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Autore: verox    24/09/2008    5 recensioni
storia di veve_tonks (vecchio account)
"Rose Weasley apre gli occhi sempre un minuto prima che suoni la sveglia. Non lo so perché... leggete leggete...^^"
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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questa ff è fatta un pò a casaccio. Ho cercato di renderla divertente (non credo di esserci riuscita) e meno banale delle solite rose/scorpius che, dopotutto, sono due caratterini non indifferenti, quindi ogni tanto si scontrano...spero che vi piaccia e recensite!!!

dedicata alla mia fantastiza cugina Roris^^ ti voglio bene




CAPITOLO 1

NON CHIEDO POI TANTO

Rose Weasley apre gli occhi sempre un minuto prima che suoni la sveglia. Non lo so perché.
Sarà la paura di quel drindrin terribile che ti trapassa i timpani e ti fa scattare come un giocattolo a molla babbano.
Boh. Forse sono io che sono un po’ strana.
Dopotutto mio padre ha Schiantato tutte le sveglie che sono passate sul suo comodino in questi anni di matrimonio e convivenza con mia madre, accusandole di disturbo alla quiete pubblica.
Mia madre ha riso fino al quarto ‘marchingegno bellico babbano’ finito disgraziatamente nella pattumiera, poi ha cominciato ad arrabbiarsi con papà; come di consueto.
Alla fin fine, io che li conosco da ventiquattro anni, vi posso assicurare che ci si abitua alle loro litigate e che vi viene spontaneo non preoccuparvi, dato che per loro urlarsi addosso è quasi come una serenata che giura amore eterno ad entrambi.
Strani i miei genitori, vero?
Allora non stupitevi se, anche oggi, io, Roseline Weasley, apro gli occhi esattamente alle sei e cinquantanove minuti del mattino, giusto un minuto prima che la mia sveglia suoni.
Mi rigiro nel piumone violetto del grande letto matrimoniale e guardo al mio fianco: non c’è nessuno.
E’ una settimana e mezza che ho il letto tutto per me, dato che è una settimana e mezza che io e Scorpius abbiamo litigato.
Si, alla fine è sempre così.
Ce la prendiamo per qualche cazzata senza nessun senso, anche se sta volta avevo ragione io. E non solo sta volta.
Perché non posso portarmi a casa un altro gatto?
E’ terribilmente egoista da parte sua negarmi di avere un altro animale.
Sbuffo guardando il soffitto.
Il mio primo gatto, Morfeo, un mezzo persiano dal lungo pelo nero e bianco, adorerebbe avere un cuccioletto che gira per casa.
Ok, forse non salterebbe proprio per la gioia, ma Morfeo è degno del suo nome: buono, tranquillo e dorme sempre; quindi non vedo il problema.
Sbuffo di nuovo.
Alla fine l’ho sbattuto fuori di casa, ben gli sta.
Basta pensare a lui.
Comunque il gatto me lo prendo.
Drindrindrin.
La sveglia.
Rotolo sulla pancia e premo il bottoncino sopra alla cassa per spegnerla, poi mi metto a sedere sbadigliando.
La luce entra un po’ opaca da dietro le tende e rischiara appena l’interno della stanza; il grande armadio bianco a ponte che passa sopra al letto matrimoniale, lasciando una parte di parete dietro la testiera libera dove è appesa una bellissima foto in bianco e nero di me e… non devo pensarci… e la disordinatissima scrivania di vetro in un angolo.
Mi alzo e mi trascino nel bagno in mosaico blu e azzurro.
Guardo lo specchio appeso sopra al lavandino che riflette la mia immagine: una ragazza dagli occhi blu oceano pieni di sonno, con lunghi capelli rosso scuro dai ricci scomposti, naso piccolo, pelle di porcellana, bocca carnosa, vestita con una grossa felpa della casata di Serpeverde, ovviamente appartenente a Scorp… basta, e un paio di slip a pois.
Mi piace da morire questa felpa.
Da quando se n’è andato, poi, la metto sempre per andare a dormire perché e impregnata del suo buonissimo profumo. Basta, Rosie, smettila di pensare a lui.
“Ok” borbotto prendendo la bacchetta appoggiata vicino al lavandino “mettiamo a posto questi capelli…”
Adoro gli incantesimi della mamma, sono efficacissimi e me li ha insegnati tutti perché ho ereditato questo cespuglio indomabile da lei.
Mormoro la formula e punto la bacchetta alla testa.
Subito i miei capelli diventano morbidi e lucidi, la frangetta liscia e i ricci ben definiti in soffici boccoli.
Sorrido al mio riflesso decisamente più in ordine e corro in cucina.
I capelli di mamma e lo stomaco di papà; non so cosa sia peggio.
La cosa strana è che sono insolitamente magra, con tutto quello che mangio dovrei essere un bidone ambulante ma, grazie a Dio, ho ereditato da papà anche il metabolismo; non accumulo grassi, io.
Apro la credenza della mia bellissima cucina moderna rossa e acciaio, estraggo un pacco di cereali al cioccolato e uno di quelli al miele e li metto insieme in una grande tazza viola con scritto Rosie in fucsia.
Tralascio il fatto che nella lavastoviglie c’è n’è una uguale, verde con scritto Scorpius in nero e mi dirigo al frigo.
Prendo il latte e del succo d’arancia, aggiungo il primo ai cereali e il secondo lo verso in un bicchiere.
Un bel gufo dal manto marrone scuro e gli occhi gialli mi fissa da fuori la finestra beccando ogni tanto il vetro.
Apro la finestra e lo lascio entrare, appello una ciotola con dell’acqua per questo povero animale che sembra sfinito e corro in salotto a prendere i soldi vedendo che lascia cadere sul tavolo una copia della Gazzetta del Profeta arrotolata.
Con un inchino di ringraziamento il gufo prende il volo e se ne va per dove è venuto.
Mangiando i miei cereali spiego il giornale e comincio a leggere.
Sempre le solite storie.
Il ballo invernale di Hogwarts, l’ho fatto per sette anni e ora potrei anche vomitare se mi invitassero, bla bla bla, il San Mungo, bla bla bla, so tutto del San Mungo, ci lavoro dentro, bla bla bla, Ufficio Auror con Potter non abbiamo più paura, bla bla bla, povero zio guarda che foto che gli mettono, bla bla bla.
Richiudo il giornale e con un gesto disinvolto della bacchetta il fornello sotto la caffettiera si accende.
Mentre il profumo di caffè si diffonde per la stanza, bevo il mio succo d’arancia mentre do un’ultima occhiata all’oroscopo.
Tutto bene, dicono.
Bah, dipende cosa intendono per ‘tutto bene’.
La caffettiera intanto prende il volo e viene diritta verso di me e riversa il contenuto bollente nella tazza ormai vuota dove ho mangiato i cereali.
Niente zucchero.
Il caffè deve sapere di caffè.
E il caffè è amaro.
Comunque credo che il Profeta stia cadendo davvero in basso. E’ stato un giornale corrotto e tutto, ma dopo quasi trent’anni dalla caduta di Voldemort dovrebbe essersi ripreso e invece non è più tornato come prima. Comincerò a prendere il Cavillo, almeno c’è da ridere.
Un sonoro miagolio mi riporta alla realtà.
“Morfeo, amore della mamma, ti sei svegliato?” chiedo al mio bellissimo micione con voce dolce, lui mi guarda con gli occhioni verdi e emette un miagolio di assenso.
“Vuoi la pappa?” domando, un altro miagolio
“Va bene, adesso ti do la pappa, ma prima vieni qui che ti faccio un po’ di coccole” sorrido e lo prendo in braccio in tutti i suo 7 chili e mezzo.
E’ un gran gatto ciccione e lo adoro.
Mentre Morfeo inizia a fare le fusa appallottolandosi sulle mie gambe, finisco il caffè, poi prendo fra le mani il musetto adorabile del mio gattone e gli schiocco un grosso bacio sulla testa.
Lui scende dalle mie gambe, contrariato.
Sorrido e con un colpo di bacchetta metto tutte le stoviglie usate a lavare mentre riempio la ciotola blu di Morfeo con dello spezzatino di manzo che nonna Molly mi ha dato, ovviamente a quantità industriali, l’altro giorno, neanche dovessi sfamare un esercito.
Corro di nuovo in bagno, mi lavo la faccia, i denti e con un colpo di bacchetta metto a posto lo smalto rosato che mi ricopre le unghie.
Raggiungo il mio armadio e decido cosa mettermi; opto per una minigonna a palloncino scozzese blu e nera e un maglione extra large grigio scuro, calze nere e stivali dal tacco alto.
Ritorno in bagno e mi siedo sullo sgabello bianco, pronta per truccarmi.
Una delle poche cose che non si possono fare con la magia è proprio il make up. Nessuno lo fa, sia perché l’incantesimo è complicato, sia perché il risultato non è mai quello che vorresti. Quindi, cipria e rossetto alla mano e diamo inizio alle danze.
Oddio.
Cos’è quella cosa orrenda sotto la mia frangia?
Un brufolo.
Un brufolo?!
E ma uffa, ho finito il tempo delle mele da un bel pezzo, i miei ormoni dovrebbero aver trovato un equilibrio, e allora perché mi vengono ancora i brufoli?
Compro con un leggero strato di fondotinta chiaro tutto il viso e insisto un po’ col correttore sul foruncolo malefico.
Un po’ di ombretto nero sfumato sulle palpebre, una linea sottile di matita sotto gli occhi e rimmel.
Matita neutra per le labbra e una passata di vasellina per renderle più lucide e carnose e… il gioco è fatto!
Mi alzo e corro in salotto.
Mobili essenziali laccati di bianco e nero, divano di stoffa color magenta come le pareti sulle quali sono appesi due quadri e una grande stampa di una foto della Tour Eiffel, presa a Parigi con Scorp… basta!!!!
Scotendo la testa prendo la mia borsa a tracolla nera, il cappotto ed esco.



grazie di essere arrivati fin qui, farò il possibile per portarvi il resto^^ se lo volete ovvio... RECENSITEEE!!! baciii
  
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