenne, in tutta onestà non si aspettava minimamente che il ragazzo coi capelli neri gli aprisse. Effettivamente, però, non aveva contato che il suo ragazzo soffriva occasionalmente di insonnia. Fuori pioveva e quando Sdentato, ancora vestito dalla sera precedente, aprì la porta, l’ultima cosa che si aspettava di trovare era il suo fidanzato che stava in piedi lì davanti a lui, fradicio fino all’osso e ancora in pigiama, singhiozzante. Trasse dentro casa il ragazzo più piccolo, frettolosamente, e chiuse la porta.

“Hiccup, che diavolo sta succ-” Provò a dire, prima che il ragazzo coi capelli bruni lo interrompesse con un bacio. Si trovò spinto all’indietro contro il muro mentre Hiccup divorava, quasi come affamato, le sue labbra senza nemmeno curarsi di dare una spiegazione, continuando a piangere e a singhiozzare.

Sdentato era letteralmente senza parole e tutto ciò che poteva fare era seguire il flusso delle azioni di Hiccup, mentre il loro bacio diventava più passionale e Hiccup cominciava a trascinarlo verso l’enorme, soffice letto nella sua camera. Il ragazzo coi capelli bruni si sedette sul materasso e poi vi si distese, trascinando giù con lui pure Sdentato, in maniera che il ragazzo più grande lo premesse contro il letto. Quando Hiccup sentì l’erezione del suo ragazzo che, attraverso i vestiti, premeva sul suo basso ventre, cominciò a slacciare i bottoni della camicia di Sdentato, muovendo rapidamente le mani verso i suoi pantaloni.

A quel punto, però, il più grande dei due finalmente riuscì a sollevarsi sulle mani e a fermare i movimenti del più piccolo. “Hiccup, mi vuoi spiegare che cosa è successo? Perché stai piangendo?” disse, resistendo alle mani dell’altro che continuavano a provare a tiralo giù di nuovo.

“E’ papà… E’ arrabbiato perché sto con te!” Disse Hiccup, riuscendo finalmente a premere di nuovo il corpo mezzo nudo di Sdentato contro il suo. “Mi sono arrabbiato anch’io e abbiamo litigato…” A questo punto un lungo bacio fu scambiato tra i due, pieno di brama da parte di Hiccup, ma pieno d’amore e preoccupazione da parte di Sdentato. “E io mi sento così vuoto, ora…” Continuò Hiccup. “Sono così vuoto… Ho bisogno che tu mi riempia, Sdentato. Prendimi. Prendimi adesso…”

‘Quindi è questo il problema…’ pensò Sdentato, mentre si sforzava di staccarsi dalle labbra di Hiccup, intossicanti e così intollerabilmente assuefacenti, che un’altra volta ancora erano incollate alle sue. “Hiccup, fermati.” Disse con evidente preoccupazione. “Fermati adesso. Non hai nemmeno smesso di piangere e sei ancora fradicio.”

“Ma mi sento così vuoto…” Hiccup implorò, emettendo un forte, patetico singhiozzo che fece venir voglia di piangere pure a Sdentato. “Ti prego, riempimi. Non mi voglio sentire così… ho bisogno che tu mi prenda adesso.”

“No, non è vero.” Disse Sdentato, mettendosi a sedere e facendosi sedere Hiccup in grembo. “Sei solo triste, ora. Ti sentiresti solo peggio se avessimo fatto l’amore in questo momento. Non sarebbe nemmeno fare l’amore: sarebbe solo del sesso. E tu lo sai più di me che a nessuno dei due piacerebbe.”

Hiccup affondò il proprio volto nel petto di Sdentato, infradiciandolo e cominciando a piangere senza più alcun freno. “Perché devi avere così ragione ogni fottuta volta?” Singhiozzò. “Perché?!”

Sdentato ridacchiò e baciò i capelli bagnati del suo ragazzo. “Perché l’ho provato sulla mia stessa pelle. Ora sai che facciamo? Ora ti mettiamo qualcosa di caldo e asciutto. Stanotte dormi qui con me.”

Detto ciò, il più grande procedette a svestire Hiccup, asciugarlo con un paio di asciugamani, infilarlo in un pigiama e, dopo aver cambiato le lenzuola con alcune più calde e asciutte, a metterlo a letto, rimboccandogli le coperte e schioccandogli un soffice bacio in fronte, prima di stendersi accanto a lui e di abbracciarlo da dietro.

Le lacrime del ragazzo dai capelli bruni si erano ormai fermate, ma qualche singhiozzo ancora scuoteva le sue membra infreddolite. “Co-cosa possiamo fare con m-mio padre, Sdentato? Sono perso senza di lui… E’ tutta la famiglia che mi resta, a parte te. Io ho bisogno che lui mi accetti.”

Sdentato lo zittì dolcemente e baciò il suo orecchio. “Andrà tutto bene, piccolo mio.” Sussurrò con la voce più smielata che riuscì a trovare dentro di se. “Ci parlerò io domani. Riusciremo a trovare una via per uscire da questo casino. Per adesso dormi e basta, amore mio. Sei stanco e per fronteggiare tuo padre dobbiamo avere la massima energia possibile, giusto piccolo?”

“Giusto, Sdentato…”

“Dormi, Hiccup. Io sono qui, accanto a te.” Sussurrò ancora Sdentato, prima di mettersi a cantare, con una voce sorprendentemente dolce e delicata, una gentile canzone che cullò l’altro fin nel regno dei sogni.

Quando sentì i muscoli del ragazzo più piccolo che si rilassavano nel suo abbraccio, Sdentato tirò fuori il telefono e chiamò il telefono di casa di Hiccup, sperando che rispondesse suo padre.

“Pronto?” Una voce preoccupata rispose dall’altro lato.

“Signor Haddock?”

“Chi sei?”

“Sono Sdentato, il fidanzato di suo figlio. Hiccup sta dormendo accanto a me, in questo momento.”

“Oh, grazie a Dio!” L’uomo sospirò di sollievo. “Sta bene?”

“Sì. Gli ho dato un pigiama asciutto e l’ho messo a dormire. E’ preoccupato di ciò che pensa di lui, ma sta bene.”

“Bene. Ascoltami, Sdentato: non so cosa ti abbia detto, ma è colpa mia. Ho reagito nella maniera peggiore possibile e mi sono arrabbiato, quando in realtà sono solo stupito perché non lo sospettavo nemmeno lontanamente. Ma non mi importa, gli voglio bene lo stesso. E domani ci incontreremo tutti assieme così mi potrò scusare, anche se sono un po’offeso che non me lo abbia detto prima…”

“Non si preoccupi, glie lo dirò appena si sveglia.”

“Bene. Ci incontreremo domani allo Starbucks accanto a casa nostra. Scommetto che sai dov’è. E, anche se io e te dobbiamo parlare di qualche regola su ciò che Hiccup può o non può fare quando è con te, penso che tu mi piaccia di già. Non molti mi avrebbero chiamato per informarmi che Hiccup sta bene. Non dopo ciò che ho fatto. Quindi grazie e continua a essere così. Potrei effettivamente preferirti a qualsiasi ragazza che Hiccup avrebbe potuto trovare.”

“Sì signore. Ci vediamo domani.” Disse Sdentato, con una lieve risata. Poi attaccò il telefono e dette un bacio sulla guancia a Hiccup, che dormiva.
Poi chiuse gli occhi per mettersi a dormire lui stesso. “Ti amo, Hiccup.” Sussurrò.
   
 
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