Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    05/09/2014    2 recensioni
Una breve oneshot, dedicata a Ryo, con l'intento di festeggiare il suo compleanno, moooolto in ritardo, lo so^^ Ryo parla di se stesso, della sua vita e di ciò che per lui conta davvero. Byakuen è con lui e anche i nakama faranno una comparsa... ma sono sempre presenti nelle sue parole
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryo Sanada, Un po' tutti, White Blaze
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROMESSE

 

Da qui posso vedere il Fuji, maestoso, la dama velata che raramente mostra la sua vetta. Certamente non per timidezza, ma per il suo millenario orgoglio.

A me l'ha mostrata, più volte, mi ha anche accolto nel suo grembo quando Rekka doveva rinascere ed è ogni volta con gratitudine che giungo qui, a porgere il mio omaggio alla montagna sacra del mio paese.

Solo io, tra gli esseri umani, so come arrivare fin qui, sull'orlo di una rupe, alle mie spalle le distese più impervie delle foreste di Yamanashi, sotto di me il nulla e, laggiù, a trafiggere la nebbia, il monte sacro che svetta sulle isole dei sogni fluttuanti e che ha vegliato sulla mia consacrazione a samurai.

Ero un bambino quando scoprii questo posto, ero piccolo e un po' incosciente, come tutti i cuccioli, ma non sprovveduto; me la cavavo da solo. Per quel che posso ricordare, me la sono sempre cavata da solo, non ho memoria una primissima infanzia fatta di coccole e protezione, non ricordo mia madre, che ha lasciato questo mondo per permettere a me di poterlo vedere. Non ricordo gesti affettuosi da altri membri della mia famiglia, se non qualche blando tentativo di approccio da parte di un uomo incapace di fare il padre o, forse, troppo preso dalla sofferenza di un amore perduto per soffermarsi nella nostra casa troppo a lungo.

 

E così mi sono meritato la fama di ragazzo selvaggio, poco propenso alla vita sociale, una sorta di disadattato che ha sempre preferito la compagnia degli animali e delle piante a quella dei suoi simili, incapace di stare al mondo.

Perché negarlo? Ho sempre compreso poco il mondo degli uomini, laddove l'essenza della natura colmava i miei vuoti e la mia solitudine.

Finché non sono stato investito di uno scopo importante, che mi rese protettore di questo mondo, di tutto quel che amavo ed amo, di ogni creatura vivente presente sulla terra, compresi gli uomini che non mi capiranno mai e che, forse, non imparerò mai del tutto a capire, ma che, comunque, amo con tutto me stesso.

Perché io amo la vita; io, che sono il fuoco, non potrei non provare calore nei confronti di tutto ciò che respira.

Senza contare che tale missione ha portato, per me, la gioia più preziosa, se si esclude Byakuen: i primi esseri umani che abbia mai potuto considerare, a tutti gli effetti, amici.

No, amici non è il termine esatto... loro per me sono tutto, sono affetto e amore, sono la sola, unica famiglia che io abbia mai conosciuto.

Loro, e Byakuen, naturalmente.

 

Un lieve gorgoglio mi ricorda che lui è lì, cosa di cui non ho mai dubitato in realtà. Alla voce, unisce il tocco delicato sulla mia gamba. Reclino il volto, in modo che i miei occhi possano incontrare i suoi.

Byakuen è la mia tigre, ma è anche uno spirito guida che Kaosu mi ha lasciato accanto, tanti anni fa; sono talmente abituato alla sua presenza che è come se fosse con me da sempre.

Byakuen, in realtà, è un po' un mistero vivente; è giunta a me da un'epoca molto lontana, come Kaosu d'altronde, come le sfere delle virtù, le yoroi elementali e la Kikutei... come Arago e come ogni Youja che ha stravolto le esistenze di cinque adolescenti a loro modo tutti un po' particolari.

Eppure, nessuno di noi avrebbe mai immaginato di essere un prescelto.

Lo sguardo catturato, come sempre mi accade, da quello di Byakuen, gli sorrido e lui mi scruta, in quel suo modo unico: se non credete che una tigre possa sorridere, be' , allora dovreste soffermarvi a contemplare le espressioni della mia tigre bianca.

Mistero o non mistero, non mi importa: lui, per me, è semplicemente Byakuen e mi ama, come io amo lui.

Quando scoprii questo posto ero con lui, anzi, fu proprio lui a condurmici.

Ero un esserino minuscolo, mentre lui era già maestoso, per me una creatura immensa allora, ma mai, neanche per un istante, ebbi paura di Byakuen. La prima cosa che feci, quando ci incontrammo la prima volta, fu gettargli le braccia al collo e affondare il viso nella sua pelliccia: per me, cucciolo alla continua, probabilmente inconsapevole ricerca di calore affettivo, il suo pelo era un rifugio morbido, un nido, una sorta di ventre materno.

Poi, un giorno, si inoltrò nelle profondità della foresta, quelle che neanche io avevo mai frequentato, dopo avermi rivolto uno sguardo; io ho sempre compreso Byakuen alla perfezione e non ebbi difficoltà ad interpretare quell'occhiata come un invito a seguirlo.

Annaspavo sulle mie gambe corte; probabilmente ero piuttosto goffo, ma, ad essere onesto, credo che un percorso simile, tutt'altro che sicuro, sarebbe stato impedito a qualunque bambino, all'età che avevo allora... da famiglie almeno un poco presenti, ovvio.

Eppure, almeno in questo, sono felice che non ci fosse nessuno ad ostacolare le mie spericolatezze fra i monti; tra l'altro so per certo che Byakuen avrebbe fatto in modo che non mi accadesse alcun male. Io, poi, nel mondo selvaggio mi sentivo molto più al sicuro e a mio agio di quanto mi sia mai sentito tra i grattacieli delle grandi città.

Così arrivammo qui .

Probabilmente, Byakuen ha sempre saputo quanto io e il Fuji fossimo, già da allora, connessi l'uno all'altro e voleva che lo vedessi, da questa prospettiva che sarebbe appartenuta solo a me, tra tutti gli uomini .

Già allora, dentro di me, qualcosa accadde e il ricordo principale di quella giornata è il battito precipitoso del mio cuore. Fujisan mi mandava un messaggio e Byakuen era stato il nostro messaggero: adesso posso capire pienamente il significato di quell'emozione profonda.

Anche allora era lo stesso giorno, metà d'agosto, l'anniversario della mia nascita; ero triste, perché Otosan non era tornato, nonostante me l'avesse promesso, ma c'era Byakuen, che riuscì, nonostante tutto, a renderlo un giorno speciale.

Ho interrotto molto presto i miei tentativi di strappare promesse a chi non le avrebbe mantenute, così oggi, di sicuro, non aspetto nessuno. I miei nakama mi hanno chiamato ieri, con la promessa di rivederci presto, e alle loro promesse so di poter credere.

Sollevo lo sguardo da Byakuen, per riportarlo sulla montagna sacra, ma lui attira ancora la mia attenzione, con un nuovo gorgoglio.

Mi accuccio a gambe incrociate, per portare i miei occhi all'altezza dei suoi.

"Che cosa c'è ?".

Sfiora il mio naso con il suo, grande e bagnato; rieccolo che sorride e io conosco bene questa sua espressione divertita e sorniona.

"Che cosa hai in mente?".

Distoglie lo sguardo da me per posarlo sul folto degli alberi, là da dove siamo venuti; è a quel punto che odo dei rumori, fruscii, rami spostati, ma non sembrano provocati da animali.

Mi metto in piedi, all'erta; possibile che qualche essere umano, oltre a me, sia a conoscenza di questo luogo?

Ammetto che mi dispiacerebbe, ne sono piuttosto geloso.

Ai rumori seguono voci, chiaramente umane.

"Ce la fai, pesciolino? Mi sembri un po ' in difficoltà!".

"Ma sì, divertiti, che quando sei in acqua mi diverto io!".

"Smettetela di pizzicarvi, voi due!".

"Non sarebbero pesciolino e scimmietta se non lo facessero!".

Già dal primo scambio di battute, il disappunto sul mio volto si trasforma in sorriso, ma l'emozione mi blocca sul posto.

Byakuen invece si muove e, l'istante successivo, le sue zampe anteriori sono sulle spalle di Seiji, che abbandona volentieri la sua compostezza per accettare le sue effusioni.

Dietro di lui spuntano, nell'ordine, Touma e Shu che, ridendo, tiene strette le mani di un imbronciato Shin, in un aiuto non richiesto.

"Ragazzi!".

Finalmente riesco a correre loro incontro, per abbracciarli uno ad uno.

"Ti avevamo avvisato che ci saremmo visti presto!" ride Shu, stritolandomi in una delle sue strette possenti.

L'avevo detto che sulle loro promesse posso contare .

E Byakuen aveva intuito prima di me quello che stava per accadere.

"Come avete fatto a trovarmi?".

Touma mi risponde, scandalizzato:

"Che domanda stupida, noi sappiamo sempre come trovarci a vicenda!".

Sorrido.

Ha ragione... il legame... cinque cuori... un solo cuore.

Noto i sacchetti che tengono tra le mani.

"Cosa avete lì?".

"Cibo per un esercito" risponde Seiji, sollevando l' unico sopracciglio visibile.

"Ti ricordo che c'è Shu, sarà appena sufficiente".

Shu rivolge una linguaccia a Shin e mi arruffa i capelli:

"Abbiamo un compleanno da festeggiare!".

Il mio sorriso si allarga.

Eccola la mia famiglia, riunita intorno a me, a cancellare la solitudine e il vuoto che avevo nel cuore.

   
 
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