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Autore: vento in tempesta    03/09/2014    1 recensioni
"Perchè il sole non se ne va?" Questo è il chiodo fisso della piccola Camilla, che a soli 5 anni volge i suoi giovani occhi alla scoperta del mondo. Un mondo a lei completamente nuovo: a volte difficile, a volte incomprensibile; ma proprio grazie alla sua continua curiosità, la piccola coglierà l'occasione per crescere e apprezzare il bello che, nonostante tutto, la circonda.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una bimba dai grandi occhi bruni che guardava il cielo. Ella, seduta su una panchina, sgranocchiava assorta la crostatina al cioccolato che la mamma le aveva dato per merenda e intanto, assorta, fissava l’azzurro sopra di lei.
Qualcosa la turbava.
C’era una luce lassù, fissa in mezzo alle sporadiche nuvolette, che la accecava e la innervosiva.
Saltò giù dalla panchina del parco e ancora col naso all’insù si decise a seguire la babysitter che innervosita la richiamava a gran voce.
“cosa guardi Cam?” chiese Cecilia, la bionda ragazza che da qualche mese la accompagnava nelle sue passeggiate pomeridiane. “è sempre lassù!” Disse la bimba con il viso corrucciato, indicando con il ditino quella cosa luminosa. Cecilia rise e con un tono di superiorità si rivolse nuovamente alla piccola: “ovvio Camilla, il sole non può muoversi a tuo piacimento!” e allungò il passo.  La bimba seguì la sua accompagnatrice di malavoglia. Faceva un gran caldo e si sentiva molto stanca. “tutta colpa sua!” pensava arrabbiata Camilla rivolta all’astro; “si diverte a farmi sudare!” E rivolse nuovamente il viso arrossato al cielo, cercando di guardare quella stella cosi dispettosa. Camilla si era sempre chiesta perché esistesse il sole. Era per colpa sua se in estate al mare doveva cospargersi di quella viscida crema che le impediva di giocare con la sabbia senza che essa le si appiccicasse fastidiosamente addosso. In inverno invece non parliamone. Proprio quando il suo caldo sarebbe servito a qualcosa lui si rintanava dietro alla foschia e neanche a sperarci che donasse un po’ di tepore ai bambini che giocavano sulla neve o agli uccellini che intirizziti dal freddo vagavano per il parco alla ricerca di briciole!
Ogni sera la piccola lo spiava dalla sua finestra e lo vedeva scomparire dietro ai tetti, ma ormai sapeva che al mattino, al suo risveglio, lo avrebbe trovato già alto nel cielo a fissarla, beffardo e immobile. Anche lui di notte andava a dormire … o magari chissà, si nascondeva dietro le montagne lontane per escogitare nuovi scherzi!
   
 
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