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Autore: DontLetHimGo A03    07/09/2014    1 recensioni
Harry fa un viaggio di una settimana a Parigi per costruirsi un buon portfolio per il suo imminente colloquio per un apprendistato. Quello che non si aspetta è di incontrare Louis, che è bello come la Torre Eiffel (se non di più.)
Anche nota come la storia in cui Harry non sa parlare francese, ma cerca comunque di impressionare il ragazzo carino francese, provandoci.
Storia prettamente Larry.
Traduzione della storia "My heart is in the city of love" di DontLetHimGo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Ciao! Quindi questa è un'altra mia fan-fiction per colmare il vuoto prima del mio Big-Bang. AHH!
Ho visto questa idea su Tumlbr, l'altra sera, e grazie all'incredibile entusiasmo di certe persone ho pensato di provarci! Non è proprio la stessa cosa del post (questo) - ne ha solo preso ispirazione.
Ho scritto questa storia in un giorno, quindi mi scuso se sembra un pò affrettata, e se ci sono alcuni errori. In più, io non parlo francese, quindi mi sono appoggiata molto ad Internet. Se qualcosa è completamente sbagliato, per favore, fatemi sapere! :) (Il Glossario è alla fine della storia)!
Il titolo viene dalla canzone "Raining in Paris" dei The Maine.
Disclaimer: Gli One Direction non sono di mia proprietà, e tutti gli elementi di questa storia sono inventati.
Questa è una storia che ho scritto da sola, e non vorrei che fosse pubblicata da altre parti. Anche se mi date i crediti, preferirei molto se rimanesse su A03 e sul mio tumblr. Grazie mille! (Ndt: Giuro che ho il permesso dell'autrice, GIURO. Se guardate i commenti sotto la storia vedrete che mi ha dato il permesso per tradurla. Sono Ivy Rose13 (Qui) )

Note della Traduttrice: Sarò breve. Per me è stato un piacere tradurre questa storia, e sono la prima ad amarla. Sarei molto felice se avessi dei vostri pareri sul lavoro completo in quanto questa è la mia prima traduzione. Spero di non aver fatto pasticci. Non linkerò il mio profilo Efp personale in quanto non reputo importante ai fini della storia che lo sappiate. Voglio inoltre ringraziare vivamente una mia cara amica per avermi aiutato nella stesura di questa traduzione, facendomi quasi da beta. Non posso linkarvi il suo profilo Efp in quanto non ne ha uno. Almeno non per ora (se coglie la frecciatina mi uccide, ma vabbè, sarebbe anche l'ora, lol).
Per leggere la storia in lingua originale andate qui.
Grazie dell'attenzione, spero di sentirvi in tanti.
S. <3

 









My heart is in the city of love.
 

Bonjour”.

 

La ragazza dietro al bancone sorride gentilmente e ricambia il saluto. “Qu'est-ce que je vous sers?
Harry guarda nervosamente in lungo e in largo lo scompartimento di vetro, anche se sa già benissimo cosa ordinerà. “Ehm”, esita, rimpiangendo di non aver guardato il suo frasario un'ultima volta prima che fosse il suo turno, “Je voudrais...croque-monsieur, s'il vous plaît?
La sua richiesta fa spuntare un sorriso sul viso della cameriera, e lei dice qualcosa che Harry pensa voglia dire qualcosa come “Vai a sederti, te lo porto direttamente là io.” (Che è comunque un'ipotesi, ma lei ha fatto un cenno verso il tavolo, quindi ha senso, giusto?)
Harry sceglie un tavolo vicino alla finestra e sistema le sue borse sulla sedia accanto a lui mentre sfoglia il suo frasario per cercare di trovare qualcosa di carino da poter dire alla cameriera quando gli porterà il cibo.
E' uno sforzo vano, quindi se ne esce colo con un “Merci.”
E' circa a metà del suo panino quando sente una voce incredibilmente dolce e con un accento magnifico, sopra il generalmente tranquillo rumore del caffè, e quando si gira per cercarne la fonte, vede un ragazzo in piedi davanti al bancone che indossa una t-shirt a righe e degli accesi jeans rossi, con i capelli castani che gli spuntano dal retro di un beanie di colore blu marinaio. Perfino dal dietro sembra semplicemente adorabile.
Sta parlando in un francese scorrevole, e Harry guarda la cameriera ridacchiare e dire qualcosa a sua volta che fa ridere il ragazzo e Dio.. Harry è sicuro di non aver mai sentito niente di così magnifico uscire dalla bocca di qualcuno.
Dopo aver deciso che guardarlo ancora più a lungo sarebbe potuto risultare inquietante, Harry comincia a leggere il suo frasario ancora una volta, guardando sopra di esso solo una volta, mentre il ragazzo prende un sacchetto di carta dal bancone e saluta allegramente.

 

Merci, Madame. Au revoir!” 
 

La fortuna sembra essere dalla parte di Harry oggi, perché il ragazzo si gira verso di lui, invece che verso l'uscita, così giusto per una frazione di secondo, Harry nota i suoi lineamenti dolci, la frangia liscia, e gli occhiali dalla montatura nera.
Potrebbe davvero essersi innamorato.

 

 

~*~

 

 

Quando l'insegnante di fotografia di Harry gli aveva suggerito di prendersi un po' di tempo per andare all'estero per costruirsi un portfolio, lui non aveva subito pensato alla Francia. In realtà, era fermamente convinto di non volere andare all'estero e stare col suo amico Liam a Londra per fare giusto qualche scatto tipico del Big Ben e del London Eye.
“Non otterrai niente ad andare a Londra, Harry. Tutto questo presupporrebbe che tu mostri le tue capacità come fotografo – non come turista” - aveva detto la signora Sharp, appoggiandosi alla sua sedia e battendo un colpo completamente senza ritmo sulla sua pancia. “Hai considerato di andare a Parigi?”
“Ehm, no”, aveva replicato Harry, presupponendo che Parigi sarebbe stata considerata anche quella come una destinazione turistica. “Un viaggio in Francia sarebbe un po' troppo costoso per me.”
E tuttavia, eccolo lì – grazie alla signora Sharp e alla famiglia di lei, che aveva deciso di fare un viaggio improvvisato in Francia nelle vacanze di metà semestre, a Febbraio, e che aveva offerto ad Harry di unirsi a loro nella loro vacanza al di là della Manica. Questo voleva dire che il ragazzo doveva soltanto arrangiarsi nel trovare una sistemazione e i soldi necessari a partire – che fra l'aiuto dei suoi genitori, e qualche turno extra al panificio, era riuscito a trovare.
Harry è davvero molto grato alla signora Sharp, ma non ha davvero voglia di imbattersi in lei in una delle sue passeggiate attraverso Parigi per paura che magari voglia impartirgli una lezione di fotografia indesiderata. Fino ad ora ha evitato con successo ogni membro della famiglia Sharp visto che le loro strade si erano divise all'inizio della settimana, ma è solo questione di tempo prima che appaiano di nuovo.
Mesdames et Messieurs, bonjour.”
Harry viene strappato dai suoi pensieri grazie al suono di una voce in qualche modo familiare che riecheggia da un microfono metallico. Alzando lo sguardo dalla sua macchina fotografica, vede il ragazzo del caffè dalla parte opposta rispetto a lui, mentre saluta i passanti e un ragazzo biondo accanto a lui accorda la sua chitarra.
Je m’appelle Louis, et-
Harry aveva studiato abbastanza francese a scuola da capire che Louis è il nome del ragazzo, e non può fare a meno di pensare a quanto bene gli si addica – specialmente in quel suo dolce accento francese.
Un, deux, trois, quatre.
Quando Louis comincia a cantare, è come se il mondo di Harry si fermasse intorno a lui. La voce di Louis è come caramello; caramello che ti si scioglie in bocca e ti lascia con la sensazione di desiderarne di più. Il suo accento si sente solo leggermente quando canta, ma è come se la sua voce fosse un accento di per sé. E' così dolce e delicata, e Louis ha certamente passione per quello che fa, e si può vedere dal modo in cui poggia la sua mano sulla pancia e canticchia piano dentro al microfono. Harry non è neanche sicuro su quale sia la canzone che stanno cantando quei due ragazzi, ma sa soltanto che è fantastica.
La mente di Harry torna a lavorare quando il telefono comincia a suonargli da dentro la tasca. E' il promemoria che ha impostato affinché gli ricordasse di cominciare ad andare dalla Senna verso Notre Dame, così lo spegne, mette tutti i suoi diversi oggetti nella borsa, si posa la macchina fotografica intorno al collo, e si assicura di far cadere qualche euro nella custodia della chitarra di Niall. 

 

 

~*~

 

 

Si sta avvicinando la fine della settimana quando Harry decide che ha probabilmente scattato abbastanza foto da riempire l'abbastanza dignitosa parte del suo portfolio che aveva intitolato “Around Paris Because” (Morrissey poteva come non poteva essere stato una parte fondamentale della colonna sonora di questo viaggio).
Harry aveva avuto un incontro, in un certo qual modo imbarazzante, con la signora Sharp, a causa del suo “pasto celebrativo”, la sera prima, e lei lo aveva invitato ad unirsi alla sua famiglia così non avrebbe dovuto mangiare tutto solo. Per gentilezza aveva accettato, ed era dovuto star seduto lì per tutta la durata della cena che sembrava più il colloquio per l'apprendistato stesso che un normale pasto. (Bé, lui sperava che il colloquio non sarebbe stato così intimidatorio.)
Questa mattina, Harry si è svegliato sentendosi piacevolmente rinvigorito e sollevato per il fatto di avere ancora quattro giorni della settimana per fare quello che vuole davvero fare senza doversi trascinare dietro la sua pesante macchina fotografica e sedersi in posti a caso aspettando la luce giusta.
Dopo essersi messo il giacchetto ed essersi allacciato gli stivali, circa alla dieci del mattino, Harry lascia l'ostello. Prende una tazza di caffè al volo da un piccolo bar proprio fuori dal posto in cui alloggia e comincia a dirigersi verso il più vicino quartiere dove poter fare shopping – giusto per dare un'occhiata, visto che ha già speso quasi tutti i suoi soldi ed ha già comprato souvenirs per tutti. E' nelle vicinanze del quartiere quando vede di nuovo Louis e Niall, questa volta mentre stanno cantando... quella canzone è per caso dei Kings of Leon?


...undercover on the street.
I hope it’s gonna make you notice.”

 

Harry poteva anche essere un grande fan di Caleb Followill, ma sentire la voce di Louis cantare una canzone che normalmente è in un tono grave è una contraddizione adorabile che non avrebbe mai pensato di voler ascoltare. Sperando di poter avere il tempo di ascoltarlo anche solo per un momento di più ma sapendo di dover fare molte altre cose, Harry continua a camminare, e passando davanti a quei due ragazzi, lascia altre poche monete nella custodia della chitarra.

 

 

Harry non può fare a meno di chiedersi perché continui a vedere a vedere sempre le stesse persone in una città grande come Parigi. Questo pensiero gli giunge quando si ritrova di nuovo a pranzare vicino alla Senna e scorge Louis che passeggia, e contemporaneamente parla in un francese veloce al cellulare. Dopo aver deciso che è sicuramente tutta una coincidenza, Harry torna a prestare attenzione al suo panino e ne prende un altro morso.

Je ne sais que penser de tout cela.” 
 

Harry rimane di sasso e si impietrisce quando si rende conto che Louis si è seduto davvero accanto a lui sulla panchina, e sembrava incredibilmente stressato, dal suo tono di voce.
Facendo del suo meglio per mostrare indifferenza, Harry incarta il suo panino e lo infila nella borsa che tiene in spalla.
D’accord. À bientôt.” Louis si lascia sfuggire un profondo sospiro, e appoggia i gomiti sulle ginocchia. “Merde.”
Harry si ricorda che in passato si riteneva tremendamente figo per sapere come imprecare in francese, quindi perlomeno sapeva cosa significava la parola “merde”.
Non essendo molto sicuro su cosa fare – certo, chiaramente Louis non è molto felice, ma in fin dei conti non è altro che un estraneo per lui – Harry si alza e si mette la borsa in spalla.
Au revoir, mignon,” dice Louis e Harry si ferma e ritorna su suoi passi, e girando la testa sopra la spalla vede il ragazzo che gli sorride, nonostante il suo cattivo umore.
“Ehm,” Harry non riesce a pensare a delle parole concrete da poter dire, ma fortunatamente riesce a dire qualcosa come “au revoir,” anche se sembra più uno squittio che una parola, e poi corre via, di nuovo.
Appena ha girato l'angolo, fuori dalla vista di Louis, Harry tira il suo frasario fuori dalla borsa, e passa alla parte di questo che è segnata come “dizionario”. Facendo scorrere il suo dito sulle parole che cominciano per “M”, non riesce a trovare neanche per sbaglio il significato inglese della parola “mignon”. (Non può fare a meno di pensare a “champignon”, ma gli piacerebbe davvero molto pensare che Louis non lo abbia chiamato come un fungo.)



 

~*~

 

 

 

Harry ritorna all'ostello quando sono circa le sei di sera, già preparato a mangiare qualche cibo da bar grasso e unto e poi ad andare a letto poco dopo. Mentre aspetta il suo hamburger, si connette alla rete WiFi e manda qualche messaggio alla sua famiglia e ai suoi amici, nei quali dice di stare bene e che non vede l'ora di rivederli domenica.
 

 

Gemma: Quindiiiiii, hai già incontrato qualche ragazzo francese carino? ;)
Harry: Sono qui per lavorare, Gem, non per flirtare.
Gemma: “Lavorare”, va bene, ok. Come si chiama?

 

Questo fa tornare alla mente a Harry l'accaduto di poco prima, quindi evita la domanda di Gemma e la saluta, prima di Googlare alcune diverse ipotesi di come, secondo lui, si scrive la parola “mignon.”
Non aveva mai sentito quella parola prima di allora, quindi gli ci vuole un po' di tempo prima di trovare una pagina di About intitolata “Termini francesi per indicare tenerezza – Termini di affetto.”
Harry deglutisce e comincia a scorrere la lista, stando bene attento a scorgere la parola che sta cercando, fino a che.. dolcezza.
Louis lo ha chiamato doclezza.


Merde.

 

 

~*~

 

 

Quando Harry vede di nuovo Louis è sabato – la sua ultima giornata intera a Parigi. Aveva passato tutto il giorno di venerdì a girare per numerosi musei e gallerie d'arte, con l'intento di assorbire un po' della cultura persiana. In realtà era stato più molto più interessante di quello che si era aspettato inizialmente, ma nel momento in cui era tornato all'ostello, si era cominciato a sentire esausto, e si era addormentato alle otto di sera.

Harry pensa alle numerose ricerche che aveva fatto su Google qualche sera prima. (“Frasi per “abbordare” in francese, “Come flirtare in francese), ma poi realizza che non si ricorda assolutamente niente. Si ferma sui suoi passi e si sposta dall'ondata di imminenti pedoni, appoggiandosi al muro fuori da un negozio e apre un'applicazione che funziona da traduttore che ha installato sul suo telefono. Digitando sulla tastiera del traduttore quello che spera sia efficace ad almeno far ridere Louis, legge la traduzione numerose volte prima di farsi strada.
Louis alza gli occhi, quando vede Harry arrivare. “Rebonjour. Ça va?
Perlomeno, Harry capisce. “Uh, ça va bien, merci. Et toi?
Eh, comme ci comme ça. En quoi puis-je vous aider?” Il sorriso di Louis è incredibilmente educato e non sembra per niente nervoso per la presenza di Harry, così Harry prende un profondo respiro, si schiarisce la gola e arriva dritto al punto.
Où avez-vous obtenu votre cavalier? Il est presque aussi jolie que vos yeux.
L'espressione di Louis cambia tre volte dopo che le parole di Harry hanno lasciato la sua bocca. Prima, i suoi occhi si spalancano. Poi la sua bocca si apre come se fosse sul punto di parlare, prima di chiudersi di nuovo. Alla fine, scoppia a ridere.
“Il tuo accento è molto carino.” dice poi, in un inglese perfetto, l'accento francese appena percepibile. “Come ti chiami?”
Harry, preso molto alla sprovvista dall'inglese di Louis, si gratta nervosamente la nuca. “Sono Harry. Scusa per.. quello. Dio. Ti lascio tornare a fare quello che stavi facendo.”
Non fa in tempo a girare i tacchi e andarsene, mentre un piano di fuga sta cominciando a formarsi nella sua testa, che una piccola mano gli prende la manica della giacca e una voce gentile dice: “Per favore, non andare 'Arry”. Harry si gira e si ritrova faccia a faccia con il sorriso di Louis ancora una volta.
“Sto aspettando un mio amico, in questo momento,” spiega Louis, “Ma dopo possiamo andare a prendere un caffè, se ti va?”
“Ehm, sarebbe fantastico, sì.” Harry gli sorride a sua volta, facendosi passare una mano fra i capelli.
“Ti aspetto al caffè dove eri seduto l'altro giorno, allora. Quello in cui continuavi a fissarmi.”
Harry arrossisce e si guarda i piedi, in imbarazzo. Deve davvero imparare ad essere discreto.
“Ehi”, Louis mette le dita sotto al mento di Harry e alza gli occhi all'altezza di quelli di lui, “Non mi ha dato fastidio. Ne sono stato abbastanza lusingato, in realtà. Vorrei soltanto aver indossato questo maglione allora, così mi avresti parlato.”
Lo avrebbe voluto anche Harry.

 

 

~*~


 

Louis arriva al caffè un po' più tardi di Harry – sebbene Harry fosse arrivato un po' in anticipo a causa dell'eccitazione – e Niall si trascina dietro di lui, mandando delle occhiataccia ad Harry, come se avesse già fatto qualcosa di sbagliato.
“Ehm, Niall,” comincia Louis gentilmente, “questo è 'Arry. 'Arry questo è Niall, un mio buon amico.”
“Piacere di conoscerti,” dice Harry, alzandosi per stringere la mano di Niall. “Sei fantastico a suonare la chitarra, comunque!”
Le sopracciglia di Niall si alzano un po' mentre stringe la mano di Harry, e si gira verso Louis. “E' il ragazzo della mancia?” chiede, in un accento irlandese molto accentuato.
Louis arrossisce e annuisce. “Ora ha la tua approvazione?”
Niall si gira verso Harry e sogghigna apertamente. “Benvenuto a Parigi, Harry. Da che parte dell'Inghilterra vieni?”
Nel momento in cui Harry e Niall cominciano a intraprendere una bella conversazione sulle diverse parti della Gran Bretagna, poi sulle squadre di calcio, e più o meno su tutto ciò che Louis non conosce e su cui non sa assolutamente niente, Louis comincia chiaramente ad annoiarsi abbastanza velocemente.
“Posso parlare io con 'Arry ora?” chiede in tono pungente.
Niall guarda alternativamente lui ed Harry prima di alzarsi. “Sì, scusa. Ci vediamo dopo Lou. Ciao Harry.”
“Scusalo,” borbotta Louis quando Niall esce dal caffè. “Adora incontrare persone che vengono da un posto vicino a casa sua.”
Harry sorride. “Va tutto bene. Posso offrirti da bere?”
“Una tazza di tè, per favore,” richiede Louis, sorridendo quando Harry lascia il tavolo e si avvicina al bancone per ordinare le loro bevande.

 

 

~*~

 

 

“Oh, te lo volevo chiedere,” dice Harry, quando entrambi sono più o meno a metà del loro secondo giro di bevande. “Il ragazzo della mancia?”
Louis geme. “Avevo davvero pensato che Niall non dicesse niente,” dice, lamentandosi. “E' un nome che ti avevo affibbiato dopo che ci hai lasciato dei soldi per la second volta. Ho pensato che fosse molto dolce, e tu sei carino, così.. Il ragazzo della mancia.”
Harry ridacchia. “ Non sono come facciano le persone a non lasciarvi dei soldi. Siete davvero bravi.”
Le orecchie di Louis si colorano di una leggera sfumatura rosata. “Grazie, 'Arry.”
Si espande un silenzio che non è per niente imbarazzante mentre entrambi bevono un altro sorso delle loro bevande, ridendosi a vicenda sopra le loro tazze.
“Louis,” dice Harry per rompere il silenzio, stendendo il braccio sul tavolo, verso la mano di Louis, delicatamente, dandogli l'opportunità di ritirarsi se avesse voluto, “stasera è la mia ultima sera in Francia, così – perché non avrò un'altra possibilità – mi chiedevo se posso portarti fuori per cena.”
“Mi stai chiedendo di uscire, Monsieur 'Arry?” Chiede Louis, mettendo la sua mano libera sopra quella di Harry.
“Lo sto facendo, Monsiur Louis.” -
“Sei sempre molto carino quando parli in francese.”
Harry si impone mentalmente di imparare più francese.

 

 

~*~

 

 

“Hai parlato con Niall, 'Arry?” Chiede Louis mentre sono condotti alle loro postazioni nel ristorante italiano in cui Harry ha portato Louis.
“Non da prima. Perché?”
Louis sorride e ringrazia il maître dopo che quello ha poggiato i menu sul tavolo e li ha lasciati a decidere cosa volessero da bere. “Questo è il mio ristorante preferito,” Louis spiega a Harry, ridendo come un bambino quando Harry gli tira indietro la sedia.
“Ah, beh, che meravigliosa coincidenza!”
“Lo è davvero.”
Entrambi ordinano pollo italiano ripieno, e quello arriva ricoperto di prosciutto di Parma, con la mozzarella sciolta che comincia a colare da un lato appena ci infilano dentro le posate. Chiacchierano a loro agio per tutta la durata del pasto – incluso il dolce, dove entrambi ordinano una panna cotta – nonostante avessero già parlato per tre ore al caffè, prima.
Ora Harry rimpiange veramente di non aver approcciato Louis tutti quei giorni prima, perché è sicuro che un ragazzo meraviglioso come Louis sarebbe stato il compagno perfetto per quei momenti del viaggio in cui si era sentito un po' solo. In verità, Harry riusciva ad immaginarsi seduto a guardare Niall e Louis mentre suonavano la loro musica per strada, e poi passare il resto della giornata con loro – se loro lo avessero voluto, certo – e poi uscire la sera e divertirsi veramente, piuttosto che andare semplicemente a letto.
Ha veramente perso un'opportunità, in quel caso.
“Hai la tua macchina fotografica con te, 'Arry?” Chiede Louis, appena escono nell'aria fredda della sera.
“Ehm no; non ce l'ho.”
“Dove stai di sistemazione?”
Harry vuole davvero chiedere a Louis a cosa servono tutte quelle domande, ma gli piacciono anche le sorprese, così lui e Louis prendono la strada corta, che impiega solo dieci minuti per tornare all'ostello, dove Harry si affretta al piano di sopra per prendere la sua macchina fotografica e ritrova Louis nell'atrio.
“Dove stai andando?”
Louis si batte al lato del naso. “Non te lo dico!” Poi prende la mano di Harry coperta da un guanto e comincia a trasportarlo sulla strada, ad un passo inadeguatamente veloce che lascia Harry a ridere senza fiato.
“Gesù Santo, Lou; rallenta!”
Louis si ferma sui suoi passi e si gira verso Harry, staccando il contatto fra le loro mani, e levandosi prima il suo guanto, e poi facendo lo stesso con quello di Harry.
“Molto meglio,” borbotta, alzandosi sulle punte per stampare un bacio all'angolo della bocca di Harry, mentre lascia che le loro dita si intreccino.
Mentre Harry arrossisce fino alla punta dei capelli, cominciano a camminare di nuovo, stavolta con Louis accoccolato stretto al petto di Harry.

 

 

 

“E' ancora più bella di notte,” dice Louis, guardando in alto, verso la Torre Eiffel, con occhi spalancati e brillanti. “E' il mio posto preferito da venire a vistare; non me ne stanco mai.”
Harry pensa che potrebbe non aver ancora guardato la torre, perché Louis è proprio accanto a lui, ed è molto più bello – se questo può essere possibile – circondato dalle luci.
“'Arry c'è una torre bellissima proprio davanti a te. Perché stai guardando me?”
“Perché c'è di meglio da guardare.”
Louis alza gli occhi al cielo. “Stai passando ad un livello ancora più alto di charme, Monsieur,” dice, ancora guardando la torre. “Non vuoi fare una foto?”
“A te, o alla torre?”
Louis sospira in modo esagerato, e poi ferma un passante. “Excusez-moi? Est-ce que vous prendriez notre photo, s'il vous plaît?”
Harry in qualche modo è come trafitto dalle parole che escono dalla bocca di Louis – potrebbe avere finalmente realizzato quanto è affascinante Louis quando parla francese – quindi quando Louis gli circonda la vita con il braccio, salta un pochino, ma presto si rilassa contro l'altro ragazzo, stringendolo forte.
La ragazza che Louis ha fermato ha fatto un ottimo lavoro con la foto, e quando Harry la guarda, in un secondo momento, decide che probabilmente è la sua preferita dell'intero viaggio.

 

 

“Grazie mille per stasera,” dice Louis quando entrambi si sono fermati fuori dall'ostello di Harry. “Mi sono divertito tanto. Molto più di quanto avessi fatto in molto tempo.”
“Ne sono davvero felice,” risponde Harry. “E' stato davvero adorabile avere la possibilità di conoscerti.”
Tutti e due sanno che questa è la fine; che Harry tornerà in Inghilterra, e che Louis sarà sempre qui a Parigi. Tutti e due sanno che non si vedranno più, e sebbene i loro cuori siano riscaldati da una serata così divertente, sono anche freddi, perché hanno avuto solo questo giorno da passare insieme. Forse il destino voleva davvero dire loro qualcosa, ogni volta che si rincontravano. Tutti e due stanno fermi a guardarsi per quelle che sembrano ore, fino a che Louis si allunga per coprire il viso di Harry con i palmi della sua mano. “'Arry?”
“Sì?” dice Harry tutto d'un fiato, il suo viso che formicola sotto il tocco di Louis.
“Mi baceresti?”
Harry sente il suo stomaco contorcersi un po' mentre annuisce lentamente e si allunga in avanti, mentre Louis si solleva sulle punte, ed entrambi si incontrano nel mezzo. Quando le loro labbra si toccano, Harry non riesce a smettere di tirarsi Louis più vicino, aggrovigliando le sue dita fra i capelli di Louis, così soffici da sembrare piume, e avvolgendo un braccio stretto intorno alla vita del ragazzo più basso. La loro differenza di corporatura non è poi così tanta, ma Louis è morbido e delicato fra le braccia di Harry, e sebbene si siano incontrati propriamente solo quella mattina, Harry sente già un insano bisogno di proteggere quel ragazzo da qualsiasi cosa.
Harry vuole che Louis sia suo.
E' Louis che gentilmente batte la propria lingua contro le labbra di Harry, persuadendolo ad aprirle e passando la lingua nella sua bocca, lentamente, rendendo Harry disperato, perché ne vuole di più, ma sa che non ne avrà.
Harry non è nemmeno sicuro di quanto tempo sia passato quando Louis si stacca con un suono dolce e umido, sorridendo mestamente. “Questo è un addio, quindi?”
Harry scuote la testa, caparbiamente. “Non deve per forza esserlo. Possiamo mandarci e-mail e cose simili, se vuoi?”
Il mezzo sorriso di Louis si trasforma in uno vero a quelle parole. “Mi piacerebbe molto.”
Quindi i due ragazzi prendono strade diverse, con ognuno l'indirizzo dell'altro nella tasca, il sapore dell'altro sulle labbra e una promessa nel loro cuore.

 

 

~*~

 

 

“Zayn,” piagnucola Harry, “Zaaaaaaaaayn.”
“Che c'è ora?” Chiede Zayn stancamente, senza staccare gli occhi dal suo foglio, sul quale sta cercando di risolvere un'equazione algebrica.
“Fai in modo che oggi passi più velocemente, per favore.”
Zayn sospira e alla fine posa la sua penna. “Senti, H, so che sei eccitato – ma piagnucolare non farà passare questa giornata più velocemente.”
“Dio, sembri mia mamma.”
Zayn alza gli occhi al cielo prima di continuare a lavorare, e Harry decide che il modo per far passare il tempo più velocemente è quello di distrarsi. (E se le due opzioni che ha per distrarsi sono o lavorare, o pensare a cosa succederà dopo, e lui sceglie l'ultima opzione, beh, fategliene una colpa.)

 

~*~

 

“Harry, possiamo andare?”
“Solo un minuto!”
Harry si passa una mano fra i capelli un'ultima volta prima di decidere che vanno bene e poi si precipita fuori dalla stanza e giù dalle scale.
“Attenzione, tigre,” dice Gemma quando il ragazzo arriva in fondo alle scale. “Qualcuno potrebbe pensare che sei eccitato riguardo a qualcosa.”
Harry si limita a scrollare le spalle e a mettersi le scarpe, letteralmente saltando su e giù sui tacchi di quest'ultime mentre aspetta alla porta i suoi genitori. Sembra che ci mettano una vita, ed Harry è sicuro che il tempo non sia mai passato tanto lentamente come quel giorno. (E' anche sicuro di non essere mai stato un cliché fino a quel giorno, ma vabbé.)
“Okay, okay,” dice Anne, ridendo sotto i baffi mentre Harry la aiuta a mettersi il cappotto. “Stiamo andando, stiamo andando.”
Harry salta giù dalle scale e si slancia verso i posti posteriori della macchina, seguito strettamente da Gemma, che si siede normalmente accanto a lui ed alza gli occhi al cielo.
“Dio, sembri un cucciolo bisognoso d'affetto.”

 

 

Quando arrivano a destinazione, Anne si gira sul sedile e guarda Harry in modo serio. “Io e Robin dovremmo stare in macchina, tesoro? Così lui non si sente travolto?”
Harry scuote la testa. “Ho quattro cartelli, e noi siamo in quattro. Lavoro di squadra, gente!” Quindi salta giù dalla macchina quasi velocemente come quando è entrato, e cammina deciso attraverso il parcheggio prima di tutti gli altri.

 

 

“E' appena uscito dal reclamo bagagli,” spiega Harry, facendo scivolare di nuovo il suo telefono in tasca. “Dovrebbe essere qui da un momento all'altro.”
Tutti e quattro, allora, alzano il loro cartello, decorati artisticamente da Harry un giorno che era seduto con Zayn nella classe di arte, all'ora di pranzo. C'era scritto, “Benvenuto in Inghilterra, Louis!” in un carattere acceso e coperto di glitter. Harry pensa che siano piuttosto belli.
“Harry, lo vedo!”
“Oh sì; di là!”
Harry riesce a malapena a sentire cosa stanno dicendo sua madre e sua sorella; riesce a malapena a vedere qualsiasi cosa che non sia il raggio di luce che è Louis, mentre si immette nel suo campo visivo.
Sembra sempre perfetto.
Senza nemmeno dover starci a pensare, Harry sta facendo cadere il suo cartello, e sta correndo verso di lui, e al suono di piedi che corrono con fretta, Louis alza lo sguardo, lo vede, e comincia a correre anche lui.

 

Comme tu m'as manqué!” esclama Louis contro il collo di Harry, le sue labbra che sfiorano la pelle dell'altro ragazzo.
Harry si tira indietro e con il pollice accarezza la pelle sotto gli occhi di Louis per liberarla dalle sue lacrime di felicità. “Mi sei mancato anche tu, Lou.”
Poi si incontrano al centro, le loro labbra che si sfiorano dolcemente come avevano fatto tutti quei mesi prima a Parigi.
Dopo numerose e-mail, chiamate attraverso Skype (una serie di chiamate “hot” via Skype), e “Mi sei mancato”, quei due sono finalmente riuniti.

 

La casa di Harry sarà sempre in Inghilterra, proprio come quella di Louis sarà sempre in Francia.
Ma allo stesso modo, anche Louis sarà sempre la casa di Harry.






Glossario:
Qu'est-ce que je vous sers?  - Cosa vi posso servire?
Je voudrais...croque-monsieur, s'il vous plaît? - Vorrei un croque-monsiuer (toast al formaggio e prosciutto) per favore.
Mesdames et Messieurs, bonjour. - Signore e signori, buongiorno!
Je ne sais que penser de tout cela. - Non so cosa pensare di tutto questo.
D’accord. À bientôt. - Okay. Ci vediamo dopo.
Merde. - Merda.
Rebonjour. Ça va? - Ciao di nuovo. Come stai?
En quoi puis-je vous aider? - Posso aiutarti?
Où avez-vous obtenu votre cavalier? Il est presque aussi jolie que vos yeux. - Dove hai preso il maglione? E' quasi bello come i tuoi occhi.
Excusez-moi? Est-ce que vous prendriez notre photo, s'il vous plaît? - Mi scusi? Potrebbe farci una foto?
Comme tu m'as manqué! - Quanto mi sei mancato.


 
   
 
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