Fanfic su artisti musicali > One Direction
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Autore: vivoditestyles    05/09/2014    0 recensioni
lo vidi, e la mia vita ebbe finalmente un senso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Catherine cercavamo di farci spazio in mezzo a tutti gli altri studenti, intenti a scatenarsi sotto le note di varie canzoni da discoteca. Stringevo con fermezza il mio bicchiere di Vodka che avevo portato dietro per tutta la festa, e di cui non avevo bevuto neanche un sorso, siccome non mi piaceva l’alchool, ma non volevo fare la figura ‘dell’unica sedicenne a cui non piace ubriacarsi’, come mi ripeteva sempre Cat. Lei era esattamente il mio opposto: ad ogni party a cui partecipava (per chiarirci, poteva essere anche una festicciola con solamente quattro persone) la trovavi costantemente con uno,due o anche quattro bicchieri di qualsiasi tipo di alcolico, cosa che trovavo disgustoso; un giorno di questi si ritroverà senza fegato. “Di qua” mi disse lei, spintonando ogni persona che si trovava di fronte e arrivando all’unico divanetto libero in tutto il locale. “E’ questo il brutto delle grandi feste: c’è sempre costì tanta gente che certe volte non si riesce nemmeno a respirare” “L’avevo detto io che era meglio andare al cinema” risposi alla sua frase, e lei,senza dir nulla, sbarrò gli occhi guardandomi sconcertata. “Sei così asociale, Lillith” poi scoppiò a ridere; non sapevo se fare l’offesa dopo questa sua affermazione, ma poco dopo mi resi conto che, in fin dei conti, non aveva tutti i torti a pensare ciò. Insomma,a tutte le mie coetanee piaceva partecipare a queste baldorie; bere, ballare e fumare,per poi ricominciare tutta d’accapo, fino allo sfinimento. Ma tutto questo non era il mio genere di divertimento; preferivo mille volte una serata tranquilla e tra amiche in pizzeria, o al cinema, o al bowling, ma al giorno d’oggi esistevano solo le discoteche,e io mi sentivo così fuori da questo mondo, che a volte mi chiedevo se venivo da un altro secolo. “Aspettami qui, vado a prendere un altro bicchiere” urla Cat,per sopprimere la musica assordante, indicandomi il suo bicchiere vuoto. “Ma come, mi lasci qui da sola?” ero preoccupata all’idea di rimanere lì senza qualcuno al mio fianco, in mezzo a tutte quelle persone estranee ed ubriache. “Se vieni con me ci ruberanno il posto!” mi zittì lei, poi si alzò e si diresse verso il bar. La aspettai lì, come mi aveva detto,seduta sul divanetto; in fondo era quasi divertente vedere tutta la gente che ballava convinta sui tavolini, alzando una mano al cielo e con l’altra avvicinandosi il bicchiere alle labbra, più volte. Soffocai una risata a vedere una ragazza con un vestito attillatissimo e dei tacchi vertiginosi scivolare e cadere faccia a terra; si mise a ridere anche lei stessa, poi si alzò barcollante. Passarono circa dieci minuti e Catherine non era ancora tornata; cominciai a scrutare la folla, intenta a trovarla, e proprio in quel momento, i miei occhi si posarono su un ragazzo, non troppo lontano da me. Era appoggiato al bancone del bar, di fianco ad un altro ragazzo, leggermente più alto di lui; indossava un paio di jeans e una canottiera bianca con la bandiera dell’America sopra, e aveva i capelli biondissimi, un po’ spettinati e bagnati dal sudore; un ciuffo gli cadeva sul viso, e quando lo scostò, notai i suoi occhi di ghiaccio: erano talmente azzurri, che avrebbero fatto invidia anche all’oceano, talmente azzurri che nonostante la distanza, li vedevo brillare. Aveva uno sguardo interessante,uno di quelli da farti sciogliere immediatamente. Sorrise. Un sorriso di quelli da toglierti il fiato; non sapevo cosa aveva potuto dirgli quel suo amico per farlo ridere in quel modo, ma avrei dovuto ringraziarlo in ginocchio. Era davvero bellissimo, bello da star male. Poi, all’improvviso, non so come, i suoi occhi incontrarono i miei; mi aveva vista. Spostai immediatamente lo sguardo, imbarazzata, facendo finta che non esistesse e mettendomi a giocherellare con una ciocca dei miei capelli, ma andiamo, era letteralmente impossibile. Volevo voltarmi,e guardarlo di nuovo, fino al mattino, volevo ammirarlo come fosse un’opera d’arte,ma i miei pensieri vennero interrotti dall’arrivo di Cat. “Allora? Andiamo? Sono le tre passate, i nostri ci uccideranno” “D’accordo” risposi, e a malincuore mi alzai dalla poltroncina, e mi diressi verso l’uscita di quel locale che ora non mi sembrava così orrendo. Prima di uscire, guardai un’ultima volta verso quel ragazzo, e, con stupore, notai che lui fece lo stesso. Sentivo il suo sguardo su di me, lo sentivo come se fosse una pietra pronta a schiacciarmi; poi mi girai,e abbandonai quella festa.
   
 
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