Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: GiadaRugiada    05/09/2014    0 recensioni
“Patty ho passato un bel fine settimana con te, ma è finita!” mi dice Matías.
“Cosa!? Perché Matías!?”
I miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime.
“E non piangere come una bambina! Hai 18 anni!”
CRACK. Ed ecco il mio cuore che si frantuma in mille pezzetti come si frantuma un bicchiere di cristallo quando cade al suolo.
Questa è il seguito del Mondo di Patty, dopo 10 anni dall'ultima puntata della seconda serie.
Spero di avervi incuriosito, ora non vi resta che leggere..
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matias Beltràn, Patricia Díaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Guido/Josefina, Matias/Patricia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV PATTY

Sento Patty salutare Antonella perché vuole giocare con me e Gonz e poi mi ridà il cellulare.
Da quando sono nate le bambine io e Gonzalo abbiamo iniziato ad instaurare un ottimo rapporto, ormai è come se facessi parte anch’io della sua famiglia, visto che frequento molto spesso Bruno ed Antonella. Ad un certo punto mi sento abbracciare da dietro, mentre continuo ad osservare Gonzalo con le bambine, mi girò di scatto e mi ritrovo faccia a faccia con Giusy che intanto se la rideva di gusto.
“Josefina!” le urlo contro ridendo.
Le fa il gesto di tapparsi le orecchie e poi scoppia a ridere assieme a me.
“Patrizia Castro è pregata di aiutarmi!”
Mi sento chiamare da Gonzalo che ora è steso a terra con le bambine sopra di lui che cercano di fargli il solletico. La scena è davvero comica e così Giusy gli fece una foto e poi assieme ci incamminiamo verso di lui.
“ALT! Carabinieri! Che succede qui?” chiedo cercando di fare un’espressione autoritaria, ma senza abbandonare il sorriso.
“Stiamo facendo il soleticico!” mi risponde Susy ridendo.
“Solletico amore, si dice solletico; non soleticico!” le risponde Giusy accarezzandole i capelli.
“Grazie tia!”
In quel momento si avvicina a noi Guido con Matías.
“Bambine lasciate stare la zia Patty e lo zio Gonzalo, ora è arrivato lo zio Guido!” urla il mio amico mentre corre verso le bambine, le quali si buttano a capofitto fra le sue braccia.
Matías intanto mi fissava sconcertato ed io non capivo il perché. Ma che cosa vuole? Una parte di me, quella che ancora soffre per il suo abbandono, vorrebbe andarsene e lasciarlo lì; mentre l’altra parte di me, quella che lo odia, vorrebbe tanto sapere che cavolo vuole da me.
Giusy e Guido si sono allontanati verso l’impianto del DJ con le bambine, mentre Gonzalo è andato dai ragazzi che stanno provando a cucinare le salsicce e gli spiedini sul barbecue; quindi siamo rimasti solo io e Matías. Lui continua a fissarmi ed io alterno lo sguardo da lui agli altri.
“Si può sapere che vuoi?” gli chiedo ormai al limite della sopportazione.
“Quindi non sono tue..” mi dice. Ma mie cosa? A questo ragazzo è davvero andato di volta il cervello!
“Mie?? A cosa ti riferisci Beltràn!?” dico il suo cognome quasi con disprezzo per metterlo alla prova e vedere la sua reazione e al contrario di come pensavo lui abbassa lo sguardo ed inizia ad osservare l’erba sotto ai suoi piedi.
“Le bambine.” Mi risponde dopo circa mezzo minuto di silenzio.
“No, ovvio che no!” Gli dico ridendo. Come può aver pensato che fossero figlie mie!
“E allora di chi sono?” mi chiede lui alzando la testa e fissandomi nuovamente.
“Di Antonella e Bruno! Loro al momento sono via per il loro anniversario e quindi mi devo prendere cura io di loro..”
“Scusa, sono uno stupido.”
“Beh, questo si sapeva.”
“Non mi riferivo solo alla grandissima gaffe che ho fatto con le bambine, ma anche a come ti ho trattata 10 anni fa”
“Matías ti prego, non voglio parlarne. Ora devo andare.”
E così mi allontano da lui e torno dai miei amici, nessuno sembra essersi accorto della mia assenza, a parte Giusy; la quale ora mi sta osservando con una domanda muta nello sguardo: “Che cosa è successo?” ed io rispondo a quella domanda sorridendole, ma lei scuote la testa e con le mani fa il segno che ne avremmo riparlato dopo ed io sospirai ed annuii.

POV. ANTONELLA

E’ primo pomeriggio ed io e Bruno siamo nella nostra camera d’albergo, abbiamo appena finito di pranzare ed ora ci stiamo preparando per andare a fare una passeggiata.
Ad un certo momento sento un forte crampo alla pancia e il terrore mi assale.
“BRUNO!” urlo dal bagno e delle lacrime iniziano a rigarmi il viso.
Dopo nemmeno 30 secondi lui è davanti a me e appena si accorge che mi sto tenendo la pancia, mi prende in braccio e mi lascia solo quando arriviamo alla macchina. Dopo essermi seduta sul sedile iniziamo a sfrecciare per le strade di Mar del Plata, in direzione dell’ospedale.
Arrivati lì, Bruno corre subito da un medico a chiedergli aiuto e in neanche 5 minuti mi ritrovo in un ambulatorio, stesa su un lettino. Credo che Bruno abbia detto al medico della mia presunta gravidanza, perché ora sta preparando il macchinario per le ecografie.
Guardo Bruno con le lacrime agli occhi e lui mi stringe forte la mano continuando a guardarmi intensamente negli occhi. Solitamente lui riesce sempre a rassicurarmi con un solo sguardo, ma questa volta non ce la fa, questa non è come le altre volte che sono in ansia, ora sono davvero terrorizzata  e se fosse successo qualcosa al mio bambino io non lo sopporterei; non di nuovo. Ho già perso un bambino quattro anni e mezzo fa circa, non voglio perderne un altro e rivivere quel dolore. Cinque anni fa, appena tornati dalla luna di miele, ho scoperto di essere incinta di una settimana. Ero felicissima, poi quando ero in due mesi e mezzo ebbi un aborto spontaneo. La mia ginecologa mi disse che succede speso che con il primo figlio ci può essere un aborto spontaneo, ma io ero distrutta, mio figlio non sarebbe mai nato e per un paio di mesi non volli più essere toccata da Bruno. Avevo una costante paura che se fossi rimasta incinta ancora, avrei potuto perdere anche quel bambino e così cercai in tutti i modi di evitare contatti fisici con lui, fino a quando una sera non parlai di questa mia paura con Bruno e lui mi disse che era convinto che non sarebbe più successo, perché come aveva detto la ginecologa solitamente capita con la prima gravidanza e così ci riprovammo, non rimasi incinta subito, ci misi un altro paio di mesi e poi finalmente la grande notizia, ero incinta. I primi tre mesi lì affrontai con un po’ di paura, Bruno non mi faceva fare sforzi di nessun tipo e mi viziava in tutto e per tutto; così i mesi passarono e poi nacquero i miei due angeli: Patrizia e Susanna.
Venni distratta dai ricordi perché sentì qualcosa di freddo posarsi sul mio ventre, era il gel  per l’ecografia. Appena ritornai alla realtà strinsi ancora più forte la mano di Bruno e i nostri sguardi si incontrarono ancora una volta. L’ecografo inizia a muoversi sul mio ventre e delle immagini iniziano a comparire sul piccolo schermo, il dottore continua a rimanere in silenzio e analizza attentamente le immagini.
“Bene signorina, lei è incinta di tre settimane. Il bambino è sano come un pesce, stia tranquilla..” mi disse il medico sorridendomi.
“E’ allora cosa mi è successo prima? Perché quella fitta?” chiesi ancora timorosa.
“Ci posso essere più motivi, qualcosa che ha mangiato che le ha fatto male ad esempio..”
“Forse..”
“Ma l’importante è che il bambino stia bene, no?” chiede il mio Bruno.
“Certamente, sano come un pesce!” gli risponde il dottore.
“Bene, grazie mille dottore!” mi intrometto io.
“Arrivederci signori Molina, e congratulazioni per la lieta notizia..”
“Grazie, arrivederci”
“Arrivederci”
Usciamo dall’ospedale per mano, il malessere mi è passato ed ora ho la conferma al 100% che sono nuovamente incinta. Grazie al cielo il mio bambino sta benissimo! Sia io che Bruno avevamo molta paura, ma ora è tutto passato. Adesso devo solo concentrarmi su questo nuovo piccolino che arriverà e devo dare la notizia ai miei amici. La famiglia Molina si ingrandirà ancor più nel giro di 8 mesi  e mezzo circa, non vedo già l'ora di poter stringere fra le mie braccia questo bambino!
  
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