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Autore: alaal    04/09/2014    0 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) è bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Ciao ragazzi, scusatemi per avere rallentato il proseguimento della storia, ora sono riuscito a pubblicare un altro capitolo! Presto ne arriveranno altri, buona lettura! ^_^
Riassunto del capitolo precedente: i nostri amici sono riusciti a salvare nientemeno che Zapdos, uno dei tre uccelli leggendari per mezzo dell'aiuto di Pikachu, Mareep e degli altri Pokémon elettro! Adesso marciano spediti verso il TunnelRoccioso...
 
L’aria frizzante che soffiava nelle pianure attorno alla città industriale di Sludge City fece rabbrividire Laura. Sebbene in quel momento fossero le due del pomeriggio e il temporale si fosse dileguato da quasi un’ora, portato via da Zapdos (forse in segno di riconoscenza verso i giovani allenatori che lo avevano aiutato a recuperare le forze), il vento di burrasca girava ancora per i vasti tappeti erbosi delle pianure costiere. Ash, Pikachu, Brock, Bulbasaur, Alex, Laura ed i due Dratini si erano fermati nei pressi del bosco vicino a Miramare, proprio all’altezza del bivio che da una parte conduceva alla spiaggia vera e propria, dall’altra portava alla città della Centrale Elettrica e alla prossima meta dei ragazzi, ovvero il TunnelRoccioso. Si erano seduti su dei massi squadrati, ovviamente rivestiti da delle coperte onde evitare di bagnarsi i vestiti, e si prestarono a consumare il loro leggero e veloce pranzo. Non c’era tempo da perdere, aveva ricordato il Maestro di Pokémon, bisognava superare il TunnelRoccioso ed essere a Lavandonia, prima città dopo la grotta, prima che il sole si celasse dietro le montagne. Mentre sgranocchiava un cracker, la ragazza dagli occhi verdi si informò sulla composizione del TunnelRoccioso ponendo domande direttamente al miglior allenatore del mondo. Ash Ketchum fu ovviamente compiaciuto che Laura chiedesse proprio a lui riguardo quella strana grotta. Il ragazzo col cappello si alzò dal giaciglio provvisorio e, con Pikachu sulla sua spalla, prese fiato e si accinse a descrivere il TunnelRoccioso alla sua allieva.
Ash: -Devi sapere, Laura, che il TunnelRoccioso ha una conformità ben diversa da quella di MonteLuna. La grotta consacrata ai Clefairy, come di certo avrai potuto notare, possiede un percorso pressoché regolare e lineare, con un solo bivio che porta al piano superiore, ovvero nella stanza con la statua di Clefable. Il TunnelRoccioso, invece, si perde in svariati cunicoli che portano chissà in quali posti, ed è facile perdersi.
Contrariamente a MonteLuna, che si erige su per una montagna, il TunnelRoccioso si inabissa nel sottosuolo, salvo poi risalire verso la fine del tortuoso percorso, nei pressi di Lavandonia. Non è un luogo dalla esplorazione semplice, però il TunnelRoccioso ha il pregio di contenere, al suo interno, dei Pokémon interessanti. Vale la pena esplorarlo!- La breve spiegazione di Ash soddisfò, in parte, il desiderio di conoscenza della figlia dei Ferguson. Alex intervenne solo nel momento in cui né Ash né Laura decisero di aprire bocca per proseguire nel discorso.
Alex: -Scusa, Ash… che Pokémon ci possono essere lì dentro?- Ed indicò in direzione est, verso delle montagne brulle e prive di ogni traccia di neve. Nel giro di qualche settimana però i primi fiocchi di neve si sarebbero visti su quei monti. Da quelle parti iniziava a distendersi la caverna naturale prossima meta dei giovani allenatori.
Ash: -Beh, è presto detto! Negli ultimi anni è stata registrata una relativa abbondanza di Pokémon lotta… ma non è raro incontrare anche Pokémon di tipo roccia, terra e spettro! Se c’è una cosa che non può mancare nel TunnelRoccioso, quella è sicuramente la varietà di Pokémon abitanti in esso. Chissà, ragazzi – ed osservò i suoi due allievi, sorridendo loro – se non ci scappa qualche cattura esclusiva!- Ad Alex si rizzarono i capelli in testa. L’ultima volta che quella frase venne pronunciata fu detta da Brock, un quarto d’ora prima di incontrare quel ragazzo privo di scrupoli a MonteLuna, causa di mille disavventure. Scosse la testa, imponendosi di dimenticare quel triste episodio, e sorrise.
Alex: -Sento che questo è il mio giorno fortunato! Catturerò un Pokémon incredibile, fortissimo e potentissimo!- Laura, la quale era seduta accanto al ragazzo con gli occhiali, esplose in una risata, a giudizio dello stesso ragazzo leggermente denigratoria e schernente.
Laura: -Ah! Ah! Ah! Allora se questo succederà, io mi tingerò i capelli di viola!- Alex, lievemente offeso dalla battuta della sua amica, lanciò a Laura un’occhiataccia che avrebbe potuto incenerire qualsiasi persona, ma non la figlia dei Ferguson, la quale stava continuando imperterrita a ridere ed a canzonare l’assistente del Professor Oak.
Alex: -E allora preparati a diventare una melanzana, perché io, nel TunnelRoccioso, catturerò un Pokémon molto potente!- La ragazza, continuando a ridere a crepapelle, volse lo sguardo verso il suo compagno di avventure. I due Dratini, sonnacchiosi, sdraiati sul terriccio del sentiero boscoso, sollevarono la testa, frastornati dalle grida dei due allenatori e li osservarono un poco stralunati. I loro discorsi, a giudizio dei due draghetti, non avevano né capo né coda.
Laura: -Io potrò essere una melanzana, ma tu sei un povero illuso! Non farai neanche in tempo a vedere l’ombra di un Pokémon che io ne avrò già catturati almeno tre!- Il battibecco tra Alex e Laura assunse un tono un poco più acceso, tramutandosi lentamente ma inesorabilmente in un litigio. Ash, Brock e Pikachu osservarono stupiti il progressivo deteriorarsi del discorso dei due giovani allenatori e si prepararono in vista di una mediazione tra i due, qualora le cose dovessero precipitare in una rissa. E poco ci mancava: Alex, infatti, aveva alzato la voce contro Laura, la quale non fece attendere la sua risposta, gridando anch’ella.
Alex: -Ah sì? Se tu ne catturerai tre, io ne catturerò almeno cinque!- Laura fece un mezzo sorriso, carico di irrisione, e scosse la testa lentamente, con i suoi capelli sciolti che ondeggiavano con delicatezza.
Laura: -Non mi importa quanti tu ne catturerai, i miei saranno sicuramente più forti dei tuoi!- Il tono di voce dei due ragazzi, per i gusti di Ash e di Brock, si stavano alzando anche abbastanza, oltrepassando il livello di tolleranza. Il maestro di Pokémon e l’allevatore si alzarono in piedi e si posizionarono proprio davanti ai due allenatori novizi, i quali si stavano fulminando con lo sguardo a vicenda. I due Dratini osservarono ancora più perplessi i due allenatori.
Ash: -Alex, Laura, adesso basta! Vi state comportando come due bambini! Chi di voi due catturerà più Pokémon, questo non ha assolutamente importanza! L’importante è che facciate del vostro meglio e che non perdiate la calma proprio ora! Siamo in una fase cruciale del nostro viaggio, quindi…- Ash, tutto ad un tratto, iniziò a ricordare. Ma sì, la mente confusa di Laura! Come poteva essersene dimenticato? Era più che ovvio che Laura si comportasse in quel modo… il ragazzo col cappello, il quale stava tenendo a bada Alex, osservò il suo allievo negli occhi e questi, dopo qualche minuto, parve tranquillizzarsi un poco.
Ash: -Alex, non rendere le cose più complicate. Sai perfettamente quale sia il problema di Laura.- Alex scosse la testa, ancora risentito dalle offese della ragazza dagli occhi verdi. Il suo volto era ancora rosso dalla rabbia e avrebbe volentieri voluto menare le mani per calmarsi. Lo sguardo inflessibile del suo maestro, però, non sembrava ammettere repliche. Ciononostante, Alex continuò a rimanere testardamente sulla sua posizione.
Alex: -Ma perché te la prendi con me?! È stata lei ad iniziare!- E la indicò con un dito. Brock, nel frattempo, era riuscito in qualche modo a tranquillizzare Laura, trattenendola per una spalla con una mano, e con l’altra teneva in mano Bulbasaur. Non era stato semplice, ma l’ex capopalestra di Plumbeopoli riuscì nel suo intento. Pikachu, convinto di potere anch’egli risolvere la situazione rapidamente, spiccò un salto sulla spalla del suo allenatore e, con uno sguardo inspiegabilmente torvo, incollò lo sguardo su di Alex, il quale non poté fare a meno di osservare il Pokémon del suo maestro. Lo sguardo ostile e le scariche elettriche provenire dalle tasche guanciali del topo elettrico riuscirono a placare l’assistente del Professor Oak. Ash sorrise nel constatare che il suo allievo si fosse definitivamente calmato.
Ash: -Vedi che con le buone maniere si ottiene sempre tutto?- Brock si voltò verso i due ragazzi, una volta che fu completamente sicuro che Laura non esplodesse una seconda volta, e ridacchiò con un fare molto civettuolo.
Brock: -Ma guardateli… non si conoscono neanche da un mese e già bisticciano come due fidanzatini…- Sia Alex che Laura, rapidamente, divennero rossi in volto e sgranarono gli occhi sull’allevatore di Pokémon. Ash, come il suo solito, non capì l’antifona del suo vecchio amico e si limitò a fare spallucce. Al contrario i due allenatori novizi strepitarono in maniera un po’ troppo concitata contro l’ex capopalestra di Plumbeopoli, il quale continuava a ridacchiare.
 
Ash: -Eccoci, siamo arrivati!- Dopo avere percorso l’ultimo tratto di bosco, gli alberi iniziarono a diradarsi, per lasciare spazio ad una nuova catena montuosa che separava la zona costiera di Celestopoli da quella collinare di Lavandonia. Le montagne, completamente spoglie di qualsiasi tipo di vegetazione e dalle pareti pressoché verticali, sembravano non concedere alcun appiglio se uno scalatore avesse voluto arrampicarvisi in cima. Ad Ash Ketchum però non interessava affatto arrampicarsi su per la montagna, ma inoltrarsi nella buia caverna chiamata TunnelRoccioso. L’apertura della caverna era proprio davanti ai loro occhi e sembrava proprio che il terreno scendesse verso le viscere della terra. Dei sibili di vento si ripercuotevano tra le gallerie del TunnelRoccioso, fuoriuscendo dallo sbocco creando suoni sinistri e spettrali. Nell’udire quei suoni, i due Dratini si spaventarono e si rifugiarono nella parte interna delle giacche dei loro allenatori. Anche Bulbasaur, nell’udire quel vento sibilante, iniziò ad agitarsi tra le braccia di Brock.
Laura: -Ash… siamo sicuri che questa via è sicura? Non mi pare che sia molto stabile…- TunnelRoccioso non era affatto Monteluna. La galleria, questo era vero, conduceva in un luogo sotterraneo, ma non c’era affatto di che preoccuparsi. Questo era il messaggio sicuro e conciso del maestro di Pokémon. Lì, in quella galleria, abitavano una miriade di Pokémon in attesa di essere catturati. Come per dimostrare che non c’era nulla di cui avere timore, il ragazzo col cappello, con un fare molto sicuro di sé, si avvicinò alla galleria naturale che conduceva ai cunicoli misteriosi del TunnelRoccioso.
Ash: -Io, Brock e Misty abbiamo superato senza problemi il TunnelRoccioso, l’abbiamo girato in lungo ed in largo senza avere provato, neanche per un minuto, la benché minima paura! Non capisco perché voi due dobbiate avere paura di una comunissima ed innocua caverna!- Brock Peters, riprendendo la sua risatina, afferrò dalla tasca della sua giacca una sorta di libricino colorato e lo sventolò, mettendolo bene in mostra perché tutti i presenti lo potessero osservare. Alex e Laura riconobbero immediatamente quel libercolo: era la Guida turistica della regione di Kanto.
Brock: -Beh, i nostri amici avranno paura di perdersi nei cunicoli del TunnelRoccioso, non ti pare? E poi non inventarti azioni e fatti che non abbiamo mai intrapreso, noi non abbiamo mai attraversato il TunnelRoccioso! Durante il tuo viaggio di allenatore, dopo avere sfidato Misty, ci recammo direttamente ad Aranciopoli, senza attraversare grotte o caverne!- Le riflessioni dell’allevatore di Pokémon non facevano una grinza. Alex e Laura voltarono lo sguardo da Brock, il quale aveva appena terminato di parlare, verso il maestro di Pokémon. L’allenatore col cappello, avvertendo lo sguardo di quattro individui su di lui (ovvero i due ragazzi ed i loro Dratini), ridacchiò imbarazzato e si grattò la testa con una mano.
Ash: -Ops! Ehm… eh, eh, è vero! Non ci siamo mai inoltrati nel TunnelRoccioso…- La figlia dei Ferguson, una volta che ebbe compreso perfettamente che il suo maestro non era mai stato nel TunnelRoccioso e che si sarebbe inoltrato così, alla cieca, senza un elemento di guida, le si rizzarono i capelli in testa dal terrore. Indicò il ragazzo, tremando, con la voce rotta dallo spavento.
Laura: -Tu...tu saresti andato... alla ventura...così??- Il ragazzo col cappello ridacchiò ancora e fece spallucce, causando ancora più spavento nella ragazza dagli occhi verdi.
Ash: -E con ciò? Ci sarebbe stato ancora più divertimento! Ed i nostri sensi sarebbero messi alla prova! Durante il mio viaggio non ho mai avuto bisogno di una guida per orientarmi!- Brock rise a sua volta e scosse la testa, aprendo una pagina a caso della sua Guida.
Brock: -Infatti ogni volta, puntualmente, perdemmo la via. Ore e ore a girovagare in tondo...- Venne dunque stabilito che Brock avrebbe svolto il ruolo di guida durante l'attraversamento del TunnelRoccioso. Alex e Laura si chiesero mentalmente che cosa avrebbero fatto senza quell’inserto speciale nella Guida, raffigurante la pianta completa della caverna. Probabilmente si sarebbero persi ed avrebbero impiegato molto tempo per trovare l’uscita. Forse ce ne sarebbero state molteplici, ma questo nessuno poteva saperlo, dato che nessuno del gruppo, prima d’ora, c’era mai stato nel TunnelRoccioso. Non si poteva di certo procedere a caso in quella caverna, anche per un fatto abbastanza ovvio: Alex era ancora in convalescenza, tutto quel camminare in tondo sarebbe stato uno sforzo perfettamente inutile e avrebbe ritardato di parecchio il recupero totale della gamba destra. Laura si domandò infine come stesse il suo compagno di avventure infortunato, se tutto quel camminare lo stesse sfiancando. Alex però sembrava non accusasse nessun problema particolare, pareva fresco come una rosa. La figlia dei Ferguson sorrise leggermente nel notare che Alex non soffrisse della sua ferita.
Laura: “Secondo me Alex fa incetta di morfina!” Ash e Pikachu seguirono a ruota Brock, il quale aveva davanti a sé la mappa del TunnelRoccioso ben spiegata e chiara come la luce del sole. Bulbasaur venne adagiato nello zainetto dell’ex capopalestra di Plumbeopoli e Bulbasaur trovò particolarmente comoda quella posizione.
La mappa si divideva in tre piani: il primo, quello in cui vi era l’entrata, era quello che la cartina indicava come “livello superiore”. Vi erano due piani inferiori, che conducevano dabbasso. Bisognava dunque che qualche Pokémon rischiarasse l’ambiente con un po’ di luce. Mareep e Pikachu potevano fare al caso dei ragazzi. Brock liberò la pecora dalla Mega Ball e Pikachu, intuendo le intenzioni del primogenito dei Peters, balzò dalla spalla del suo allenatore verso terra, affiancando il Pokémon lanoso.
Il secondo piano era contraddistinto unicamente da un ampio locale diviso per metà da una fitta serie di colonne di roccia calcarea, opera di chissà quale evento naturale. L’unico passaggio era contraddistinto da un’apertura creata appositamente diversi anni fa da mano umana per permettere il collegamento tra Celestopoli e Lavandonia.
Il terzo piano, invece, pareva quello più complesso tra tutti: era il più umido, stretto e buio dei piani del TunnelRoccioso, caratterizzato da diversi cunicoli che conducevano a vicoli ciechi, precipizi e burroni. Uno solo tra questi conduceva all’uscita, ed era facilmente identificabile: era infatti l’unico il cui suolo procedeva in netta salita rispetto agli altri cunicoli. Il problema era riuscire ad identificare la galleria d’uscita: per i primi trenta metri non era possibile infatti osservare alcun pendio, neanche il più dolce. Non vi era problema per i ragazzi: la Guida Turistica indicava chiaramente quale galleria attraversare. Ash, dopo avere inspirato un bel po’ di aria fresca nei polmoni, espirò con violenza e sorrise, volgendosi nuovamente verso i suoi due allievi.
Ash: -Molto bene! Ora possiamo procedere!- I due ragazzi annuirono, una volta che furono sicuri che non si sarebbero persi nei meandri di quella sorta di labirinto.
La strada apparve subito in netta discesa: il suolo terroso ed umido causò non poche scivolate al gruppetto di allenatori. Per maggiore sicurezza, i ragazzi si disposero in fila indiana, seguendo questo ordine: Pikachu manteneva la testa del gruppo, illuminando l’immensa caverna al gruppetto e soprattutto a Brock, che seguiva il topolino elettrico a ruota. L’ex capopalestra di Plumbeopoli osservava la cartina per ambientarsi più facilmente. Dietro il ragazzo c’era Laura, la quale non staccò neanche per un minuto gli occhi dal terreno, preoccupandosi solamente di coprire con le sue scarpe le impronte lasciate da Brock. La sua Dratini, invece, si dilettò ad osservare le ombre confuse degli allenatori sui muri di granito. Mareep era dietro Laura: il suo compito era di rischiarare maggiormente il percorso dei ragazzi che chiudevano la fila, anche perché Pikachu, di tanto in tanto, allungava il passo e avrebbe quasi lasciato Ash e Alex  fra lusco e brusco. Il ragazzo con gli occhiali era proprio dietro a Mareep e la luce che proveniva dalla coda della pecora era così abbagliante da non permettere all’allievo di Ash di osservare chiaramente dove stessero andando. Ash chiudeva la fila, e non spiccicava una parola per rompere lo strano silenzio che si era creato in quel momento. Si limitò soltanto ad osservare la costituzione della galleria: le pareti, in granito, sembravano essere state scavate e levigate da mano umana in tempi molto recenti. Dal soffitto basso pendevano sporadicamente una certa quantità di stalattiti, segno che la terra che componeva la montagna era molto friabile e permeabile. Funghi e licheni apparivano qua e là, e si concentravano soprattutto nelle zone in cui vi era dell’acqua stagnante. Non era raro trovare sul percorso veri e propri “laghetti” dove cresceva una selva di funghi.
Dei Pokémon erano presenti: degli Zubat pendevano a testa in giù dal soffitto, e quando la coda luminosa di Pikachu proiettò loro luce, i pipistrelli si spaventarono ed iniziarono a battere concitatamente le ali, per volarsene altrove. Erano presenti ovviamente anche dei Paras e raramente qualche Parasect, attratti dalla copiosa abbondanza di funghi. Vi erano anche degli Aron, seminascosti nella terra acquitrinosa, forse attratti a loro volta dai minerali presenti nella galleria. Mano a mano che i ragazzi procedevano lungo la lenta discesa, le pareti divenivano sempre più grezze e meno lavorate e l’aria iniziò a diventare più umida e difficile da respirare. Il primo ad accorgersene fu Alex, il quale tossì più di una volta ed iniziò inoltre a temere di beccarsi i reumatismi.
Brock: -Aspettate un secondo!- L’ordine lanciato dall’ex capopalestra di Plumbeopoli sortì immediatamente il suo risultato: la fila si bloccò in un istante e Laura, preoccupata da quella sosta improvvisa, parlò direttamente al primogenito dei Peters.
Laura: -Brock… che cosa succede? Non ci saremmo persi, spero?- Il ragazzo si voltò verso la figlia dei Ferguson e le sorrise, scotendo la testa.
Brock: -No, no, la strada è molto chiara. Solo che volevo farvi notare una cosa…- Indicò alla sua destra (per i ragazzi era la sinistra, dato che Brock si era voltato) ed il gruppetto osservò quasi stupito la presenza di alcuni graffiti presenti sulla roccia, ora non più di granito, ma dalla composizione più complicata, rappresentata maggiormente da rocce sedimentarie.
Quei graffiti erano divisi in più parti sulla roccia, la maggior parte erano dei disegni e rappresentavano un gruppetto di Pokémon facilmente identificabili: Machop e Makuhita. Questi Pokémon, però, erano divisi per specie, e sembravano quasi che fossero schierati uno contro l’altro. Anche gli altri disegni rappresentavano gli stessi Pokémon, impegnati in simulazioni di combattimento. Si potevano anche osservare chiaramente le loro mosse: vi era un Machop che si era lanciato in un Colpo Basso, un Makuhita che colpiva il terreno con Spaccaroccia, un altro ancora che lanciata un masso con Forza…  Ash si grattò la testa, perplesso, e sbuffò, borbottando.
Ash: -Bah! Che cosa vorrà significare tutto questo? Sarà sicuramente l’opera di qualche buontempone!- Brock, leggendo più attentamente la brochure compresa nella cartina, fu di parere completamente diverso dal suo amico e si avvicinò meglio alla parete piena di graffiti per osservare i disegni grezzi, quasi privi di ogni dettaglio.
Brock: -No, Ash, questi disegni… raccontano una storia!- Alex e Laura rimasero letteralmente a bocca aperta una volta che ebbero udito le parole dell’allevatore di Pokémon. I disegni rappresentavano una storia! Ma quale storia? Quei graffiti non apparivano molto chiari agli occhi dei due giovani allenatori, e se lo fossero, indicavano solo dei Pokémon impegnati in un combattimento, oppure in uno dei tanti allenamenti.  Brock intervenne per aiutare i due ragazzi a decifrare quei graffiti, leggendo uno stralcio della brochure allegata alla cartina.
“Centinaia di anni or sono, un gruppetto esiguo di Pokémon lotta si ritrovò loro malgrado a lottare per la conquista di una vasta zona di terra…” –Il TunnelRoccioso, all’epoca, non esisteva ancora– commentò Brock. “…questo gruppetto di Pokémon era caratterizzato da due specie ben differenti: i Machop ed i Makuhita. I Machop, forti lottatori esperti del corpo a corpo, pretendevano il possesso di questa zona di terra per allargare il loro clan, decimato dalle intemperie e dalle continue migrazioni per la regione di Kanto…”Scorrendo gli occhi sui graffiti, la storia iniziò ad avere un senso: i primi scarabocchi, quelli più in alto, rappresentavano infatti i Pokémon delle due specie uniti in un gruppo unico. Il secondo disegno rappresentava tre Machop in atto di camminare verso una landa desolata ed immensa. La voce di Brock tornò a farsi sentire, energica e chiara nel pronunciare le parole.
“…i Makuhita, specialisti degli attacchi a lunga gittata, preferirono quel posto per stabilire il luogo di ritrovo con il loro Master…” Ash spostò gli occhi dai disegni che stava osservando in quel momento, ovvero due Makuhita ed un altro Pokémon dalla rappresentazione grafica non molto chiara, più grosso dei due Makuhita, verso il volto di Brock. Inarcò leggermente le sopracciglia, stupito.
Ash: -Master?- Brock annuì, senza sollevare lo sguardo dal carnet. L’allevatore di Pokémon, però, non diede alcuna spiegazione al maestro di Pokémon sul concetto di Master dei Makuhita, preferendo continuare a leggere. Alex e Laura rimasero in silenzio, quasi intimoriti dalla maestosità di quei disegni incisi sulla pietra sicuramente da martello e scalpello. I due allenatori novizi non riuscirono a staccare gli occhi dallo strano Pokémon gigante che era in compagnia dei due più piccoli Makuhita, quello che venne definito “Master”.
“Ben presto i conflitti tra il clan dei Machop ed il clan dei Makuhita si inasprirono a tal punto che i due gruppi di Pokémon si dichiararono guerra a vicenda. Per decine di anni i due clan si sfidarono per ottenere il possesso della vasta terra, ma alla fine, stanchi e stremati, i Makuhita decisero di ritirarsi verso le montagne, creando la grotta che noi oggi conosciamo.” I disegni incisi sulla pietra davano ragione al racconto del libercolo: si vedevano, nei disegni incisi quasi alla base della parete, dei Makuhita che fuggivano verso delle montagne e distruggere intere mura rocciose a suon di Spaccaroccia per creare le gallerie che costituivano il TunnelRoccioso. Laura, finalmente, riuscì a distogliere lo sguardo da quella parete colma di graffiti e voltò gli occhi verso l’ex capopalestra di Plumbeopoli, il quale aveva oramai smesso di leggere.
Laura: -Ma…cosa accadde ai Machop? Ottennero quello che si erano prefissati di avere?- Brock scosse lentamente la testa, leggermente incupito. La strana reazione del primogenito dei Peters preoccupò non poco la ragazza dagli occhi verdi.
Brock: -No. La creazione di una nuova grotta nella catena montuosa da parte dei Makuhita costrinse i Pokémon che abitavano su per la montagna a fuggire, terrorizzati dai continui colpi e sballottamenti improvvisi degli attacchi Spaccaroccia e Megapugno. Questi Pokémon spaventati si rifugiarono a valle, proprio dove i Machop ebbero decisero di fermarsi e di mettere su famiglia. La presenza di così tanti Pokémon nella valle preoccuparono di molto i Machop, i quali decisero loro malgrado di aiutare i Makuhita e di completare il TunnelRoccioso…. ock scosse lentamente la testa, leggermente incuipto.esso di leggere.
 di graffiti e voltò gli occhi verso l' base della pare- Ash, reso perplesso dall'avere udito quel racconto, sbuffò e incrociò le braccia al petto, aggrottando le sopracciglia.
Ash: -Mi chiedo se questi clan dei Machop e dei Makuhita esistano ancora oggi, se abbiano avuto dei discendenti...- Brock distolse anch'egli lo sguardo da quei graffiti imponenti ed osservò il maestro di Pokémon, sorridendo.
Brock: -Qualcosa mi dice che lo scopriremo molto presto! I disegni confermano che i due clan non si sono più spostati da questa grotta!- Laura e Alex iniziarono a guardarsi attorno, alla ricerca di questi due gruppi di Pokémon. Per un certo momento era sembrato loro di riuscire a scorgere i Machop ed i Makuhita, ma comprendendo che intorno a loro non vi erano altro che Zubat attaccati al soffitto e Paras affamati di funghi, si resero conto di avere avuto una allucinazione visiva, forse dovuta alla luce intensa delle code di Pikachu e di Mareep. I due ragazzini udirono uno scalpiccio sul terreno acquitrinoso che contraddistingueva il terreno del TunnelRoccioso: era stato Brock, il quale aveva già girato i tacchi, pronto per ripartire verso il cuore della caverna costruita dai Makuhita.
Brock: -Bene, direi che possiamo proseguire! La lezione di storia è finita, dobbiamo uscire prima che faccia buio!- Ash Ketchum sorrise, felice di poter proseguire nel loro cammino.
Ash: -Era ora! Speriamo di fare in fretta, il mio stomaco è vuoto e necessita di cibo!- I ragazzi, però, non riuscirono a compiere neanche un passo che un frastuono li colse impreparati. Il riverbero, cupo e lontano, giunse fino agli allenatori ed ai loro Pokémon e fu così potente da spaventare addirittura gli Zubat appollaiati sul soffitto, causando un fuggi-fuggi generale. Ash, Brock, Alex, Laura ed i loro Pokémon si voltarono verso la direzione in cui era giunto quell'effetto acustico impressionante, ma non videro altro che la via rettilinea, che procedeva sempre in discesa, completamente oscura venti metri più in là. Il suono si ripeté ancora una volta, ancora più cupo e prolungato, e questa volta il soffitto diede prova di essere estremamente pericolante: del pulviscolo cadde sulle teste dei ragazzi, un certo materiale friabile e verdastro. Laura sgranò gli occhi terrorizzata da quel frastuono infernale, il quale continuava imperterrito a emanare il suo effetto acustico che faceva tremare le pareti del TunnelRoccioso.
Laura: -Cosa... cosa sta succedendo?- Brock aggrottò le sopracciglia e tornò ad osservare la cartina. Dalla posizione in cui si trovavano in quel momento, erano quasi arrivati agli scalini che conduceva al piano inferiore. Di qualunque entità si trattasse, quel rumore assurdo proveniva dal piano inferiore.
Brock: -A giudicare dai rumori, sembra che qualcosa o qualcuno stia colpendo con foga le pareti del piano sottostante. Non capisco cosa, però...- Un altro colpo, ancora più forte stavolta, fece tremare anche il pavimento ed i ragazzi persero l'equilibrio, finendo seduti in terra. Il terremoto improvviso, però, non durò molto e, dopo un po' di tempo, il silenzio tornò a governare nell'aria. Alex si sistemò meglio gli occhiali da vista e, con fatica, si rialzò in piedi aiutato dalla sua stampella.
Alex: -Che...che siano stati di nuovo i Diglett?- Brock scosse la testa, ed anch'egli si rialzò. Osservò con attenzione le pareti, il soffitto ed il pavimento, ma non notò neanche una crepa su di essi. Non potevano essere stati quei Pokémon talpa, causa dei notevoli danni a MonteLuna. Bulbasaur, accovacciato nello zainetto dell'ex capopalestra di Plumbeopoli, si era appena svegliato a causa della caduta improvvisa da parte di Brock e si mise a piangere. Brock posò la cartina topografica a terra ed estrasse il cucciolo di Pokémon erba dallo zaino, per poi tenerlo sulle braccia e cullarlo.
Brock: -No... i Diglett si sono recati alla loro grotta, ad Aranciopoli... è ben distante da dove ci troviamo ora!- Tutto ad un tratto si udirono delle grida baritonali ed alcune stridule. Sembrava che qualcuno stesse gridando dal piano di sotto. Ash riconobbe quasi al volo le voci che stavano gridando in quel momento a squarciagola: erano quelle dei Makuhita! Si rialzò di scatto e strinse i pugni, agitato come una foglia al vento.
Ash: -Quelli sono dei Makuhita! Il loro verso è inconfondibile! Pikachu - ed osservò il suo fedele amico Pokémon - riesci a capire che cosa stanno dicendo con così tanta foga?- Pikachu tese l'orecchio verso l'oscurità e verso la fonte di quelle grida, ma non ne ricavò un bel niente. Le voci erano troppo concitate perché si riuscisse a comprendere qualcosa. Mareep, intanto, stava belando e stava iniziando a scalpitare sul posto, frenetico e propenso a proseguire nel cammino.
Mareep: -Dobbiamo assolutameeente sapere che cooosa sta succedeeendo!- Anche la Dratini di Laura era terribilmente curiosa di sapere che cosa stesse accadendo nel piano inferiore e, vinta ormai ogni paura, scese dalla spalla della sua allenatrice e si tuffò in terra, slittando sul terreno fangoso.
Dratini L: -Qualcuno potrebbe essere in pericolo!- Ad Alex vennero i brividi: e se fossero tornati per caso Elio e Cassandra, i due membri del Team Richardson? O peggio ancora, Jessie e James del Team Rocket, in compagnia del loro perfido Meowth? O addirittura peggio, quell'allenatore spietato incontrato a MonteLuna? Alex non poteva tirarsi indietro proprio in quel momento, e per di più era in ottima compagnia. Insieme ai suoi amici avrebbe affrontato a testa alta chiunque fosse presente nel piano sottostante, forse nemico dei Makuhita. Corsero verso gli scalini che conducevano dabbasso (Mareep decise di caricare sulle gambe malconce di Alex e di farlo cadere seduto sulla sua schiena lanuginosa, facendo sì che il ragazzo fosse trasportato per le scale, il tutto senza chiedergli nessun parere) ed i ragazzi per poco persero l’equilibrio su quei gradini sdrucciolevoli, a causa di un’onda d’urto che li sferzò in pieno, simile ad una tempesta in piena regola. I gradini svoltavano un poco alla sinistra e non era chiaro cosa stesse succedendo nel piano inferiore. I ragazzi dovettero percorrere gli scalini fino alla fine per capire finalmente il motivo di tutte quelle percosse alle pareti e di quell’improvvisa ondata di vento.
Brock: -Ragazzi, guardate là!- Ed indicò con un dito dritto davanti a sé, una volta che i gradini terminarono. Gli allenatori si trovarono al primo piano sotterraneo, ma la volta della galleria, rispetto al piano superiore, era immensa: quasi tre metri separavano le teste dei ragazzi dal soffitto. Alcune torce erano appoggiate su dei sostegni in ferro battuto tutt’intorno alla galleria ellittica e questa galleria era divisa, quasi con precisione maniacale, da diversi “scompartimenti” costruiti in mattoni crudi e fango. In fondo all’enorme galleria si poteva intravedere la fitta serie di colonne che divideva a metà la galleria: sembravano a prima vista ben salde e solide. Bastava che quelle colonne crollassero per fare sprofondare l’intera montagna fin nelle sue fondamenta. Ash e gli altri rimasero sbalorditi nell’osservare la miriade di “casette” in mattoni e fango, ma soprattutto nel notare la presenza di alcuni Pokémon noti al Master dei Pokémon. Questi Pokémon svolgevano le attività più disparate, ed erano tutti dei Makuhita. Alcuni di essi aravano il terreno al di là delle casette in mattoni, altri seminavano alcuni semi di qualche pianta sconosciuta (che Brock poi riconobbe essere delle Baccastagne) ed altri mescolavano il terreno, tutto ciò con la loro mossa preferita: Spaccaroccia. Era incredibile notare che proprio nel TunnelRoccioso si sviluppasse una vera e propria comunità di Makuhita, una sorta di minitribù stabilitasi nelle profondità della caverna costruita proprio dai Pokémon. Avevano anche costruito un complesso processo di irrigazione che trasportava l'acqua da un laghetto sotterraneo vicino proprio verso i campi coltivati. Brock sorrise, quasi emozionato nell'osservare con quanto zelo quei Makuhita lavorassero sul terreno quasi duro come la roccia: era il luogo ideale per coltivare delle Baccastagne, molto probabilmente il nutrimento di base di quei Pokémon. Dei canaletti di irrigazione convogliavano appunto verso i campi appena arati. I rumori uditi e percepiti poco tempo prima dagli allenatori, però, non erano derivati da quell'arare lentamente le zolle dure come la roccia. Doveva essere derivato da qualcos'altro. Il frastuono non si fece attendere una seconda volta: questa volta avvenne in modo più chiaro e distinto, provenire dalla loro destra, nel luogo in cui cresceva rigogliosa un'intera foresta di funghi rossi e bianchi, taluni piccoli, altri giganteschi. I ragazzi si voltarono verso la fonte di quell'assurdo rumore e compresero che, poco più in là di quella selva micotica, alcuni Pokémon stavano circondando un altro Pokémon, apparentemente disteso a terra, appoggiato alla parete delle colonne fitte che dividevano in due quell'immensa caverna. I Pokémon che stavano circondando quello a terra erano pressappoco tutti uguali tra loro, salvo per uno in particolare, il più grosso degli aggressori del Pokémon. Ash aprì gli occhi inorridito: dei Makuhita stavano aggredendo un Machop a suon di cazzotti! I due allenatori novizi, spaventati da ciò che stava accadendo in quel momento, afferrarono incerti i loro PokéDex e li puntarono verso i Pokémon.
Makuhita, Pokémon granforza. Makuhita è estremamente tenace: anche se messo al tappeto più volte si rialza sempre e contrattacca. Ogni volta che riceve aiuto, questo Pokémon accumula ulteriore energia per la futura evoluzione.” “Machop, Pokémon forzuto. Machop si allena sollevando rocce sui monti. Può persino reggere un Graveler senza difficoltà.” Il Pokémon più grande, però, sembrava il più incollerito tra i Pokémon presenti che stavano aggredendo il povero Machop a terra. Il PokéDex dei ragazzi tornò a parlare e svelò l’identità di quel Pokémon incredibilmente grosso e minaccioso.
Hariyama, Pokémon granforza. Hariyama sferra potenti schiaffi a braccia tese in ogni occasione. Un colpo delle sue violente mani aperte è in grado di spaccare in due un palo della luce.” Il Machop a terra pareva che fosse in netta difficoltà: aveva già subito numerose percosse dai Makuhita ed ora, il possente e forzuto Hariyama, si era allontanato di poco ed aveva sbattuto uno dei suoi pugni conto il terreno. Una spaccatura si creò nel terreno, e la sua direzione era indirizzata proprio verso il Machop aggredito. Brock strinse i denti turbato: Hariyama aveva usato l’attacco Spaccaroccia contro Machop! L’ex capopalestra di Plumbeopoli osservò gli altri molto preoccupato.
Brock: -Ragazzi, dobbiamo fare qualcosa! Altrimenti Machop è spacciato!- Anche i Makuhita si stavano preparando per l’attacco, ma parve che loro non stessero usando l’attacco Spaccaroccia. I piccoli abitatori gialli del TunnelRoccioso preferirono utilizzare i loro pugni per percuotere lo sfortunato Machop, utilizzando l’attacco Sberletese. Il Pokémon forzuto, oltre essere minacciato di essere colpito da un potente attacco Spaccaroccia, dovette incassare anche i colpi piuttosto furenti dei Makuhita. Ash Ketchum non restò più a guardare, restando con le mani in mano: ordinò al suo fedele Pikachu di colpire i Makuhita con un attacco Fulmine. Il topo elettrico spiccò il volo, sorpassando la foresta di funghi sotterranea e diede sfogo ad un potente attacco elettrico, colpendo direttamente i Makuhita, tranne Hariyama, il quale era fuori tiro. Lo Spaccaroccia, però, venne deviato e si infranse contro le solide colonne che tagliavano esattamente a metà l’immensa caverna che contraddistingueva il secondo piano interrato del TunnelRoccioso. I Makuhita, colpiti alla sprovvista dal vigoroso attacco di Pikachu, caddero in uno stato di confusione misto a terrore e si diedero ad una precipitosa fuga, sparpagliandosi in più direzioni. Hariyama però rimase nella sua posizione, lontano diversi metri da Pikachu, il quale si era interposto tra il gigantesco Pokémon lotta e quello sdraiato a terra, ricoperto di lividi e vistosamente sofferente.
Pikachu e Hariyama si osservarono per un periodo di tempo che parve infinito agli allenatori di Pokémon. Che cosa avrebbe voluto fare Hariyama? Attaccare il difensore di Machop oppure fare dietrofront come avevano fatto i suoi amici? Hariyama borbottò qualcosa al Pokémon elettrico, il quale di tutta risposta mostrò i piccoli denti aguzzi, ed i suoi occhi si accesero di una luce sinistra. Hariyama parve scuotere lentamente la testa e, con altrettanta lentezza, si voltò, dando le spalle a Pikachu. Si incamminò senza fretta verso il piccolo villaggio dei Makuhita, forse convinto di avere ottenuto ciò che si era prefissato. Dopo che Hariyama si fu allontanato a sufficienza, i ragazzi si avvicinarono velocemente verso il Machop ferito e si apprestarono a fornirgli i primi soccorsi necessari.

Nel prossimo capitolo sapremo più dettagli sulla storia dei "Master" del TunnelRoccioso e della storia di Machop. Riuscirà il Pokémon lottatore a rimettersi in sesto? Come andrà a finire la vicenda? Lo scopriremo nel prossimo capitolo, ciaooo! ^_^
   
 
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