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Autore: fiore_di_cartapesta    04/09/2014    2 recensioni
-Fred-, sussurrò in un soffio.
-Non fare quella faccia stupita, Granger.- Le sorrise il gemello.
-Credo che questa sia tua-, disse porgendole la bacchetta che aveva raccolto dal pavimento.
Era rimasta talmente scossa dal trovarsi a così poca distanza da Fred che aveva perso la capacità di spiccar parole, lei che aveva sempre qualcosa pronto da dire. In ogni occasione.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua?-, chiese poi quando non ricevette risposta.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Grattastinchi, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Questa è la mia prima Fremione in assoluto, aspetto le vostre recensioni o i vostri insulti °-°'


-Grattastinchi!- chiamò ancora una volta Hermione dalla tromba delle scale.

-Accidenti!-, aveva di nuovo perso il proprio gatto ma questa volta alla Tana, non nel dormitorio delle ragazze o nella torre Grifondoro dove era facile trovarlo.
C’erano un mucchio di posti dove un gatto poteva nascondersi: dalle cantine, ai giardini davanti e sul retro alla soffitta. E lei non aveva la più pallida idea di dove potesse essere quella pesta pelosa.

Nessuno aveva voluto aiutarla nelle ricerche.

Harry era troppo occupato a sbarazzarsi degli gnomi che infestavano i dintorni di casa, così come Ron e i gemelli.
Ginny invece era troppo presa da chi sa cosa per darle retta così aveva lasciato perdere.
Avrebbe cercato da sola.

Ma adesso era più di mezz’ora che cercava e iniziava ad essere pesantemente irritata del fatto che era sola e che le ricerche erano infruttuose.

Diamine, quella casa sembrava veramente troppo piccola quando era piena di teste rosse Weasley ma adesso che tutti erano o all’esterno, o in cucina (nel caso di Molly), o a lavoro (nel caso di Billy, Percy o Arthur), o chiusa in camera (come Ginny) risultava troppo grande e sconosciuta per lei sola.
-Per la barba di Merlino, dove ti sei cacciato stupido gatto?-, stava anche iniziando a parlare con se stessa a causa della noia.

-Questa mi è nuova-, esclamò divertita una voce alle sue spalle.

Parliamoci chiaro; era scesa nelle cantine, posto tra l’altro più probabile in cui trovare un gatto, e non sentiva la voce di qualcuno da poco meno di un ora. Poi, le cantine le mettevano i brividi. Era troppo intelligente per farsi spaventare da luoghi bui e silenziosi e stretti ma da mezza babbana qual era aveva visto troppi film dell’orrore per non essere spaventata da un improvviso rumore.
Così, presa di sorpresa quasi cadde a terra.

-Ma sì, facciamo prendere un infarto, e perché no, anche una storta ad Hermione-, disse irritata ormai fino alla punta delle orecchie.
Era inciampata in qualche cassa perché dalla sorpresa aveva lasciato andare la bacchetta, unica fonte di luce della stanza, e si era ritrovata cieca in mezzo a oggetti estranei. Si era poi seduta sulla stessa cassa che aveva attentato alla sua vita e cercava tastoni di ritrovare il bastoncino magico.

-Cavolo, Herm. Non dovresti lasciarti sopraffare ogni volta dai sentimenti che provi per me e svenire così, dove capita.- Disse le voce burbera e maliziosa di uno dei gemelli.

Era stato lui a parlare prima e a farla inciampare. E adesso stuzzicava i suoi nervi tesi come corde di violino. Era capitato proprio male.
-Senti Weasley, mi hai fatto perdere la bacchetta e adesso sto perdendo le staffe, se non giri a largo ti affatturo.-

-Penso di averla trovata-, disse la stessa voce che evidentemente ignorava le minacce appena ricevute. Poi si sentì provenire dal buio circostante l’incantesimo di illuminazione “lumos” e nell’istante immediatamente successivo un piccolo cerchio di luce si aprì intorno ai due ragazzi. Nel medesimo istante il viso del gemello si illuminò a pochi centimetri di distanza dal quello di Hermione che poteva sentire, a quella distanza, il rumore del suo respiro e il profumo emanato dalla sua pelle. Sapeva di sapone, di erba appena tagliata e terra.

-Fred-, sussurrò in un soffio.

-Non fare quella faccia stupita, Granger.- Le sorrise il gemello.
-Credo che questa sia tua-, disse porgendole la bacchetta che aveva raccolto dal pavimento.
Era rimasta talmente scossa dal trovarsi a così poca distanza da Fred che aveva perso la capacità di spiccar parole, lei che aveva sempre qualcosa pronto da dire. In ogni occasione.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua?-, chiese poi quando non ricevette risposta.

E proprio quelle parole fecero tornare alla mente della ragazza il motivo per cui lei era lì, e quello per cui poi era finita nella cantina.
-Il gatto, già!- sbottò irritata afferrando la propria bacchetta dalle mani del ragazzo. –Magari sapessi dov’è! E’ un’ora ormai che lo cerco. Sono scesa persino qui giù per cercarlo. E non mi sembrava così saggio farlo da sola, dal momento che pareva essere una classica scena da film horror di scarso successo. Ma a chi importa se girovago per la casa quando ognuno pensa ai fatti suoi? Poi quando hanno bisogno di me sanno di poterci contare, ovviamente.- esclamò tutto d’un fiato la ragazza.

Provò ad alzarsi dalla cassa sul quale era poggiata per uscire da quel posto infernale e allontanarsi dal gemello ma con un gemito ricrollò su se stessa poiché incapace di poggiare il peso sulla caviglia che aveva sbattuto e che probabilmente stava già iniziando a gonfiarsi.
-Per la barba di Merlino, anche questa! E’ la mia giornata fortunata!- imprecò.

-Certo che lo è, hai incontrato me. Poi per l’emozione sei quasi svenuta e ti sei fatta male, a quanto pare. Ma entrambi sappiamo che è tutta una finzione e che vuoi soltanto essere presa tra le mie braccia e portata in salvo, come fanno i veri eroi. Potevi impegnarti di meno a fingere di svenire, eh Granger?!-, disse allora Fred con la sua solita spavalderia e malizia stampata sulla faccia insieme a quel sorriso di traverso che lo rendeva così particolare e così particolarmente bello.

-Oh si, certo. Muoio dalla voglia di finire tra le tue braccia, Weasley.- disse arrabbiata la strega. –E’ solo colpa tua se sono finita in questa condizioni.- disse subito dopo ancora più arrabbiata.

Fred rise di gusto della reazione della ragazza e senza preavviso le si avvicinò, la prese tra le braccia e la sollevo dalla cassa adagiandosela per bene sul petto mentre la sosteneva. Lei, ancora una volta colta di sorpresa, le si aggrappò al collo con le proprie braccia allacciandogli poi le mani dietro e per non cadere poggiò la testa sulla scapola del suo sostenitore.

-Pesantuccia, la mia Herm!-, rise il gemello. Adesso anche lui poteva sentire l’odore emanato dalla ragazza. Profumava di dentifricio alla mente, di shampoo ai frutti di bosco e di fresco.
Si chiese come mai non avesse notato prima il suo profumo e si ritrovò a cercare di annusare quei boccoli castani così vicini al suo viso senza però farsene accorgere.
La sua osservazione fece arrossire il suo passeggero ma ovviamente non poté vederlo. Hermione se ne rese conto e rispose solo con : -Così impari a seguirmi e spaventarmi.-
Si stava tranquillizzando anche se non grazie alla presenza di Fred.

Erano anni che non pensava più a lui in QUEL modo.

Ammettiamolo; tutte ad Hogwarts si erano prese almeno una volta una cotta per i gemelli Weasley. Persino le odiosissime serpeverde.
Figurarsi Hermione Granger che addirittura passava le estati a casa loro, era la migliore amica del loro fratello minore e persino la migliore amica della loro sorella più piccola.
Ma col tempo pensava le fosse passato. Dopotutto a lei piaceva solo Fred, ed era solo una bambina quando si era presa quella cotta.
Era per questo che era in grado di riuscire a distinguerli l’uno dall’altro quando persino loro madre li confondeva.
Notava anche il minimo gesto di quel gemello lì.
Il modo in cui pronunciava il suo nome quando la chiamava, o il fatto che lo abbreviasse ad “Herm”. O che la chiamasse per cognome.
O che fosse così esageratamente malizioso e egocentrico. E così pieno di sé.
O il fatto che, anche se così estroverso e pieno di ragazze che gli giravano intorno, non era un casanova come George.
O il fatto che sembrava sempre provarci con te.

Tutto ad un tratto era spaventata. Spaventata dal fatto che quei pensieri su Fred stessero tornando, che anzi, non erano mai spariti. Spaventata dal fatto che lei fosse proprio tra le sue braccia e che non avesse modo di scappare via. Spaventata dal fatto che avrebbe potuto ferirsi più di adesso se invece che farla inciampare in una cassa, Fred la facesse inciampare nel suo cuore.

Così tacque per tutto il percorso nonostante i vari approcci del ragazzo che la trasportava. Non si sarebbe fatta coinvolgere da una situazione così pessima come le sembrava quella di innamorarsi di Fred Weasley, il malandrino più temibile (insieme a suo fratello) di Hogwarts e dintorni magici.
Era troppo intelligente per finire così.

Dopo varie battute e provocazioni del ragazzo che non ricevevano risposte lui iniziò a preoccuparsi.
-Ti senti bene, Hermione? Sei così silenziosa. Non sei mica svenuta sul serio? Senti, mi dispiace di averti spaventata-, disse preoccupato. –Volevo solo dirti che era quasi ora di pranzo e saresti dovuta venire in cucina.
La mamma mi ha mandato a chiamarti, dovevo avvisarti prima della mia presenza. E’ solo che.. che non mi aspettavo che tu pronunciassi un imprecazione e mi hai sorpreso.- Disse tutto d’un fiato.

L’unica cosa che Hermione notò di quello che disse fu come suonasse bene il proprio nome fra le sue labbra. Subito dopo si maledisse per quel pensiero e si agitò tra le braccia del ragazzo.

L’unica cosa che disse fu: -Non mi hai spaventata, mi hai sorpresa.-
Fred rise, di tutte le cose che poteva dire lei aveva preferito puntualizzare proprio quella cosa lì.

-Allora siamo pari, una sorpresa per una sorpresa-, disse sorridendo il gemello.

Anche se Hermione non lo vide poté immaginare comunque il suo sorriso. Lo aveva visto sorridere così tante volte... E ACCIDENTI, di nuovo a pensare quelle cose! Imprecò mentalmente la strega.
Come risposta riuscì solo a farfugliare parole a caso e sottovoce e annuire sulla sua scapola.

Poco dopo avevano raggiunto la base delle scale che salivano in casa.
Fred le imboccò una alla volta fino a raggiungere la luce alla fine del corridoio poi la portò dalla madre per permetterle di curarle la caviglia malandata.
Per tutto il tempo però non la mise giù, né la lasciò sola.

Molly fu costretta a curarla tra le braccia del figlio poiché ogni minimo movimento adesso le provocava una intensa fitta di dolore.
Lei non si lasciava sfuggire mai un gemito o un’ imprecazione.
Quando infine Molly li lasciò soli per andare a riporre il kit di pronto soccorso magico nell’apposito scompartimento nel bagno Fred le parlò.

-Sei proprio coraggiosa, piccola Herm.-
Era raro sentir parlare Fred di chiunque altro all’infuori di lui o del suo gemello, o dei loro scherzi futuri o passati che fossero.
Così la strega arrossì lievemente e le guance le si colorarono di un rosso pallido.
Fred sorrise notando la lieve reazione suscitata.
-Alla fine non ti sono indifferente, eh?!-  disse. Cosa che aumentò  maggiormente il rossore delle guance della strega.

Non poteva restare lì a farsi smascherare e farsi prendere in giro. Doveva andarsene alla svelta.
-Grazie per l’aiuto, adesso però sono stanca e voglio tornare in camera.- tagliò corto lei.
-Il Fred-express è pronto a partire, salga su mia dolce fanciulla.- Disse porgendole le braccia.
Ma la strega non si mosse di un millimetro rifiutando di assecondare quello stupido e così tenero gioco.

-E va bene, faccio da solo.- Disse il gemello e subito dopo la prese tra le braccia con più delicatezza possibile e si incamminò verso le scale che portavano alla stanza della ragazza, la stessa in cui dormiva sua sorella Ginny.

Tutta quella delicatezza spiazzò Hermione che mai si era aspettata tanto riguardo da un malandrino del genere. Tutte le attenzioni che negli anni lui le aveva riservato, lei le aveva interpretate come semplice gentilezza o cortesia verso quella persona che ormai era diventata frequentatrice della famiglia. Adesso che i pensieri dell’infanzia stavano tornando a bussare alle porte del suo cuore e a quelle della sua mente, iniziava a credere che non fossero solo quelli gli unici motivi che facevano agire così Fred. Che forse c’era qualche speranza. Che forse era ricambiata.
Ma così come erano venuti, quei pensieri furono mandati via. Era troppo intelligente per perdersi dietro quelle fantasie. Semplicemente le avrebbe dimenticate, come in passato.

Raggiunta la camera della sorella, Fred depose la ragazza sul suo letto.
-Dormi bene, piccola Herm.- le disse prima di lasciarla sola, e dopo averle depositato un leggero bacio sulla fronte.
 

   
 
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