Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: irispaper29    04/09/2014    0 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Non appena Ben chiude il passaggio, mi lascio cadere sul pavimento freddo della grotta, desolata. Non sono altro che una stupida. Perché non me ne sono accorta prima? Avrei dovuto capirlo. C’erano troppe coincidenze, troppe per passare in osservate. Perché allora la dea scomparsa avrebbe dovuto avere qualcosa a che fare con Mnemosine?

Si sente un singhiozzo riecheggiare nella stanza, ed è quello di Searel. Sono solo un’egoista, una stupida egoista. Finora non ho fatto altro che pensare a me, quando lei invece è appena stata abbandonata dal suo gemello.

Percy fa per avvicinarsi a lei, ma lo blocco prima che possa fare qualcosa. Lui non può capire, io si. In questo momento si sente come se il filo che la teneva ancorata al mondo fosse stato tagliato. E si vergogna, e si sente in colpa. Non vuole la nostra pietà. Vuole essere lasciata in pace.

:-Lasciala stare, Percy. Andrò io-gli dico, per poi raggiungere la mia amica e chinarmi vicino a lei. –Ehi, Searel.

Lei mi guarda, gli occhi gonfi per le lacrime. I miei cominciano a bruciare per la tristezza. Sta soffrendo, e non l’ho mai vista piangere in quel modo.

:-Noi due non ci siamo più riviste, dopo la morte di mia madre, lo sai, vero?-lei annuisce, così continuo. –Credo che sia il momento che tu sappia esattamente ciò che è successo dopo la sua morte-le dico, poggiandole una mano sulla spalla. –Quando mia madre morì, fui portata in un orfanatrofio. Era un posto orribili, dove le proprietarie non si curavano quasi dei bambini se non per dare loro punizioni crudeli.  Dopo tre anni, fuggii. Mi muovevo in continuazione, senza mai fermarmi a riposare per più di un paio di ore al giorno, se ero fortunata, ma di solito, dormivo per circa cinque o sei ore a settimana, per non farmi catturare dai mostri, e mi nutrivo di ciò che riuscivo a trovare. E fu in quel periodo che mi imbattei in una ragazza dall’aria punk, una bambina di sette anni e un ragazzo con i capelli biondi e il sorriso scaltro. Erano Talia, Annabeth e Luke. Fu grazie a loro che scoprii di essere una semidea, e con loro riuscii ad arrivare sana e salva al Campo. Però Talia diede la sua vita per noi, e cominciammo a sentirne il peso. Nonostante l’allenamento, sentivo ogni giorno i sensi di colpa e la sua mancanza. Non so cosa avrei fatto senza Annabeth e Luke. Nel giorno del mio compleanno, facemmo una gara di corsa contro le ninfe, e vinsi. Fu allora che comparve un caduceo rotante sulla mia testa, simbolo di mio padre. E fu così che trovai i miei fratelli. Travis, Connor, e…e Luke.

Lei lancia un altro singhiozzo:-Tu…tu avevi un fratello?

:-Si-annuisco, accarezzandole i capelli, come con una bambina, mentre lei mi guarda con i suoi enormi occhi marroni, mentre i nostri amici sono seduti intorno a noi. –Lo amavo più di chiunque altro, era dolce, e gentile, il fratello migliore che potessi desiderare. Finchè…lui si schierò dalla parte di Crono, un titano malvagio che ha tentato di distruggere l’Olimpo poco tempo fa.

:-Quindi…-balbetta lei tra le lacrime e tirando su col naso. –Ecco…ecco a cosa si…si riferiva Ben.

Annuisco di nuovo:-Si, è così. Luke…ha tradito il Campo. E mi ha abbandonata. Da allora ci siamo rivisti sempre in circostanze ben poco piacevoli, e alla fine divenni una spia dei mezzosangue tra le sue schiere. Ma, alla fine, Luke divenne un eroe, morì da eroe. Si sacrificò, suicidandosi per salvare tutti noi.

:-Tuo fratello era un eroe…-mormora lei, scoppiando nuovamente a piangere. –Il mio è un mostro!

:-No, no-dico, continuando ad accarezzare i suoi capelli castani. –So come ti senti, credimi. Ti vergogni, e ti chiedi come possa aver fatto una cosa del genere. Sei furiosa, perché ti ha ingannato. E sei triste e disperata, perché ti manca. Ti senti sola, abbandonata. Ma non è così. Farà male, ma poi, un giorno, un giorno starai meglio.

Lei mi guarda:-Davvero?

Annuisco una terza volta, e lei mi abbraccia, in lacrime. Ricambio l’abbraccio, e non riesco a fare a meno di sentirmi in colpa. E furiosa: se sarà Ben a morire, di sicuro sarà per mano mia.

Quando ci sciogliamo, rimaniamo tutti in silenzio, fino a che Percy non chiede:-Bene. Cosa facciamo ora?

:-Io…io non lo so-rispondo, insicura. –Annabeth?

:-Forse…forse potremmo…beh…tentare con un incantesimo. O forse potremmo usare una delle vostre spade e…

:-È tutto inutile-dice una voce femminile, dolce e melodiosa, talmente bella che sembra il tintinnio dell’argerto. Ma è anche una voce tirata e stanca.

Ci giriamo verso la voce, e ci ricordiamo all’improvviso della donna che è nell’altra cella, rannicchiata in un angolo. Riesco solo a vedere la pelle bianca dei suoi polsi, l’unico tratto scoperto dalla sua pelle. Il resto è nascosto da un enorme scialle lilla.

:-Lasciate stare-ripete la donna, diffondendo il tintinnio della sua voce argentina nella cella. –Non c’è nulla che possiate fare. Le sbarre di bronzo celeste assorbono la magia. E resiste a tutte le armi di bronzo celeste.

Percy, in ogni caso, decide di fare un tentativo. Prende la sua Anaklusmos e colpisce le sbarre con violenza, ma a vuoto. La durezza del colpo lo scaraventa dall’altra parte della prigione.

:-Ti avevo avvisato, Perseus-dice la donna, con un tono triste.

:-Perseus?-chiede lui, confuso. Pochi lo chiamano per il come completo, proprio come me. Di solito sono mostri o divinità, o comunque qualcuno per cui è importante usare i nomi completi.

:-Tu..tu chi sei?-le chiede Josh, curioso e confuso.

La donna si alza in piedi con fatica, reggendosi alle sbarre, e lo scialle le cade dal corpo, riversandosi a terra. Quella che credevamo una donna è in realtà una ragazza, avrà circa diciotto anni, ed ha l’aria stanca e avvilita. È molto magra, come se non mangiasse da giorni. I suoi capelli corvini le ricadono dolcemente in una chioma corta e ondulata, con i riflessi blu. Sarebbero perfetti se non fosse per una piccola ciocca bianca. La sua pelle bianca come la neve, più pallida e slavata di quella di un albino, e le sue labbra sono di un rosa color madreperla. Indossa una collana di diamanti e una veste strappata color argento. che, anche se le sta un po’ larga a causa della sua magrezza, si intona perfettamente agl’occhi color argento fuso, ma hanno uno sguardo stanco, provato e avvilito. Sulla sua testa è posato una specie di cerchietto del medesimo colore,  come quello di Talia, la nuova luogotenente di Artemide, e di colei che la precedette, Zoe Nightshade.

:-Io sono Selene-risponde lei, con un la voce tremolante. –Figlia di Teia e Iperione, la dea della Luna.

 

***Josh***

Quando Ben tira fuori la sua spada e si avvicina ad Alex, minacciandola, non riesco a trattenere un ringhio. Almeno ora sappiamo perché è quello che sta meglio, tra tutti noi. Mentre noi siamo a pezzi, lui sembra stare benissimo.

La cosa che più mi sconvolge è che ha distrutto il cuore di Searel senza pensarci due volte. Almeno Luke ci teneva ad Alex. Ben invece, a quanto ha detto, detesta la sorella, anzi, peggio: non gli importa nulla di lei.

Oh, ma stai certo, Ben, che te la faremo pagare cara. Dovesse essere l’ultima cosa che faccio.

 

***Alex***

 

:-Selene?-chiede Annabeth, confusa. –Quindi è lei la dea scomparsa?

:-Ahimé, purtroppo è così-sospira la dea, stringendo la presa alle sbarre. –Cara Annabeth, a questo punto, credo che tu possa darmi del tu. Siamo tutti nella stessa barca, non contano più le regole della società o della politica, sia mortali che divine.

:-Aspettate un secondo-dice Percy, guardandola, stranito. –Ma non era Artemide la dea della Luna?

:-No, ragazzo-negò la dea, scuotendo la testa. –In realtà, siamo tre. Artemide rappresenta la Luna crescente, ed Ecate la Luna calante, io sono, o almeno, ero la Luna piena. Un giorno Zeus mi chiese di sostituire Artemide, e da allora io sono la divinità della Luna vera e propria. Le altre due sono delle personificazioni.

:-Oh, si, certo, tutto chiaro adesso-borbotta Percy, irritato.

:-Non capisco, Selene-interviene Nico, anche lui molto confuso. –Perché è qui? Perché imprigionarla?

:-Capisco la tua domanda, figlio di Ade-dice lei, con gli occhi d’argento che brillano d’intelligenza. –Anche io, in realtà, mi chiesi lo stesso. Sono una dea minore, facilmente sostituibile, il che mi ha sempre protetta. Nessuno sarebbe interessato a rapirmi per ricatto. Ma Mnemosine non vuole certo ricattare gli dei, no, lei vuole distruggerli. Non ti sei chiesto perché sono in un’altra prigione, differente dalla vostra? La mia sta risucchiando lentamente tutti i miei poteri.

:-Perché tu ti sei rifiutata di tradire l’Olimpo-ricordo. –L’ho visto in sogno.

Lei annuisce, ma poi interviene Annabeth:-Perdonami, Selene, con tutto il rispetto, ma tu non sei la dea più potente.

:-Lo so, Annabeth, e tranquilla, non mi hai offesa. Non ho mai desiderato il potere-risponde lei, facendole un sorriso e mettendo in mostra i denti bianchi come la neve. –Io sono qui per attirare qualcun altro.

Per attirare qualcun altro? Ricordo vagamente che nei miei incubi Mnemosine parlava di qualcuno che la stava cercando, ma non so chi sia. A meno che…

:-Apollo-affermo, certa. –È lui, non è vero? Mnemosine vuole attrarre lui qui. Ma perché?

:-Non ne sono troppo sicura, ma…-comincia la dea, con aria pensierosa e affaticata. –Ma credo che voglia batterci uno alla volta. Di sicuro non sarà, il mio primo marito, Endimione, a venire, sta ancora dormendo. Con la scomparsa di Apollo interverrebbe sicuramente Artemide, e allora, con la scomparsa di due degli Olimpi, Zeus e gli altri dei potrebbero decidere di partire alla loro ricerca, o comunque Mnemosine troverebbe un modo per attirarli qui. E allora prosciugherebbe gli dei e i loro poteri. E sarebbe in grado di distruggere l’Olimpo.

:-Però non capisco-dice Percy. –Perché dovrebbe volere la distruzione dell’Occidente? Morirebbe anche lei, la sua vita è legata all’Olimpo proprio come quella degl’altri.

:-Non lo so, Perseus-

:-Dobbiamo impedirglielo-affermo, determinata. –Non possiamo lasciare che ci distrugga.

:-Beh, il primo passo è uscire da qui-afferma Annabeth. -Qui siamo inutili.

:-Selene, sei proprio sicura che non ci sia modo di uscire?-le chiedo, nervosa. Come ho già detto, io detesto gli spazi chiusi. Quando ero all’orfanatrofio, mi rinchiudevano spesso da qualche parte, per punirmi. E non è mai stato piacevole. Non sono tranquilla in una stanza se non posso entrare o uscire liberamente.

:-No, Alexandra-ripete Selene, distrutta. –Non c’è modo. Questa prigione è stata studiata appositamente per contenere gli dei.

Non è possibile. C’è sempre una soluzione. È una delle cose più importanti che ho imparato al Campo Mezzosangue. Pensa, Alex, pensa. Non è la prima volta che ti ritrovi imprigionata. Beh, l’ultima volta, in realtà, è stato quando sono stata catturata da Luke. E allora l’unica soluzione per me fu unirmi alle sue schiere.

Ed è a questo punto che mi viene in mente un’idea. Non è bella, anzi, è un’idea pazza. Ci ucciderà tutti. Ma non abbiamo scelta. Vorrei solo una sicurezza per essere in grado di salvare i miei amici. Non posso lasciarli qui a morire. Devo trovare un modo per aprire la cella. Selene ha detto che è una prigione per gli dei, quindi se è impossibile per loro uscire, figurarsi per dei semidei come noi. No, l’unica soluzione è che mi appropri di quella chiave.

:-Ehi, ragazzi-li chiamo, facendomi avanti. –Io…credo di avere un piano.

Nota dell'autore: salve, salve! Via spade di bronzo celeste e forconi, per favore. Vi prego, risparmiatemi. So di essere sparita, ma sono dovuta partire per un campeggio dove non c'era wifi. Ho  fatto l'animatrice tutto il tempo, ma ho trovato il tempo per scrivere questo capitolo almeno. Vi chiedo perdono. :)
Comunque...che piano contorto, eh? Che ne pensate? Ditemelo in una recensione.
Un bacio :)

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: irispaper29