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Autore: greyflamboyant    06/09/2014    3 recensioni
Sosuke sbuffò, guardando la piscina.
“Era una cosa importante, quella della bibita?” chiese, senza muoversi.
“Può darsi” disse atono, sgranchendosi la spalla. “In realtà, dipende da te”.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Era tutto inutile: per quanto volesse concentrarsi su quel noioso esercizio di algebra, Nitori non faceva che distrarsi ogni dieci minuti, ticchettando ad un ritmo serrato la matita sul suo quaderno. Cercava di mantenere lo sguardo fisso sul libro, leggendo numerose volte la consegna, ma con la mente scivolava sempre altrove. Erano le quattro del pomeriggio passate, e Rin non era ancora ritornato in stanza dopo le lezioni mattutine, e gli allenamenti non erano previsti per quel giorno. Non faceva altro che chiedersi dove fosse finito il senpai: il giorno prima era stato eletto come nuovo capitano del club di nuoto della scuola, e nonostante la notizia lo avesse spiazzato, aveva accettato di buon grado l’incarico di Mikoshiba. 
“Farò del mio meglio per farvi diventare delle stelle splendenti” gli aveva detto, con un sorriso spavaldo e confortante, di quelli che in un istante gli facevano arrossire le guance. 
Sorrisi come quelli sul viso di Rin ne aveva visti ormai tanti, e Nitori di questo era felice; condividendo con lui molto tempo, era riuscito ad osservare notevoli sfaccettature del carattere del suo compagno di squadra, e senza alcun dubbio la felicità del senpai era un elemento che gli infondeva una gioia nel cuore impareggiabile.
Ad Aiichiro piaceva Rin, ma non aveva mai avuto il coraggio di esternare i suoi sentimenti, perché aveva sempre creduto di non essere abbastanza per lui, che era un eccellente atleta, e uno studente modello. Continuava a ripeterlo centinaia di volte, nella sua testa: il suo senpai meritava di meglio, e avrebbe dato tutto sé stesso per impegnarsi in ogni campo. Se c’era una cosa in cui Nitori eccelleva, era proprio la forza di volontà: a tutti i costi sarebbe diventato il meglio per Rin, e nulla lo avrebbe ostacolato.
Il ragazzo sospirò, mentre la porta della stanza improvvisamente si aprì; era Rin, con un sorriso smagliante. Nitori gioì di riflesso.
“Bentornato, Rin-senpai!”
“Ciao, Ai. Non hai ancora messo a posto quella scrivania?” rispose, buttandosi di peso sul suo letto. 
“Uh, ecco… Lo farò dopo aver finito gli esercizi di matematica!” rispose, grattandosi la testa. Il kohai seguì con lo sguardo il ragazzo dall’aria soddiasfatta.
“Sembri particolarmente allegro oggi, è successo qualcosa?” chiese curioso, girando il busto e appoggiando braccia e mento sul bordo dello schienale della sedia. L’altro sorrise ancora più apertamente, mettendosi seduto in maniera composta.
“Oggi nella mia classe è arrivato un nuovo studente, e indovina? Nuotavamo assieme alle elementari! É stato davvero bello poter parlare assieme a lui dei nostri ricordi di infanzia! Curioso il destino, eh?”
“Ah sì? Cosa lo ha portato a trasferirsi qui alla Samezuka?”
Rin ridacchiò, con fare euforico.
“É stato scelto da un’università grazie al nuoto, e voleva trascorrere l’ultimo anno in tranquillità, prima di dedicarsi completamente agli studi e allo sport. Non è fantastico?”
Nitori sgranò gli occhi.
“Cavoli, senpai. Deve essere davvero un ragazzo in gamba!” rispose, facendo risuonare nella sua testa quelle stesse parole appena pronunciate. Provava, in cuor suo, una piccola paura, un turbamento: questo ragazzo era un amico d’infanzia di Rin, doveva conoscere davvero bene il senpai. Inoltre, pareva essere un nuotatore provetto. Sarebbe mai riuscito a eguagliarlo? 
Mai, con i suoi tempi attuali, pensò. Era uno dei più lenti del secondo anno, e la cosa lo infastidiva molto. “É normale, i tempi e i record personali tendono ad affinarsi lentamente e con la pratica” gli ripeteva spesso Rin, per non scoraggiarlo. Sentiva che gli stava riponendo una forte fiducia, ma allo stesso tempo credeva di non aver mai mostrato un effettivo risultato.
Nitori sospirò mentre si rimetteva composto e con lo sguardo rivolto sui libri, e Rin notò la cosa. Si alzò dal letto e si avvicinò al kohai.
“Ai, non deprimerti per queste cose. Hai del potenziale, puoi davvero puntare in alto. Basta solo…”
“…impegnarsi ed essere costanti. Lo so, Rin-senpai.” continuò l’altro, con fare abbattuto.
Rin appoggiò una mano sulla spalla di Nitori, avvicinando il viso per parlargli.
“Con questo spirito non andrai lontano, però. Devi reagire, positivamente” asserì con un tono quasi paterno. Rin guardò dritto in quegli occhi turchesi, che erano diventati lucidi.
Ai arrossì, e si girò di scatto, per nascondere l’imbarazzo manifestatosi sulle sue guance, per poi sospirare, abbassando lo sguardo. Provava una vergogna immensa, in momenti come questi. Avrebbe preferito sparire in un angolo del mondo conosciuto solo da lui, lontano dalle critiche, dalle competizioni, da tutto quello che lo deprimeva, ma sapeva che in quell’istante sarebbe stato impossibile.
“Hai ragione, senpai…”
A Rin non piacevano i visi tristi, per nulla. Soprattutto se ad averlo fosse stata una di quelle poche persone che in passato aveva provato a spronarlo e ad addolcirgli la pillola in un periodo poco piacevole. In un certo senso, sentiva di dovergli restituire il favore, iniziando con una sonora pacca sulla spalla. 
“Su, smettila con questo muso lungo. Ti va qualcosa da bere?” chiese Rin, cercando di essere cortese.
“Ecco… Dovrei finire gli esercizi…”
Schioccando la ingua seccato, prese di forza il braccio di Nitori, alzandolo di peso dalla postazione di studio.
“Pensiamoci dopo”
“E-eh?!”
“Con questo umore non combineresti nulla comunque, o di sicuro, nulla di buono. Fare quattro passi non fa mai male”
Nitori deglutì, e non proferì più parola. Il senpai, uscendo dalla stanza, accelerò il passo, senza lasciare la presa, mentre l’altro inciampò un paio di volte, lungo il corridoio. E sebbene quella situazione non gli andasse proprio a genio, non poteva fare altro che dare ragione al suo compagno di stanza. Mentre correvano, Nitori osservava attonito i capelli rossi di Rin muoversi frenetici a causa del loro movimento.
“Su, Ai, più veloce!” disse al kohai, cercando di spronarlo.
Adorava quando Rin pronunciava il suo nome. La sua voce gli piaceva molto, e in un certo senso, si sentiva più amato. Non a caso, “Amore” era proprio il significato del suo nome, ma quando quel suono proveniva dalle labbra del senpai acquistava un’impalpabile dolcezza, e si sentiva quasi appartenere a lui. 
Nessuno lo chiamava come faceva Rin, e la cosa lo rendeva felice. Era come se ci fosse un sottilissimo filo rosso tra i due, un’intesa poco chiara all’esterno, ma ben equilibrata all’interno.
Arrivati al distributore automatico, Rin lasciò la presa e si sedette sulla panchina vicina. Cominciò a ridere, alternando ogni tanto un sospiro.
“Cosa preferisci?”
“Mi va bene qualsiasi cosa”
Rin scattò in avanti, avvicinandosi a Nitori, con fare seccato.
“Questo tuo atteggiamento mi da sui nervi. Possibile che non abbia idea su che cosa vuoi o non vuoi?”
“S-scusami!”
“E smettila di scusarti, così non fai altro che pararti il culo senza migliorare la situazione”
“Scu… Ecco…”
Nitori rimase in silenzio, a fissare il senpai che sbuffando si avvicinava al distributore. Aveva ragione, ancora una volta.
“Io prendo un caffè macchiato, ti va?”
“Uh, sì…”
Le lattine scesero giù dal macchinario, urtando sonoramente sul ripiano. Rin le raccolse, facendo cadere delle ciocche di capelli davanti al viso. L’altro ragazzo continuava a fissarli, silenziosamente, fino a che l’oggetto delle sue attenzioni non gli porse la bevanda calda, ancora chiusa. Intanto, il senpai aprì la sua con una mano sola, e cominciò a sorseggiarla.
“Ai”
“Sì?”
“Tu ce l’hai un desiderio?”
Nitori aggrottò la fronte, arrossendo. Di desideri ne aveva, ma nessuno di questi era confessabile, in quel frangente.
“Beh, sì” disse timidamente, giocando con la linguetta della lattina.
“E saresti disposto a realizzarlo, costi quel che costi?”
“Assolutamente”
“Beh, allora sappi che il tuo comportamento ti ostacolerà dalla sua realizzazione”
Il kohai si bloccò, per poi fissare tristemente Rin.
“Perché ti accontenti?” continuò, dando un altro veloce sorso al caffè. Nitori strinse forte la lattina, sentendo il calore della bevanda tramite il leggero contenitore.
“Io credo di aver paura di vedere cosa c’é oltre i miei limiti, senpai”
“Ti senti al sicuro, non è vero?”
“Sì…”
“Non andrai da nessuna parte, facendo così, sappilo”
“Cosa dovrei fare?”
Rin si alzò dalla panchina, dando le spalle al ragazzo più giovane.
“Osa. Supera i tuoi limiti. Vola alto, se puoi permettertelo. Certo, non sempre andrà bene, cadrai tante, tantissime volte. Ma solo così potrai toccare i tuoi sogni con mano”
Mentre diceva queste parole, Rin pensò a tutto quello che gli era capitato durante lo scorso anno: anche lui era caduto in basso, fossilizzando le emozioni positive e dimenticando quanto gioioso fosse rincorrere un sogno. Non avrebbe mai ripetuto quell’errore una seconda volta.
Nitori con gli occhi lucidi, sentì una forza nuova scorrergli nelle vene. Un’adrenalina così forte solo Rin riusciva ad infonderla. Alzò lo sguardo, e vide il ragazzo tendergli un pugno chiuso.
“Promettimi che cambierai, e che realizzerai tutti i tuoi desideri, così come sto facendo io. Ci impegneremo insieme”
Osservò il senpai per qualche istante, in quella posa. E quella promessa gli faceva palpitare il cuore sempre più velocemente. Pronunciando un sonoro “sì!, ricambiò il pugno, incastrando le nocche delle loro mani. Avrebbe voluto abbracciarlo, avrebbe voluto dimostrargli tutto l’affetto che riservava per lui, ma fra sé e sé si disse che il momento sarebbe arrivato, prima o poi, bastava farsi coraggio e buttarsi. 
“Rin-senpai!”
“Dimmi”
“Ti ringrazio”
Rin sfoggiò un altro di quei smaglianti sorrisi che Nitori adorava.
“Figurati!”
Rimasero davanti ai distributori automatici per un po’, giusto il tempo di finire di bere i caffè. Il kohai era carico, ma ancora non aveva avuto a che fare con Sosuke Yamazaki.

 

******
 

Angolo dell'autrice: 
E niente, a volte si ritorna.
E non va bene se non si vuole far soffrire i propri personaggi preferiti. É da quando Sosuke ha voluto aiutare Nitori che voglio fare una fanfiction che comprenda loro due e Rin, perché secondo me si potrebbe sviluppare un bel triangolo. Sosuke poi ha un caratterino non da poco, insomma, pensavo potesse uscirne qualcosa di interessante. 
La fanfiction l'ho chiamata Swan in onore di Nitori, che all'inizio di Eternal Summer è ancora un anatroccolo, e più la serie è andata avanti, più è resa evidente una sua crescita, che voglio tenere sempre presente tramite questa fanfiction. Quando si ha un forte debole per un personaggio si fa tutto.
Dal prossimo capitolo in poi cercherò di fare luce sui momenti che non vengono narrati nell'anime.
Detto ciò, spero che questo primo capitolo possa piacervi e spero di non essere caduta nell'OOC (è una cosa che odio, damn it).
Fatemi sapere la vostra a riguardo, se vi va! Le recensioni sono un feedback importante per me!
Saluti, e al prossimo capitolo!
- Chri

   
 
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