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Autore: _Riri_Sunflower_    05/09/2014    3 recensioni
Rebekah Mikaelson se n'era andata da New Orleans per non metterci più piede. Finché non ricevette una chiamata da suo fratello Klaus. Cosa l'ha fatta tornare e cosa ha fatto dal momento in cui se n'era andata?
Spoiler per chi non ha visto la serie.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rebekah Mikaelson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Rebekah aveva deciso di andare via da New Orleans, senza più rimetterci piede. Marcel l’aveva abbandonata per combattere una stupida guerra di potere contro suo fratello Klaus. Idiota, aveva pensato la bionda vampira Mikaelson. Dopo esser stata bloccata all’interno del cimitero insieme ai suoi fratelli Elijah e Klaus, si era messa a bordo della sua auto ed era partita verso una meta ignota.

Aveva guidato per molte ore quando sentì il bisogno di riposarsi. Trovò un motel poco distante dal luogo che era riuscita a raggiungere e affittò una stanza. All’alba sarebbe partita nuovamente verso la sua meta non ancora definita. Non chiamò i suoi fratelli, poiché non voleva farsi trovare; mandò soltanto un messaggio a Elijah per chiedergli come stava Hayley (non che le fosse mai importato) e per avvertirlo che stava bene. Le ruote della sua auto consumavano l’asfalto americano, facendola sfrecciare sempre verso la sua direzione.

Avrebbe proseguito ancora se non fosse stato per la sua sete di sangue. Doveva assolutamente trovare qualcuno da uccidere per nutrirsi. Svoltò in una città con pochi abitanti, quasi abbandonata. Spense il motore e percorse a piedi la polverosa strada principale. In quella città non era cambiato nulla dagli ultimi anni del Diciassettesimo secolo: vari saloon facevano capolino tra una banca e l’ufficio dello sceriffo. Dietro il porticato di una chiesa trovò un barbone che stava chiedendo l’elemosina. Lei si avvicinò cauta, facendo finta di dargli degli spicci per tirare giornata. Si accovacciò davanti a lui e, guardandolo dritto negli occhi, lo soggiogò, ordinandogli di seguirlo in un posto più nascosto rispetto alla strada. Lui annuì lentamente e si alzò, barcollando appena. Andarono in una strada laterale poco trafficata e, appena Rebekah fu sicura che non ci fosse nessuno, affondò i suoi appuntiti canini nel collo del povero malcapitato. Lui cercò di liberarsi da quella morsa letale, ma dopo poco le gambe gli cedettero e cadde a terra, morto.

La bionda Mikaelson si pulì la bocca con il dorso della mano e lasciò il corpo in quel vicolo polveroso. Tornò alla sua auto e riprese il viaggio, dirigendosi verso nord. Per diversi mesi si fermò nello stato del Texas, vivendo in un hotel e trovando un lavoro, evitando così che tutti pensassero fosse un’ereditiera. Avrebbe potuto soggiogare gli abitanti del posto, ma si rese conto che sarebbe stata una gran fatica far credere a tutti una cosa non vera; inoltre, c’era il rischio che usassero la verbena, rendendo così inutile ogni forma di potere vampiresco nei loro confronti. Si manteneva informata di ciò che accadeva a New Orleans tramite i telegiornali e i quotidiani, ma di certo non potevano riportare le notizie di una battaglia tra vampiri, Originali, streghe e lupi. Non voleva far preoccupare Elijah chiedendogli informazioni, tantomeno poteva contattare Klaus: le avrebbe detto che lei se n'era andata e non c'entrava più con quel mondo. Se Finn e Kol fossero stati ancora vivi, avrebbero fatto di tutto per farla tornare a casa.

Passarono altri mesi tranquilli, quasi monotoni. Facendo un rapido calcolo, Rebekah intuì che in quei giorni sarebbe diventata zia: Hayley avrebbe partorito da lì a poche settimane, magari facendo scatenare una terribile guerra per uccidere questo miracoloso bambino.
Era in un negozio quando ricevette la chiamata di Klaus. -Ho bisogno del tuo aiuto. Si tratta di tua nipote- suo fratello non aveva mai chiesto aiuto e, se era arrivato a tanto, significava che la cosa era più grave del previsto. Uscì dal negozio e si mise in macchina alla volta di New Orleans. Aveva promesso a se stessa che non ci sarebbe mai più tornata, ma doveva salvare la vita della nipotina appena venuta al mondo. Il luogo dell'appuntamento era un parco buio e semi abbandonato. Quando arrivò, Klaus era già lì. Scese dall'auto e gli andò incontro; teneva tra le braccia un fagotto che si agitava.

«Ciao, sorella.» disse il fratello sorridendole. Rebekah sorrise di rimando, guardando la piccola bambina in braccio a Klaus. Allungò un braccio e la accarezzò dolcemente. «Assomiglia a sua madre.» mormorò, senza riuscire a staccare i suoi occhi azzurri dalla nipote. «Forse c'è un Dio, dopotutto.»
Klaus fece un sorriso che illuminò la notte buia, volgendo lo sguardo verso la figlia. «Beh, lei ha un po' del diavolo nei suoi occhi. Questo l'ha ereditato da me.» disse, beffardo. I fratelli Mikaelson si sorrisero prima di concentrare nuovamente i loro sguardi sulla piccola creatura che aveva scatenato una guerra tra popoli con il suo arrivo.
Poi, Klaus la porse alla sorella, dandole un ultimo avvertimento: «Avrai bisogno di una strega, di cui ti puoi fidare, che lanci un incantesimo di occultamento.»
«Ne troverò una.»
«Nessuno dovrà mai trovarla.»
«So cosa fare, Nik.» gli rispose, sapendo bene quanto il fratello fosse preoccupato della vita di sua figlia. «Forse avremo un recinto bianco... Penso che sarebbe bellissimo.»


Klaus guardò per l'ultima volta la figlia dormiente e le disse arrivederci, sebbene suonasse più come un addio. «Questa città sarebbe stata la tua morte, ma io la renderò la tua casa. Ed ogni anima che vuole farti del male, verrà abbattuta. Questo è vero, tanto quanto il mio sangue che scorre nelle tue vene... Tu tornerai da me.»


Le baciò la fronte, commosso, sperando che quella guerra durasse poco. Rebekah prese la piccola tra le sue braccia, stando attenta a non svegliarla. Nik le porse un oggetto, che posò sul corpo della figlia.
«Nonostante le nostre differenze, Rebekah, non c'è nessun altro al quale affiderei la vita di mia figlia.» Beks iniziò a piangere, commossa da quelle parole. Nik non era famoso per la sua dolcezza, non era come Elijah, e questo sorprese ancora di più la bionda vampira.
 

«Sii felice... sorella.» queste furono le parole con cui si congedò Nicklaus. Lei si asciugò le lacrime che copiose scendevano sulle sue guance e disse: «Lei sarà felice, Nik, te lo prometto.» Poi, come se si fosse ricordata qualcosa, prima di andarsene aggiunse «Come si chiama?»
«Hope. Si chiama Hope.» Anche Klaus cominciò a piangere, triste, capendo che era giunto il momento di salutare le due donne della sua vita. Rebekah si allontanò verso la sua decappottabile rossa senza voltarsi e se ne andò, stavolta per sempre.
   
 
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