Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: fantasy28    04/09/2014    4 recensioni
Ciao! Questa é la mia prima storia in assoluto quindi siate clementi. Vi viene spesso su questo fandom saprà che ho cambiato l'introduzione. (Questa è la terza volta). Lasciando stare le mie dubbie capacità sulle introduzioni lascio spazio alla storia.
Amu era spaventata. Era spaventata perché le era piaciuto. Non aveva mai provato emozioni così intense, con nessuno. Nessuno si era mai comportato così con lei. Lei che veniva temuta ed ammirata da tutti per il suo atteggiamento freddo e distaccato. Quell’atteggiamento che allontanava gli altri. Ma nessuno sapeva o capiva che quella era solo una maschera, una facciata per nascondere la sua timidezza e la sua insicurezza. Mentre a lui sembrava non importare. LUI forse la capiva.
Spero che vi abbia incuriosito(nonostante la mia penosa introduzione
Genere: Dark, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amu si lasciò cadere sul divano e diede un’occhiata all’orologio che portava al polso. Le 18.25. Quella mattina si era svegliata tardi, ma il resto del tempo l’aveva impiegato in modo differente. A baciarsi con Ikuto, per esempio. Arrossì al solo pensiero, ma quello stato d’animo non durò molto. La fanciulla si incupì. “Cosa sono io per Ikuto? Sono soltanto un giocattolo con cui passare il tempo, per poi buttarlo via quando ti annoi? E non siamo neanche fidanzati e continuiamo a comportarci come se lo fossimo!”.Questi erano i pensieri che turbinavano nella testa della ragazza. Per rispondere a quelle domande che tanto la ossessionava, decise di aspettare il ragazzo per saperle direttamente da lui.
 
La ragazza correva a più non posso tra le stradine ormai buie. Correva più veloce che poteva, a tal punto che inciampò. Cadde proprio su una pozzanghera formatasi dalla pioggia della sera precedente. I vestiti si sporcarono di quell’acqua sudicia, mentre la fanciulla sentiva quell’essere delle tenebre dietro di sé. Si alzò velocemente, incurante del taglio profondo che aveva sul ginocchio e la terra che la sporcava. Si tolse una ciocca di capelli color castagna dagli occhi e riprese a correre. Ormai a causa della ferita il suo ritmo era rallentato. Sentiva su di sé lo sguardo crudele e affamato della creatura della notte. Decise che se sarebbe morta, almeno sapere il volto del suo assassino era più che lecito. Si fermò di scatto e si voltò. Spalancò gli occhi. Mai avrebbe creduto che esistesse creatura più bella e affascinante di quella che aveva di fronte. Il ragazzo era alto e slanciato. I colori delle tenebre lo componevano. I capelli scuri come una notte senza stelle, la pelle color della luna e gli occhi. Gli occhi di un brillante ametista. Il ragazzo si avvicinò lentamente. Nonostante la bellezza tentatrice, la fanciulla aveva la sensazione che se si fosse avvicinata a quell’essere dalla bellezza non terrena si sarebbe fatta male. Il ragazzo la guardò negli occhi con le sue pietre preziose, ma nonostante il cervello le dicesse di allontanasi, la ragazza non potè fare a meno di avvicinarsi. La fanciulla guardò il ragazzo languidamente. Lui le si avvicinò e la prese per i fianchi. Un sospiro di piacere sfuggì dalle labbra di lei.
-Come ti chiami?- domandò il ragazzo avvicinandosi al viso di lei
-Elisabeth- mormorò lei guardandolo estasiata.
-Elisabeth – ripetè lui, mentre la ragazza chiuse gli occhi come per assaporare meglio il momento in cui pronunciò il suo nome- e quanti anni hai Elisabeth?
-24- rispose la ragazza. Si chiese come mai non riuscisse ad evitare di rispondere.
Ikuto sentiva odore di sangue. Seguì il profumo e si accorse che la sua preda era rimasta ferita al ginocchio.
-La bella Elisabeth è ferita sul ginocchio- disse il ragazzo sensualmente, anche se il timbro della voce aveva una nota macabra. Ma Elisabeth era troppo presa dal ragazzo per poterse accorgere
La ventiquattrenne si guardò la parte lesa e annuì impercettibilmente, mentre nella sua testa risuonavano le parole’ la bella Elisabeth’
-Tranquilla, ci penso io
Con una velocità sovraumana la fece appoggiare al muro e le alzò la gamba. Lui si piegò sulla lesione e le leccò la ferita lentamente.
Elisabeth si sentì bruciare. Non seppe se era la ferita o la lingua di lui. Sospirò di piacere, ma il tutto durò poco.
Quando il ragazzo si staccò un poco, lei emise un lamento.
-Sai ,il tuo sangue ha un buon sapore. Ne voglio di più
Elisabeth si stupì dall’affermazione del ragazzo e abbassò su di lui. Un grido di terrore proruppe dalla sua gola.
Gli occhi del ragazzo era diventati di un rosso brillante, di un rosso sangue. La ventiquattrenne iniziò a gridare e scalciare.
-Oh, che peccato! Potevamo divertirci di più- disse il ragazzo, mentre un ghigno crudele si formò sul viso.
Le prese le gambe e con un gesto secco le spezzò. Un urlo che di umano ormai non aveva niente, si propagò nella stradina buia e isolata dal resto del mondo.
Dagli atri inferiori ormai spezzati, sgorgava sangue vermiglio. Il ragazzo ne aveva le mani sporche e senza pensarci si leccò le dita.
-Mhmm… buono il sangue di Elisabeth
La vittima piangeva calde lacrime, mentre si guardava le gambe che giacevano sul cemento freddo in una posizione innaturale.
-Ne voglio di più. Me ne darai di più vero? Piccola Elisabeth - cantilenò lui, gongolando.
Quando questo le si avvicinò, Elisabeth provò a schermirsi con le braccia, agitandole. Ma prontamente lui, le afferrò spezzando anche queste. Altre urla esplosero dalla ragazza. Altro sangue usciva a fiotti. Altre ossa fuori uscivano. E altro sangue che veniva consumato dal ragazzo.
Ormai non poteva più difendersi e aspettò la sua fine. Ma la creatura notturna non aveva ancora terminato. Lui si avvicinò al collo di lei ed Elisabeth strizzò gli occhi rossi di pianto.
Lui le affondò i denti nella morbida carne e succhiò.
Lei, confusa spalancò gli occhi. Lo fissò, mentre si cibava del suo sangue. Non capiva. Che cos’era quella creatura? Il ragazzo si staccò e si voltò verso di lei. Spalancò la bocca mentre i canini brillarono nel buio.
Vampiro. Questo fu l’ultimo pensiero della ragazza, prima di cadere nel baratro dell’orrore e del dolore. Lui le si mise di fronte.
-Mi dispiace- fu tutto ciò che disse per poi prenderle i collo e spezzarglielo con un gesto secco.
Lasciò cadere la testa, per poi leccarsi le dita. Mi dispiace, ma il sangue di Amu è mille volte meglio del tuo. Forse, mille volte meglio di chiunque altro.
Amu ormai non riusciva da aspettarlo più. Le palpebre le divennero pesanti. Sempre di più, sempre di più.
Ikuto entrò in casa e trovò Amu addormentata sul divano. Sorrise a quella scena. Si avvicinò lentamente e la prese in braccio. Il profumo di lei gli invase le narici e lo stordì.
Amu si sentì sollevare ed allarmata aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu il viso di Ikuto. I suoi occhi che la guardavano in modo così benevolo. Poi si accorse di essere in braccio a lui.
-Ikuto, fammi scendere! Immediatamente!-sbraitò agitandosi
-Ehi, ehi bambolina! Stai calma!
La mise giù delicatamente e la fissò con un sorriso malizioso.
Lei arrossì e balbettò un: Perché mi guardi con quel sorriso?
-Dove eravamo rimasti prima che uscissi di casa?
Ikuto si sporse verso di lei per baciarla, ma lei si spostò, imbarazzata. Ikuto alzò un sopracciglio, incuriosito.
Amu capì cosa volesse dire quel gesto e si affrettò a rispondere alla domanda muta del ragazzo.
-Non dovresti baciarmi. Noi non siamo fidanzati.
Il ragazzo la guardò per alcuni minuti, per poi scoppiare a ridere.
-Amu, Amu… stai scherzando vero?
Lei arrossì violentemente e scosse la testa. Lui sorrise e la abbracciò. Amu si pietrificò ed arrossì. Ora Ikuto tra le braccia teneva una statua.
-Vuoi per caso un contratto scritto sul fatto che siamo fidanzati?
La ragazza scosse la testa ed iniziò a torturarsi il labbro inferiore.
Ikuto la guardò, mentre un desiderio bruciante lo scaldò.
-E’ che non mi hai mai detto “ti amo” o cose simili e quindi ho pensato che io fossi soltanto un giocattolo-borbottò la fanciulla, abbassando lo sguardo.
In quel momento ad Ikuto, gli venne voglia di abbracciarla. Deglutì poi, mentre dei pensieri poco casti si proiettavano nella sua mente.
La ragazza alzò di nuovo lo sguardo, ma uno strano odore la distrasse. Era familiare, ma non si rammendava dove l’avesse sentito.
Si sporse verso il ragazzo ed inspirò. Si allontanò di scatto, mentre le pupille le si dilatarono. I ricordi di quel giorno la investirono.
Sangue, tanto sangue. Due cadaveri sul cemento. I suoi genitori. I suoi genitori morti. L’odore del sangue, dolce e metallico al tempo stesso che le penetrava nelle narici al punto di offuscarle la mente.
I ricordi come al solito erano a spezzoni e riaffioravano come meno se l’aspettava.
Sangue
Era quello l’odore che emanava Ikuto e la cosa la preoccupava.
 
Ikuto vide Amu sporsi verso di lui e annusarlo. La prima domanda che gli passò nell’anticamera del cervello fu: “Ma che diavolo sta facendo?”. Poi la vide ritirarsi di scatto come se si fosse bruciata e notò le pupille dilatate e inespressive. Un orribile presentimento gli attanagliò il cuore.
-Ikuto perché emani odore di…sangue- mormorò puntando gli occhi color miele nei suoi.
Una mano d’ombra gli stritolò il cuore, mentre si sentiva mancare. La mente gli andò in blackout, come se gli ingranaggi del suo cervello si fossero fusi.
Sbattè le palpebre, però sorpreso. Lei, un’umana, non avrebbe dovuto sentire l’odore del sangue.
-Allora?
La ragazza si stava spazientendo e iniziò ad insistere.
Ikuto a malincuore prese una decisione, che per quanto gli desse fastidio fare proprio questo a lei, era costretto a fare.
-Amu, perdonami- mormorò lui.
-Perdonarti per co…
Amu non riuscì finire la frase che Ikuto, attingendo al potere ipnotico dei suoi occhi rossi, la fece addormentare e scordare le ultime frasi.
Angolo autrice.
Scusate il ritardo ragazze! Perdonatemi, ma oggi è iniziata la scuola e non so se riuscirò più a continuarla. Ma sono sicura che la finirò la mia storia.
Questo è il capitolo che avevo scritto, ma che non andava abbastanza bene da postare. A causa del ritardo, per farmi perdonare metterò un altro capitolo. Se tutto va bene! Ovviamente. Ci si sente dopo... forse XD
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: fantasy28