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Autore: Allegra_    06/09/2014    5 recensioni
"Mary Tomford è un topo da biblioteca.
Mary è innamorata dei libri e non per modo di dire: lei li ama davvero.
Joe Gillard odia la lettura e tutto ciò che la riguardi.
Joe ama la vita e ama le persone, ma più di ogni altra cosa, Joe ama Mary Tomford. "
Una semplie one-shot romantica e senza pretese: aspetto le vostre recensioni!
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Better Than a Book

 
 
Mary Tomford è un topo da biblioteca.
Non perché abbia molto da studiare o un’eccessiva sete di conoscenza, no.
Mary Tomford legge perché non può farne a meno, come con l’aria che respira.
È legata ad ogni singolo volume che ha letto manco stesse parlando di un proprio figlio, ama la biblioteca più della sua vera casa e sente crescere dentro di sè una smisurata affinità con chiunque si ritrovi ad apprezzare qualche volume che ha fatto su di lei lo stesso effetto.
Mary è innamorata dei libri e non per modo di dire, lei li ama sul serio.
Perché sa che i libri le resteranno fedeli, non la lasceranno andare.
Le persone invece si, le persone sono cattive: giudicano, mormorano, parlano alle tue spalle.
E le parole, le stesse che nei libri vengono usate così perfettamente bene, pronunciate dalle persone feriscono e fanno male più di lame affilate conficcate nel petto.
Le persone non conoscono il potere di ciò che dicono, i libri si invece, e Mary con loro.
 
Joe Gillard odia la lettura e tutto ciò che la riguardi.
Non ha mai avuto il piacere di reggere tra le mani un libro in tutta la sua vita e delle storie che potrebbe in tal modo conoscere non gliene interessa neppure più di tanto.
Joe ama la vita, con tutte le sue sfaccettature, felici o tristi che siano.
Joe ama la vita e ama le persone, ma più di ogni altra cosa, Joe ama Mary Tomford.
Come possa essersi innamorato di una persona così diversa da lui è un mistero che nessuno riuscirà mai a spiegarsi, ma Joe è così attratto da quell’aria di intelligenza, mistero, sapere e paura che Mary ha tutt’intorno a sé, da essere capace di qualsiasi cosa pur di riuscire a meritare anche un briciolo della sua attenzione.
Perfino di leggere un dannatissimo libro.
 
Ed ecco che, come in ogni storia d’amore che si rispetti, c’è sempre bisogno che uno dei due faccia il primo passo, esca dal suo stato di apatica quiete sentimentale e si butti a capofitto in quella che potrebbe essere una nuova ed emozionante relazione.
L’unico problema sarà in questo caso l’altro che, ignaro dei grandi progetti del primo, potrebbe comportarsi nei seguenti modi:
  1. Accettare il corteggiamento mostrandosi interessato alla conoscenza.
  2. Rifiutare il corteggiamento mostrandosi disinteressato alla conoscenza.
  3. Ignorare categoricamente il soggetto corteggiatore.
Beh, nel caso di Mary Tomford non ci si potrebbe aspettare altro che una reazione di tipo c, soprattutto considerando che da anni il suo metodo d’approccio verso le persone è uno specifico Stai in silenzio e aspetta che ti lascino in pace a leggere.
Ma, siccome c’è da ricordare che il nostro caro Joe non è tipo da mollare la presa su ciò che vuole, potrebbe esserci qualche problemino tecnico.
Zoomiamo la situazione, tanto per farci quattro risate.
 
È lunedì pomeriggio e Mary è comodamente seduta al suo tavolo preferito della biblioteca comunale, quello infondo alla sala, con meno luce ma sicuramente anche meno fonti di distrazioni.
Il volume che ha appena iniziato è Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, un capolavoro della letteratura inglese che era da sempre curiosa di leggere.
Pochi capitoli sono bastati per innamorarsi già dell’affascinante Darcy, misterioso e magnetico, dal quale la bella Elizabeth non riesce assolutamente a stare lontana.
Magari esistessero nella realtà uomini del genere! mormora Mary tra sé e sé, lo sguardo perso tra le righe.
Ci sono lettrici, inesperte e sognatrici, che credono davvero in ciò leggono, nei personaggi che conoscono grazie ai libri.
Ma Mary sa che non è così, che le persone non sono come quelle di cui ama leggere, che certe situazioni non accadono nella vita reale e che non ha senso sperarci troppo.
Mary è il tipo di lettrice che non si immedesima nei fatti narrati, ma bensì nelle riflessioni, nelle emozioni che i romanzi analizzano.
Per Mary lo scopo della sua passione non è quella di alimentare le sue fantasie, ma di nutrire il suo cuore con nuove consapevolezze che la vita non riesce a dargli durante la sua monotona routine.
E questo è quanto di meglio possa chiedere.
<< Ehi >>
Mary scuote la testa in un gesto infastidito, ma che da qualcuno potrebbe essere scambiato come un informale saluto.
Il suo silenzio è stato turbato, la sua pace violata e lei non ha neppure intenzione di scoprire chi sia stato: vuole semplicemente continuare a leggere con tranquillità.
Ma la voce insiste a cercare un dialogo << Che leggi? >>
Mary non risponde, si limita ad indicare la scritta a caratteri maiuscoli sulla copertina: Pride and Prejudice.
<< Bello? >> chiede ancora la voce e Mary annuisce con forza sperando in cuor suo di non essere più distratta.
Joe, nel frattempo, inizia seriamente a dubitare della sua facoltà di parola, ma allo stesso tempo è sempre più affascinato dall’amore che brilla negli occhi della ragazza mentre si dedica alla lettura.
Joe vorrebbe solo che lei l’amasse come ama quel libro, o almeno che lo guardasse allo stesso modo.
Mary invece, vorrebbe solo che lui la lasciasse in pace.
Buffo l’amore, eh?
<< Comunque io sono Joe, piacere >> il ragazzo le tende la mano e allora Mary è costretta ad alzare lo sguardo.
Lo guarda per bene: il fisico atletico, l’altezza smisurata, i capelli sbarazzini e gli occhi color del cielo.
È bello Joe, anche più della copertina del suo libro preferito, ma questo non basta: non per Mary.
<< Ti conosco, siamo nella stessa scuola. > risponde infatti fredda, trattenendosi dall’aggiungere E sei un cretino.
<< Già, tu sei Mary Tomford, impossibile non conoscere il tuo nome! Dicono tutti che..>>
<< Non m’interessa ciò che pensano gli altri di me >> lo interrompe lei brusca.
E non le interessa davvero.
Non vuole essere al centro dell’attenzione di quel ragazzo, vuole soltanto tornare a leggere.
Perché Mary non l’ha ancora realizzato, ma le persone le fanno paura, le fa paura sentirsi impotente di fronte a qualcuno che – a differenza dei suoi amati libri – può vederla, ascoltarla e farsi una propria idea sulla sua persona.
<< Stavo per dire che dicono tutti tu sia la ragazza più intelligente dell’istituto >> si affretta a spiegare Joe, facendo per un attimo sì che lei sorrida.
<< Ah, beh, grazie >> risponde impacciata.
Fa per tornare alla sua lettura, quando la voce di Joe la blocca nuovamente.
<< Anche io lo penso, sai? E non solo questo. Insomma si, sei intelligente, ma sei anche bella e hai un sorriso bianchissimo e, cavolo, il tuo profumo è..>>
<< Mi dici cosa vuoi da me? >> sbotta la ragazza, ostentando fastidio per mascherare il rossore appena creatosi sulle sue guance.
Nessuno le ha mai detto queste cose e Mary non sa neppure cosa sarebbe opportuno che lei rispondesse.
È che sono abituata a gestire gli insulti: i complimenti mi mettono in seria difficoltà.
<< Un’occasione, solo questo ti chiedo >>
Mary scuote la testa: tutto questo è così nuovo per lei ma, anziché elettrizzarla, non fa altro che spaventarla a morte.
<< Non mi conosci neppure >>
<< Dammi modo di farlo, allora >>
Joe è deciso, non se la lascerà sfuggire, non adesso che ha finalmente trovato il coraggio di avvicinarsi a lei.
Mary lo guarda fisso negli occhi, ma non riesce a capire se sia sincero o meno.
Nei libri è tutto così facile, riflette se un personaggio ha cattive intenzioni lo si capisce da subito, dal modo in cui viene descritto, dall’aura scura che gli aleggia intorno; e se invece è buono anche lo si capisce, dal calore che emana. Nella vita reale invece, il bene e il male sono così vicini che ormai non li si distingue nemmeno più. Ciò che è bianco diventa nero e viceversa, in un immenso ammasso di colore grigio informe.
<< Fidati di me, voglio soltanto sapere come sei >> le dice ancora Joe e in quegli occhi dove Mary vede il mare aperto, inizia ad immaginare una piccola ancora che forse le sarà d’appoggio.
Ma Mary non sa parlare di sé: non ne è in grado.
L’unico modo che conosce per descriversi sono i suoi libri preferiti, quelli in cui sono nascosti pezzi di sé, di ciò che è stata e ciò che grazie a quelli è diventata.
Così, senza pensarci, butta giù quella domanda: << Ti piace leggere? >>
Joe scuote la testa e le speranza di Mary sembrano crollare a picco, quando subito lui aggiunge << Ma per te posso fare questo sforzo >>
Così, non senza esitare, Mary appunta su una pagina di quaderno i tre libri che preferisce e che meglio riescono a caratterizzare la sua persona, la tende e a Joe e gli da un ulteriore indicazione << Leggi le edizioni contenute in questa biblioteca: so che è vietato, ma ho appuntato qualcosa in ognuno di essi e magari ti sarà d’aiuto. >>
Così il ragazzo abbandona la ragazza alla sua precedente lettura, certo che quando la ritroverà saprà esattamente come amarla nel modo corretto.
 
Libro numero 1: Colpa delle stelle, John Green
Joe non ama le storie romantiche e, ancora di più, odia quelle drammatiche, ma sembra che la sua Mary non riesca proprio a farne a meno se questo è il primo libro della sua piccola infinita lista.
Il ragazzo però non si arrende, anzi, legge con attenzione ogni riga, prestando particolare attenzione alle frasi sottolineate accuratamente con la matita.
Il dolore esige di essere sentito, questa è quella che maggiormente lo colpisce, insieme alla successiva è una bella vita, Hazel Grace.
Joe si ritrova a provare le stesse emozioni dei protagonisti, a piangere tra quelle pagine e chiedersi come Mary debba essersi sentita quando era al suo posto.
Alla fine del libro poi, trova un’annotazione, piccola e appena scarabocchiata con la stessa matita delle sottolineature.
Il dolore è ciò che ci rende vivi, ma fragili. Il dolore di una perdita poi, ci frantuma dentro, ma è la nostra forza per andare avanti. È una bella vita però, non bisogna dimenticarlo.
Joe comprende solo un attimo dopo che la perdita subita da Mary è forse ciò che l’ha resa così solitaria e impaurita, come un cucciolo abbandonato che non riesce a ritrovare la strada di casa.
E sa, in cuor suo, che sarà suo compito proteggerla e riportarla alla vita.
 
Libro numero 2: Il rumore dei tuoi passi, Valentina D’Urbano
Mary ama gli scrittori italiani, dice che sono più passionali, cognitivi, esperti, e questo Joe lo sa grazie alle ore di letteratura che avevano in comune l’anno precedente.
Ma non avrebbe mai immaginato che anche lui si ritrovasse a suo agio con tali autori, e con questo libro in particolare: graffiante e commovente.
Mary ama i libri drammatici, questo Joe lo sta capendo da solo, dato che è già il secondo che gli fa versare lacrime amare come quelle di una ragazzina alla sua prima cotta.
Anche qui, frasi sottolineate a matita.
I muri non servono quando è da noi stessi che dobbiamo difenderci.
Se hai qualcuno che ti ama, forse ti salvi.
E, alla fine, una breve annotazione a matita.
Sono io il problema. Sono io, sola, contro tutti. E no, non ho nessuno che mi ami: io non mi salverò.
Joe sente una morsa stringergli il cuore.
Si sente triste, triste per quella ragazza che ha per troppo tempo amato da lontano quando, se si fosse semplicemente avvicinato prima, avrebbe potuto far sì che sorridesse, che fosse felice.
 
Libro numero 3: Cose che nessuno sa, Alessandro D’Avenia
Un altro autore italiano, ormai Joe ha imparato ad apprezzarli.
Anche questa volta la storia non rispecchiava la vita di Mary, ma c’era qualcosa in questo libro di differente dagli altri: stavolta c’era un personaggio che la rappresentava a pieno, non la protagonista, ma uno secondario che però per Joe era stato assolutamente il più importante.
E poi, quella frase sottolineata.
Tu non sai cos’è amare. Tu ti esalti con i tuoi libri, ami loro, non le persone. Ami le parole, non la vita, perché la vita ha le ombre e fa male.
La più illuminante che Joe avesse letto in quelle pagine.
E poi, la consueta annotazione a matita.
Sono io, io in tutto il mio essere: di carne e di carta.
Io non vivo nelle parole che dico, ma in quelle che leggo.
Io sono queste parole.
Joe legge e memorizza, definisce, comprende.
Joe sa esattamente cosa fare adesso.
 
È di nuovo un lunedì quando il ragazzo entra nella biblioteca e cammina lentamente fino al tavolo in fondo, quello isolato e tranquillo che è appartenuto a Mary per tutto questo tempo.
Lei è lì come sempre, immersa nella lettura di un nuovo volume: Cime Tempestose.
Mary ascolta il rumore dei suoi passi e, con grande sorpresa di tutti, alza lo sguardo rivolgendolo verso il ragazzo.
<< Ti amo >>
Mary non può credere a quelle parole.
Non è reale, ripete pizzicandosi ripetutamente il braccio.
<< Guardami >> le dice Joe, alzandole il mento con due dita << Guardami, sono qui! Sono reale e si, ti amo. >>
Mary scuote la testa.
Non è reale, continua a ripetersi, ma le dita del ragazzo che si intrecciano lentamente con le sue non possono essere soltanto una fantasia.
<< Sono meglio di un libro, Mary. Forse non sarò perfetto come Augustus Waters, passionale come Alfredo, misterioso come Giulio. Forse non sarò mai abbastanza per Orgoglio e Pregiudizio, non visiteremo Cime Tempestose, non saremo Grandi come la vita, oppure Infinito. Ma ti giuro che ti amo, amo ciò che sei, ciò che ami anche tu. So dei tuoi genitori, la tua enorme perdita, so che ti senti fuori dal mondo, che pensi di essere il problema e che ti rifugi nei libri perché credi siano il tuo unico porto sicuro. Ma Mary, non è così. Io sono qui per ascoltarti, comprenderti, aiutarti. Potrai contare su di me, sempre. >>
Mary si alza e si avvicina a lui.
Non sa cosa dire o fare, ma sente che tutto ciò le verrà naturale quando potrà respirare il suo stesso respiro.
E infatti, nemmeno il tempo di aprire bocca che Joe preme le sue labbra su quelle della ragazza, trascinandola nella dolcezza del suo primo vero bacio.
Bocca contro bocca, le nostre lingue si incontrano, i nostri sapori si fondono.
Sa di menta e cioccolato, di dolce e buono.
Schiudiamo le labbra a ritmo, insieme, con la voglia di scoprirci sempre più a fondo.
Sento un sussulto al cuore: si, è proprio come in un libro.
O forse..
<< Hai ragione, sei meglio tu >> sussurra Mary pianissimo, più a se stessa che a Joe.
<< Temo di non aver sentito bene >>
<< Sei meglio di un libro >> gli dice allora lei, guardandolo negli occhi con una sicurezza che non aveva mai creduto di possedere << E si, ti amo anche io. >>
 
Here I Am!
Allora, innanzitutto voglio ringraziare di cuore chiunque sia arrivato fin qui con la lettura di questa one-shot assolutamente scritta di getto, senza pretese e (se proprio vogliamo dirla tutta) senza tanto senso.
Nonostante non sia pienamente convinta di questo scritto, voglio ugualmente dedicarlo a Tiziana, una delle mie migliori ed uniche amiche, che è stata e continua ad essere per me fonte d’ispirazione, punto di riferimento e appoggio.
Grazie di tutto amica mia, ti voglio bene.
Detto questo, spero mi lascerete una piccola recensione: sarò felicissima di rispondervi!
Un bacio <3

 
   
 
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