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Autore: Heavencanwait_    04/09/2014    2 recensioni
Una casa abbandonata e una scrittrice senza speranze e futuro.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cuore di pietra.




E’ comune a molti di scrivere una lista con dieci cose da fare durante la vita.
Di s0lito annotiamo desideri e sogni irrealizzabili.
Una mia amica, invece, ha annotato desideri a basso costo come, per esempio, visitare una casa abbandonata.
Tutte le case abbandonate hanno una propria storia nascosta, sepolta tra le macerie, tra i mattoni caduti e frantumati, tra quelli ancora in piedi, tra le erbacce che spuntano dalle crepe e tra quelle tegole e travi ormai marce che non riescono più a sostenere il tetto.
Vi è mai capitato di osservarla e immaginare la storia o i personaggi che vi ci hanno abitato? A me è capitato.
Sabato scorso.
Lungo la vita del ritorno, mi sono imbattuta in questa casa che ho ammirato molte volte.
La facciata era grigia, sporca, vecchia.
Dalle porte sfondate s’intravedeva un forno antico ricoperto di mattonelle di maiolica, decorate di giallo e di blu. Ho immaginato una donna grassa e sudaticcia che, almeno una volta alla settimana, sfornava chili di pane.
Al piano superiore si aprivano due finestre. I vetri erano luridi, neri per colpa della polvere, ma ancora intatta, ancora perfettamente incastrati tra il legno consunto dalla pioggia, dalla neve, dal sole. Mi sono chiesta quante persone aprivano al mattino quella finestra per far entrare la brezza, fresca e pungente, ammirando dettagliatamente il paesaggio che si estendeva fino all’orizzonte, che si perdeva tra colline e boschi e campi coltivati.
Sul fronte c’era un’enorme terrazza circoscritta da un balcone in muratura. Le donne probabilmente passavano le ore a cucire mentre il vento pomeridiano spostava quelle lunghe ciocche tenute legate da colorati strisce di stoffa mentre nel basso buoi e aratri facevano il loro duro lavoro scavando una terra arsa e spregevole.
Continuando anc0ra, c’era sicuramente un balcone che avrebbe condotto alla parte più distrutta della casa.
Da fuori, si notava facilmente un portone, abbastanza nuovo e la facciata era stata dipinta. C’era un balcone circondato da una ringhiera in ferro accuratamente lavorata. Volazzi, risvolti, volute e chi più ne ha, più ne metta. Un lampione ormai rovinato e antico aveva sicuramente fatto luce a qualche innamorato che la notte correva il pericolo per andare a lanciare sassolini e svegliare la donna amata. Chissà se saranno mai capitate queste cose a quella casetta.
Una scala s’intravedeva. Senza mattonelle e senza corrimano. Semplice, nuda. Ho immaginato quante volte al giorno venivano percorse. Ogni volta il passo era diverso: soffuso, veloce, lento, pesante, leggero…
E quante mani avranno sfiorato quel corrimano.
Quanti animali avranno vissuto tra quelle pareti crepate.
Quanta vita ci sarà stata in quell’umile dimora, adesso dimenticata da tutti.
Si trova proprio lungo la strada, ma è ignorata da tutti i passanti.
Forse è troppo cupa per destare curiosità.
E’ troppo in vista per trascinare gli avventori.
E’ troppo vecchia e malandata per capirne la bellezza.
Una struttura troppo perfetta per essere abitata da comuni mortali.
L’architettura è meravigliosa e più volte mi sono chiesta come fosse arredata o cosa ospitasse ciascuna stanza. Cosa nascondesse quando era ancora viva.
Di certo non c’erano spettri e fantasmi.
Ma quelli possiamo crearli noi.
Dipende da cosa vogliamo raccontare.
Ognuno di noi ha un occhio e un cuore diverso. Vede e sente ciò che vuole vedere e ciò che vuole sentire.
A ognuno diamo una versione da narrare.
Io ho scelto la mia.
Voi quale storia ci costruireste intorno?




Angolo Autrice:
Salve, quest'oggi non ho molto da dire se non che l'ispirazione mi ha colpito un'oretta fa ricordando la giornata di sabato scorso e ho scritto questa piccola cosa.
Spero che vi piaccia, buona lettura.
A presto,
Giovs

 
  
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