Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Ricorda la storia  |      
Autore: Miriam48    05/09/2014    0 recensioni
Guidare in strada di notte può esse pericoloso, ancor più se ti fermi e parli con sconosciuti, ma se il pericolo sei tu? Se sei tu che vai alla ricerca di una vittima? Mosso tra compassione e fame, cosa farai?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Con un balzo ed un movimento rapido del retino era riuscito a catturare la lucciola. Il bambino la rinchiuse in un vasetto di marmellata e corse dalla madre mostrando orgoglioso il suo nuovo tesoro luccicante. La donna scompigliò con tocco delicato i capelli del figlio e mise a letto il piccolino. La mattina seguente, appena sveglio, corse verso il barattolo e constatò imbronciato che l'insetto era morto. “ E' morto perché non ha potuto trovare la morosa!- spiegò la madre con dolcezza- La lucciola ogni notte spera di poterla incontrare illuminandosi e spegnendosi come il lampeggiante di una macchina finché la sua amata lo vede e corre subito da lui!” Da quel giorno si era fatto una promessa: non avrebbe mai più cacciato le lucciole, peccato che quella notte l'avrebbe infranta.
Stavolta non saranno insetti volanti ma donne con tacchi alti e vestiti succinti a proteggersi dal freddo invernale al ciglio delle strade provinciali. Aveva preparato quella caccia in ogni minimo dettaglio per una settimana anche se è ancora incerto sull'esito dell'operazione. Svolta e si ferma ad una strada laterale che porta verso fabbriche tutte uguali e grigi casermoni. Alla svolta è appostata una donna prosperosa che si riscalda con un focolare in un bidone della spazzatura. Agitato, scende dalla macchina e chiede la tariffa. “ Venti euro per l'amplesso e cinque euro per lavoretti aggiuntivi.” risponde lei, scostando le ciocche di capelli biondi con le dita laccate di rosso acceso. Lo smalto è scrostato e le unghie delle piccole mani mangiucchiate. “ Solo un amplesso, grazie.” ordina lui come se fosse al ristorante, sentendosi uno stupido per l'agitazione. E' la sua prima volta: ha la schiena sudata e freme per la libido. Lei lo guarda divertita “ Tranquillo, cocco, mica ti mangio! Perché non andiamo al motel qui vicino? E' pulito e discreto, quasi accogliente.” ridacchia. “Preferisco in macchina: non voglio altre spese.” farfuglia. Il respiro è diventato affannoso e gli occhi annebbiati. “Andiamo più all'interno così non siamo visibili dalla strada.” aggiunge sottovoce. Sente che sta per perdere il controllo.“ Ok. Hai i preservativi?” chiede accigliata .“ Sì” asserisce lui . La prostituta sale in macchina.
Ha qualche presentimento su quell'uomo ma decide di non farci caso visto che i suoi clienti non sempre sono persone oneste. Si lascia cullare dal caldo della macchina e dalla comodità del sedile. Ha sonno e sta per addormentarsi sul lavoro: stare in piedi al freddo è stancante! Si chiede se abbia le occhiaie così controlla sugli specchietti e poi si mette a ridere di sé stessa. Batte la strada e si preoccupa del suo aspetto? Fa un “lavoro” degradante, mal pagato e in condizione precarie e si preoccupa di tali scemenze? Sospira e prova a pensare ai guadagni passati e futuri, che dal suo reddito non dipende solo lei ma anche i suoi bambini e i suoi genitori dall'altra parte dell'Adriatico e istintivamente si tocca l'anulare che aveva portato la fede dell'ex-marito. Il movimento delle mani non sfugge all'autista che ne resta stregato. Cerca di concentrarsi sul percorso e gira, poi si ferma su una strada sterrata. La luce abbagliante della zona industriale copre il luccichio delle stelle e illumina i campi a riposo per l'inverno, le stalle piatte e estese, una costruzione isolata, alta e sgraziata- uno dei soliti eco-mostri italiani- e in lontananza altre luci, altre stalle, altri campi. Solo all'orizzonte si intravede qualche paesello di campagna. E' il posto perfetto.
Sa che la parte più difficile del piano è andata a buon fine e finalmente tutto sarebbe finito. Ora è più tranquillo, riesciequasi a ragionare a mente limpida. “I preservativi sono nello scompartimento di fronte a te” indica col dito. Lei cerca fra le assicurazione dell'auto, la patente e le altre carte presenti nel cruscotto. Lui, approfittando della distrazione, prende un fazzoletto di cotone impregnato di cloroformio e lo preme contro la vittima. Colta alla sprovvista, prova a dimenarsi il più possibile, graffiando le maniche della camicia dell'aggressore. Spaventata di trovarsi contro la morte, comincia a piangere mentre prova una sensazione opprimente d'oblio. Vedere le lacrime sgorgarle dagli occhi non fa altro che innervosirlo e usa più forza. Inscenare di essere un cliente per trascinarla in un posto isolato era stato difficile ma farla svenire era quasi impossibile. Figurarsi ucciderla e cibarsene! Il contatto con gli occhi e il movimento ipnotizzante delle mani lo inducono a fermarsi ma la fame lo strazia dall'interno, risucchiandogli le energie. L'acuto e continuo dolore al ventre lo aiuta a mantenere il sangue freddo e finalmente la donna chiude gli occhi. Per non sentire la vergogna e il rimorso divorarlo dall'interno, affonda i denti nel collo della vittima oramai svenuta e ne risucchia il sangue. La fame si placa. Riuscendo finalmente a mangiare, si sente più vigoroso e vivo, ancor più di quando era stato un uomo. Assieme al plasma e alle cellule della preda affluisce nel suo sangue anche il cloroformio inalato da essa e il buio lo avvolge nelle sue spire. La morte è vicina anche per lui. Dopo una rinascita burrascosa e una seconda non-vita breve e travagliata, riusce a porre fine alla sua esistenza nonostante la sua natura vampiresca. Presto arriverà il sole, i raggi tenui dell'aurora accarezzeranno il suo corpo in un ultimo bacio rovente che lo ridurrà in cenere. Negli ultimi spazzi di lucidità, sorride mentre si gode la sua dolce morte ma la sua mente ritorna all'angosciosa espressione della prostituta e al movimento frenetico delle sue mani. L'immagine si sovrappone alla lucciola morta del barattolo creando in lui forti sentimenti di rimorso e terrore. Una paura animalesca e insensata si impadronisce di lui. Non sente più il suo corpo e il timore di non avere il controllo della situazione si accompagnava a quello della fine imminente. La produzione di adrenalina aumenta e sembra lottare contro il veleno, prolungandogli la sofferenza e muore così, consumato dall'orrore.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Miriam48