Scusate,
perdono, sorry, pardon mois, gomenasai!! vi chiedo infinitivament
perdono per il megasuper ritardo con cui aggiorno, nonstante abbia
già alcuni cap già belli e pronti. Il problema è
ke sto scriendo in contemporanea altre due ff su Twilight, e ogni volta
ke voglio lavorare a una mi viene l'ispirazione per un'altra. Tragedia.
Voglio solo ringraziare ancora una volta
Smallfly: si, concordo. parteciperò anche io al club antivolturi!
Wind: Per Jane morta non so se ci sarà spazio, ma vedrò che si può fare....
E inoltre Fin Fish e Egypta che mi hanno lasciato dei commy ke mi hanno fatto gasare al massimo (my sister può confermare)
Beh, ke dire, ringrazio ance tutte/i quelle/i che l'hanno solo letta: sono comunque importanti!!
vi lascio alla fic, dove vedremo il Santo Carlisle in azione. EVVIVA DOC!!!!!!!!! (scusate, mi sto gasando di nuovo....^////^)
“Perdonala, Carlisle. Dev’essere
sconvolta” disse Aro
“Non fa niente, Aro, davvero”
rispose Carlisle con un sorriso “Però hai ragione, è particolare. Non avevo mai
visto un vampiro arrossire” Sorrise.
“E noi hai visto i suoi poteri”
esclamò Caius “È potentissima. Abbiamo dovuto sottometterla per farla star
buona”
Carlisle si irrigidì, serio.
“Ah, si” disse formale
“Sappiamo che non sei d’accordo,
ma è stato necessario” disse Aro comprensivo “Non hai idea di quello che può
fare”
“Questo non significa che apprezzi
la tortura, Aro” disse pacato Carlisle “Lo sai che le mie vedute sono piuttosto
pacifiste”
Sorrise per alleggerire la
tensione, ma in cuor suo era disgustato.
Ammirava Aro, Caius e Marcus per
la loro cultura, ma non tollerava il loro modo di fare.
Gli avevano spiegato di come
avevano torturato quella povera ragazza in mille modi, soltanto per costringerla
a sprigionare il suo potere. E dopo aver sentito quei racconti, capì perché
Bella era così timida, così sottomessa e ubbidiente.
Era terrorizzata.
Sapeva che se avesse fatto anche
una sola cosa sbagliata, anche un minimo errore, sarebbe stata brutalmente
punita. Aveva imparato a ubbidire in silenzio, a sopportare, a soffrire, senza
emettere un suono.
E sapeva anche che Bella era
disgustata di se stessa. Come lo era stato lui quando aveva scoperto cosa era
diventato.
“Davvero, dovresti vederla in
azione” proseguì Aro “È forte. È aggraziata. È letale. La sua mente è protetta
da una barriera impenetrabile, e neppure i miei poteri o quelli di Jane hanno
effetto su di lei! E poi, i suoi poteri” sospirò, sognate “Riesce a uccidere
con lo sguardo, da una distanza incredibile! E in mille modi diversi! Ma sa
anche curare qualsiasi ferita! È davvero strabiliante!”
“L’unico problema è che non vuole
usare nulla di tutto questo” disse Caius “Sarebbe un’alleata potente, per noi,
eppure non accenna a voler usare i suoi doni. È una ragazza testarda”
“Avete mai provato a farla
uscire?” chiese Carlisle “A farle conoscere altri suoi simili?”
“È fuori discussione farla uscire”
chiarì Marcus glaciale “Troppo rischioso. L’unica volta che ci abbiamo provato,
ha tentato la fuga e ha ucciso quindici delle nostre guardie. Da sola”
“E come l’avete fermata?” chiese
Carlisle
“Si è bloccata improvvisamente”
spiegò Aro “È impallidita e si è inginocchiata a terra. L’abbiamo circondata e
riportata dentro, punendola severamente, ma sembrava in stato catatonico. È
stata così per settimane”
Carlisle annuì.
“Ma certo” pensò “Ha capito
cos’è in grado di fare, e ne è rimasta terrorizzata. Quella ragazza è fragile,
pura, e loro la trattano come un’animale”
“C’è un altro problema” disse
Caius “Si rifiuta di nutrirsi”
“Come?” chiese Carlisle, tornando
in sé
“Hai sentito bene, Carlisle”
ripeté Caius “Non vuole nutrirsi di sangue umano”
“E voi lasciatela fare”
“No” intervenne Marcus “Deve
nutrirci. Ci serve in forze”
“Vedi, Carlisle, lei è unica anche
per un altro motivo” spiegò Aro gentilmente “È l'unica in grado di poter avere
figli”
“Cosa?” esclamò Carlisle,
incredulo
“E anche per questo che la
teniamo” spiegò Marcus “Vogliamo che ci dia degli eredi, dei super vampiri in
grado di prendere il comando”
“Questo... questo è...” balbettò
Carlisle scioccato
“Crudele” pensò sdegnato “Non
possono davvero pretendere che quella ragazza sforni figli per l’eternità! E
con perfetti sconosciuti!”
“Amici miei, miei cari, questo...
mi sembra alquanto... eccessivo” disse cauto Carlisle “Non potete pretendere
che Bella...”
“Isabella farà quello che le è
stato ordinato” chiarì Marcus rigido
“Ma forse... non dico di no, ma
potrebbe almeno girare un po’ il mondo, prima di fare qualsiasi cosa” suggerì
Carlisle “Conoscere altre persone, visitare posti nuovi”
“È fuori discussione” intervenne
Caius “Bella scapperebbe alla prima occasione, e non possiamo farla andare in
giro con troppe guardie. Attirerebbe l’attenzione”
“Ma forse...” si azzardò Carlisle
“Potrebbe venire con me”
“Cosa?” esclamarono i tre fratelli
“Potrebbe seguirmi in America”
proseguì Carlisle “Io lì ho un lavoro, una famiglia. Potrebbe stare con noi, e
magari imparare a cibarsi di selvaggina, invece che di umani. Non sarà lo stesso,
ma si potrà mantenere sana e in forze, e conoscerà altri vampiri”
“Non saprei, Carlisle” borbottò
Aro “È troppo rischioso. Potrebbe rivoltartisi contro. Non voglio che ti faccia
male”
“Sono certo del contrario, Aro”
sorrise Carlisle “Sono bravo a trattare con gli adolescenti, e sono certo che è
ciò che serve a Bella”
“Ma...”
“Mi assumo la sua responsabilità” disse Carlisle “La
crescerò come una figlia. E ovviamente, potrete venire a trovarla in qualsiasi
momento”
“Carlisle....”
“Concedetemi la possibilità di tentare, almeno” chiese
Carlisle “E poi, anche se dovesse tentare di ribellarsi, noi siamo molti di
più, e con più esperienza. Potremmo facilmente bloccarla e riportarla qui”
I tre vampiri si guardarono un istante, incerti.
“Va bene, Carlisle” disse poi Aro “Ti affidiamo Bella”
*
“Toc toc!”
Sollevai la testa si scatto e mi voltai verso la porta.
Carlisle mi sorrideva gentilmente, il pugno alzato che sbatteva delicatamente
sulle sbarre. Felix, di fianco alla porta, lo studiava attento.
“Posso entrare?” mi chiese
Annuii, tentando di ricompormi, e mi alzai dal letto.
Carlisle aprì la porta ed entrò muovendosi con l’eleganza
di un principe, e poi se la richiuse alle spalle.
“Felix, per cortesia, potrebbe lasciarci soli?” chiese
affabile
“Ma...” protestò lui
“Sono ordini di Aro” disse Carlisle
Felix ci squadrò un istante, indeciso, poi fece dietrofront
e sparì nel corridoio.
Carlisle si rivolse a me con un sorriso. Mi affrettai a
inchinarmi, ma lui rise soavemente.
“Non c’è bisogno, ti ho detto” rise “Non voglio inchini. Vorrei
solo parlarti”
“A... allora ok” balbettai “Prego, signor Cullen. Si... si
sieda qui”
Carlisle si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla.
Arrossii.
“Grazie. Sei molto cortese” disse, prendendomi una mano e
facendomi sedere accanto a lui
“Ehm... allora, signor Cullen...” iniziai, imbarazzata
“Carlisle” mi interruppe “Chiamami semplicemente Carlisle e
diamoci del tu, ti va?”
“Si” mormorai, arrossendo ancora “Carlisle, dunque. Perché
sei qui?”
“Beh, ero curioso di conoscerti, Bella” spiegò Carlisle “Vedi, Aro,
Marcus e Caius mi hanno parlato molto di te...”
Distolsi lo sguardo, tornando inespressiva.
Allora era così. Era solamente un altro candidato, un altro
Felix. Gli interessavano i miei poteri, e il mio corpo, nulla di più. E io che
mi ero illusa che potesse salvarmi...
Che stupida.
“Mi hanno spiegato che sei una creatura speciale, ma non mi
hanno detto la parte più importante” continuò Carlisle “Non mi hanno raccontato
nulla di te come persona”
Lo fissai stupefatta.
Lui continuò a sorridere gentilmente, fissandomi con quei
suoi occhi color topazio che mi incantavano e mi trasmettevano fiducia. Sentivo
che potevo fidarmi di lui, sentivo che potevo raccontargli tutto. Lui mi
avrebbe ascoltato.
Mi avrebbe capito.
“Bella, vorresti raccontarmi la tua storia?” mi chiese
cortesemente Carlisle
Annuii, fissandolo però sospettosa. Lui continuò a sorridermi.
“Beh, ecco... io mi chiamo Isabella Marie Swan, e sono
originaria di Forks” iniziai, insicura.
“Davvero? Ma anch’io vivo lì!” esclamò sorpreso “Sei la
figlia dell’ispettore Charlie, per caso?”
“Si” continuai “Io e mia madre ci siamo trasferiti a Phoneix
dopo la morte di mio padre, e ci abbiamo vissuto fino a quando non compii diciotto
anni. Mia madre, Renèe, si innamorò perdutamente di un uomo, Phil – sai, un
giocatore di baseball, e si sposarono. Per il viaggio di nozze venimmo tutti e
tre in Italia.
“Dopo una settimana arrivammo
a Volterra” proseguii “Era una bella giornata, così
decidemmo di trascorrerla tutti quanti insieme: Renèe si
preoccupava sempre troppo per me, temendo potessi sentirmi gelosa di
Phil, una cosa piuttosto infantile, ma lei è fatta
così... Comunque, visto che ero stata con loro tutta la
giornata, decisi di
concedergli un po’ di privacy e di uscire la sera. Ammirai la
città, ma... alla
fine, persi l’orientamento, e finii in un vicolo buio”
Tremai.
“Non capii in che guaio mi stavo cacciando, così mi
addentrai nell’ombra e...” deglutii “E vidi Jane nutrirsi. E lei vide me. Lasciò
l’uomo e mi fissò con uno sguardo crudele, ma io non sentii nulla. Tu sai che
potere...?”
“So tutto” annuì lui “Vai avanti”
“Beh, non sentti nulla di nulla, e lei si arrabbiò. I suoi
occhi rossi mi spaventavano terribilmete; in qualche modo sapevo che dovevo scappare, sapevo che era pericolosa, così iniziai a correre. Lei mi raggiunse senza nessuna fatica, e mi colpì alla
testa. Mi risvegliai qui, e non capii dove mi trovavo. E poco dopo...”
Le lacrime mi sgorgarono dagli occhi, e mi coprii il viso
con le mani. Carlisle mi abbracciò e mi cullò al suo petto, accarezzandomi i
capelli.
“Scusami” disse poi “Non dovevo chiedertelo. Sono stato
indelicato”
“No... anzi, grazie” singhiozzai “Mai nessuno... con me... mai...
era stato... così gentile....”
Mi strinse più forte contro il suo petto e lasciò che tutte
le lacrime, tutto il dolore che avevo accumulato in quei tre lunghi anni
venisse fuori. Continuava ad accarezzarmi i capelli e a stringermi a lui,
tentando di farmi calmare.
Lentamente, i singhiozzi si placarono. Le lacrime
rallentarono fino a scomparire, lasciando sul mio viso due scie salate, e sulla
bella camicia di Carlisle una grossa macchia bagnata.
Non ci badammo né io né lui. Continuai a tenere la testa premuta
contro il suo petto, nascondendo il viso, e lui continuò ad abbracciarmi.
Tremavo forte.
“Bella” disse Carlisle con dolcezza “Vorrei farti una
proposta. Ma prima, ti vorrei spiegare la mia vita. Vuoi sentire?”
Annuii contro il suo torace.
“Vedi, Bella, tu hai conosciuto solo dolore qui” cominciò
senza smettere di accarezzarmi i capelli “Ma non è così. Al mondo non c’è solo questo
tipo di vita, per noi. C’è anche luce. Con questo, però, non voglio dire che
Aro, Marcus e Caius siano cattivi... si sono solo comportati come tali. Se
vuoi, io posso offrirti un’altra vita.
“Io vivo a Forks con la mia famiglia, e conduciamo una vita
a stretto contatto con gli esseri umani” mi spiegò con dolcezza “Io faccio il
dottore, per esempio. E grazie al tempo di Forks, non corro nessun rischio”
“Me lo ricordo” dissi tirando su col naso “Sempre pioggia, o nuvole. Poco sole”
Rise soavemente. “Vero. Sai, io sono sposato. Anche lei è
una vampira, si chiama Esme. L’ho trasformata io quando ormai era in fin di
vita. Anzi, quasi tutti i miei figli li ho cambiati io, ma sempre in
circostanza simili. Solamente due di loro si sono uniti a noi spontaneamente.
Si chiamano Jasper e Alice, e sono due vampiri molto particolari, dotati anche
loro di capacità fuori dal normale. Poi ci sono Emmett e Rosalie, che invece
sono da noi da più tempo. E infine c’è Edward” Il suo tono si fece più dolce,
tipico dei padri “Lui è stato il primo che ho trasformato. Stava morendo di
spagnola, sai, e sua madre mi chiese di salvarlo. È un bravo ragazzo, sono certo
che ti piacerà, anzi, che ti piaceranno tutti”
“Piaceranno?” chiesi, separandomi da lui “Cosa vuoi dire?”
“Precisamente quello che ho detto” disse lui, serio “Ti sto
proponendo di venire a vivere con me”
Sgranai gli occhi, stupefatta.
“Carlisle, io.... non posso” mormorai “Non me lo
permetteranno...”
“Aro, Marcus e Caius mi hanno già premesso di prenderti”
spiegò dolcemente Carlisle “Potrai stare da noi, è già tutto organizzato. Basta
solamente un tuo si”
“Io...”
Ero confusa, sbalordita. Volevo disperatamente scappare da
lì, ma non volevo mettere in pericolo gli innocenti, e non volevo disturbare
Carlisle.
“Carlisle, sei molto gentile, ma non voglio arrecarti
disturbi o preoccupazioni” dissi infine “Non voglio disturbare la tua famiglia,
ne metterti in pericolo... Tu sai che io....”
“So tutto” mi interruppe lui “Ed è per questo che ti prego
di accettare. Al mondo non c’è solo ombra. Tu hai conosciuto l’oscurità, ed ora
devi scoprire la luce”
La sua voce era ammagliante, e non ci sarebbe voluto molto
per convincermi.
“Ma per la nostra dieta?” osservai, in un lampo di lucidità
“Saremo troppi, attireremo l’attenzione...”
Rise ancora. “Non temere, noi ci nutriamo in maniera
diversa”
Lo fissai senza capire, e lui rise, indicandosi gli occhi.
“Sai perché i miei sono dorati, anziché rossi?” mi chiese.
Scossi la testa.
“Noi ci nutriamo di sangue animale” mi spiegò “Non vogliamo
uccidere innocenti. Non vogliamo essere dei mostri”
Lo fissai stupefatta, poi lo abbraccia forte, prima di
saltare in piedi.
“Quando partiamo?” chiesi, entusiasta.
“Quanta fretta!” commentò divertita la voce di Aro alle mie
spalle.
Raggelai, mentre entrava, e chinai immediatamente il capo.
“Su, Bella, non fare così!” mi rimproverò bonariamente Aro “Sono solo venuto per salutarti, e per
portarti un piccolo regalo di addio.”
Mi porse una borsa da viaggio con un sorriso.
“Non sai che sofferenza doverti lasciare alle abili mani di
Carlisle” sospirò, fissando il suo amico con un velo di gelosia “Ma mi ha detto
che si prenderà cura di te. Spero ti troverai bene”
Annuii, contrita.
“Beh, allora?” domandò “Non prepari le valige?”
“Qua... quando partiamo?” chiesi titubante a Carlisle
“Appena sei pronta” rispose “Ho un aereo alle dieci di stasera”
Sentii l’impulso di gettare nuovamente le braccia intorno al
collo di Carlisle, ma restai al mio posto.
“Posso preparare le valige, signore?” chiesi invece ad Aro
“Certamente, bambina, ma prima cambiati” disse con allegria
“Nella borsa c’è un abito più appropriato”
Mi diressi in bagno e mi affrettai a cambiarmi. Aro mi aveva
donato un altro vestito, blu scuro, leggero, che mi arrivava alle ginocchia,
senza maniche e con una scollatura modesta. Mi pettinai e poi posai con cura la spazzola, l’abito rosso
e alcuni gioielli nella borsa, per poi tornare dai due uomini e completare il
mio bagaglio con un abito nero e due paia di scarpe.
“Ehm... sono pronta” mormorai
“Eh, Carlisle, che dolore che mi stai provocando” sospirò
Aro “Stai portando via il mio tesoro più prezioso... beh, Bella, spero che
almeno ti possa divertire. Ci rivedremo presto”
Rabbrividii al suono di quella minaccia, ma mi inchinai
rispettosamente e risposi “Lo spero anch’io, mio signore”
“Beh, allora, andate in pace” ci salutò Aro facendoci uscire
da quella che, per troppo tempo, era stata la mia prigione.
“Arrivederci, Aro” disse Carlisle stringendogli la mano
“Spero di rivederti presto”
“Anch’io, mio caro amico”
Carlisle tornò al mio fianco e mi posò una mano sulla
spalla.
“Andiamo?” chiese. Annuii in silenzio.
“È pesante? Vuoi che te la porti?” mi chiese dopo un po’
“N.. no, è molto leggera” risposi arrossendo
“Sai, è la prima volta che vedo una vampira arrossire”
commentò con un sorriso
“È... è una mia caratteristica” spiegai, imbarazzata
“Mi piace” disse lui “Ti rende graziosa”
Arrossii ancora di più e lui rise.
Continuammo a camminare per lunghissimi corridoi di mattoni
rossi, illuminati da torce poste ad entrambi i lati, a poca distanza le une dalle
altre.
Io mi guardavo i piedi e camminavo più svelta che potevo.
Volevo abbandonare quel luogo infernale, mettere più distanza possibile tra me
e tutti quelli che ci abitavano. Carlisle mi seguiva senza nessun problema, e
senza chiedermi il motivo di tutta quella fretta.
Sentivo già di volergli un gran bene.
Finalmente sbucammo all’aria fresca della notte.
Stropicciai gli occhi, infastidita dalla luce dei lampioni.
Carlisle mi osservò, attento ad ogni mio piccolo movimento.
E all’improvviso, la brezza autunnale mi scompigliò i
capelli, portando innumerevoli profumi al mio naso.
Non vi badai. Era più forte la sensazione di libertà, di
vita, di freschezza che quella della fame. Ormai erano tre settimane che non mi
nutrivo, ma non mi importava delle persone intorno a noi. Volevo soltanto
sentire il vento tra i capelli, sulla pelle, sul viso.
Volevo colmarmi il cuore della vista di quel magnifico cielo
stellato, blu intenso, con mille puntini d’argento che si intrecciavano tra
loro creando figure astratte.
E volevo rifar mia la luna. Pallida, enorme, piena, la luna
mi sovrastava, illuminando la notte.
Risi, estasiata, e feci qualche passo avanti, senza staccare
gli occhi dal cielo. Allargai le braccia e feci una giravolta di me stessa,
ridendo.
Erano anni che non ridevo, ormai.
Mi voltai verso Carlisle e gli sorrisi, sincera per la prima
volta. Lui ricambiò.
Corsi verso di lui a velocità umana e lo abbracciai forte,
facendolo barcollare.
“Grazie!” esclami, commossa “Grazie Carlisle, grazie!”
“Prego” rispose lui, abbracciandomi.
ANGOLINO-INO-INO:
Solo una piccola nota: all'inizio, nei ringraziamenti, ho dato un colore a ogni angelo che mi ha lasciato un commentino. Se avete qualche problema, o semplicemente non vi piace il colore che vi ho dato, fatemelo sapere immediatamente!
dopo le vstre recensioni, è il minimo che possa fare per ringraziarvi!
un kissone mega galattico!!
Usagi Kou