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Autore: Nana_Hale    07/09/2014    0 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Infermiere Diligente

 
"Papà, ho bisogno di soldi!"
"Certo, tesoro, eccoli."

Castiel e Charlie entrarono in cucina mentre Sam e Dean stavano ritirando i piatti della colazione e nel sentire quella conversazione subito Dean si sentì in dovere di intervenire.
"Ma non ti ha dato 50 dollari giusto ieri?"
"E' vero, Charlie, che ne hai fatto?"
"Li ho spesi in vestiti per la scuola."
"Ma tu non hai l'uniforme!"

Castiel si sedette al tavolo della cucina subito seguito da Charlie che seguitava a tentare di portare a compimento la sua impresa con ogni mezzo.
"Dai, papà, non fare il tirchio. Lo sai, ti voglio tanto bene..."
La voce della ragazza era diventata così tanto da bambolina che a Dean vennero i brividi lungo la schiena.
"Mh... e va bene. Ma questa è l'ultima volta."
"Eh, no!"

Il biondo intervenne all'ultimo secondo mettendosi in mezzo fra il donatore e la ricevente.
"Non lo dico per bloccare questa sua gentilezza d'oro ma non crede che sia ora che Charlie si trovi un lavoro?"
"D'accordo! Mi troverò un lavoro, posso provare da GAP!"

Rispose prontamente la giovane con un bel sorriso sulla faccia.
"Un momento, non è lì che lavora Sarah, la tua ragazza?»
"Oh... davvero?"
"No, Charlie non cominciare questa discussione con tuo padre. Non è giornata. Io sto solo dicendo che secondo me un lavoro la renderebbe più responsabile."

Concluse Dean rivolgendosi nuovamente a Castiel.
"Non lo so,  non trovo giusto che porti via il posto a qualcuno che ha veramente bisogno di lavorare." 
"Non c'è problema, può sempre lavorare come volontaria."
"Si! Farò la volon- Hey, un momento, vuol dire che lavorerò senza una paga?! No, perchè dovrei lavorare? Dai, siamo ricchi!"
"No, no, no, no, no, no tesoro."

La interruppe immediatamente Castiel.
"Io sono ricco. Tu sarai ricca quando io sarò morto."


"Sam, potresti portarmi qualcosa per lo stomaco? E' tutto il giorno che ho uno strano dolore."
Castiel stava lavorando con Crowley nel suo ufficio quando Dean entrò spalancando la porta, senza nemmeno bussare, eccitato e frenetico.
"Lo sa chi ha trovato un lavoro?"
Disse spalancando le braccia con un grande sorriso in volto.
"Oh! Che notizia, caro Dean! Non deve nemmeno dare il preavviso! Se ne vada subito fuori! E le regalo questo in segno della mia gratitudine!"
Crowley sbraitò come un pazzo, quasi saltando sul posto dalla gioia mentre si sfilava l'orologio d'acciaio dal polso e lo donava al giovane.
"Wow! Ma è fantastico! Non so cosa dire! Ah, no, lo so. Non è per me il lavoro, è per Charlie. Che bella cassa in acciaio..."
Replicò il biondo legandosi l'orologio al polso e andando a sedersi sulla scrivania accanto a Castiel, lasciando Crowley da solo nel suo sconforto.
"Charlie farà l'infermiera volontaria da oggi!"
A quella notizia, il miliardario si appoggiò allo schienale della sedia, il viso teso in un'espressione dubbiosa.
"Senta, Dean... è sicuro che Charlie sia abbastanza matura per lavorare in un ospedale?"
"Qual'è la cosa peggiore che può fare? Dimenticarsi di portare a qualcuno la merendina!"
"Ecco...vede quell'acquario lì sul mobile?"

Castiel indicò con lo sguardo un contenitore di vetro lungo almeno un metro pieno di piante di ogni tipo ma senza la minima traccia d'acqua al suo interno.
"E' un acquario? Non vedo nessun pesce..."
"Già, Charlie si è scordata di portare le merendine."



"Vedrai, Charlie, questo lavoro ti farà bene."
Dean e Charlie stavano aspettando vicino al bancone dell'accettazione che arrivasse l'infermiera caposala per registrare le nuove volontarie. La ragazza aveva già indosso la sua nuova uniforme bianca e rossa, con gonna e cuffietta sulla nuca.
"Porta buon karma aiutare la gente che soffre- OH!"
In quel momento qualcosa colpì Dean proprio sul sedere facendolo voltare di scatto: una signora piuttosto anziana su una sedia a rotelle gli aveva dato un violento pizzicotto su una chiappa e ora gli stava facendo l'occhiolino.
"Vieni Charlie, allontaniamo il mio sedere da mani improprie."
Si spostarono di qualche passo e finalmente arrivò vicino a loro l'infermiera responsabile del piano. Una donna sui 50, robusta, con una montagna di capelli biondi permanentati e una cartelletta alla mano.
"Buongiorno."
"Salve, lei è Charlie Sheffield, viene a fare la volontaria."

Le due si strinsero la mano e subito la donna più grande si mise a dare qualche consiglio utile per lavorare nell'ospedale.
"Allora, Charlie, questo è un ospedale e a volte si vedono cose molto dure, sei sicura di esserne in grado?"
Senza dare una risposta, la ragazza si piegò all'indietro con la testa per arrivare all'orecchio di Dean.
"Dean, non lo so, forse papà aveva ragione."
"Senti, tesoro. Numero 1: non dire mai più queste cose. Numero 2: sei preparata per questo! Quante puntate di Dr. Sexy abbiamo visto insieme, eh? Coraggio!"

Il biondo la prese per le spalle e la spinse in avanti, verso l'infermiera che si era recata verso una paziente in barella, fermatasi lì da poco. Aveva preso una siringa e la stava riempiendo per l'iniezione.
"Su, avanti, Charlie, non essere nervosa, è soltanto un ago."
Disse Dean facendole una carezza sulla schiena mentre i suoi occhi non si staccavano dalle mani dell'infermiera.
"Lo so, non mi fa impressione."
Rispose Charlie cominciando a rilassarsi e continuando a scrutare la donna mentre infilava l'ago nel braccio della paziente.
"Oh beh... beata te."
Concluse Dean prima di svenire al suolo con un tonfo sordo.


Dean scese le scale dell'ingresso quasi di corsa fermandosi proprio dietro al divano sul quale Charlie e la sua ragazza Sarah si stavano baciando e non diedero il minimo cenno di avete intenzione di interrompersi.
"Charlie! Qual è il numero della pizzeria che fa le consegne a domicilio?"
"Mmh, mmh mh... mhhh... mhhh..."
"No, Charlie, non quella pizzeria lì! Vabbè, guarderò sull'elenco. Voi come la volete?"
"Mmhh, mmh."
"Mmmh, mh, mh."
"Eh, no, mi dispiace ragazze ma dovete decidervi! Non possiamo fare metà peperoni e metà pancetta!"

La porta di casa si aprì in quel preciso istante e le due ragazze si staccarono alla velocità della luce non appena riconobbero la voce di Castiel.
"Buonasera."
"Buonasera, signor Sheffield! Come si sente?"

Il miliardario lasciò il cappotto del guardaroba e andò incontro a Dean reggendosi la pancia con una smorfia in viso.
"Non troppo bene. Credo di aver mangiato qualcosa che non ho digerito."
"Dopo le porterò qualcosa da prendere, non si preoccupi."

Dean gli diede un colpetto sul braccio per rassicurarlo e tentò di condurlo fuori dalla sala per lasciare di nuovo sole le due ragazze.
"Sarah e Charlie stanno sempre sul divano?"
Ma non ebbe successo.
"Non si preoccupi. Sono rimasto qui tutta la sera!"
A quelle parole, dalla cima delle scale apparve Kevin già in pigiama che si mise a gridare.
"Dean! Torna su! La pubblicità è finit-!"
"KEVIN! FORSE HAI SOGNATO TORNA IN CAMERA!"

Gli strillò contro il biondo tentando di coprire le sue parole, inutilmente dato che Castiel gli lanciò uno sguardo fulminante.
"Sua figlia le ha detto che le cose vanno benissimo all'ospedale? Cinque giorni di seguito e mai un ritardo!"
Fortunatamente i voli pindarici e i cambi di argomento erano una specialità di Dean Winchester.
"Una signora aveva delle uova di insetto nell'orecchio e adesso si schiudono!!!"
Gridò Charlie alzandosi dal divano per accompagnare Sarah alla porta.
Nel sentire quella notizia disgustosa, Castiel gemette rumorosamente e scappò sù per le scale reggendosi la pancia e congedandosi alla velocità della luce.
Sarah e Charlie si salutarono con un bacio e non appena lei e Dean furono finalmente sole, la ragazza dai capelli rossi gli si avvicinò con gli occhioni da cucciolo.
"Dean... ho bisogno un grosso favore."
"Ecco, ci siamo."
Il biondo si lanciò verso il salotto a passo svelto e si butto sul divano pronto ad affrontare qualsiasi adolescenziale richiesta.
"Avanti, sentiamo."
"Io... non posso lavorare domani sera. Sarah mi ha invitato ad un concerto! E vorrei chiedere a qualcuno di cui mi fido pienamente di sostituirmi!"
"Ah, beh se è qualcuno di cui ti fidi pienamen- OOOH! NO!"

Con uno scatto degno di un atleta, Dean si rialzò dal divano scuotendo la testa con intensità.
"Ti prego, Dean! Sono otto settimane che stiamo insieme!"
"Oh! Davvero? Che sono? Le nozze di garza? Non se ne parla! Secondo te potrei passare mai per una giovane infermiera volontaria?!"
"Beh... il tuo viso ha dei tratti anche molto femminili."
"Non ti stai aiutando, ragazza."

La intimò il biondo andando verso lo specchio appeso alla parete della sala. Si passò le mani sulla faccia sentendo la barba sfatta grattare sulle dita e immaginandosi senza.
"Sarei una bellissima donna."
Esclamò con convinzione mentre Charlie lo raggiungeva.
"Ma io sono quello che deve insegnarti ad essere responsabile! Capito?"
"Oooh e su... non essere cattivo..."

La giovane gli afferrò le mani come se volesse ballare con lui.
"Lo sai che ti voglio tanto bene..."
"Tesoro... questo funziona solo con tuo padre."
Le rispose afferrandole il mento fra le dita, ma la ragazza continuò a fare gli occhi da scoiattolina triste, riuscendo perfino a renderli lucidi di lacrime.
"Ti prego..."
"Oh mio dio smettila! E va bene! Lo farò! Ma tuo padre non dovrà saperlo!"



"Mi deve un ENORME favore quella ragazzina."
Era stata una sera tranquilla all'ospedale: nessuna emergenza, nessuna crisi, nessun morto. L'unica pecca era che purtroppo per Dean era arrivato con dieci minuti di ritardo e la già scarsa riserva di divise maschili da infermiere era stata saccheggiata in un baleno, per questo gli era stato imposto di indossare l'unica rimasta disponibile: la divisa di Charlie.
Il problema non erano tanto la cuffietta rossa, il grembiule o le ciabatte piccole; il problema era la gonna.
Aveva dovuto indossarla sopra i jeans per adeguarsi al personale ospedaliero, come aveva detto la caposala con un bel ghigno sulla faccia.
Aveva ricevuto una decina di proposte indecenti da svariati pazienti e un altrettanto buon numero di pizzicotti sul sedere, quasi tutti della stessa signora che gli aveva regalato il primo, una settimana prima.
Quando la caposala arrivò, le infermiere e Dean stavano tutte sedute su alcune sedie in una saletta riservata a leggere nell'attesa di essere rimandate a casa; entrò con dei fascicoli in mano e iniziò subito a distribuirli.
"Ho bisogno di qualcuno che resti un'ora in più stasera. E' stato appena ricoverato un paziente d'urgenza e lo dobbiamo operare subito."
Nessuna delle ragazze si fece avanti, sapendo bene cosa voleva dire rimanere un'ora in più a correre avanti e indietro per i corridoi, per cui la caposala puntò immediatamente l'unico uomo e anche l'unico maggiorenne presente nella stanza.
"Lei non ha l'aria di qualcuno che ha il coprifuoco."
Esclamò tutta contenta facendo segno a Dean di alzarsi; lui obbedì senza protestare, sistemandosi la cuffietta in testa e la gonna sulle gambe, e la seguì nel corridoio.


Dean sbadigliò rumorosamente stando sdraiato su uno dei letti della stanza in cui gli era stato detto di aspettare più di mezz'ora prima. Poi, improvvisamente la porta si aprì e il biondo alzò la testa ritrovandosi a guardare l'ultima cosa che sperava di vedere: Crowley.
Si alzò di scatto afferrando la tenda che divideva in due la stanza e, tirandola con forza, si nascose agli occhi del medico che stava spingendo dentro la barella ma soprattutto agli occhi dell'uomo che ci stava steso sopra: Castiel.
"Non si preoccupi,signor Sheffield, è solo appendicite! E' un 'operazione di routine."
Spinse la barella fino a posizionarla in un angolo della stanza poi sistemò la flebo e la aprì.
"Ora si rilassi e faccia sogni d'oro."
In qualche secondo, Castiel era già quasi completamente intontito dall'anestesia così il medico si rivolse a Crowley.
"Lei è il compagno?"
"Si!"

Rispose immediatamente l'uomo prima di buttarsi sul corpo steso di Castiel per stampargli un bacio in bocca e poi uscire dalla porta accompagnato dal dottore.
Dopo aver atteso qualche secondo da che aveva sentito la porta chiudersi, Dean uscì da dietro la tenda senza fare il minimo rumore ma, non appena la sua mano si allungò per prendere abbassare la maniglia e uscire, la porta si spalancò di nuovo e il medico rientrò di corsa facendolo sobbalzare all'indietro.
"Senta, mi aiuti, prepariamo l'intervento."
"Ok, d'accordo, vado a chiamare qualcuno!"
"Lei non è un... infermiere?"

Domandò il medico scrutando il suo abbigliamento, prima che Dean potesse scappare.
"Emh... si?"
"E allora prepari il paziente!"

Sentendosi gridare addosso, il biondo si avvicinò al letto mettendosi una mano davanti alla faccia e proprio in quel momento, Castiel riaprì gli occhi incontrando i suoi.
"Dean...? Oh, com'è bello..."
Disse con voce assonnata e rintontita mentre Dean tentava in tutti i modi di nascondersi.
"Si, si, grazie, ora dorma, eh. Dorma!"
Diede un paio di colpetti alla flebo con le dita, scuotendola leggermente e, a quanto parve, bastò per far svenire del tutto il miliardario.
Un secondo dopo, il dottore si presentò al suo fianco con in mano un rasoio e glielo porse.
"Lo rasi."
Perplesso, Dean non fece domande, anche perchè il medico era già tornato a dargli le spalle. Prese dal tavolino accanto al letto un barattolino di schiuma e se ne mise un po' sulla mano.
"E' lei il dottore."
Si mise a spalmare la schiuma sulla guancia e sul mento di Castiel ma immediatamente il medico si voltò e riprese a gridare.
"Che cosa sta facendo?!"
"Io non ne ho idea!"
"Deve raderlo per l'operazione, accidenti!"
"Ma insomma dove devo rader- OOOH!"

Appena realizzò cosa il medico gli stava chiedendo, Dean andò nel panico.
"Va bene, le chiamo una ragazza che sa fare la cerett-"
"ADESSO!"

Il dottore lo prese per un braccio e non lo lasciò scappare, piantandolo davanti la corpo addormentato di Castiel e tornando a sistemare il resto.
Dean reggeva ancora in mano il rasoio e si guardava intorno come un cagnolino smarrito fino a quando i suoi occhi non caddero sulla zona che gli era stato chiesto di radere.
"Ma perchè a me..."
Scostò la coperta con due dita e sollevò delicatamente verso l'alto la camicia da ospedale. Afferrò con l'altra mano la bottiglietta di schiuma e, senza nemmeno guardare dove la stava mettendo, ne sparò una generosa quantità sotto l'indumento.
Buttò il barattolino da parte e prendendo un profondo respiro, strinse gli occhi e infilo la mano sotto la camicia per iniziare a radere.
In quel medesimo momento la porta si spalancò e Sam con in mano un vaso di fiori apparve sulla soglia.
Dean riaprì gli occhi ma rimase paralizzato col resto del corpo, la bocca aperta e le mani infilate nella zona più intima di Castiel, tentando in ogni modo possibile di evitare di incrociare lo sguardo del maggiordomo
Da prima sconvolto, Sam rimase a occhi sbarrati di fronte a quella scena, ma poi, la sua adolescenza perduta prese il sopravvento e una smorfia distorse la sua bocca nel tentare di trattenere una grassa risata.
"Qualcuno avrà un aumento!"


Dean era in cucina a prepararsi una coppa di gelato quando Castiel entrò dalla porta ancora un po' zoppicante per la convalescenza e andò a sistemarsi di fianco a lui.
"Buonasera, Signor Sheffield, vedo che si sente meglio!"
"Oh, sì, decisamente! Mi sono anche ricordato di uno stranissimo sogno che ho fatto mentre mi stava facendo effetto l'anestesia."
Il cucchiaio di gelato scappo' dalla mano di Dean e la pallina di gelato sopra di esso fece un volo per tutta la cucina, schiantandosi a terra.
"Oh! Sul serio...?"
Ma Castiel non sembrò davi molta importanza e continuò a parlare.
"Già! Ero sposato con Crowley e lei era il mio infermiere!"
"Ooh guardi... ehm, l'anestesia fa questi scherzi a volte! Ah-ah!"

Dean si voltò in preda al panico, per distogliere lo sguardo da Castiel, e afferrò dal mobile la panna spray da mettere sul gelato.
"Si, suppongo abbia ragione. La mente fa strani scherzi!"
Ma non appena il miliardario pronunciò quelle parole, il biondo si rilassò. L'aveva scampata bella.
"Beh, buonanotte, allora."
"Buonanotte, signor Sheffield!"

Esclamò felice agitando la bomboletta della panna e spruzzandosene poi una generosa montagna sul gelato. Ma quel gesto fece paralizzare Castiel, che sgranò gli occhi incredulo mentre Dean si rendeva conto da solo di aver appena schiarito perfettamente le idee e la memoria del miliardario.
Un'espressione di panico, imbarazzo e tremendo disagio si manifestò sul volto di entrambi appena prima che Dean scattasse di corsa fuggendo verso l'uscita più vicina.
"DEAN!!!!!!!!"

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Capitolo numero 2!! Ringrazio ancora tutti per i bei commenti che mi avete lasciato e ne approfitto per dire che se avete richieste per un qualche episodio de La Tata che vorreste vedere riadattato alla Supernatural, scrivetemelo pure!!!
Nuove foto di Tata!Dean QUI
Un bacio e alla prossima!
-Nana


 
  
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