Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
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Autore: Doroth_    04/09/2014    3 recensioni
Questa è una FF su Gakuen Alice.Parte dal momento in cui Mikan scopre di possedere l'Alice del Furto e,in questa storia,ha sedici anni...ora è diventata cupa e nemmeno la confortante presenza di Hotaru o di Natsume al suo fianco riescono a darle conforto...ad un certo punto poi,arriverà anche un presunto rivale in amore per Natsume...cosa succederà?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.

Le ciocche castano chiaro svolazzavano leggiadre nella brezza del primo pomeriggio.
La vedevo mentre si sistemava un attimo il gonnellino blu scuro, con fare sbrigativo, prima di stringere meglio al petto i libri di testo e dirigersi in direzione del dormitorio della divisione delle superiori.
Il passo era sempre quello di un tempo, svelto e con quel 'tocco' un po' infantile.
Anche le espressioni pensierose e vagamente comiche erano le sue e ogni dettaglio lasciava pensare che andasse tutto bene.
Sorrisi dalla mia panchina, al fianco del viale alberato.
Era sempre la piccola Mikan Sakura,  alice del furto o meno. 
Procedeva imperterrita. Sembrava quasi...Serena.
Non poteva Vedermi. Ma io sì.
Me ne stavo lì a leggere una rivista scientifica quando, ad un tratto, avevo udito quel singolare e familiare scalpiccio di piedi sul cemento.
Chiusi il libro e lo presi sottobraccio.
Mi alzai, sistemandomi il bordo del vestitino di cotone ametista come i miei occhi, e, a passo lento, mi incamminai anche io al suo seguito, con l'intenzione di andare a farmi un bel pisolino.
Non avevo affatto voglia di rivolgerle la parola. Non spettava a me, quel compito. Non più.
All'improvviso qualcosa.
Un lieve ticchettio.  
Lanciai un'occhiata per terra, giusto il tempo di scorgere il mio segnalibro che cadeva e cominciava a suonare.
Eh, Già. L' Ennesima invenzione.
Quel particolare tipo di segnalibro era il massimo della tecnologia.
Per prima cosa, aveva un quadrante digitale su cui veniva impresso il numero di pagine a cui si era arrivati.
Inoltre, qualora fosse scivolato via, come in quell'occasione, avrebbe iniziato ad emettere una musichetta da sala d'aspetto, piuttosto piacevole e orecchiabile, che ne indicava la posizione.
Lo raccolsi e mi raddrizzai velocemente, con uno scatto. 
Non appena tornai a guardare avanti, notai un'altra figura, snella e slanciata, che correva al fianco di Mikan.
Tsubasa.
-Cosa diav...?- Mormorai, procedendo lentamente verso di loro.
Ma mi arrestai quasi subito.
Non dovevo intromettermi, non era per niente giusto o 'Da Hotaru'.
Mi morsi un'unghia, staccando un pezzo di smalto grigio topo.
Non potevo, non potevo.  
Com'è che, in quell'ultimo periodo soprattutto, mi facevo sempre sopraffare da un mio lato che credevo estinto?
Sbuffai. Che idiota che mi stavo dimostrando. Idiota e deboluccia.
Però, d'altro canto, ero sul serio curiosa di vedere la reazione di Sakura.
Tornai in me e smisi di fare un altro passo. Non ce ne era bisogno.
Le parole erano perfettamente distinguibili anche da quel punto, lì dietro.
-Che cosa ci fai qui?- 
Il tono piatto. La stizza tanto marcata da apparire quasi forzata.
Lei non lo guardò neppure, mentre non smettevano di muoversi.
Andou le sorrise ampiamente, nonostante tutto. 
-Uo! Hey! È da un po' che non ci scambiamo qualche parola, Eh?-
Le ammiccò, come suo solito, anche se lei era troppo occupata a fissare il vuoto, per accorgersene.
Poverino. Ebbi un moto di pietà nei suoi confronti.
Si vedeva che, oltre quel suo comportamento allegro, qualcosa si stava sgretolando. 
-E quindi... Che si dice?- Disse poi.
Mikan sbuffò. E io ruotai gli occhi al cielo. 
Baka.
Era evidente che stesse soltanto tentando di scrollarselo via, per evitare di ferirlo.
Non era cambiata affatto. Tutta una copertura. Io Lo sapevo bene. Non esisteva un aspetto della personalità di Mikan che io non conoscessi; non c'erano segreti. La sedicenne dai lunghi capelli poteva fare di tutto, ma non respingere gli altri o offenderli o, per lo meno, non come saprebbe fare e aveva sempre fatto Natsume.
"Io la...Amo."
Una frase tanto semplice quanto piena di complessità.
Tre parole così misere ma tanto importanti.
Quegli occhi che davano sul rosso erano così seri e... Fragili.
Per la prima volta, il suo sguardo aveva rivelato il debole ragazzino che aveva sempre dovuto cavarsela da solo e che il giovane e scostante Hyuuga aveva sempre respinto e nascosto ad occhi indiscreti.
Scossi il capo, tornando alla realtà, quando udii, finalmente, la risposta della mia amica.
-Tsubasa...-
E l'altro le indirizzò un'occhiata colma di aspettativa, quasi che immaginasse di sentirsi dire parole dolci e gentili, come un 'Mi dispiace' o 'Grazie davvero'.
Purtroppo, non arrivarono mai.
-...Vattene.- Concluse, secca.
E prese ad accelerare ancora di più, tanto da fare ansimare il senpai che faticava a starle dietro, con il peso della borsa che aveva con sè.
-Mikan-Chan...- Le sussurrò, con fare implorante.
Anche se non potevo accertarmene, sapevo per certo che i suoi erano gli occhi di un cucciolo ferito. 
Il viola scuro delle iridi si stava offuscando, trasformandosi in una tonalità più simile alla pece.
Già in un altro caso avevo avuto il dispiacere di assistere a quel cambiamento tanto repentino.
-Mikan-Chan!- Ripetè poi, ma, stavolta, urlando.
Finalmente, la sua piccola Imouto si voltò, con occhi colmi di lacrime di rabbia, frustrazione e anche... Riconoscenza?
Non proferirono parola, ma quello 'scambio di battute' che danzavano nell'aria mite delle prime giornate più calde, fu sufficiente ad entrambi.
E poi accadde tutto troppo in fretta, per essere metabolizzato in quello stesso momento.
Mikan lasciò che il carico da leggere le cadesse di mano e corse il più velocemente possibile nella direzione opposta a quella in cui tutti e tre stavamo procedendo.
La sentii singhiozzare appena.
Era chiaro che sperasse di evitare di mettere in pericolo il suo Onii-Chan.
Tutti sforzi vani. Ancora.
Tsubasa gettò a terra la sacca e prese anche lui a correrle appresso.
Non ci mise molto a recuperare.                   
Alla fine, senza l'ingombro dei compiti, la sua velocità era raddoppiata.
Una volta che l'ebbe raggiunta, la bloccò con la forza delle sue braccia e, tirato un sospiro di sollievo, la strinse a sè, impedendole di muoversi.
Un abbraccio. 
Già. Da quanto, esattamente, la mia migliore amica non ne dava o riceveva uno?
Non aveva più consentito a nessuno di toccarla.
Quanto le era pesato? Per un tipo solitario e diffidente come me, gli abbracci o il contatto fisico non sono importanti.
Ma per Mikan Sakura è tutto diverso.
Lei non era in grado di vivere una vita priva di dimostrazini d'affetto e io lo sapevo e le concedevo qualche smanceria, ogni tanto.
Solo che, adesso, con il peso del suo 'peccato' a divorarle il cuore e l'anima, quel tipo di tocco tanto fondamentale e rassicurante doveva essere controllato.
Alice troppo pericoloso.
Rischiava di prendersi una cosa troppo importante per chi le stava accanto. Qualcosa che lei non avrebbe mai desiderato avere.
Potevo sentire il suo espirare e inspirare così accelerato e affannato.
So che potrebbe apparire insolito e immaturo da dire ma, in quel preciso istante, invidiai Tsubasa e il calore che stava assorbendo con tanta foga.
Socchiusi gli occhi, mentre rivolgevo il capo al cielo e lasciavo che venisse inondato di quel calore rimasto immutato. Infine, feci spallucce.
Ora basta.
Proseguii e li oltrepassai, sempre mantenendo la mia calma quasi spaventosa.
Nessuno dei due si rese conto di questa piccola figura che sgusciava via e li lasciava soli.
Forse mi sbagliavo.
Forse, l'aiuto del senpai sarebbe stato determinante.
Forse, anche in Mikan, qualcosa si stava sgretolando.
Forse. 


.:Doroth_dice:.

Eccomi di nuovo, con questo brevissimo capitolo. Ammetto che non mi piace per niente. Buh.
Non ne sono troppo soddisfatta ma, mi raccomando,recensite! Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni.:)
Grazie per il vostro tempo.
Alla prossima,
D_
  
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