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Autore: Arancino Spietato    05/09/2014    11 recensioni
[CreepyPasta]
Salve a tutti.
La Creepypasta qui presente non parlerà di un adolescente impazzito, o di un bambino maledetto.
Ma di un piccolo coniglio nero, dagli occhi lilla.
Buona lettura.
Genere: Horror, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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The Black rabbit

 

Erano le dieci e mezza di sera, e per la quindicenne Hanna Robinson era giunto il momento di andare a dormire.
Con rabbia aprì la porta della sua camera da letto: era abbastanza grande, dalla pianta quadrata, con una moquette beige e le pareti dipinte di un rosso mogano.
Hanna aveva una grande passione: le Creepypasta.
Conobbe Jeff the Killer quando aveva solo dieci anni, e da quel momento si appassionò a tutte le Creepypasta, ma Jeff rimase sempre il suo preferito.
Per questo le pareti della sua stanza erano ricoperte da poster in suo onore.
I suoi genitori erano contrari, ma a lei importava poco e niente. Jeff era il suo idolo, e nessuno gliel'avrebbe portato via.
Per lei sarebbe stato il suo uomo ideale: psicopatico, alto, lunghi capelli nero carbone e occhi color del ghiaccio, come il suo cuore.
Si sentiva dentro che lei avrebbe potuto essere la sua anima gemella, se solo fosse esistito.
Sarebbe venuto nella sua camera da letto e avrebbero fatto l'amore. E si sarebbero innamorati.
Incontrarlo, ecco quello che aveva sempre sognato da quando l'aveva conosciuto.
Sentiva che tutte le altre fangirl erano solo delle oche. Lei sarebbe stata la prescelta di Jeff.
Si cambiò, e si mise il suo pigiama preferito, ovvero una shirt bianca con su scritto in rosso: “Keep calm and go to sleep” e dei pantaloncini a macchie rosse che ricordavano tanto delle macchie di sangue.
Spense la sua abat-jour beige e si rimboccò le bianche lenzuola: era quasi estate, faceva caldo.
La luce lunare entrava dalla finestra sopra il suo addome, illuminando un po' la stanza.
I lunghi capelli lisci castano ramato ricadevano morbidi sul cuscino bianco, mentre lei dormiva tranquilla.
Mentre dormiva, dei brividi di freddo la costrinsero a svegliarsi. Aprì all'improvviso gli occhi color nocciola e si mise a sedere: il suo perenne sonno agitato aveva buttato a terra le lenzuola, ma notò che la finestra alla sua sinistra era leggermente aperta, e da questa apertura passava uno spiraglio di aria fredda.
Però Hanna era sicura di aver chiuso la finestra...
Forse si era dimenticata di chiudere bene e il vento l'aveva aperta.
Stava per chiuderla, ma vide qualcosa nel suo grande giardino: una piccola figura nera e lilla, non si capiva bene cosa fosse. Aprì la finestra per guardare meglio e vide che quella figura era un coniglio nero.
Un coniglio nero, bellissimo, con dei grandi occhioni lilla, e degli strani simboli anch'essi lilla nel pelo, e aveva il pelo della pancia e della coda bianco.
Non aveva mai visto un coniglio del genere, i suoi colori erano surreali, sembrava preso da un film fantasy, doveva star sognando.
Quel coniglietto lo guardava con i suoi occhi lilla che brillavano con la luce della luna piena, penetranti.
Dopodiché, Hanna si irriggidì, poi cominciò a muoversi verso l'esterno, per uscire dalla finestra. Sentiva come se il suo corpo si stesse muovendo da solo. Voleva solo raggiungere quel coniglio, che aveva un'aria così magica e misteriosa.
Con un po' di sforzo riuscì a scendere, e siccome era al piano terra non ebbe problemi.
Sentì i suoi piedi nudi toccare l'erba fresca e bagnata di rugiada, ma non ci diede molto conto. Cominciò a camminare verso il coniglio, che la continuava a guardare apatico.
A qualche metro di distanza il coniglio si girò e corse verso l'albero che aveva in giardino.
Già, un bell'albero dalla circonferenza del tronco molto sottile, i lunghi rami intersecati coperti da qualche petalo violaceo, ma con delle radici molto grandi.
Il batuffolo nero si fermò ai piedi dell'albero, proprio accanto ad una buca abbastanza grande da far passare un uomo.
Quando Hanna lo raggiunse, il coniglio la guardò ed entrò nella buca.
La mora osservò meglio la buca, molto grande, oscura e profonda, non si vedeva il fondo.
Lei volle ritornare a dormire, ma il suo corpo la costrinse a sedersi, entrò con le gambe nella buca, si diede una spinta da dietro con le braccia e si lasciò cadere dentro.
Solo in quel momento ricordò una cosa: lei non aveva alberi in giardino...

«Attenta a quello che desideri, potrebbe avverarsi»

Hanna si svegliò di soprassalto, tutta sudata.
Era stato solo un incubo, dove aveva sognato un coniglio stranissimo e una buca, piena di mostri e spiriti all'interno. Si era svegliata dopo aver sentito questa strana frase.
Già, soltanto un sogno, e tornò a dormire.
Qualche ora più tardi, in dormiveglia, fu svegliata dal rumore della porta di camera sua che si apriva. Lei dava le spalle alla porta, e decise di ignorare il rumore e tornare a dormire, era troppo fifona per vedere cosa aveva causato quel suono o se se lo era solo immaginato.
Tentò di dormire, ma sentiva dei suoni, simili a passi, attutiti dalla moquette. Il cuore le batteva, l'ansia saliva e chiuse gli occhi, sperando che tutto fosse finito presto.
Il rumore si faceva sempre più forte, sentiva una presenza dietro di sé avvicinarsi sempre di più.
Hanna sentì una calda mano bagnata di un liquido rosso che le macchiò il viso quando essa si poggiò sulla sua bocca.
Il cuore di Hanna perse un battito, e spalancò gli occhi.
Girò lo sguardo, e vide lui, Jeff the Killer, il suo idolo, con un coltello in mano e il braccio alzato. Era proprio come se lo era immaginato, bellissimo nel suo volto sfigurato e nella sua pazzia.
Le lacrime cominciarono a solcarle il viso quando Jeff le disse la sua fatidica frase che segnava la fine:
«Ssshhh... Torna a dormire»
L'arma calò su di lei, e poi il buio.

Intanto, fuori dalla finestra, un coniglietto nero dai penetranti occhi lilla osservava il macabro lavoro del killer, e sgattaiolò via, dal suo padrone.
«Oh Lilac, l'hai fatto di nuovo? Hai mangiato un'altra anima?» chiese un ragazzo moro, padrone del coniglietto Lilac, mentre aspettava seduto ad una ventina di metri dalla casa che il suo animaletto finisse.
Il coniglio ovviamente non rispose, ma gli saltò sulla spalla.
«Avevi proprio fame eh?»
Lilac per risposta gli si strusciò felicemente sul viso.
«Sei ancora macchiato di sangue, mi stai sporcando tutto» disse il diciannovenne pulendosi il viso.
«Dai andiamo Lilac»
Il diciannovenne moro si alzò e camminò verso la strada, quando venne fermato da un tonfo dietro di sé.
Lilac scese dalla sua spalla e prese la cosa caduta a terra che aveva fatto quel tonfo.
La prese con la bocca, e la porse al suo padrone.
«Oh grazie Lilac, mi è caduto Joseph»
Il ragazzo prese l'oggetto in parte nella bocca del coniglio, ovvero una pistola bianca con finiture metalliche dorate, con una “J” dorata sotto la canna della pistola.
Sentì poi delle sirene della polizia, così afferrò le sue due amate pistole bianche, Joseph e Mary, e le caricò.
Il coniglietto saltò sulla spalla del moro, pronto alla battaglia.
«Uff... Si va in scena»

(Qui sotto c'è l'immagine di Lilac, che NON ho disegnato io)

 

 

 

 

Angolo dell'arancino autrice:

Salve a tutti!
Sono tornata con una nuova Creepypasta!
E sì! Marcus è il padrone di Lilac!
So che vi starete chiedendo:
Ma che cazz-? Come fa Marcus a conoscere Lilac? Perché è il suo padrone? Chi e che cosa diavolo è Lilac? Da dove viene?
Beh, tutto questo sarà spiegato in “Vita da proxy”, perché sì, anche Lilac farà parte della mia FF come Creepymonster! Yeah...
Detto questo, vi saluto e-
Tutti: “CHE FINE HA FATTO “VITA DA PROXY”?!?!?!?!?!”
Ehm... Non ho ispirazione e devo fare anche una cosuccia, per favore capitemi T__T
Allora, alla prossima ;)
Ciau <3

   
 
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