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Autore: marikkachan    07/09/2014    2 recensioni
Ciao! Anche se sono impegnata con un altra storia ho deciso di scrivere un altra ff. Questa volta la coppia è Amu/Ikuto.
Spero vi piaccia!!
P.S. siate clementi ... Vi prego!! :)
Estratto cap 10:
-Aspetta ancora qualche anno…Allora avrò i requisiti…- Disse Ikuto accarezzandole la guancia.
-I requisiti per cosa?- Chiese Amu, con le gote rosse.
-Per poterti avere per sempre firmando un solo foglio…(Cioè di sposarti).-
-Oooh-
E sotto un albero di ciliegio, i due si abbracciarono e si baciarono.
-O meglio si vedevano solo due sagome nere che si abbracciavano, poiché il signorino non mi ha fatto fare l’inquadratura, perché mi ha svegliato…- Disse Amu con le lacrime agli occhi e il sangue che le usciva dal naso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente era il grande giorno. Lei, Ikuto e tutti gli altri sarebbero partiti per la gita scolastica a Osaka. Amu ricordò con nostalgia i giorni passati a casa Tsukiyomi. Erano stati davvero fantastici e li avrebbe sempre ricordati. Ripensò alla sera precedente passata in compagnia di Utau, Kukai, Rima, Nagihiko, e naturalmente di Ikuto. Le dispiaceva per Kukai che doveva separarsi da Utau, ma era sicurissima che lui era fiero della sua biondina. Sorrise al pensiero.
-Se te ne stai lì, con lo sguardo fisso e il sorriso da ebete che ti ritrovi partiranno senza di noi. Sbrigati.-
-Davvero gentile, Ikuto.- Gli fece la linguaccia. – E’ che stavo pensando ai giorni trascorsi qui, a Utau e Kukai, alla serata di ieri … Quando tornerò dalla gita dovrò tornare a casa Hinamori e non Tsukiyomi, la mia vita sarà noiosa come prima … Dovrò passare un anno senza Utau e mi dispiace … - Disse malinconica. – Però ora ho te … E questo mi rende felice.- Aggiunse infine, sorridendo. Ikuto la scrutò a fondo, poi ricambiò il dolce sorriso di Amu.
– Oh Amu, i giorni che ho trascorso con te sono stati,  a dir poco, i giorni più belli e pazzi della mia monotona vita. E’ vero che dovrai tornare a casa tua ma ciò non significa che tu non possa venire a trovarmi ogni giorno, ogni volta qui. E poi ci vedremo a scuola, torneremo a casa insieme e … - Fece uno sguardo pensieroso, poi ammiccò nella direzione di Amu. - … Non scordarti di presentarmi ai tuoi.- Amu scoppiò a ridere. – Cos’è quella faccia!? Fai impressione, davvero! Ahaha.-
-Ahaha.- Ikuto le rifece la bocca, ma torno immediatamente serio. – E per la  faccenda di Utau … La rivedrai insomma, non è un addio. Tornerà qui nelle vacanze di Natale, di Pasqua, a meno che non abbia finito prima. Tutto è possibile.- Fece una pausa. – Mentre per quanto riguarda noi due … -  Le soffiò ad un centimetro dal viso. Amu arrossì, mentre si avvicinava ancora di più. Le lasciò un delicato bacio sulle labbra, sorrise ed esclamò un :- Ti aspetto di sotto, sbrigati!-  per poi uscire e scendere le scale.
Amu era ancora tutta imbarazzata e con altri mille dubbi e paure che le affollavano la mente , ma sorrise.
 
 
Ed eccola lì, con le valigie accanto e lo sguardo lontano, assente. I capelli lunghi e sciolti le ricadevano sulle spalle. La testa era affollata da mille pensieri. Furono interrotti dall’arrivo di Kukai, che aveva in mano due bibite. Gliene porse una, sorridente:- Tieni, le ho prese al distributore.- Utau accennò un sorriso e lo ringraziò. Il ragazzo iniziò a trangugiare il contenuto della bibita e lei lo scrutò attentamente. Kukai se ne accorse.
- Che c’è?- Chiese. – Sei preoccupata?-
-Non più. – Rispose Utau, sorridendo. Se prima era stata colta di nuovo da quella brutta sensazione, ora , anche solo a sentire la voce di Kukai, si era rassicurata.
Kukai ricambiò il sorriso, soddisfatto: – Lo sapevo!-  Si avvicinò e la baciò con una sicurezza ma, soprattutto con tanto amore che Utau sentiva le gambe molli. Gli sorrise sulle labbra.
Avrebbero superato tutto, ne era sicura, anche a chilometri di distanza.
 
 
-Insomma Amu!- Tuonò Rima, con le braccia conserte e gli occhi lampeggianti.  – Hai ritardato di 15 minuti!-
Amu alzò le mani:- Ehm … Rima scusa ma mi sono svegliata tardi … - Disse, poco convinta, tentando di calmare l’amica. Prima che Rima potesse aggiungere qualcosa il professor Nikaido radunò gli alunni delle due classi. Aveva il solito completo e i capelli spettinati. Sembrava avere le occhiaie. – Allora, ragazzi prima di tutto buongiorno. Spero che abbiate tutto in valigia e non abbiate scordato niente, cosa che io ho fatto di sicuro visto che stamattina la mia sveglia è deceduta.- Fu interrotto da una professoressa: - Insomma professor Nikaido…!- 
-Ah! Mi scusi… - Tossì appena, poi ricominciò il discorso. – I due pullman non sono divisi per classe quindi potete scegliere … Sbrigatevi che tra poco si parte! – Esclamò, battendo le mani, e si dileguò.
Amu raggiunse subito Ikuto per evitare che qualche ochetta si sedesse vicino a lui. Posarono le loro valigie e salirono sul pullman. Presero posto. Davanti avevano Rima e Nagihiko, che discorrevano tranquilli e Amu non poté fare a meno di notare quanto fossero carini insieme. Le labbra si incurvarono verso l’altro al solo ripensare  di lei e Ikuto.
-A cosa pensi, Amu?- Le chiese lui, soffiandole nell’orecchio. Un brivido le percorse la schiena.
-Niente di che ...- Rispose sul vago, con alzata di spalle. Stava diventando abbastanza brava nel recitare. Merito di Utau.
Ikuto ghignò. Le prese delicatamente una mano e la strinse nella sua. A quel contatto Amu sobbalzò. – E adesso? – Le richiese, con voce suadente.
La ragazza decise di stare al gioco. Gli strinse la mano e sorrise, poi si voltò a guardare fuori dal finestrino.
-Che oggi è proprio una bella giornata.-
- Oh … Già .- Rispose lui, come se avesse notato il tempo solo in quel momento. Quell’odioso sorrisino che aveva stampato in viso però tradiva la sua affermazione.
Le lasciò la mano per far scivolare la sua sul fianco destro di Amu.
“Accidenti a lui!” Si disse, ma cercò di non arrossire. Alzò il capo e andò a guardarlo negli occhi.
Ikuto sostenne lo sguardo. Come sempre lei non fece a meno di perdersi in quegli occhi perfetti. Non si accorse però che il professor Nikaido stava ripetendo da un po’ il suo cognome e tutti si erano girati nella loro direzione.
Amu arrossì visibilmente, conscia della figura pessima che aveva appena fatto.
-P-presente!- Esclamò alzando la mano. Poi chinò il capo, sempre imbarazzata. Ikuto scoppiò a ridere.
-Si può sapere che cosa ti fa ridere tanto!?- Tuonò furiosa.
- Sembreresti terribile e da temere, se non fosse per le tue guance rosse come un pomodoro maturo!- Sputò Ikuto, tra una risata e l’altra. Amu, offesa, incrociò le braccia al petto:- Felice di farti divertire. - Disse acida e si girò vistosamente dall’altra parte.
 
 
Nagihiko era felice di veder sorridere così Rima.
L’aveva vista sempre seria e con lo sguardo indecifrabile , l’aveva giudicata altezzosa e antipatica. E l’aveva giudicata male, perché a vedere quel sorriso gli si scaldò il cuore.
– Non posso crederci che anche tu vedi lo stesso programma comico che vedo io!- Esclamò entusiasta. – E’ davvero incredibile! Che bello! Adesso ho qualcuno con cui parlarne visto che Amu e Yaya si rifiutano di guardarlo!- Si bloccò un attimo, vedendo che lui sorrideva e annuiva ma, soprattutto, la stava fissando negli occhi, cosa che quasi nessuno aveva più fatto prima che diventasse amica di Amu e Yaya. Per un attimo si rabbuiò.
 – C’è qualcosa che non va?- Rima spalancò gli occhi nocciola e si voltò nella direzione di Nagihiko. – Se vuoi sfogarti io ti ascolto.- Lo guardò, sospettosa , ma scrutando a lungo gli occhi fermi e rassicuranti di Nagihiko, Rima non poté fare a meno di confidarsi. – I miei sono divorziati. Stavo solamente pensando a loro, alla promessa che mi avevano fatto. – Il ragazzo la lasciò proseguire. – Dovevamo fare un pic-nic sotto gli alberi in fioritura in primavera , tutti insieme, come una volta, ma non ci siamo mai andati … - Si bloccò una attimo e si pettinò i capelli con le dita, gli occhi bassi.  – E nonostante mio padre me lo ripete tutt’ora, ogni anno, io lo guardo, sorrido e gli dico “ok”. – Guardò negli occhi il ragazzo.- Anche se dentro di me ripeto sempre e solo “bugiardo, bugiardi tutti e due”.-
-Capisco. – Disse solo Nagihiko. Si aspettava delle lacrime, ma non arrivarono. Rima gli sorrise:- Grazie per avermi ascoltato.-
Il ragazzo sorrise a sua volta e le toccò una guancia. – Brava. Ciò che ti si addice è un bel sorriso.-
 
 
-Amu. – La punzecchiò Ikuto. – Amuu. - Lei non rispose. – Hai intenzione di rimanere così e non parlarmi per tutto il viaggio??-
Amu non era realmente arrabbiata con Ikuto, ma aveva voglia di tenerlo un po’ sulle spine. Insomma! Che male c’era visto che lui non aveva fatto altro!?
-Sì , Ikuto, qualche problema?- Chiese sbuffando.
-Mi hai parlato.- Disse Ikuto, trionfante.
-Sì, e per dirti solo questo!- Esclamò Amu.
-Perfetto.- Fece avvicinandosi pericolosamente. Le scostò i capelli e iniziò a baciarle il collo. Amu si ritrasse di scatto.
– Ma sei imbecille!?- Gridò piano. Non voleva dare spettacolo.
Ikuto fece spallucce. – Avevi detto che non avresti più detto niente,no?- il solito sorrisetto impertinente gli spuntò sul viso. – Quindi dovresti rimanere zitta e ferma come hai fatto finora…- Sussurrò per poi baciarla sulle labbra.
Il cuore di Amu perse un battito. No. Anche se era maledettamente bravo e le sue labbra erano maledettamente morbide e piacevoli, non doveva dargliela vinta. Ma se si lasciava andare per qualche altro secondo che problema c’era? Approfondì il bacio.
“Aspetta!” Si disse poi. “Non va bene, non va affatto bene! Non siamo nella sua stanza, c’è gente che ci guarda, cavolo!”
Si staccarono entrambi per mancanza di ossigeno.
-Wow.- Disse Ikuto, riprendendo fiato. – Pensavo mi avresti schiaffeggiato.-
-Mi è balenato in testa in effetti. – Sorrise Amu. – Tienilo bene in mente per il futuro. – Gli fece la linguaccia.
 
 
-Allora ci sentiamo per telefono.- Disse Utau. – Certo. – Rispose Kukai. Le prese la mano.-Buon lavoro e non sforzarti troppo!- Esclamò.
-Grazie.-
Okay. L’aereo stava per partire. Doveva andare adesso.
Utau rimase ferma. I piedi erano pietrificati. Non volevano muoversi e il suo cervello non aiutava affatto. Gli era arrivato un messaggio dal profondo del cuore. “Non muoverti!” Diceva. “Resta! Resta!” Gli ripeteva con insistenza.
-Utau devi andare.-
-Mi cacci?- Rispose lei, ironica,ma sorridente. Kukai le accarezzò una guancia. – Se resti anche solo per cinque secondi mi viene voglia di baciarti.- Si fermò un attimo per guardare il suo volto illuminarsi. – Sarà una cosa lunga.- L’avvertì.
Utau fece spallucce e uno sguardo birichino le atterrò sul viso.  – Non ho fretta. Posso prendere il prossimo volo.-
-Che partirà tra un’ora.- Concluse Kukai, sorridendo. Data la notizia non poteva farne a meno. La trascinò nel primo angolino riservato che vide e le premette le labbra sulle sue. Come avrebbe potuto farne a meno? Questo non lo sapeva, ne aveva idea di come fare, ma in quel momento nulla era più importante di Kukai.
 
 
Scesi dal pullman  tutti gli studenti si riunirono in gruppetti e parlottavano allegramente tra di loro. Stavano facendo la fila per entrare in hotel e raggiungere le stanze assegnate. Amu, Ikuto, Rima, Nagihiko e alcuni compagni di classe erano alla coda della fila.
-Allora com’è andato il viaggio?- Chiese Rima, agitando il gomito ad Amu. – Non che mi sia girata ma ho sentito un po’ di rumorini là dietro… -  Aggiunse maliziosa.
Amu lanciò un gridolino. – Hey! Non credere che io non ti abbia vista con Nagihiko!- Esclamò sulla difensiva.
-Ma sentila!- Ribatté Rima, per niente imbarazzata. – Scommetto che voi due avete fatto peggio! Chi può dirmelo … - Si mise un dito sotto al mento e ci pensò tre secondi. Poi la lampadina si accese. – Ah! Suzuki!!- Corse verso un ragazzo alto con i capelli chiari e gli occhi verdi. Amu non sentì esattamente le parole a causa del brusio, ma le parole “Amu” “Ikuto” e “pomiciare” le percepì benissimo. Quel Suzuki rise ed emise un suono che assomigliava tanto alla frase: “Oh sì che li ho visti!”
Rima sorrise e tornò nella sua direzione, sorridendo trionfante e soddisfatta.
-Visto?- Domandò innocentemente. Amu sbuffò.
-Ho sentito e visto involontariamente tutto.- Esordì Ikuto, materializzandosi alle spalle di Amu. – Che bellooo…- Rispose la ragazza con finto entusiasmo.
-Io vado da Nagi.- Sorrise la biondina per poi andare dal ragazzo.
-L’avevo detto io che ci vedevano…-
-Quando?-  
-Non fare il finto tonto.-
Ikuto alzò le mani. Poi sorrise e si appoggiò alla spalla di Amu. – Dai. – Iniziò con voce suadente. - Che ti importa se gli altri ci hanno visto?-
-Mmm…Mi imbarazza… Non sono quel tipo di ragazza che appena resta sola con te ti salta addosso. – Rispose Amu, fissando il pavimento e torturandosi le mani.
-Ma sei la mia, e sottolineo mia, ragazza.- Sorrise e lei lo guardò negli occhi per un secondo , o forse un minuto, era facile perdere la cognizione del tempo quando c’era lui in giro, soprattutto se così vicino. E anche su cosa stava parlando o di cosa stava facendo o stava per fare. Aveva una così tanta influenza su di lei che tutte le persone intorno scomparivano, si dissolvevano. Erano solo loro due.
Amu girò il viso verso di lui e le loro labbra si sfiorarono.
Eh no. Dopo quello che le aveva fatto passare in pullman, solo questo adesso non le bastava. Si voltò completamente verso di lui e posò di nuovo, ma con più insistenza e poco grazia le labbra sulle sue. Ikuto le cinse un fianco e Amu allacciò le braccia al suo collo.
Quando ritornarono nel mondo reale si accorsero che tutti gli altri studenti erano entrati nell’hotel e avevano preso posto e loro erano rimasti fuori. C’era persino chi si affacciava al balcone e li guardava, fischiando e ridendo.
Ad un tratto Rima uscì dall’ingresso. – Mi avete fatto prendere uno spavento pensavo di avervi perso e quando vi abbiamo visto qui… - Poi si trattenne e fece ad Amu l’occhiolino. – Siete bellissimi, comunque.- Fece per rientrare ma aggiunse.- Ah! Vi hanno visto quasi tutti, inclusi i professori.-
Amu aveva fatto un’altra epica, colossale figura di merda.
Ma rise come una matta e non se ne curò perché Ikuto, una volta tanto, l’aveva fatta con lei.
 
                                                                    The end
 
Angolo nonhoscusantiloso  autrice:
Premetto col dire che se volete fucilarmi e cose simili prego, fate pure non mi ribellerò .
Ho fatto un ritardo clamoroso. I’m sorry. I’m terrible sorry.
Non volevo che questa ff finisse nel dimenticatoio senza prima essere conclusa , quindi dopo tanto taaanto tempo rieccomi qui. È stato un capitolo abbastanza faticoso da scrivere perché non avevo idea di come farlo terminare e ci ho impiegato molto tempo, ma spero vi sia piaciuto almeno un po’ e che non vi abbia deluso. Ringrazio chi ha recensito, messo alle preferite, seguite o ricordate e a chi ha semplicemente letto.
Arigatou Gozaimasu <3
 
Alla prossima,
Marikkachan :* 
  
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