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Autore: Kucchan_    07/09/2014    1 recensioni
[SOSPESA]
Catturare Kyuubi e Hachibi è un'impresa fin troppo difficile, specie se si è sempre indaffarati o tesi.
E allora, perché non prendersi una bella vacanza di sette giorni in un'isola dalle sabbie dorate?
La risposta è ovviamente affermativa, finché quella rena aurea si rivela un vero e proprio inferno.
Come farà la famigerata Organizzazione Alba a cavarsela? Niente domande: Pain risolverà tutto.
[Nessuno dei membri dell'Akatsuki è morto.]
***
Sono Kucchan_, e questa nuova storia è incentrata sull'Akatsuki. Spero vivamente che farete una piccola capatina, ne sarei felice!
Comunque, se non si è capito, ho deciso di vedere l'organizzazione più temuta al mondo alle prese con nuove esperienze!
Ci metterò tutta me stessa per creare situazioni imbarazzanti e battute ridicole!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 7 – Caccia al tesoro
 
Una grande distesa di alberi copriva quel prato verde, punteggiato da fiori colorati di blu, lilla, rosso e giallo.
Solo, il cinguettio degli uccellini era coperto da una voce maschile che continuava a lamentarsi.
«Uffa! Perché devo cercare un tesoro insieme a un Uchiha, un rincoglionito e uno che parla meno delle piante?» si lagnava Deidara, che, come al solito, trovava insopportabile qualsiasi cosa.
«Infatti Zetsu-san sa parlare!» ribatté Tobi.
Deidara si portò una mano sul viso, pensando: “Io non lo conosco, io non lo conosco…”.
 «Deidara-senpai, che cosa fai? Non sarai mica una di quelle persone che si massaggia il viso ogni dieci minuti per tenere la pelle morbida!»
«Tobi…» chiamò Deidara.
«Dimmi, senpai!»
«Smettila di dire idiozie! Io ti ucciderò, un giorno!»
Mentre i due litigavano, Kakuzu continuava a consultare la mappa: «Destra, sinistra… ora avanti e poi di nuovo a destra…», parlottava tra sé. «Cavolo, questa carta è tutta rovinata; ora… dove sarebbe il nord?»
Itachi lo osservò, poi si avvicinò ad un albero, toccandolo. Lo studiò per bene, poi indicò un sentiero: «Per di là» affermò, quasi, con un sussurro.
Tobi subito gli piombò addosso: «Itachi-san, Itachi-san! Come hai fatto?»
«Semplice: il nord si trova nella direzione del muschio sugli alberi.» spiegò soddisfatto il moro. «Piuttosto… come mai quel cerotto sulla maschera?» domandò, sempre lui, incuriosito.
«Il senpai me l’ha graffiata!» chiarì l’idiota del gruppo.
Itachi si portò una mano sul viso, mentre Tobi commentava: «Ma come? Va così di moda massaggiarsi le guance?», e prese ad accarezzarsi la maschera.
“Io non lo conosco, io non lo conosco.” Si disse fra sé Itachi.
Ormai era all’incirca un’ora e mezza che camminavano.
Kakuzu esaminò un’ultima volta la mappa, poi dichiarò: «È qui.»
Prese la pala, che per sicurezza si era portato dietro, ed iniziò a scavare.
Proprio nel mezzo dei lavori, una figura si pose davanti a Deidara.
«È inutile scappare. Come vedi, ti ho trovato, Deidara.» scandì quel nome con un tono sicuro ed inquietante.
«Oh… Buongiorno, Madara!» salutò Deidara, cercando di sembrare il più possibile tranquillo.
«Qual buon vento ti porta qua?»
L’interrogato non rispose, ma fece per tirare un potente pugno sulla guancia del biondo.
«Senpai! No!» urlò Tobi.
Tutto accadde in pochi secondi: lui si lanciò nella direzione di Deidara, subendo quel destro al posto suo.
Si ritrovò accasciato per terra, fingendo di tossire. Madara lo osservava stupito, domandandosi il perché di quell’azione. Poi capì: doveva reggere la finta.
«Tobi! Ma sei stupido?» domandò retoricamente l’artista. Non poteva arrivare a questo punto, non poteva!
Gli si avvicinò lentamente, piegandosi sulle ginocchia, ma venne subito respinto dalla mano del ragazzo mascherato… che ormai non lo era più: dei piccoli frammenti arancioni erano sparsi per terra, insieme a qualche goccia di sangue.
«Ce la faccio», gli spiegò Tobi. «Non preoccuparti, senpai! Piuttosto, Madara-san, ti prego! Lascia stare Deidara-senpai!» urlò poi. Probabilmente avrebbe voluto aggiungere “Mi serve per i miei piani”, ma decise che quella frase era troppo inopportuna.
Madara annuì e gli intimò di seguirlo, spiegandogli che sarebbero tornati più tardi.
Il biondo, per quanto cercasse di sembrare calmo, stava nuovamente maledicendo l’Uchiha più anziano per avergli impedito per la seconda volta di scoprire cosa si celasse sotto il travestimento.
 
Intanto, Kakuzu e Itachi continuarono le ricerche, mentre Deidara, come era solito fare, continuava a crucciarsi, seduto sul ramo di un albero.
«Che palle», diceva. «Che noia!» aggiungeva dopo un po’.
«Che ci sei venuto a fare?» gli domandò piuttosto seccato Itachi.
Deidara fece spallucce, come per dirgli che nemmeno lui conosceva la risposta.
Erano passati diversi minuti da quando i due lavoratori avevano iniziato a scavare. Ma proprio quando Deidara stava per girare i tacchi e tornare ai suoi amati tuffi, tirarono fuori un grande scrigno bordeaux.
Tornati alla spiaggia, notarono con grande (dis)piacere che anche Tobi era tornato, vivo e vegeto, e per di più con la maschera intatta, come se nulla fosse successo. Questo si mise a salutare con le mani, tutto allegro.
Gli altri lo ignorarono, depositarono lo scrigno sulla rena, quando ormai il sole stava tramontando, e lo aprirono.
Con un debole clack la forzatura si aprì, senza né chiavi né altro che non fosse un piccolo colpetto.
La visione che si mostrò dinnanzi agli occhi dell’Organizzazione fu stupenda: oro, monete, i raggi del sole riflessi fra tutto quello splendore; Sebbene questa volta non ci fossero torce, la luce emanata da quel ben di Dio era quasi paragonabile a quella del sole.
Kakuzu per primo si commosse: prese due pugni di denari luccicanti; prima li baciò, poi li strinse fra i pugni.
Mossa sbagliata: del… liquido?, marrone e denso, gocciolò giù per i suoi polsi. Hidan lo guardò esterrefatto: «Kuzu, non mi dirai che grazie al tuo magnifico sesto senso hai preso un granchio?»
Sasori lo seguì a ruota, commentando a sua volta: «Quando si dice ‘chi troppo vuole, nulla stringe’… o forse hai stretto troppo?», seguì una risatina.
Il tirchio era lì, immobile. Era mai possibile? Era mai possibile che quelle fossero monete di…
«Cioccolato! Tanto cioccolato! Uno scrigno pieno di dolcissimo cioccolato! Chocolate ♫ chocolate ♫ Tobi likes chocolate!», canticchiò Tobi, leccando i polsi di Kakuzu.
Quest’ultimo, per l’ennesima volta, svenne.
Durante l’attesa, Pain propose di versare tutto quel dolce – ormai sciolto – in una grande ciotola, per poi aspettare la sera.
 
Notte; le stelle brillavano nel cielo, punteggiando tutta quell’oscura distesa.
I fuochi d’artificio scoppiavano allegri in quel cielo d’estate;
Konan si divertiva, seduta sulla spiaggetta, a guardare quelle scintille luminose e colorate, mentre mangiava il suo lecca-lecca al cioccolato. Già: il capo, come sempre, aveva trovato l’opzione migliore per sfruttare tutto quel cioccolato, e aveva preparato dei gustosi dolcetti; per finirli, ovviamente, invitò tutto il vicinato, permettendogli di fargli gustare quei dolci osservando quei fuochi scoppiettanti.
Erano rimaste ormai solo le carte delle monete di cioccolato: l’unica cosa veramente dorata, anche se, di oro, non aveva effettivamente nulla se non il colore.
Zetsu tentò di assaggiarle, ma venne fermato dalla blu, che sosteneva che quella roba non fosse digeribile. I due decisero di smaltirle con l’Arte del Fuoco di Itachi.
 
Tutto sommato, fu una sera diversa dalle altre. Tutti si divertirono, c’era chi dormiva galleggiando in acqua, chi faceva scoppiare piccoli petardi, chi cantava a squarciagola e chi continuava a sbafarsi quei lecca-lecca di cioccolato.
Perfetta, per stare un po’ in compagnia.
 
Kakuzu si risvegliò solo quarantotto ore dopo: il trauma fu troppo forte anche per lui.
 
                                                      
Capitolo 7 - fine
 
-------------------------------------------- Note ♫
 Buondì! Qui è nuovamente Kucchan_! Vi chiedo scusa se non ho pubblicato per intere ere geologiche [cit.], ma l'hard disk s'era fuso e ho rischiato di perdere tutto, per la barba di Asuma! (?)
E dunque, se sono riuscita a recuperare (quasi) tutto, è solo fortuna. TANTA fortuna.
Anyway, che ve ne pare di questo capitolo? Secondo me Deidara starà ancora bestemmiando contro Madara x'D

*Fatti che non interessano a nessuno time* Ieri ho incontrato la mia Tata *--* Giuro, sono così felice che potrei morire! Devo dire che è una persona bellissima, dolcissima e anche molto simpatica. Ah, spero che lei mi aiuterà a superare il trauma scolastico... Nella mia classe avrò solo tre femmine. E ventiquattro maschi. Evviva, sto morendo di felicità...
*Fatti che non interessano a nessuno finiti*

Okay, come sempre gradirei una recensione, ma se non ce l'avete... (?) beh, pace e amore.

Jaa ne!

         Kucchan_ :3

 
  
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