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Autore: Siraka    05/09/2014    1 recensioni
Perché? Perché è finita così? Ne abbiamo superate tante insieme e ora che finalmente stavamo bene arriva un medico a dirmi che forse non ti risveglierai mai più.
Non lo posso accettare.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Yongguk, Youngjae
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così siamo di nuovo io e te, mano nella mano, che camminiamo per strada. Sorridi e mi tiri, puntando il dito verso il luogo dove vuoi andare. Ti seguo felice ripensando a tutto ciò che hai fatto per stare con me: ti avevo lasciato senza una valida spiegazione, con la scusa che non mi interessavi più e che per me non valevi niente. Ma tu non ti sei arreso: sapevi che la mia solita aria da duro era solo una maschera di protezione così hai lottato per capire cosa stava succedendo, per capire il motivo del mio gesto così insensato e alla fine sei venuto davanti a casa mia e mi hai detto: “Io non ho ben chiaro il motivo di questa tua scelta ma se c’è qualcosa che non va, su di me potrai sempre fare riferimento. So che mi hai mentito quando hai detto che per te non valevo niente perché con me ti sei levato la maschera, hai smesso di essere un guerriero e ha tirato fuori il lato dolce che a tutti gli altri tieni nascosto. Se c’è qualcosa che non va lo risolveremo insieme perché io voglio ancora fare parte della tua vita e ti voglio ancora nella mia”.
Mi ricordo ancora che stavi per metterti a piangere ma avevi trattenuto le lacrime. Io ti avevo abbracciato e, anche se non ebbi il coraggio di dirti la verità, ci siamo rimessi insieme.  Mi hai accettato così come sono, con i miei segreti e i miei difetti.
Stiamo tornando a casa dopo una giornata bellissima quando ad un tratto mi fermo e ti lascio la mano. Sento che qualcosa non va. Vedo le tue labbra muoversi ma non riesco a capire quello che dici. La vista si offusca e non riesco più a vederti. Le gambe cedono, facendomi perdere l’equilibrio. Mi ritrovo in ginocchio davanti a te che ora sei spaventato e stai correndo verso di me. Vorrei dirti che va tutto bene, che sono solo inciampato, che sto per rialzarmi.
Ma non è così.
Sento la testa pesante e mentre sto per cadere definitivamente a terra sento le tue braccia sorreggermi e il calore del tuo petto pervadermi. Ne sono felice perché forse sarà l’ultima volta che avrò l’opportunità di sentirti così vicino a me.
Chiami aiuto e cominci lentamente a piangere. Non mi piace vederti piangere, vorrei che tu sorridessi sempre. Avvicino, con quelle poche forze che mi rimangono, la mia mano al tuo viso asciugandoti una lacrima. Mi guardi e cerchi di sorridere mentre mi incoraggi di tenere duro, che tutto si sistemerà, che ce la farò. Povero illuso. Sei sempre stato ottimista e hai sempre avuto tanta immaginazione.
Spero che tu rimanga così anche quando non ci sarò più.
Vorrei ringraziarti per essermi rimasto sempre accanto, vorrei abbracciarti e baciarti dicendoti che ti amo e ti amerò per sempre ma ormai sento che me ne sto andando. Avvicini il tuo viso al mio.
“Ti prego… non lasciarmi, ti prego”
Sento i tuoi singhiozzi farsi più forti. Non voglio vederti piangere: vorrei che tu sorridessi, ricordandoti i momenti più belli passati insieme, quelli che io non scorderò mai.
Con le ultime forze che mi rimangono mi avvicino al tuo orecchio.
“Grazie Youngjae, grazie di tutto”
Queste sono le mie ultime parole prima di cadere nelle braccia dell’oblio.
 
                                                                                                                _ _ _ _

Perché? Perché è finita così? Ne abbiamo superate tante insieme e ora che finalmente stavamo bene arriva un medico a dirmi che forse non ti risveglierai mai più.
Non lo posso accettare.
Anche se non mi avevi detto niente io sapevo della tua malattia. Mi sono fidato di te quella sera, quando mi hai abbracciato e mi hai detto:”Andrà tutto bene”. E ora eccoti qui, in un letto di ospedale, attaccato a delle macchine che ti tengono in vita.
Dormi.
Il silenzio è assordante. L’unico suono che lo infrange è il BIP della macchina collegata al tuo cuore, quello stesso cuore che mi avevi donato tempo fa. Sono di fianco a te e ti tengo la mano, speranzoso di vedere i tuoi occhi aprirsi.
Ma rimani lì, fermo immobile.
Chiudo gli occhi e mi immagino che ti svegli, mi guardi, mi sorridi e mi dici “Hey Jae!” come mi dicevi sempre quando mi vedevi. Mi immagino di riabbracciarti, di baciarti e di tenerti stretto a me così da non lasciarti più andare. Ma quando li riapro sei sempre lì, uguale a com’eri prima che li chiudessi.
Mi dicevi sempre che ho una grande immaginazione, un grande intuito e tanta fantasia. Alcune volte mi chiamavi anche “Povero illuso” facendomi arrabbiare. Se penso che ora non sentirò neanche più quelle due parole, che non sentirò mai più la tua voce…….
Comincio a piangere, bagnandoti la mano con le mie lacrime. So che non vorresti vedermi piangere perché dicevi che dovevo sempre sorridere perché ero come il sole per te, quando sorridevo.
Ma non ce la faccio. Non stavolta.
Stringo forte la tua mano al mio petto e per qualche istante mi sembra di averti ancora qui con me. Mi avvicino al tuo viso. Sembri rilassato anche se hai la maschera dell’ossigeno sulla bocca. Appoggio delicatamente le mie labbra sulla tua fronte stampandoti un bacio leggero e innocente. Quando ritorno a guardarti mi sembra che tu stia sorridendo.
La cosa mi fa soffrire ancora di più.
Appoggio la testa vicino a te per sentire ancora il tuo profumo. Mi addormento.
Sento qualcosa che mi sfora il viso. La tua mano. Sento una voce familiare e rassicurante, la tua voce, che mi dice “Hey Jae, non ti preoccupare, sto solo dormendo. Se mi terrai la mano mi sveglierò e staremo insieme per sempre”. Quando mi sveglio non è cambiato niente. Continuo a tenerti la mano e prometto di non lasciarla mai perché tu mi hai detto che se la terrò ti risveglierai e anche se so che è del tutto improbabile che succeda io ci voglio provare.
Avevi ragione tu comunque, mio caro Bang: sono davvero un povero illuso che insegue un sogno impossibile.
Un sogno ce non diverrà mai realtà.
  
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