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Autore: _mewberry    04/09/2014    0 recensioni
Harry Styles è un giovane ragazzo innamorato da sempre del suo migliore amico, Louis. Harry e Louis fanno parte della stessa band e da sempre girano in continuazione foto di loro due con le loro rispettive ragazze, false, per non creare voci false in giro sui giornali, ovvero delle semplici coperture. Il protagonista, dai capelli ricci, decide così di scrivere una canzone cercando di inserirci tutto quello che prova per il ragazzo con l'aiuto del cantante e non solo ma anche amico Ed Sheeran. Deciderà di passare la canzone a un'artista poco conosciuta e alle sue prime armi, Ariana Grande, dopo che la sua richiesta di poterla cantare lui stesso viene rifiutata immediatamente.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: "Just a little bit of your heart".
Autore: _mewberry
Tipologia: One Shot - Fan Fiction di un solo capitolo?
Genere: Romantico, triste e generale.
Personaggi presenti: Harry Styles, Louis Tomlinson, Ed Sheeran e Ariana Grande & altri.
Colore: Arancione.
Trama: Harry Styles è un giovane ragazzo innamorato da sempre del suo migliore amico, Louis. Harry e Louis fanno parte della stessa band e da sempre girano in continuazione foto di loro due con le loro rispettive ragazze, false, per non creare voci false in giro sui giornali, ovvero delle semplici coperture. Il protagonista, dai capelli ricci, decide così di scrivere una canzone cercando di inserirci tutto quello che prova per il ragazzo con l'aiuto del cantante e non solo ma anche amico Ed Sheeran. Deciderà di passare la canzone a un'artista poco conosciuta e alle sue prime armi, Ariana Grande, dopo che la sua richiesta di poterla cantare lui stesso viene rifiutata immediatamente.

 

"Just a little bit of your heart".
 

Dalla mia nascita, o almeno da quanto io possa ricordare, fino ai miei sedici anni ho sempre amato l'estate, nonostante il caldo insopportabile e nonostante diversi anni rimasto a casa per non potermi permettere una vacanza con i miei genitori, alla fine potevo permettermi di andare in piscina e fare una nuotata o semplicemente rimanere a bordo e chiacchierare con qualcuno, anche se solitamente rimanevo da solo nel mese di agosto, visto che tutti partivano. La compagnia di mia sorella non mancava mai ed era sempre accettata, certo, ma un amico maschio con cui parlare mi serviva comunque, come una valvola di sfogo ed era una cosa insopportabile, certi discorsi non li avrei mai affrontati con mia sorella, soprattutto quelli banali e stupidi.
L'arrivo del successo cambia totalmente la mia vita e sono costretto a cambiare anche io. Devo lasciare i miei amici e la mia casa in continuazione per girare il mondo e affrontare ciò che mi ritrovo davanti. La maturità non deve tardare a venire e lo stesso per la responsabilità, non c'era più mia madre a farmi il letto o a raccogliere i calzini che lasciavo sparsi per la camera perdendone uno ogni giorno e soprattutto non potevo fare quello che volevo.
Mi cacciano in una band con altri quattro ragazzi, tutti più grandi di me, quindi inizialmente mi guardavano come un bambino. Dio, se odiavo quella sensazione, odiavo i commenti delle ragazze o dei ragazzi sui social network dove mi descrivevano sempre come quello "adorabile" come se fossi un cucciolo di animale, indifeso e perso nella giungla. Anche nella band veniva sottolineato il fatto che ero solo un sedicenne e scappano anche diverse battute irritanti, ma ridevo, li conoscevo appena e non potevo rovinare fin da subito l'atmosfera.
Crescendo tutto cambia.
La targhetta del "povero cucciolo indifeso, piccolino" sparisce e viene sostituita da quella "puttaniere del gruppo" un cambiamento veramente strano, devo dire. Non dico di non aver mai guardato una ragazza, ma di certo non mi tiro giù i pantaloni ogni sera con una tipa diversa, non sono così disperato come potrebbe sembrare e detto sinceramente queste scritte che trovo in giro sia online sia sui giornali cartacei mi innervosiscono, commentano senza conoscere. Nessuno mi conosce in questo ambiente veramente, se non i miei quattro colleghi, ormai amici. Loro sanno come sono fatto, capiscono subito il mio umore e sanno come prendermi, li adoro sempre di più, anche quando ci sono delle piccole liti, siamo pur sempre quattro ragazzi, è giusto ricordarlo. Ripeto, è giusto ricordarlo.
Sono passati quattro anni, siamo ancora uniti e il nostro successo è alle stelle, come all'inizio. Giriamo il mondo, ho visitato paesi che volevo visitare da piccolo, il Giappone, l'Australia, l'America o che altro. Abbiamo girato tutta l'Europa, ci siamo fatti una cultura stando nei posti, assaggiato pasti, cibi locali come la pizza o le zuppe di cipolle e pesce per quanto riguarda la Francia, certe mi son piaciute, altre no. Ci siamo fatti nuovi amici, abbiamo conosciuto gente che sembrava irraggiungibile come Katy Perry o Shakira senza dimenticare Williams, con cui abbiamo anche collaborato ai tempi di X-Factor. Fortunati? Sì, decisamente.
Questa, a grandi linee è la vita dei One Direction, io sono Harry Styles e ho una vita privata decisamente meno perfetta.

Luglio, caldo immenso o almeno io in quel momento stavo sudando, tanto da preoccuparmi della maglietta che indossavo. Seduto al tavolo della cucina fissavo un foglio bianco e continuavo a far girare nella mano destra una matita ormai con la punta consumata, quel foglio era pieno di disegni, anzi, scarabocchi, quando invece doveva essere pieno di scritte sensate, ma in quel momento la mia testa stava scoppiando, le idee erano troppe, troppo da scrivere e volevo scrivere una canzone non un romanzo. Qualcuno poteva aiutarmi, un mio caro amico, uno di cui mi fido. Uno di cui mi fido così tanto da confessargli il mio amore per Louis Tomlinson. Afferrai il cellulare e sbloccai la tastiera e velocemente andai sull'applicazione per mandare un messaggio al numero che ormai sapevo a memoria, digitai il numero e automaticamente mi uscì il nome: "Ed.".

A: Ed.
Ed, ehy! Possiamo vederci? Vorrei parlarti di una cosa e non mi dispiacerebbe il tuo aiuto.
PS: Non dobbiamo montare una scrivania questa volta, tranquillo. (:


Scrissi le parole velocemente e inviai senza rileggere.
Dopo venti minuti buoni sento il cellulare vibrare e automaticamente inizia a fare un rumore fastidioso contro il legno del tavolo, lo afferro velocemente e noto una notifica di un messaggio, sperando che fosse Ed. La fortuna a quanto pare sta andando a baciare altrove a me ha solo alitato in faccia in quel momento. Era un messaggio di Zayn, lo aprii un po' deluso e iniziai a leggere. Ma decisi di non rispondergli subito e chiusi immediatamente la schermata non appena sentii nuovamente il telefono vibrare, questa volta è lui, Ed.

Da: Ed.
Sono già lì, amico! 8D

Sapevo che non avrebbe rifiutato e dopo pochi istanti sentii il citofono e corsi ad aprire la porta e stesi le labbra in un sorriso ampio e abbracciai la persona davanti a me calorosamente facendolo poi entrare.
"E' successo qualcosa?" chiese lui immediatamente mentre, come al suo solito, si avvicina al divano sedendosi e porta lo sguardo su di me mentre faccio lo stesso dopo aver recuperato il foglio pasticciato e la matita che posai sul tavolino davanti al divano.
"Voglio scrivere una canzone. Una canzone mia, deve parlare di me." L'espressione di Ed, dopo aver sentito questa frase, era stupita se non di più e mi feci scappare una risata alzando le spalle sentendo un po' di imbarazzo, lui con un gesto automatico prese il foglio e lo guardò, l'unica cosa che fece su alzare un sopracciglio nel vedere i pasticci e nessuna scritta e con aria divertita lo sentii mormorare: "Smile? Hai disegnato una cinquantina di smile qui." Disse ridendo, sembravo un fannullone e in pratica sono un cantante che gira il mondo, ma in quel momento ero seriamente in panico. Ed rimase per qualche istante in silenzio, una parte di me si era pentita di tutto ciò, l'idea della canzone ma sentendo le successive parole del mio amico seduto accanto a me, buttai via quella parte stupida.
"Rilassati. Concentrati su una cosa sola. La canzone deve parlare di una cosa e non mischiare le idee. Di cosa vuoi parlare? Di guerra? Amicizia? Vento? Stelle? Animali? Tecnologia? Puoi parlare di tutto, non pensare di essere scontato o banale o che altro."
"Di Louis."
Momento di silenzio e sul suo viso spuntò fuori un sorriso grande come una casa, sembrava quasi soddisfatto della mia risposa e non capii il perché di tutto ciò ma mi fece comunque piacere, così, di rimando, sorrisi anche io, ma il mio sorriso era solo un accenno.
"Preciso ma complicato. Okay, iniziamo." Prese il foglio pasticciato e lo fece diventare una pallina lasciandola sempre sul tavolo e il malloppo di fogli bianchi lo spostò in ordine davanti a me insieme alla matita che mi invitò ad afferrare. Non era la prima volta che scrivevo qualcosa, ma era la prima volta che in una canzone parlavo di una persona specifica e soprattutto la persona di cui ero perdutamente innamorato ormai da quattro anni. Mi sentivo un quattordicenne stupido, ma Ed riusciva a tranquillizzarmi. Le ore continuavano a passare e la penna finalmente stava lasciando il suo colore sul foglio bianco in modo sensato, erano parole. Il mio amico non mi stava suggerendo nulla, si limitava solo a fare ordine e dirmi di stare calmo, nessuno ci stava inseguendo e personalmente, ero soddisfatto del lavoro che stava venendo fuori e non vedevo l'ora di cantarla e vedere la reazione di Louis, non so se avrebbe mai capito che era riferita a lui, alla fine i miei atteggiamenti erano quelli con lui. Insomma, non ho mai nascosto di provare qualcosa, lo abbracciavo anche dal nulla e lui ricambiava e ogni volta mi stupivo, gli stavo praticamente addosso e ogni volta che usciva con quella ragazza non gli chiedevo mai niente e non sentivo neanche il bisogno di saperlo, non mi interessava, la mia gelosia nei suoi confronti era sempre presente, quindi preferivo non toccare quel tasto, per me dolente.

I don’t ever ask you
Where you’ve been
And i don’t feel the need to
Know who you’re with

"Visto? Tranquillo e le parole ti escono, non ti agitare. Non pensare a chi ascolterà questa canzone e non pensare di esagerare, okay?" Ascoltai quelle parole senza dire nulla e rimasi chino su quel foglio pieno di scritte cancellare, rifatte, corrette, spostare, calcate o leggere. In quel momento davanti a me non c'era un foglio ma un ragazzo, era un momento di confessione e se avrei detto qualcosa di sbagliato non mi importava, io scrivo, io l'avrei cantata e lui capirà. O almeno nella mia testa per il momento funziona così, per il momento. Trattenevo il respiro in alcuni momenti per poi lasciarmi scappare un sospiro pesante e chiusi gli occhi, di certo non mi sarei messo a piangere in quel momento, volevo finire quello che stavo facendo. Cosa stavo facendo, esattamente?
 

I’m a fool for you

Quella frase la calcai, la scrissi diverse volte, così tante che ormai non si capiva nemmeno cosa avessi scritto, ma io ricordavo, la sapevo già quasi tutta a memoria, era corta e la stavo rileggendo diecimila volte, ogni volta che aggiungevo una parola.
E in quel testo azzardai, non scrissi "lui" ma "lei", solo uno stupido non avrebbe capito.

I don’t ever tell you
How i really feel
’cause i can’t find the words to
Say what i mean


Ormai il ritmo era cambiato, scrivevo più tranquillamente fino ad arrivare alle ultime parole.

I heard a little love
Is better than none

Just a little bit of your heart
Is all i want

Passai il foglio a Ed una volta finito e lo fissai mentre leggeva quelle parole, per non farmi sfuggire nessuna sua smorfia o sorriso, ma sembrava sereno nel leggerla e alla fine rimasi in silenzio ad ascoltare un suo probabile commento, mi stavo aspettando parole su parole e consigli su consigli, dove e come dovevo modificare, cosa dovevo cancellare, dove spostare e qualche parola spostare, modifiche su modifiche e invece: "Sono senza parole, Haz! Porca miseria, domani.. Subito la registriamo, permettimi di accompagnarti con la chitarra! Ne sarei felice." Sorrisi contento e lo abbracciai come per ringraziarlo. Gli avrei lasciato suonare la chitarra nella mia canzone, non avrei concesso a nessuno quel ruolo, se non a lui.
"Per gli accordi? Se tu l'esperto. Oh, cazzo! Ti piace davvero? Dici che gli piacerà? O.. Uhm.. Capirà?"
"Se capirà? Non lo so, Harry... Lo spero. Comunque, sì, mi piace. Per gli accordi qualcosa di lento, dolce... Quasi una ninna nanna, per dirti, deve rilassare." Annuii, e non riuscii a nascondere che le sue ultime parole erano suonate tristi a me.

*

Il giorno dopo ero ancora in compagnia di Ed e ci scappò una chiamata, ai "capi" come dire. Ai miei, per annunciare la nuova canzone e chiarii subito che volevo registrarla da solo, senza i ragazzi.
"Non ho niente contro di loro. No, no, non abbiamo litigato. Solo.. E' una cosa personale e vorrei cantarla solo io, non finirà nell'album, mi basta la traccia. Sono con Ed Sheeran, abbiamo deciso anche il ritmo, gli accordo... Ci penserà lui con la chitarra sapete benissimo com'è bravo..."
Aspettai con ansia una risposta dall'altra parte del telefono e una voce femminile mi rispose dopo alcuni secondi di silenzio.
"Mandami il testo per e-mail, Harry. Poi decidiamo tutto, stai tranquillo!"
"Faccio subito! Immediatamente! Grazie mille e arrivederci!" Sembrava quasi un sì! In quel momento immaginavo me cantare quella canzone per Louis. Mandai l'email dopo pochi minuti e la risposta non tardò ad arrivare. Risposi al telefono quasi urlando.
"Claire!"
"Hey, Harry. Ho letto il testo, è fantastico. Complimenti. E' piaciuto a tutti qui."
"Quando posso registrarla?"
"Harry, è molto bello ma non possiamo permetterti di cantare un testo così, ovvio. Stai parlando di un ragazzo o sbaglio?
"No, Claire. In generale!"
"No, Harry. La prima parte del testo, non è accettabile."
Quasi suonava come un rimprovero e corsi a cercare con lo sguardo Ed e lui, capendo subito, si avvicinò al telefono cercando di sentire cosa stesse dicendo l'altra voce. L'espressione del riccio diceva tutto.
"Vuoi creare casini, Harry? No. Vendila, piuttosto. Ora devo andare, devo sistemare delle faccende e gli appuntamenti delle vostre interviste, ciao!"
Sembrava quasi incazzata e io in quel momento ero deluso e triste, chiusi il telefono e lo lasciai cadere sul divano, il mio amico non chiese nulla e rimase anche lui in silenzio, incredibile. Mi veniva da piangere. Volevo distruggere tutto. Volevo la mia parte per dire la mia a tutti, aprire gli occhi, dichiararmi, avevo già immaginato la scena e ora... Dovevo vendere un mio testo, sudato e sofferto, praticamente a una persona che non avrebbe mai capito il significato e non l'avrebbe mai cantata con vera passione, perché non parlava di lei ma di me. Gli altri che cazzo ne sanno di tutto questo?

*

E' passata una settimana da quello "sputo" di Claire.
Io, Ed, Zayn, Liam, Niall e Louis siamo in piedi davanti al palco a sentire una ragazza cantare una canzone. La mia canzone. Tutti sembrano sereni io sono obbligato a tenere su un sorriso per gentilezza e per educazione nei confronti di Ariana Grande, quando ebbe terminato i miei quattro, anzi cinque amici iniziarono ad applaudire continuando a guardare la ragazza, poi si girarono verso di me e si complimentarono uno ad uno e quando arrivò il momento di Louis mi abbracciò dandomi una pacca sulla spalla.
"Complimenti Harold."
"Grazie."
Dissi sorridendo mentre ricambiavo quell'abbraccio e poco dopo lo sentii sogghignare e guardai la sua figura confuso, che mi stesse prendendo in giro? In realtà la canzone non gli era piaciuta. Il terremoto dentro di me e trattenni il respiro cercando di rimanere impassibile e cercando di non farci caso e quasi mi dimenticai di avere ancora il suo petto attaccato, quasi schiacciato al mio, temevo al momenti di unirmi al suo corpo così, di petto o di schiacciarmi così tanto da smettere di respirare e mi accorsi solo dopo che ero io a spingermi contro di lui. Arrossii sentendomi stupido e capii forse il significato della sua risata in quel momento, doppio stupido.
"Stasera per le dieci riesci a farti trovare davanti al bar "Les Glusses", Harold?"
"Penso di sì."
"Okay, allora ci vediamo dopo. E complimenti ancora."
Detto questo si allontanò ritornando dagli altri sorridendo e scherzando, lasciandosi scappare una battuta senza pensarci come se niente fosse. Okay, non era successo niente ma era così... Naturale ed io ero lì, immobile e confuso. Fu Niall a risvegliarmi canticchiandomi il ritornello della canzone all'orecchio ma con fare scherzoso, prima di congratularsi anche lui per la millesima volta. Sorrisi, questa volta tranquillo e mi congratulai con Ariana Grande con un entusiasmo non del tutto sincero. Lei sembrava commossa e questo mi distrusse ancora di più, ma cercai di non darlo a vedere.

"Stasera per le dieci riesci a farti trovare davanti al bar "Les Glusses", Harold?"

______________
spazio autrice.
e che autrice, è un disastro sta roba ma almeno ci ho provato.
ammetto di non scrivere da tanto... e si vede, scommetto...
ma volevo buttare giù qualcosina... mi scuso. ç.ç
allora, in teoria vorrei terminare qui e lasciare a voi l'idea di fantasticare sul "futuro"
ma se volete posso continuarla insieme a voi... (:
ditemi voi, spero vi sia piaciuta! e vi ringrazio di cuore anche se l'avete letta soltanto
e mi scusa per la lunghezza eccessiva, mi sono stupita anche io, caspita! D:
dai, almeno tre commenti con più di dieci parole e posto il continuo, necessito del vostro tifo. *°*
okay, spero di ricevere commenti o che altro!
un bacio, berry.
( fanfiction postata anche su wattpad, profilo:
http://www.wattpad.com/user/mewberry )
   
 
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